Comuni veronesi all’attacco con un esposto presentato in Procura
di Luca Fiorin
«Svolgete indagini sull’inquinamento incontrollato che stiamo subendo da anni a causa degli scarichi che vengono dal Vicentino». A chiederlo, con un esposto che hanno presentato venerdì in Procura a Vicenza, sono i sindaci dell’Unione Adige-Guà. Secondo i quali l’inchiesta giudiziaria che una decina di giorni fa ha portato a perquisizioni, sequestri e notifiche di avvisi di garanzia per le anomalie riscontrate nella gestione del depuratore di Montebello Vicentino dovrebbe essere allargata all’intero sistema di depurazione della Valle del Chiampo, le cui acque reflue arrivano nell’Adige-Guà dopo essere trasportate a valle nel cosiddetto «tubo».
Il collettore che raccoglie gli scarichi degli impianti di depurazione di Arzignano, Trissino, Montecchio e Lonigo, oltre che di quello di Montebello, ed attualmente le scarica nel fiume Togna-Fratta-Gorzone a pochi metri dall’ingresso del corso d’acqua nel territorio comunale di Zimella.
«Dopo aver valutato assieme ai nostri legali quali misure potevamo prendere - spiega Stefano Marzotto, presidente dell’Unione e sindaco di Pressana - abbiamo deciso di chiedere un incontro con il Procuratore capo di Vicenza Ivano Nelson Salvarani per illustrargli le nostre preoccupazioni e di presentare un esposto nel quale chiediamo che le indagini siano volte ad accertare la situazione complessiva degli scarichi del collettore, valutando le eventuali ipotesi di reato configurabili per gli inquinanti presenti nelle acque che trasporta. La nostra iniziativa era insomma volta a fare in modo che ci siano delle verifiche su quello che sosteniamo da anni, ovvero che il "tubo" inquina, e che si tenga presente l’impatto che questo fatto ha sull’ambiente. Anche perché in merito agli inquinanti l’Arpav di Vicenza e quella di Verona riportano dati diversi fra loro».
«Il magistrato - continua Marzotto - ci ha ricevuti nel giro di soli tre giorni e credo che l’incontro sia stato molto positivo, perché abbiamo potuto spiegargli in maniera approfondita questa annosa vicenda». Una spiegazione che verrà suffragata da documenti. Giancarlo Lunardi, sindaco di Zimella ed ex presidente dell’Unione, che era presente all’incontro con il magistrato assieme a Marzotto ed ai legali dell’Unione, aggiunge infatti che il dottor Salvarani ha chiesto di avere copia degli atti relativi alla questione in possesso dei Comuni veronesi.
«Nei prossimi giorni - dice - consegneremo un dossier sul tema Togna-Fratta-Gorzone e sul collettore per il quale stavo personalmente raccogliendo quei documenti che permettono di ripercorre questa vicenda dal suo inizio, che risale a ben 40 anni fa, sino ad oggi. Comprese tutte le azioni legali amministrative messe in atto dai Comuni e dagli enti di bonifica che si trovano a valle dello scarico del tubo». Quelle azioni che sinora hanno peraltro portato ben pochi risultati, tanto che anche l’ultimo ricorso al Consiglio di Stato contro lo scarico del «tubo» è stato bocciato ed ora se ne dovrà discutere in Cassazione.
«Per questo - conclude Marzotto - c’è un po’ di amarezza a dover constatare che si è arrivati ad una verifica della situazione solo dopo che si sono mosse la magistratura penale e Striscia la notizia (il tg satirico era presente all’avvio delle perquisizioni al depuratore di Montebello, ndr)». Sta di fatto che se verrà dato ascolto ai sindaci dell’Adige-Guà l’inchiesta giudiziaria dovrà inevitabilmente diventare ancora più a largo raggio. Un’inchiesta che sinora ha già comunque portato alla scoperta di diluizioni irregolari degli scarichi, di condotte segrete, di situazioni gestionali tutte da approfondire ed all’emissione di otto avvisi di garanzia.