Gli anarchici hanno analizzato a fondo il modo in cui i ricchi e i potenti utilizzano i media per promuovere i propri interessi. Forse la migliore di queste analisi è il "Propaganda Model" esposto nel "Manufacturing Consent" di Noam Chomsky e Edward Herman , le cui tesi sintetizzeremo in questa sezione(v. anche "Necessary Illusions" di Chomsky).
Il "Propaganda Model" di
Chomsky e Herman presuppone uno schema formato da cinque "filtri" che fanno
da griglia alle notizie e a tutto il materiale dei media. A causa di questi
"filtri" i media riflettono punti di vista e interessi elitari, promuovendo
il “sostegno per quegli speciali interessi che dominano lo Stato e l'attività
privata". [Manufacturing Consent,
pag. xi]. Questi "filtri" sono: 1) le caratteristiche delle aziende
dominanti nel settore media quali dimensioni, concentrazione della proprietà,
ricchezza del proprietario e orientamento al profitto; 2) la pubblicità
quale fonte primaria di introito dei mass media; 3) la fiducia dei media nelle
informazioni fornite dal governo, dall'industria e dagli "esperti" raccomandati
da queste fonti primarie; 4) il "flak" (espressione del disaccordo nei confronti
di una comunicazione dei media) come mezzo per disciplinare i media; 5) l'anticomunismo
come religione e meccanismo di controllo.
"Le notizie grezze passano attraverso successivi filtri che alla fine
consentono solo il passaggio di un residuo ripulito, adatto alla stampa",
sostengono Chomsky e Herman. I filtri "stabiliscono in primo luogo il
contesto interpretativo e poi definiscono ciò che è degno di
essere considerato notizia; pongono le basi e rendono operativo ciò
che occorre per le campagne propagandistiche" [Manufacturing Consent,
pag. 2].
Di seguito, esaminiamo brevemente la natura di questi cinque filtri attraverso
esempi tratti principalmente dai media americani. Prima di proseguire, ribadiamo
tuttavia che si tratta di una sintesi delle tesi di Herman e Chomsky e non
pretendiamo pertanto di sostituirci alla ricchezza di contenuti del Manufacturing
Consent o di Necessary Illusions, la cui lettura consentirà
completezza di informazione e ulteriori testimonianze.
D.3.1
In che modo le dimensioni, la concentrazione della proprietà, la ricchezza
del proprietario e l’orientamento al profitto delle aziende dominanti del
settore media ne influenzano i contenuti?
Le ventiquattro maggiori editrici sono società di grandi dimensioni, a scopo di lucro, possedute e controllate da individui molto abbienti. Molte di queste società sono totalmente integrate nel mercato finanziario e, di conseguenza, le pressioni degli azionisti, dei direttori e dei banchieri sono fortissime. Negli ultimi anni queste pressioni si sono intensificate, poiché il settore editoriale è diventato uno dei favoriti del mercato azionario ed anche perchè la deregolamentazione del settore ne ha incrementato la profittabilità e quindi l’appetibilità delle aziende come oggetto di scalata.
D.3.2 Qual è l'effetto
della pubblicità, fonte primaria di reddito dei mass media?
Il principale business dei
media è vendere audience agli sponsor. Perciò gli inserzionisti
diventano di fatto un’autorità di riferimento, poichè senza
il loro sostegno i media cesserebbero di essere economicamente vitali. E'
l'incremento dell'audience ciò che interessa agli inserzionisti. Secondo
Chomsky e Herman, "L'idea che le grandi audience rendano ‘democratici’
i media nasce dalla stessa premessa debole che avrebbe un sistema politico
caratterizzato da votazioni basate sul reddito!". [Ibid, pag. 16]
Pertanto la discriminazione politica si dimostra in scelte pubblicitarie
rivolte a coloro che hanno più soldi per acquistare. Inoltre "molte
aziende si rifiuteranno sempre di trattare affari con i loro nemici ideologici
e con coloro che vengono percepiti come un pericolo per i loro interessi".
In questo modo una dichiarata discriminazione si aggiunge al "sistema
di votazioni basato sul reddito". Di fatto, gli inserzionisti delle grandi
aziende non sponsorizzano quasi mai i programmi che contengono critiche alle
attività aziendali, quali l'impatto negativo sull'ambiente, le attività
del complesso militare-industriale o il sostegno delle grandi aziende alle
dittature del Terzo Mondo e i conseguenti benefici che ne traggono. In generale,
gli inserzionisti evitano "i programmi che siano complessi o che sollevano
controversie che potrebbero interferire con la 'propensione all'acquisto'".
[Ibid, pag. 18]
Tutto ciò ha anche contribuito a mettere in seria difficoltà
la classe lavoratrice e i giornali radicali in quanto, senza entrate pubblicitarie,
anche il giornale più popolare risulterebbe fuori mercato. Chomsky
e Herman citano il quotidiano inglese, laburista e a favore del sindacato,
Daily Herald come un esempio di questo processo: il Daily Herald aveva
lettori pari al doppio di quelli del Times, del Financial Times
e del Guardian messi insieme, ma nonostante si attestasse all'8,1%
della tiratura nazionale, l'ammontare delle entrate pubblicitarie era solo
del 3,5% e quindi non è riuscito a sopravvivere nel "mercato libero".
Come notano Chomsky e Herman, "un movimento di massa che non abbia il
supporto di nessun media importante e che sia soggetto all'ostilità
della stampa soffre di un grave handicap e deve lottare contro gravi disparità".
[Ibid, pag. 15-16] Con la chiusura del Daily Herald, il movimento
dei lavoratori perse la sua voce tra i media ufficiali.
Ecco perchè la pubblicità costituisce un filtro importante
in fatto di scelta delle informazioni da presentare (e, indubbiamente, anche
nella capacità di sopravvivere sul mercato).
D.3.3
Perchè i media si basano su informazioni fornite dal governo, dall'industria
e dagli ‘esperti’ finanziati e approvati dal governo e dal business?
Due delle ragioni principali
sono l'economia e la convenienza: alcune considerazioni di fondo inducono
i media a concentrare le loro risorse verso quei luoghi dove si verificano
avvenimenti importanti, dove le notizie e le voci trapelano facilmente e dove
si svolgono regolarmente conferenze stampa. La Casa Bianca, il Pentagono e
il Dipartimento di Stato sono dei centri di tali attività.
Le fonti governative e quelle industriali vantano inoltre il grande merito
di essere riconoscibili e credibili per il loro status e il loro prestigio;
per di più hanno le risorse economiche necessarie per poter fornire
il flusso di notizie che i media possono utilizzare. Per esempio, il Pentagono
ha un ufficio di informazione pubblica che impiega diverse migliaia di persone
e può spendere ogni anno centinaia di milioni di dollari, sovrastando
così non solo ogni altra risorsa di informazione pubblica di qualsiasi
fonte dissenziente, sia essa individuale o collettiva, ma l’insieme
di queste.
Soltanto il settore delle grandi aziende può vantare risorse atte
a produrre informazione pubblica e di propoganda simili a quelle del Pentagono
o di altri enti governativi. Nel 1983, la Camera di Commercio aveva un budget
di 65 milioni di dollari per la ricerca, la comunicazione e le attività
politiche. Oltre alla Camera di Commercio degli USA, ci sono migliaia di camere
di commercio statali e locali e associazioni di
commercio dedicate alle relazioni pubbliche e alle attività lobbistiche.
Per mantenere la loro posizione di preminenza come fonti delle informazioni,
gli uffici stampa governativi e del mondo del
business fanno molti sforzi per facilitare le cose alle organizzazioni che
si occupano di informazione: creano eventi, forniscono ai giornalisti copie
prestampate dei discorsi e delle relazioni; programmano le conferenze stampa
in orari confacenti alle scadenze editoriali, scrivono comunicati stampa facili
da rielaborare e organizzano conferenze stampa complete di opportunità
per scattare fotografie. Ciò significa in effetti che le grandi burocrazie
del potere sovvenzionano i mass media contribuendo a ridurre i loro
costi editoriali, e così facendo acquisiscono canali privilegiati.
Così "l'economia stabilisce che essi [i media] concentrino le
loro risorse dove si verificano spesso notizie importanti, dove abbondano
indiscrezioni e voci significative e dove si svolgono regolarmente conferenze
stampa... [Oltre agli enti di Stato] le associazioni industriali e i gruppi
commerciali forniscono notizie che vengono considerate importanti. Queste
burocrazie producono una enorme massa di materiale che soddisfa la richiesta
delle agenzie di stampa di un flusso regolare di notizie". [Ibid,
pag. 18-19]
Il predominio delle fonti ufficiali potrebbe naturalmente essere indebolito
dall'esistenza di autorevoli fonti non ufficiali che focalizzino il punto
di vista dei dissidenti. Per ovviare a questo problema, l'elite al potere
"coopta gli esperti", cioè li mette a libro paga come consulenti,
sovvenziona le loro ricerche e organizza associazioni che, assoldandoli direttamente,
li aiutano a diffondere i messaggi ritenuti essenziali per gli interessi
dell'élite. Gli "esperti" che partecipano alle discussioni televisive
spesso fanno parte di queste organizzazioni i cui fondi provengono generalmente
da settori del mondo imprenditoriale e da famiglie ricche, il che naturalmente
viene sempre sottaciuto dai programmi televisivi a cui partecipano.
D.3.4
Come viene usato il "flak" dai ricchi e dai potenti per disciplinare i media?
D.3.5 Perchè
il potere utilizza l'anticomunismo come religione nazionale e meccanismo di
controllo?
Naturalmente
ci sono ancora alcuni Paesi nemici ufficialmente comunisti, come la Corea
del Nord, Cuba e la Cina: gli abusi e le violazioni dei diritti umani in questi
stati sono sistematicamente portati alla ribalta dai media, mentre abusi
simili nei Paesi amici sono minimizzati o completamente ignorati. Chomsky
e Herman chiamano "vittime degne" le vittime di abusi nei Paesi nemici
e "vittime indegne" le vittime di abusi nei Paesi amici degli Stati
Uniti. Spesso le storie delle vittime degne sono al centro delle campagne
di propaganda per segnare dei punti contro i nemici politici.
"Se il governo
della comunità imprenditoriale e i media percepiscono che una storia è utile e drammatica allo stesso tempo,
questa viene utilizzata intensamente per ‘illuminare’ l'opinione pubblica,
come quando per esempio i sovietici abbatterono l'aero coreano Kal 007 nel
1983, il che permise una forte campagna denigratoria di un nemico ufficiale
e aiutò enormemente i piami di riarmo dell'amministrazione Reagan."
"Al contrario, quando Israele abbattè un aereo civile libanese
nel 1973, non ci fu nessuna risonanza in Occidente, nessuna denuncia di "assassinio
a sangue freddo" e nessun tipo di boicottaggio. Questa differenza di trattamento
fu spiegata dal New York Times con ragioni utilitaristiche: 'Un dibattito
astioso per biasimare l'abbattimento di un aereo libanese nel Sinai la scorsa
settimana non sarebbe stato di nessuna utilità.' Mettere in evidenza
l'atto sovietico era stato invece di grande utilità e a questo seguì
una massiccia campagna propagandistica." [Ibid., pag. 32]
D.3.6 Non è forse una "teoria della cospirazione"
quella per cui i media vengono usati dall'élite come strumenti propagandistici?
Chomsky e Herman spiegano quindi quali siano queste forze di mercato: una
delle più importanti è il processo di "sarchiatura", che stabilisce
i criteri di assegnazione dei posti di lavoro nei maggiori media. "Le
scelte sono dettate da una preselezione di persone di destra, da preconcetti
interiorizzati e dall'adattamento del personale alle imposizioni della proprietà,
dell'organizzazione, del mercato e del potere politico."
In altre parole, i dipendenti
dei più importanti media imparano ad interiorizzare i valori dei loro
capi. "La censura è largamente rappresentata da una forma di autocensura
da parte dei giornalisti e dei commentatori che adeguano la realtà
della fonte alle esigenze dell'organizzazione dei media e da parte delle persone
chiave ai più alti livelli dell’organizzazione che vengono scelti
per svluppare, già avendoli interiorizzati, le imposizioni della proprietà
e degli altri centri di potere, del mercato e del governo." [Ibid.,
pag. xii]
Ci si chiederà a questo punto se non sia pur sempre richiamarsi
ad una teoria della cospirazione quando si afferma che gli opinion leader
hanno tutti gli stessi valori. La risposta è: assolutamente no. Questi
leader "agiscono nello stesso modo perché vedono il mondo attraverso
le stesse lenti, sono sottoposti alle stesse costrizioni e reagiscono agli
stessi incentivi. Di conseguenza, di tacito accordo, scrivono le stesse storie
e mantengono lo stesso silenzio." [Ibid.]
Il fatto che i leader mediatici condividano gli stessi valori non significa
tuttavia che i media siano sempre e comunque monolitici. Spesso i potenti
sono in disaccordo su quali tattiche adottare per raggiungere lo scopo e ciò
traspare nei dibattiti pubblici. Ma qualsiasi dubbio sulla legittimità
dello scopo o sul fatto che si eserciti il potere nell'interesse dell'elite
piuttosto che nell'interesse nazionale verrà censurato dai mass media.
Perciò il " propaganda model" ha ben poco in comune
con una "teoria della cospirazione" come accusa il management della General
Motors allo scopo di mantenere e incrementare i suoi profitti.
D.3.7. La "tesi propagandistica"
non è contraddetta dalla natura "avversa" di molti reportages che denunciano
la corruzione politica ed economica?
Come già evidenziato,
la pretesa che i media siano "avversi" o sinistrorsi arriva dagli uffici di
Public Relation della destra. Ciò significa che a volte alcuni "fatti
disdicevoli" vengono lasciati passare attraverso i filtri per dare una parvenza
di "obiettività", di modo che i media possano negare qualsiasi accusa
di propaganda. Secondo Chomsky e Herman "la ‘naturalezza’ di questi processi,
che consente - occasionalmente e all’interno di un quadro ben preciso - il
passaggio di alcune notizie disdicevoli, mentre il dissenso sui fatti sostanziali
viene virtualmente escluso dai mass media (ma consentito sulla stampa marginalizzata),
costituisce un sistema di propaganda molto più credibile ed efficace
rispetto a una propaganda patriottica con tanto di censura ufficiale".
[Ibid., Prefazione]
Per dimostrare la loro tesi contro la pretesa natura "avversa" dei media,
Herman e Chomsky analizzano le lamentele di alcuni uffici di relazioni pubbliche
di destra come la Freedom House. "Gli stessi esempi citati a favore dell'indipendenza
dei media o del loro senso critico o del loro zelo eccessivo dimostra esattamente
il contrario.” [Ibid.] Un tale "flak", indegno di qualsiasi analisi
seria, rafforza il mito della natura "avversa" dei media (per la destra, “il
livello di subordinazione all'autorità statale è molto spesso
considerato insoddisfacente” e questo è il nocciolo della
loro critica! [Ibid., pag. 301]) e solo per questo motivo viene preso
seriamente dai media.
Quindi la natura "avversa" dei media è una leggenda; il che non
significa che i media non elaborino delle analisi critiche. In effetti Herman
e Chomsky ritengono che “i mass media non siano sempre monolitici” [Ibid.,
pag xii] e non negano che presentino i fatti (che essi stessi a volte
citano). Tuttavia "la presentazione dei fatti [...] non prova assolutamente
che i media siano accurati nei loro reportages. [...] Anzi, i media omettono
molte cose [...] e, cosa ancora più importante in questo contesto,
collocano il fatto e lo presentano con toni e ripetizioni e contesti che ne
alterano il significato (o ne suggeriscono l'interpretazione) [...] Che un
ricercatore scrupoloso e diligente possa rintracciare nelle notizie passate
dai media gli eventi realmente accaduti, non costituisce una prova della
pretesa che non avvengano distorsioni rilevanti e omissioni” [Ibid.,
pagg. xiv-xv]