Se potessi avere 100 server al mese... Un nuovo gioco al massacro degli organismi repressivi, con risvolti censori nel cyberspazio, procede a grandi passi, facendo scempio, ancora una volta nella piu' assoluta indifferenza, delle più elementari tutele civili e politiche; contemporaneamente, Amnesty International documenta le ripetute violazioni dei diritti umani perpetrate in Italia e sindaci-sindacalisti svelano la loro intima natura proibendo nello stesso tempo (in un meschino delirio di onnipotenza) le bevute dopo le 9 di sera, le occupazioni di case e le rivendicazioni sindacali dei propri dipendenti comunali, dando la stura alle smanie repressive di magistrati compiacenti addetti alla caccia di eversori tra una fotocopiatrice e una pila di libri. Perché nessuno difende l'informazione scomoda in Italia? Forse perche' non porta ne' voti ne' poltrone, interrogarsi seriamente sulle conseguenze politiche che possono scaturire dal collegare arbitrariamente azioni illegali, compiute da anonimi nel mondo 'reale', e la possibilita' di diffondere espressioni di dissenso in quello virtuale? Forse perche' una malsana cultura della legalita' ( una cultura che accomuna in un osceno abbraccio la destra e la sinistra italiana) conduce al goffo e distruttivo tentativo di limitare la liberta' in ogni ambito della vita reale così come in quella 'virtuale'? Forse perche' la perdita di ogni barlume di pensiero critico e l'immobilismo dei cosiddetti "intellettuali" hanno creato i presupposti per l'assuefazione ad ogni sopruso e la morte della coscienza critica in quella che una volta veniva chiamata "opinione pubblica"? Questo assordante silenzio accompagna l'ennesimo sequestro di un sito web italiano (http://www.filiarmonici.org/crocenera.html) ed anche se la pagina rimane consultabile sugli archivi di diversi motori di ricerca (vedi http://web.archive.org/web/*/http://www.filiarmonici.org/crocenera.html) e presumibilmente apparira' sui molti server stranieri gestiti da chi ha ancora a cuore la libertà di parola, ci resta l'amara constatazione di quanto sia fragile il cyberspazio italiano; facile preda di magistrati d'assalto più impegnati nel tentativo di dimostrare i propri assurdi teoremi e nel soffocare la libera circolazione delle idee che nel difendere la possibilità per chiunque di esprimere le proprie convinzioni - per quanto scomode esse siano. |