Aristotele nel I secolo a.C. ha scritto notando che la donna durante
l'orgasmo emette un getto. Si dice che Galeno (anatomista e medico del
I secolo d.C) ne fosse a conoscenza nel 200 d.C. Si è scritto
dell'eiaculazione femminile in molti testi pornografici, ad esempio in
The pearl un'antologia inglese che
raccoglie racconti dell'epoca vittoriana ('800), pieni di orgasmi
femminili bagnati ma queste storie furono liquidate come allucinazioni
maniacali maschili. Il nordico Theodor H. van De Velde, nel 1926,
pubblicò un manuale per coppie sposate nel quale raccontava che
alcune donne durante l'orgasmo espellono del liquido. I Batoro
dell'Uganda considerano una donna adulta e pronta per il matrimonio
solo quando riesce, masturbandosi, a eiaculare bagnando un muro. Le
donne anziane insegnano alle giovani come fare
Kachapati che in lingua batoro vuol
dire proprio "spruzza il muro". Gli abitanti di alcune isole
dell'Oceano Pacifico del sud, le Trobriand, non solo conoscono
l'importanza dei muscoli pelvici e l'esistenza del punto G ma giudicano
che la donna abbia goduto veramente solo se eiacula e chiamano
l'eiaculazione femminile e maschile con la stessa parola:
momona. Questo comportamento
sessuale è stato registrato dagli antropologi occidentali che,
schiavi della loro ignoranza ed incapaci di imparare qualche cosa dai
selvaggi, non c'hanno capito niente. Così sui testi di
antropologia si trova ancor oggi riferito lo strano costume delle
Trobriand dove le donne fanno pipì addosso ai maschi in segno di
contentezza. Nel 1982 E. Gregersen descrive i costumi sessuali degli
Yapese, sulla base di una testimonianza fatta da Salesio nel 1906:
«Ella vive un orgasmo dopo l'altro e involontariamente orina un
poco alla volta dopo ogni orgasmo.»
Questo liquido non ha nulla a che vedere né con le orine
né con le secrezioni vulvo vaginali che irrorano il sesso
femminile quando la donna è eccitata e che hanno la funzione di
lubrificarla rendendo più facile e piacevole la penetrazione:
nel 1981 la Dalhousie di Hlifax, Nuova Scozia, lo analizzò. Il
gruppo di ricerca, che comprendeva Edwin Belzer Jr., Perry e Whipple
pubblicò i risultati delle analisi dei liquidi prelevati da
alcune volontarie sul
Journal of sex
research. Il responso fu che si trattava di un liquido del tutto
diverso dall'orina e molto simile al liquido seminale maschile
(ovviamente non conteneva spermatozoi). Questo viene prodotto da quello
che è, nella donna, il residuo della prostata maschile (è
solo alla sesta settimana dal concepimento che iniziano le
differenziazioni sessuali. onizialmente compaiono le gonadi, poi i
genitali interni e alla fine quelli esterni. gli embrioni umani, prima
di questa data sono tutti uguali, quindi ovaie e testicoli hanno una
struttura comune. Ogni ghiandola o organo nel maschio ha la sua copia
nella femmina e viceversa. S'usa dire che un organo è "residuo"
o "atrofizzato" quando non ha, nell'adulto maschio o femmina, una
funzione apparente e sembra, appunto, il residuo della corrispondente
ghiandola o organi nell'altro sesso. Anche la prostata è stata
sempre considerata nella donna una ghiandola residua.)
Kinsey scriveva verso il 1950: «Siccome la ghiandola prostatica e
le vescicole seminali nella donna sono solo strutture residue, essa in
realtà non eiacula. Le contrazioni muscolari della vagina che
seguono l'orgasmo possono fare uscire alcune delle secrezioni vaginali
e in alcuni casi le espellono con una certa forza. Soprattutto in certa
letteratura erotica si definisce questo fenomeno eiaculazione
femminile; ma il termine non può essere usato in quel
senso.»
Nel 1966 anche Master e Johnson negavano l'esistenza dell'eiaculazione
femminile dicendo che si trattava di «un concetto errato ma
diffuso». Infine, nel 1970, Germaine Greer nel libro
Eunuco Femmina scrive:
«Circolano ancora le idee più false e disparate sulle
donne, anche se sono state smentite anni fa; molti uomini si rifiutano
di abbandonare il concetto di eiaculazione femminile che, anche se ha
una lunga e prestigiosa storia, è un puro frutto della
fantasia».
Nel 1950 Gräfernberg a proposito dell'eiaculazione femminile aveva
osservato: "Si ha questa espulsione convulsiva di liquidi sempre al
momento dell'acme dell'orgasmo e insieme ad esso. Se ci fosse
l'opportunità di osservare l'orgasmo di queste donne, si
osserverebbe che una grande quantità di liquido chiaro e
trasparente è espulsa a spruzzo non dalla vulva ma
dall'uretra... Le abbondonti secrezioni espulse con l'orgasmo non sono
lubrificanti, altrimenti verrebbero prodotte all'inizio del rapporto e
non al momento di massimo orgasmo. All'inizio pensai che lo sfintere
della vescica non funzionasse per l'intensità dell'orgasmo.
Nella letteratura sul sesso è riferito di espulsione
involontaria di urina. Nei casi che abbiamo osservato, il liquido
è stato esaminato e non aveva carattere di orina. Sono propenso
a credere che l'«orina» che si dice che le donne espellono
durante l'orgasmo non è orina ma soltanto secrezioni delle
ghiandole intrauretrali collegate con la zona erogena lungo l'uretra
nella parete vaginale anteriore."