Sezione G – l’anarchismo
individualista è capitalista?
La risposta in breve è che non lo è.
Tutti gli anarchici individualisti erano contro lo sfruttamento del lavoro
e tutte le forme di reddito non-lavorativo (come il profitto, gli interessi
e l’affitto) e la proprietà. Quindi è profondamente anti-capitalista
e molti anarchici individualisti, incluso Benjamin Tucker, si considerano
socialisti (infatti, Tucker spesso definiva la sua teoria 'Socialismo
Anarchico’).
Perciò in questa sezione delle FAQ anarchiche spieghiamo perchè
gli anarchici individualisti non possono essere classificati come ‘antenati’
dei libertari fasulli della scuola ‘anarco’-capitalista. Piuttosto devono
essere (data la loro opposizione alla schiavitù dei salari, alla proprietà,
interessi, affitto e profitto capitalisti, nonchè il loro interesse
nell’uguaglianza e la cooperazione) classificati come socialisti
libertari, cioè parte dell’ala liberale del pensiero anarchico. Quindi
nonostante alcune delle loro idee coincidano con quelle della scuola
‘anarco’-capitalista, essi non sono capitalistici, tanto quanto la coincidenza
delle loro idee con l’anarco-comunismo non li rende comunisti.
In questo contesto, la creazione dell’'anarco'-capitalismo
può essere vista come un’ennesima tattica dei capitalisti tesa a rinforzare
la percezione pubblica che non ci sono alternative attuabili al capitalismo,
dicendo cioè che ‘perfino l’anarchismo implica il capitalismo’. Per
giustificare questa asserzione, hanno cercato nella storia dell’anarchismo
qualche tendenza del movimento che può essere utilizzata a tale proposito.
Pensano di aver trovato tale tendenza negli anarchici individualisti.
Però, come abbiamo già visto, per sua definizione –in quanto
opposizione all’autorità gerarchica- tutte le tendenze dell’anarchismo
sono incompatibili con il capitalismo. Come disse Malatesta,
“l’anarchia, quale l’intende il partito anarchico, e quale solo può
essere intesa, è basata sul socialismo. Anzi se non fossero quelle
scuole socialiste, che scindono artificiosamente l’unità naturale
della questione sociale e ne considerano solo qualche parte staccata,… noi
potremmo dire addirittura che anarchia è sinonimo di socialismo, poichè
l’una e l’altro significano l’abolizione della dominazione e dello sfruttamento
dell’uomo sull’uomo, sia che vengano esercitati mediante la forza della baionette
sia mediante l’accaparramento dei mezzi di vivere.” Senza socialismo,
la libertà (cioè il liberismo) è solamente “libertà…
dei forti, pei proprietari, di opprimere e sfruttare i deboli, quelli che
non hanno nulla… e mette capo pure allo sfruttamento ed alla dominazione
cioè all’autorità… poichè la libertà non è
possibile senza l’eguaglianza, e l’anarchia vera non può esistere
fuori della solidarietà, fuori del socialismo.” [Anarchia,
p.47 e p.46]
Nonostante ciò, tra gli individualisti troviamo
un anarchismo che si avvicina al liberalismo ‘classico’ e che è influenzato
dalle idee di Herbert Spencer, un classico liberale e capitalista proto-libertario.
Questa influenza, come notò Peter Kropotkin a suo tempo (ad esempio,
in Modern Science and Anarchism), fece sì che anarchici individualisti
come Ben Tucker supportassero la teoria contrattualista nel nome della libertà,
apparentemente senza essere consapevoli delle relazioni sociali autoritarie
che essa poteva implicare, come si puo’ vedere nel capitalismo. Perciò,
questa sezione puo’ essere considerata in parte come una continuazione della
discussione cominciata nella sezione A.3.
Pochi teorici sono completamente coerenti. Dati l’anti-statismo e l’anti-capitalismo
inflessibili di Tucker, è probabile che se avesse realizzato l’implicito
statismo della teoria contrattualista, avrebbe modificato il suo punto di
vista in modo da eliminare la contraddizione. E’ comunque comprensibile perchè
non lo abbia fatto; giacché immaginava l’anarchismo individualista
come una società di lavoratori, non una di capitalisti e lavoratori.
La sua opposizione all’usura implica logicamente lavoro artigiano e co-operativo
- che la gente venda i prodotti del proprio lavoro piuttosto che il lavoro
stesso - il che implica a sua volta auto-gestione della produzione (e quindi
società), non autoritarismo. Nonostante cio’, è su questa
incoerenza – l’aspetto non-anarchico dell’anarchismo individualista - che
‘libertari’ di destra come Murray Rothbard scelgono di concentrarsi, ignorando
il contesto anti-capitalista in cui si trova questo aspetto dell’individualismo.
Come dice David Wieck:
"Dalla storia della teoria e attività
anarchica Rothbard ha tirato fuori una sola tendenza, quella individualista,
e definisce quell’individualismo in una
maniera estranea perfino allo spirito di un Max Stirner o un Benjamin Tucker,
ai quali presumo si rifaccia – per non parlare di quanto il suo metodo sia
alieno allo spirito di Godwin, Proudhon, Bakunin, Kropotkin,
Malatesta, e le persone storicamente anonime che con le loro azioni e idee
hanno tentato di dare all’anarchismo un significato vivente.
Da questa tendenza Rothbard artificiosamente crea un’ideologia borghese in
più.” [David Wieck,
"Anarchist Justice", Nomos XIX,
pp. 227-228]
E’ su questa premessa che discutiamo le idee di gente come Tucker. Come
dimostrerà questa sezione, anche nella sua forma piu’ liberale, individualista
ed estreme l’anarchismo era fondamentalmente anti-capitalista. Qualsiasi
concetto l’’anarco’-capitalismo importi dalla tradizione individualista
ignora il contesto sociale del lavoro autonomo e della produzione artigiana
in cui sorsero questi concetti, trasformandoli quindi in un qualcosa di
radicalmente differente rispetto alle intenzioni dei loro ideatori.
Non è un tributo adeguato agli anarchici individualisti il fatto
che le loro idee siano associate oggi col capitalismo che chiaramente odiavano
e volevano abolire.