Ma indubbiamente, tra le numerose teorie politiche, l’"anarchismo"
e l’"anarchia" sono le idee rappresentate in modo peggiore. Generalmente,
le parole sono usate per significare “caos” o “disordine”, e cosi, per associazione,
gli anarchici desiderano il caos sociale e il ritorno alla “legge della giungla”.
Questo processo di travisamento ha dei parallelismi storici. Per esempio,
in nazioni dove esistono governi di una persona (monarchia), le parole “repubblica”
o “democrazia” sono state usate precisamente come “anarchia” per indicare
disordine e confusione. Coloro che, per diritti acquisiti, sono interessati
a mantenere inalterato lo status quo, ovviamente diranno che qualcosa che
si oppone al sistema in essere non può funzionare nella pratica e
che la nuova forma di società porterà solo al caos.
O come disse Errico Malatesta:Gli anarchici vogliono cambiare questa "idea comune"
sull' "anarchia", in modo che la gente possa capire che il governo e le altre
strutture gerarchiche sono sia dannose che non necessarie:
Questa FAQ è parte del processo di cambiamento
delle idee comuni, che riguardano l’anarchismo ed il significato dell’anarchia.
A.1.1 Cosa significa "anarchia"?
La parola
“anarchia” viene dal Greco ed è composta
dal prefisso
an (o
a), che significa “non”, “assenza di” o
“mancanza di”, più
archos che significa “un regnante”, “direttore”,
“capo”, “persona al comando” o “autorità”. O, come propose Petr Kropotkin,
Anarchia viene dal greco
"contrario all'autorità". [
Kropotkin
Revolutionary Pamphlets, p. 284]
Mentre le parole greche
anarchos ed
anarchia sono spesso prese
nel significato di
“non avere nessun governo” o
“essere senza governo”,
come possiamo vedere, il significato stretto ed originale dell’anarchismo
non era semplicemente
“non governo”.
“An-archia” significa
“senza regnante” o più generalmente
“senza autorità”,
ed è in questo senso che gli anarchici hanno sempre usato la parola.
Per esempio, Kropotkin sosteneva che l’anarchismo:
“non solo attacca il
capitale, ma anche le maggiori fonti del potere capitalista: legge, autorità
e Stato”. [
Op.Cit., p.150] Per gli anarchici, l’anarchia significa
“non necessariamente assenza d’ordine, com’è generalmente presunto,
ma assenza di governo”. [Benjamin Tucker,
Instead of a Book, p.
13] Da qui, l’eccellente sintesi di David Weick:
"L’anarchismo può essere interpretato come
una generica idea sociale e politica che esprime negazione per ogni potere,
sovranità, dominio e divisione gerarchica, e che
vuole la loro dissoluzione…L’anarchismo è quindi più che anti-statismo…[anche
se] il governo (lo Stato)…è giustamente, il fulcro
centrale della critica anarchica.” [
Reinventing
Anarchy, p. 139]
Per questo motivo, piuttosto che essere puramente contro lo Stato o il governo,
l’anarchismo è prima di tutto un movimento contro la
gerarchia.
Perché? Perché la gerarchia è la struttura organizzativa
che incarna l’autorità. Da quando lo Stato è la forma più
“alta” di gerarchia, gli anarchici sono, per definizione, contro lo Stato;
ma questa
non è una spiegazione sufficiente dell’anarchismo.
Questo significa che i veri anarchici si oppongono a
tutte le forme
d’organizzazione gerarchica, non soltanto allo Stato. Nelle parole di Brian
Morris:
“il termine anarchia viene dal greco, ed essenzialmente
significa “nessun padrone”. Gli anarchici sono persone che rifiutano tutte
le forme di governo o di autorità coercitiva, tutte
le forme di gerarchia e di dominio. Sono dunque contrari a quello che l’anarchico
messicano Flores Magon, chiamò
“l’oscura trinità”: lo Stato,
il Capitale e la Chiesa. Gli anarchici sono dunque contari al capitalismo
e alllo Stato, oltre che di tutte le forme d’autorità
religiosa. Ma gli anarchici desiderano anche stabilire o fare sì che
avvenga, con vari metodi, una condizione d’anarchia, che consiste in una società
decentralizzata senza istituzioni coercitive,
una società organizzata tramite una federazione d’associazioni volontarie.”
[
"Anthropology and
Anarchism,"
A
narchy: A Journal of Desire Armed, no. 45, p. 38]
Il riferimento alla “gerarchia” in questo contesto è uno sviluppo
abbastanza recente. Gli anarchici “classici” come Proudhon, Bakunin e Kropotkin
usavano la parola raramente (preferivano usare la parola “autorità”
che era usata come abbreviazione di "autoritario"). In ogni caso, è
chiaro dai loro scritti che la loro era una filosofia contro la gerarchia,
contro ogni disuguaglianza di potere o privilegio tra individui. Bakunin parlava
di ciò quando attaccava l’autorità
"ufficiale” ma difendeva
“l’influenza naturale” e quando diceva:
“vuoi rendere impossibile per chiunque opprimere un
suo simile? Allora, assicurati che nessuno possa possedere il Potere.”
[
The Political Philosophy of Bakunin, p. 271]
Come nota Jeff Draughn,
"sebbene fosse sempre stata parte latente del
'progetto rivoluzionario', solo recentemente, in seguito ad un'analisi più
approfondita, ha assunto il concetto più ampio di anti-gerarchia. Ciò
nonostante, la radice di ciò è chiaramente visibile nelle origini
greche della parola 'anarchia'." [
Between Anarchism and Libertarianism:
Defining a New Movement]
Noi vogliamo mettere in rilievo che quest’opposizione alla gerarchia non
si può limitare allo Stato o al governo. Include tutte le relazioni
autoritarie, economiche e sociali, oltre che politiche, particolarmente quelle
correlate alla proprietà capitalista ed al lavoro salariato. Ciò
si può vedere nell’argomentazione di Proudhon:
“Il capitale
nel campo politico è analogo al governo...L’idea economica del
capitalismo..[e] la politica del governo o dell’autorità..[sono]...identiche..[e]
collegate in vari modi. Quello che il capitale fa ai lavoratori...lo Stato
[lo fa] alla libertà...” [citato da Max Nettlau in
A Short History
of Anarchism, pp. 43-44] così come vediamo Emma Goldman opporsi
al capitalismo, che obbliga la gente a vendere il proprio lavoro, e dire
che:
“l’inclinazione e il giudizio del lavoratore sono subordinate al
volere del padrone.” [
Red Emma Speaks, p. 36] Quarant’anni prima,
Bakunin evidenziava lo stesso punto quando affermava che sotto il sistema
capitalista
“il lavoratore vende al capitalista se stesso e la sua libertà
per un tempo determinato" in cambio di uno stipendio. [
Op. Cit.,
p. 187].
Quindi “anarchia” significa di più che “assenza di governo” solamente,
significa opposizione a tutte le forme d’organizzazione autoritarie e gerarchiche.
Come disse Kropotkin:
“l’origine del principio anarchico di società...
[risiede]... nella critica delle organizzazioni gerarchiche e della concezioni
autoritarie di società, e nelle analisi delle tendenze dei movimenti
progressisti dell’umanità.” [
Kropotkin Revolutionary Pamphlets,
p. 158] Dunque, il tentativo di affermare che l’anarchia è puramente
contro lo Stato, è un travisamento della parola e del modo in cui essa
è stata usata dal movimento anarchico. Come dice Brian Morris:
“quando
si esaminano gli scritti degli anarchici classici così come le caratteristiche
dei movimenti anarchici...è evidente che non c'è mai stata
questa visione limitata [dell' essere solamente contro lo Stato]. C'è
sempre stata la sfida a tutte le forme d’autorità e di sfruttamento,
e la critica del capitalismo e della religione tanto quanto quella allo Stato.”
[
Op. Cit., p. 40]
E giusto per dire l’ovvio, anarchia non vuol dire caos e nemmeno che gli
anarchici vogliono creare caos e disordine. Desideriamo, invece, creare una
società basata sulla libertà individuale e sulla collaborazione
volontaria. In altre parole, un ordine “dal basso verso l'alto” e non un disordine
imposto “dall’alto verso il basso” dalle autorità.
A.1.2 Cosa significa "anarchismo"?
Citando Petr Kropotkin, l’anarchismo è
“un sistema non-governativo
di socialismo” [
Kropotkin Revolutionary Pamphlets, p. 46]. In
altre parole:
“l’abolizione dello sfruttamento e dell’oppressione dell’uomo
sull’uomo, vale a dire l’abolizione della proprietà privata [cioè
il capitalismo] e dello Stato." [Errico Malatesta,
"Towards Anarchism,"
in
Man!, di M. Graham (Ed), p. 75]
L’anarchismo, dunque, è una teoria politica che ha l’obiettivo di
creare una società in cui siano assenti gerarchie politiche, economiche
e sociali. Gli anarchici ritengono che l’anarchia, l'assenza di autorità,
sia una possibile forma di sistema sociale e quindi lavorano per incrementare
la libertà individuale e l’uguaglianza sociale. Loro hanno come obiettivi
la libertà, l'uguaglianza e il mutuo appoggio. Oppure, come nella
famosa massima di Bakunin:
“siamo convinti che libertà senza Socialismo
sia privilegio ed ingiustizia, e che Socialismo senza libertà sia
schiavitù e brutalità.” [
The Political
Philosophy of Bakunin,
p. 269]
La storia dell’umanità dimostra che la libertà senza l'uguaglianza
è soltanto libertà per i potenti, e che l'uguaglianza senza
la libertà è impossibile ed una giustificazione per la schiavitù.
Mentre ci sono molti tipi d’anarchismo (dall'anarchismo individualista all'anarchismo
comunista -- vedi sezione A.3 per maggiori dettagli), ci sono sempre state
due posizioni comuni alla radice di tutti -- l'opposizione allo Stato e l'opposizione
al capitalismo. Nelle parole dell’anarchico individualista Benjamin Tucker,
l’anarchismo insiste sull'
“abolizione dello Stato e l’abolizione dell'usura;
sulla scomparsa del governo dell’uomo sull’uomo e dello sfruttamento dell’uomo
sull'uomo." [citato in
Native American Anarchism - A Study of Left-Wing
American Individualism di Eunice Schuster, p. 140]
Gli anarchici vedono profitto, interesse ed affitto come forme di
usura
(cioè sfruttamento) e si oppongono ad essi, alle condizioni che li
generano, tanto quanto si oppongono allo Stato.
Più generalmente, nelle parole di Susan Brown,
“l’anello che lega”
le varie forme d’anarchismo
“è la condanna universale della gerarchia
e del dominio e la volontà di lottare per la libertà individuale.”
Per gli anarchici, una persona non può essere libera, se è
soggetta allo Stato o all’autorità capitalista.
Quindi l'anarchismo è una teoria politica che ha come obiettivo la
creazione dell’anarchia, una società basata sulla massima
“nessuna
autorità” . Per ottenere questo
“come tutti i socialisti, gli
anarchici sostengono che la proprietà privata della terra, del capitale
e dei macchinari è sorpassata, che è condannata a sparire:
e che tutti i mezzi di produzione devono diventare proprietà comune
della società, ed essere gestiti in comune dai produttori di ricchezza.
Ed essi...sostengono che l’ideale organizzazione politica della società
è uno stato di cose in cui le funzioni del governo siano ridotte al
minimo, e [che] l’obiettivo finale della società è la riduzione
delle funzioni del governo al nulla -- una società senza governo,
l'anarchia. [Peter Kropotkin,
Op. Cit., p. 46]
Quindi l'anarchismo è sia negativo che positivo. Analizza e critica
la società attuale, mentre alllo stesso tempo offre una visione della
nuova potenziale società, una società che massimizza certi
bisogni umani che il sistema attuale nega. Questi bisogni di base sono la
libertà, l’uguaglianza e la solidarietà. Di essi se ne discuterà
nella sezione A.2.
L’anarchismo unisce l’analisi critica con la speranza, perché, come
indicò Bakunin,
“il desiderio di distruggere è un desiderio
di creare". Non si può costruire una società migliore senza
capire cosa c’è di sbagliato in quella presente.
A.1.3 Perchè l'anarchismo è anche
definito socialismo libertario?
Molti anarchici, guardando alla natura negativa della definizione di
"anarchismo",
hanno usato altri termini per dare risalto alla funzione inerentemente positiva
e costruttiva delle loro idee. I termini comuni più usati sono
"socialismo
libertario" e
"comunismo libertario". Per gli anarchici, socialismo
libertario, comunismo libertario e l'anarchismo sono termini virtualmente
intercambiabili.
Leggiamo queste definizioni nell'American Heritage Dictionary:
LIBERTARIO: chi crede nella libertà di
azione e di pensiero; chi crede nella volontà libera.
SOCIALISMO: un sistema sociale in cui i produttori
possiedono sia sia il potere politico che i mezzi di produzione e di distribuzione
delle merci.
Se si prendono queste due definizioni e si fondono assieme, avremo:
SOCIALISMO LIBERTARIO: un sistema sociale basato
sulla libertà di azione e di pensiero e sulla volontà libera,
in cui i produttori possiedono sia
sia il potere politico che i mezzi di produzione e di distribuzione delle
merci.
(Sebbene vada osservato che i dizionari usualmente non sono molto sofisticati
dal punto di vista politico, usiamo queste definizioni solo per indicare
che "libertario" non implica capitalismo di "libero mercato" come "socialismo"
non implica possesso dello Stato. Altri dizionari avranno ovviamente definizioni
differenti -- specialmente per socialismo. Quelli che desiderano dibattere
sulle definizioni dei dizionari sono liberi di perseguire questo svago
politicamente inutile e senza fine. A noi non interessa).
Tuttavia negli Usa, dopo la creazione del Libertarian Party, molta gente
ora considera l'idea del
"socialismo libertario" una contraddizione
in termini. In effetti, molti "libertarians" pensano che quello che gli anarchici
fanno sia di provare ad associare le idee "antilibertarie" del "socialismo"
(nel senso in cui i Libertarians lo concepiscono) con le quelle "libertarie",
per rendere le idee "socialiste" più "accettabili". In altre parole
pensano che gli anarchici stiano rubando l'etichetta "libertaria" ai legittimi
proprietari.
Niente può essere più lontano dalla verità. Gli anarchici
usano il termine "libertario" per descrivere se stessi e le loro idee dal
1850.
Le Libertaire, Journal du Mouvement sociale, per esempio, fu
pubblicato a New York dal 1858 al 1861 dall'anarchico rivoluzionario Joseph
Dejacque [Max Nettlau,
A Short History of Anarchism, p. 75]. Secondo
lo storico anarchico Max Nettlau, l'uso del termine
"comunismo libertario"
è da datarsi al novembre del 1880, quando venne adottato da un congresso
anarchico francese [
Ibid., p. 145]. L'uso del termine "libertario"
da parte degli anarchici divenne più popolare dal 1890 in poi, dopo
che si cominciò ad usarlo in Francia nel tentativo di ostacolare leggi
antianarchiche e per evitare le associazioni negative della parola "anarchia"
nella mente popolare (per esempio Sebastien Faure e Louise Michel nel 1895
pubblicarono
Le Libertaire in Francia). Da allora, specialmente fuori
dall'America, il termine è stato associato sempre con le idee ed i
movimenti anarchici. Facendo un esempio più recente, negli Usa gli
anarchici fondarono nel luglio 1954 su principi anarcosindacalisti la
"Lega
Libertaria" , che durò fino al 1965. Il Partito "Libertario" americano
d'altra parte è nato solo all'inizio degli anni 70, ben oltre 100
anni dopo che gli anarchici in primo luogo usassero il termine per descrivere
le loro idee politiche (e 90 anni dopo che l'espressione "comunismo libertario"
fosse adottata per la prima volta). È quel partito, non gli anarchici,
che "ha rubato" la parola. Più successivamente, nella
sezione B, discuteremo perchè è l'idea
di un capitalismo "libertario" (come voluto dal Libertarian Party) ad essere
una contraddizione in termini.
Come inoltre spiegheremo nella
Sezione I, solo un
sistema di proprietà socialista libertario può massimizzare
la libertà individuale. Non c'è bisogno di dire che la proprietà
di Stato -- cosa comunemente chiamata "socialismo" -- non è, per gli
anarchici, socialismo. Infatti, come spiegheremo nella
Sezione H, il socialismo di Stato è solo una
forma di capitalismo, senza alcun contenuto socialista.
A.1.4 Gli anarchici sono socialisti?
Sì. Tutte le forme di anarchismo si oppongono al capitalismo. Questo
perché il capitalismo si basa sull’oppressione e sullo sfruttamento.
(vedi le sezioni
B e
C).
Gli anarchici rigettano
“l’idea che gli uomini non possono lavorare insieme
se non hanno un padrone che si prende una percentuale della loro produzione”
e pensano che in una società anarchica
“i veri lavoratori si farebbero
da soli le loro regole, deciderebbero quando, dove e come le cose andrebbero
fatte”. Facendo cosi, i lavoratori si emanciperanno
“dall'orribile
regime del capitalismo.” [Voltairine de Cleyre,
"Anarchism," pp.
30-34,
Man!, M. Graham (Ed), p. 32, p. 34]
(Bisogna precisare che gli anarchici si sono sempre opposti a
tutti
i sistemi economici basati sul dominio e sullo sfruttamento, inclusi feudalismo,
“socialismo” stile sovietico e cosi via. Ma in questo scritto ci concentreremo
principalmente sul capitalismo, giacché è questo il sistema
che attualmente controlla il mondo.)
Individualisti come Benjamin Tucker, così come anarchici sociali come
Proudhon e Bakunin si autoproclamavano
“socialisti”. Lo facevano
perché, come Kropotkin scrive nel suo classico saggio
Modern Science
and Anarchism,
"quando il Socialismo era inteso nel suo senso esteso,
generico e vero -- come sforzo per abolire lo sfruttamento dei lavoratori
da parte del Capitale -- gli anarchici marciavano mano nella mano con i socialisti
di quel tempo" [
Evolution and Environment, p. 81]. O perchè,
come nelle parole di Tucker,
"l'obiettivo di fondo del Socialismo [è]
che i lavoratori dovrebbero arrivare alla gestione delle proprie cose", un
obiettivo su cui concordano entrambe le "due scuole di pensiero Socialista...il
Socialismo di Stato e l'Anarchismo". [
The Anarchist Reader, p.
144]. Quindi la parola
"socialista" originalmente è stata definita
per includere
"tutti coloro che credono nel diritto degli individui di
possedere ciò che producono" [Lance Klafta, "Ayn Rand and
the Perversion of Libertarianism," in
Anarchy: A Journal of Desire Armed,
no. 34] Questa opposizione allo sfruttamento (o usura) è condiviso
da tutti gli anarchici e li pone sotto la bandiera socialista.
Per la maggor parte dei socialisti
"l'unica garanzia per non essere derubati
dei frutti del proprio lavoro è di possedere gli strumenti del lavoro"
[Peter Kropotkin,
The Conquest of Bread, p. 145]. Per questo motivo
Proudhon, per esempio, sosteneva le cooperative di lavoratori, in cui
"ogni
individuo che è nell'associazione...ha una parte indivisa della proprietà
dell'azienda" per cui tramite la
"partecipazione alle perdite ed agli
utili...la forza collettiva [cioè il surplus] cessa di essere fonte
di profitti per un piccolo numero di managers e si trasforma in proprietà
di tutti i lavoratori." [
The General Idea of the Revolution,
p. 222 and p. 223] Così, oltre che volere la fine dello sfruttamento
del Capitale sul Lavoro, i veri socialisti vogliono anche una società
in cui i produttori gestiscano e controllino i mezzi di produzione. I mezzi
con cui i produttori otterranno ciò è un punto in discussione
nell'area anarchica e degli altri socialisti, ma il desiderio rimane comune.
Gli anarchici sono a favore di un controllo diretto dei lavoratori e di una
proprietà di associazioni di lavoratori o della "comune" (vedi la
sezione A.3 sui tipi differenti di anarchici).
Oltre a ciò, gli anarchici rifiutano il capitalismo perchè
è
sia autoritario
che fonte di sfruttamento. Sotto il
capitalismo, i lavoratori non possono gestire il processo di produzione né
hanno il controllo su ciò che producono con il proprio lavoro. Un
modo di produzione questo che non è basato sulla libertà uguale
per tutti, ma sullo sfruttamento. A questo, gli anarchici si oppongono. Nel
lavoro di Proudhon (che ha ispirato sia Tucker che Bakunin) si sostiene che
l'anarchismo
"arresterebbe dovunque lo sfruttamento capitalistico e abolirebbe
il sistema del lavoro salariato" per
"tutti i lavoratori...siano essi
il semplice impiegato o il manager dell'impresa capitalista...Nel primo caso
il lavoratore è subordinato, sfruttato: il suo stato permanente è
quello dell'obbedienza...Nel secondo caso il lavoratore riprende la sua dignità
come un uomo e cittadino...prende parte all'organizzazione di produzione,
di cui prima era schiavo...non dobbiamo esitare, dato che non abbiamo scelta..è
necessario formare un' ASSOCIAZIONE fra lavoratori...perché senza
questa, essi rimarrebbero divisi in subalterni e superiori, il che porterebbe
ad avere due...caste, una di padroni ed una di lavoratori subordinati, il
che è ripugnante per una società libera e democratica."
[
Op.Cit., p. 233 e pp 215-216]
Di conseguenza
tutti gli anarchici sono anticapitalisti (
"Se i
lavoratori possedessero la ricchezza che producono, non ci sarebbe il capitalismo"
[Alexander Berkman,
What is Communist Anarchism?, p. 37]). Benjamin
Tucker, per esempio -- l'anarchico più influenzato dal liberalismo
(cosa di cui discuteremo successivamente) -- denominava le sue idee
"Socialismo
Anarchico" ed denunciava il capitalismo come un sistema basato
"sull'usura,
sull'interesse, sull'affitto e sul profitto". Sosteneva che in una società
del libero-mercato anarchica e non capitalista, i capitalisti diventerebbero
inutili e lo sfruttamento del Capitale sul Lavoro cesserebbe, poiché
"i lavoratori...si assicurerebbero una paga naturale, l'intero prodotto."
[
The Individualist Anarchists, p. 82 and p. 85] Una tal economia si
baserà sui banchi di mutuo soccorso e sul libero scambio di prodotti
fra cooperative, artigiani e contadini. Per Tucker e gli altri anarchici
individualisti, il capitalismo non è un vero libero mercato, essendo
basato sulle varie leggi e monopolii che i capitalisti creano per mettersi
in una posizione di vantaggio sui lavoratori, che essi sfruttano per mezzo
del profitto, dell'interesse e dell'affitto (vedi la
Sezione
G per una discussione più argomentata). Max Stirner, l'arci egoista,
non dice nulla al proposito ma disprezza la società capitalista ed
i suoi vari "spettri", che per lui sono le idee trattate come sacre quale
la proprietà privata, la concorrenza, la divisione del lavoro, e così
via.
Quindi gli anarchici si considerano socialisti, ma socialisti di un tipo
specifico -- socialisti libertari. L‘anarchico individualista Joseph A. Labadie
disse (sostenuto anche da Tucker e Bakunin):
“si dice che l’Anarchismo non è socialismo.
Questo è un errore. L’anarchismo è Socialismo volontario. Ci
sono due tipi di socialismo, archico o
anarchico, autoritario o libertario,
statale o libero. Infatti vi sono proposte di miglioramento sociale che sono
per aumentare o per diminuire il potere delle volontà
e delle forze esterne, sull’individuo. Se lo aumentano sono archici; se lo
diminuiscono sono anarchici.” [
Anarchism: What It Is and What
It Is Not]
Labadie affermò in molte occasioni che
“tutti gli anarchici sono
socialisti, ma non tutti i socialisti sono anarchici.” Da cui il commento
di Daniel Guerin:
“Anarchismo è veramente sinonimo di socialismo.
L’anarchico è prima di tutto un socialista, il cui obiettivo è
di abolire lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo”, che risuona in tutta
la storia del movimento anarchico, sia dalla parte degli anarchici individualisti
che di quelli sociali. [
Anarchism, p. 12]. In effetti anche Adolph
Fischer, Martire di Haymarket, usava quasi esattamente le stesse parole di
Labadie per esprimere lo stesso fatto --
"ogni anarchico è un socialista,
ma ogni socialista non è necessariamente un anarchico" -- mentre
invece affermava che il movimento era
"diviso in due fazioni; gli
anarchici comunisti e gli anarchici proudhoniani o della classe media."
[
The Autobiographies of the Haymarket Martyrs, p. 81]
Così mentre gli anarchici individualisti e quelli sociali non sono
d'accordo su molti aspetti -- per esempio che un vero, non capitalista, libero
mercato sarebbe il modo migliore per massimizzare la libertà -- essi
concordano sul fatto che il capitalismo deve essere avversato, perché
oppressivo e sfruttatore, e che una società anarchica deve, per definizione,
essere basata sul lavoro non subordinato, ma associato. Soltanto il lavoro
associato farà decrescere
“i poteri delle volontà e delle
forze esterne sull’individuo” durante le ore lavorative, e tale autogestione
del lavoro è la base ideale del vero socialismo. Questa prospettiva
emerge nell’affermazione di Joseph Labadie che i sindacati sono:
“l’esemplificazione
dell’ottenimento della libertà tramite associazione” e che
“senza
sindacato, il lavoratore è molto più schiavo del suo padrone.”
[
Different Phases of the Labour Question]
Ma è pur vero che i significati delle parole cambiano continuamente.
Oggi “socialismo” si riferisce comunemente al socialismo di Stato, un sistema
che gli anarchici hanno opposto perché nega la libertà e i
veri ideali socialisti. Tutti gli anarchici concorderanno con la frase di
Noam Chomsky:
“Se la sinistra include il 'Bolscevismo', allora mi
dissocio dalla sinistra. Lenin fu uno dei più grandi nemici del socialismo.”
[
"Anarchism, Marxism and Hope for the Future",
Red and Black Revolution, no. 2]
L’anarchismo si è sviluppato in costante opposizione agli ideali del
marxismo, della socialdemocrazia e del leninismo. Molto prima che Lenin assumesse
il potere, Michael Bakunin avvisò i seguaci di Marx del pericolo della
“burocrazia rossa”, prevedendo che se fossero mai state applicate
le idee del socialismo di Stato di Marx, avrebbe potuto dare origine al
“peggiore
degli stati dispotici”. Infatti, nei lavori di Stirner, di Proudhon,
ed in particolare di Bakunin, si predicono gli orrori del socialismo di Stato
con incredibile precisione. C'è da dire inoltre, gli anarchici furono
tra i primi critici ed più forti oppositori del regime bolscevico
in Russia.
Tuttavia, essendo socialisti, gli anarchici condividono alcune idee con alcuni
marxisti (ma nessuna con i leninisti). Sia Bakunin che Tucker accettavano
l’analisi e la critica di Marx sul capitalismo, oltre alla sua teoria sul
valore del lavoro (vedi
sezione C). Anche Marx fu
influenzato fortemente da
“L’unico e la sua proprietà"
di Max Stirner, che conteneva una brillante critica di quello che Marx chiamava
“comunismo volgare” oltre che del socialismo di Stato. Ci sono stati
elementi del movimento marxista che condividevano opinioni simili all’anarchismo
sociale (particolarmente il ramo dell’anarcosindacalismo) -- per esempio,
Anton Pannekoek, Rosa Luxembourg, Paul Mattick ed altri, che erano molto
lontani da lenin. O Karl Korsch ed altri, che hanno descritto in modo simpatetico
la rivoluzione anarchica in Spagna. C'è molta continuità da
Marx a Lenin, ma anche da Marx ai marxisti più libertari, che erano
severamente critici su Lenin e sul Bolscevismo e le cui idee assomigliano
al desiderio dell'anarchismo di costruire la libera associazione tra uguali.
L’anarchismo è semplicemente una forma di socialismo, del tutto opposta
a quella che solitamente è definito come
“socialismo” (di Stato).
Invece della
“progettazione centralizzata”, che la maggior parte della
gente associa con il “socialismo”, gli anarchici desiderano la libera associazione
e cooperazione tra individui, luoghi di lavoro e comunità e si oppongono
al socialismo
"di Stato”, che ritengono una forma di capitalismo di
Stato, in cui
"ogni uomo e donna saranno dei riceventi di stipendio
e lo Stato l'unico pagatore di stipendi" [Benjamin Tucker,
The Individualist
Anarchists, p. 81]. Quindi gli anarchici rifiutano il marxismo (che la
maggior parte della gente pensa coincida con il "Socialismo") come portatore
dell'
"idea dello Stato che si fa Capitalista...a cui la frazione socialdemocratica
del grande partito socialista sta provando a ridurre il Socialismo."
[Peter Kropotkin,
The Great French Revolution, p. 31] L'obiezione
anarchica all'identificazione marxista tra "progettazione centralizzata"
e statismo (capitalista) con il Socialismo sarà discussa nella
sezione H.
È a causa di queste differenze con i socialisti statisti, detto in
modo riduttivo, che la maggior parte degli anarchici chiamano se stessi solo
"anarchici", sebbene sia chiaro che gli anarchici sono socialisti.
Tuttavia, con la nascita dei cosiddetti "libertarian" di destra negli Usa,
alcuni pro-capitalisti hanno preso a denominarsi "anarchici" ed ecco perchè
abbiamo approfondito questo aspetto qui. Storicamente e logicamente,
l'anarchismo implica l'anticapitalismo, cioè il socialismo, che è
qualcosa, evidenziamo, su cui tutti gli anarchici concordano (per una più
approfondita discussione sul perchè l' "anarco"capitalismo non è
anarchico guarda la
sezione F).