Collettivo BonaVentura

volta la carta
[skegge di altra/informazione su zone rosse, neoliberismo e ribellioni]



Non fa male morire, la cosa peggiore è l’oblio.

Marcos, Subcomandante insurgente dell’EZLN


L'opuscolo analizza gli avvenimenti degli ultimi anni contestulizzandoli nell'epoca del post guerra fredda; crollo del muro di Berlino, emergenza clandestini, rinnovamento di esercito e polizia, nuovo ruolo dei mass-media, pericolo brigate rosse e terrorismo internazionale, abdicazione riformista, cultura razzista e altro ancora vengono analizzati da un lato sul piano culturale e religioso dall'altra su quello militare (e quindi trame nere). Gli anni novanta hanno così posto le premesse per la nascita delle zone rosse, riproducendo quei meccanismi dello stato di eccezione già sperimentati nella guerra fredda.
La guerra al terrorismo con il suo stato di polizia globale ha infatti come obiettivo principale la sospensione dei diritti a partire da quello dei migranti per la prima volta nella storia ostacolo allo sviluppo economico. Le grandi responsabilità nelle catene di comando della polizia italiana a Genova nel 2001 e dell'esercito statunitense l'11 settembre prima, in Afghanistan poi e oggi in Irak vengono analizzate con riferimenti a un ampia letteratura per lo più giornalistica che spazia dalle controinchieste alle stesse dichiarazioni della Cia.
Se le teniche di Guantanamo erano già state anticipate da numerosi governi militari durante la guerra fredda, questo nuovo stato di terrore globale trova nel tentativo di legalizzare il modello Guatanamo una delle sue espressioni più disumane,. D'altro lato forze e nuove idee si stanno organizzando per difendere l'umanità e il pianeta terra dalla guerra di tutti contro tutti e dalla sua pedagogia della guerra. E' la forza della speranza e della dignità che lottano contro le zone rosse per una pedagogia della pace e della ribellione capace di distinguere violenza e illegalità. Il neoliberismo invece per affermarsi non può che distruggere sempre più legami sociali e in questa sua crisi non può che trovare forza solo nell'uso senza limiti della violenza.
Partendo da fatti che da Genova al rapimento delle due Simone ci hanno toccato in prima persona, questo breve saggio offre, specialmente a lettori/e giovani, l'occasione per riflettere su come i numerosi movimenti pacifisti debbano prendere coscienza dell'insostenibilità del modello economico e quindi della possibilità di un altro mondo basato su una logica non capitalistica. Il libro è diposnibile sia su intenet sia su cartaceo.



    Copertina

    Non introduzione

    Dal tramonto del socialismo alla zona rossa di Genova
      Dallo stato sociale allo stato penale
      La polizia postmoderna
      Neoliberismo, popolazione, territorio e polizia
      Messe a fuoco: tra mirini e teleobiettivi
      Una storia che parte da lontano
      Eserciti professionali e polizie militari
      Il movimento cresce
      Nuove alleanze e nuovi alibi
      Una repressione bipartisan

    11 settembre: una oscura tragedia nel cuore dell'impero
      I fatti chiari e evidenti dell'11 settembre
      L'invenzione di Bin Laden
      La globalizzazione afghana made in Usa
      Domande aperte
      Il ruolo dell'amministrazione
      Le speculazioni finanziarie

    L'esplosione delle zone rosse
      La guerra duratura era già iniziata
      Strategie dell'impero statunitense prima dell’11 settembre
      L'egemonia imperiale statunitense
      L'infinita guerra preventiva
      Il mercato delle armi
      L'effetto paura e l'ascesa del fondamentalismo cristiano
      Lo scontro di civiltà è cominciato: islamofobia
      Togliere libertà per dare sicurezza
      La zona rossa: terrorismo, il nuovo alibi planetario
      Le zone rosse nei Sud del mondo
      La zona rossa afghana, ovvero i crimini di guerra della giustizia infinita
      La zona rossa del modello Guantanamo
      La zona rossa irakena
      Le zone rosse di massa: il lager umanitario
      Le zone rosse del controllo della migrazione
      La zona rossa del lavoro: terra e lavoro coatto

    Erodiamo le sedie del potere
      La ribellione della dignità
      Socializzazione dei saperi e informazione
      Il capitalismo come globalizzazione della guerra
      Il capitalismo come quarta guerra mondiale
      Violenza
      Politica
      Le forme del dominio
      Camminare domandando
      La pedagogia della ribellione

    I box


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