Nota 1: 'Pièces originales et procédure du procès lait a Robert-Franois Damiens, 1757, tomo terzo, pagine 372-74.
Nota 2: «Gazzetta di Amsterdam», 1 aprile 1757.
Nota 3: Citato in A. L. ZEVAES, 'Damiens le régicide', 1937, pagine 201-14.
Nota 4: FAUCHER, 'De la réforme des prisons', 1838, pagine 274-82.
Nota 5: ROBERT VAUX, 'Notices', pag. 45; Cit. in N. K. TEETERS, 'They were in prison', 1937, pag. 24.
Nota 6: «Archives parlementaires», seconda serie, tomo settantaduesimo, primo dicembre 1831.
Nota 7: C. BECCARIA, 'Traité des délits et des peines', 1764, pag. 101 dell'edizione curata da F. Hélie, nel 1856, e che verrà qui citata.
[A motivo delle lunghe vicissitudini incontrate, nelle edizioni come nelle traduzioni, dall'opera del Beccaria, 'Dei delitti e delle pene', si è preferito far riferimento alla stessa edizione citata da M. Foucault. Giova forse ricordare come Morellet, il primo grande traduttore francese, avesse dato all'opera la forma di un 'Traité'. Per una completa documentazione in proposito, confer. l'introduzione di F. Venturi alla edizione einaudiana, Torino 1973, specialmente alle pagine ottava e ventunesima, nonché le tabelle comparative alle pagine 105-10].
Nota 8: B. Rush, davanti alla Society for promoting political enquiries, in N. K. TEETERS, 'The Cradle of the penitentiary', 1935, pag 30.
Nota 9: Confer. «Annales de la Charité», II, 1847, pagine 529-30.
Nota 10: Testo anonimo, pubblicato nel 1701.
Nota 11: Supplizio dei traditori, descritto da W. BLACKSTONE, 'Commentaire sur le Code criminel anglais', trad. franc. 1776, I, pag. 105. Poiché la traduzione era destinata a mettere in evidenza l'umanità della legislazione inglese in opposizione alla vecchia ordinanza francese del 1770, il commentatore aggiunge: «In questo supplizio spaventoso per lo spettatore, il colpevole non soffre né molto, né lungamente».
Nota 12: Confer. C. HIBBERT, 'The Rosta of evi', ed. 1966, pagine. 85-86.
Nota 13: LE PELETIER DE SAINT-FARGEAU, in «Archives parlementaires», Ventiseiesimo, 3 giugno 1791, pag. 720.
Nota 14: A. LOUIS, 'Rapport Sur la guillotine', cit. da SAINT-EDME, 'Dictionnaire de pénalité', 1825, tomo quarto, pag. 161.
Nota 15: Tema frequente all'epoca: un criminale, nella stessa misura in cui è mostruoso, deve essere privato della luce: non vedere, non essere visto. Per il parricida, bisognerebbe «fabbricare una gabbia di ferro o scavare una cella impenetrabile che gli servisse di eterna prigione» (DE MOLENE, 'De l'humanité des lois criminelles', 1830, pagine 275-77).
Nota 16: «Gazette des Tribunaux», 30 agosto 1832.
Nota 17: G. DE MABLY, 'De la législation', in ('Euvres complètes', 1789, tomo nono, pag. 326.
Nota 18: [Il testo fa riferimento al sistema penale francese che contempla: i 'crimini', infrazioni la cui repressione è di competenza della corte d'assise, ed i 'delitti', infrazioni passibili di pene correzionali (in opposizione ai crimini). Il sistema italiano contempla esclusivamente 'reati', che si distinguono in delitti e contravvenzioni, secondo la diversa specie delle pene per essi stabilite (confer. cod. pen., art. 39)].
Nota 19: E. DURKHEIM, 'Deux lois de l'évolution pénale', in «Année sociologique», quarto, 1899-1900.
Nota 20: In ogni modo, non saprei misurare attraverso riferimenti o citazioni ciò che questo libro deve a G. Deleuze ed al lavoro che egli ha fatto con F. Guattari. Ugualmente, avrei dovuto anche citare, in molte pagine, 'Psychanalysme' di R. CASTEL, e dire quanto ero debitore a P. Nora.
Nota 21: G. RUSCHE e O. KIRCHHEIMER, 'Punishment and social structures', 1939.
Nota 22: Confer. E. LE ROY - LADURIE, 'L'histoire immobile', in «Annales», maggio-giugno 1974.
Nota 23: E. KANTOROWITZ, 'The King's two bodies' 1959.
Nota 24: Studierò la nascita della prigione nel solo sistema penale francese. Le differenze negli sviluppi storici e nelle istituzioni renderebbero troppo pesante il compito di entrare nei dettagli e troppo schematica l'impresa di restituire il fenomeno d'insieme.
Nota 25: [Nel latino curialesco, 'quaestio' è la 'veritatis indagatio per tormentum']. Nota 26: A. SOULATGES, 'Traité des crimes', 1762, primo, pagine 169-71.
Nota 27: Confer. l'articolo di P. PETROVITCH, in 'Crime et criminalité en France Dix-septième - Dix-huitième siècle, 1971, pagine 226 sg.
Nota 28: P. DAUTRICOURT, 'La Criminalité et la répression au Parlement de Flandre', 1721-1790, 1912.
Nota 29: E' ciò che indicava Choiseul, a proposito della dichiarazione del 3 agosto 1746 sui vagabondi ('Mémoire expositif', Bibliothèque Nationale, ms 8129, ff. 128-29).
Nota 30: 'Encyclopédie', voce 'Supplice'.
Nota 31: L'espressione è di OLYFFE, 'An Essay to prevent capital crimes', 1731.
Nota 32: Fino al secolo Diciottesimo, si svolsero lunghe discussioni per sapere se, nel corso di interrogazioni capziose, fosse lecito per il giudice usare false promesse, menzogne, parole di doppio significato. Tutta una casistica della mala fede giudiziaria.
Nota 33: P. AYRAULT, 'L'Ordre, formalité et instruction judiciaire', 1576, libro terzo, capitoli 72 e 79.
Nota 34: D. JOUSSE, 'Traité de la justice criminelle', 1771, primo, pag. 660.
Nota 35: P. F. MUYART DE VOUGLANS, 'Institutes au droit criminel', 1757, pagine 345-47.
Nota 36: POULLAIN DU PARC, 'Principes du droit franais selon les coutumes de Bretagne', 1767-71, tomo 11, pagine 112-13. Confer. A. ESMEIN, 'Histoire de la procédure criminelle en France', 1882, pagine 260-83; K. J. MITTERMAIER, 'Traité de la preuve', trad. franc. 1848, pagine 15-19.
Nota 37: G. SEIGNEUX DE CORREVON, 'Essai sur l'usage, l'abus et les inconvénients de la torture, 1768, pag. 63.
Nota 38: AYRAULT, 'L'Ordre, formalité et instruction judiciaire', libro primo, capitolo 14.
Nota 39: Negli elenchi delle prove giudiziarie, la confessione appare verso il Diciottesimo - Diciannovesimo secolo. Non si trova in Bernardo di Pavia, ma presso Hostiemis. La forma di Crater è d'altronde caratteristica: «Aut legitime convictus aut sponte confessus».
Nel diritto medievale, la confessione era valida solo se fatta da un maggiorenne e davanti all'avversario. Confer. J. P. LEVY, 'La Hiérarchie des preuves dans le droit savant du Moyen Age', 1939.
Nota 40: La più celebre delle critiche è quella di Nicolas: 'Si la torture est un moyen à verifier les crimes', 1682.
Nota 41: C. FERRIERE, 'Dictionnaire de pratique', 1740, torno secondo, pag. 612.
Nota 42: Nel 1729, Aguesseau fece fare un'inchiesta sui mezzi e le regole di tortura applicate in Francia. Essa fu riassunta da Joly de Fleury, Bibliothèque Nationale, Fonds Joly de Fluery, 258, volumi 322-28.
Nota 43: Il primo grado del supplizio era lo spettacolo degli strumenti. Ci si limitava a questo stadio per i bambini ed i vecchi di più di settant'anni.
Nota 44: G. DE ROUSSEAUD DE LA COMBE, 'Traité des matières criminelles', 1741, pag 503.
Nota 45: S. P. HARDY, 'Mes Loisirs', Bibliothèque Nationale, ms 6680-87, tomo quarto, pag. 80, 1778.
Nota 46: Ibid., tomo primo, pag. 327 (solo il tomo primo è stampato).
Nota 47: Archivi municipali di Nantes, F. F. 124. Confer. P. PARFOURU, 'Mémoires de la Société archéo1ogique d'Ille-et-Vilaine', 1896, tomo 25.
Nota 48: Citato in DAUTRICOURT, 'La Criminalité', pagine 269-70.
Nota 49: HARDY, 'Mes Loisirs' cit., tomo primo, pag. 13; tomo quarto, pag. 42; tomo quinto, pag. 134.
Nota 50: P. RISI, 'Observations sur les matières de jurisprudence criminelle', 1768, pag. 9, con referenza a COCCEIUS, 'Dissertationes ad Grotium', dodicesimo, par. 545.
Nota 51: MUYART DE VOUGLANS, 'Les Lois criminelles de France' cit., 1780, pag. 34.
Nota 52: D. JOUSSE, 'Traité de la justice criminelle', 1777, pag. 7.
Nota 53: MUYART DE VOUGLANS, 'Les Lois criminelles de France' cit., 1780, pag. 34.
Nota 54: MUYART DE VOUGLANS, 'Les Lois criminelles de France' cit., 1780, pag. 34.
Nota 55: Citato in A. CORRE, 'Documents pour servir à l'histoire de la torture judiciaire en Bretagne', 1896, pag. 7.
Nota 56: A. BRUNEAU, 'Observations et maximes sur les matières criminelles', 1715, pag. 259.
Nota 57: DE DAMHOUDERE, 'Pratique judiciaire ès causes civiles', 1572, pag. 219.
Nota 58: La «Gazette des Tribunaux», 6 luglio 1837, riporta, dal «Giornale di Gloucester», la condotta «atroce e disgustosa» di un esecutore di giustizia che, dopo aver impiccato un condannato, «prese il cadavere per le spalle, lo fece girare su se stesso con violenza e lo colpì a più riprese dicendo: 'Vecchio briccone, sei abbastanza morto così?' Poi volgendosi verso la folla tenne, su un tono beffardo, i discorsi più indecenti».
Nota 59: Scena notata da T. S. Gueulette, durante l'esecuzione dell'ufficiale di polizia Montigny nel 1737. Confer. R. ANCHEL, 'Crimes et châtiments au Dix-huitième siècle', 1933, pagine 62-69.
Nota 60: Confer. L. DUHAMEL, 'Les Exécutions capitales à Avignon', 1890, pag. 25.
Nota 61: In Borgogna, ad esempio, confer. CHASSANE, 'Consuetudo burgundi', f. 55.
Nota 62: F. SERPILLON, 'Code criminel', 1767, tomo terzo, pag. 1100. Blackstone: «E' chiaro che se un criminale condannato ad essere impiccato fino a che morte ne segua, sfugge alla morte per l'inettitudine dell'esecutore e passa in altre mani, lo sceriffo è tenuto a rinnovare l'esecuzione perché la sentenza non è stata eseguita; se ci si lasciasse andare a questa falsa compassione, si aprirebbe la porta ad un'infinità di collusioni» ('Commentaire sur le Code criminel d'Angleterre', ed. franc. 1776, pag. 201).
Nota 63: C. LOYSEAU, 'Cinq livres du droit des offices', ed. franc. 1613, pagine 80-81.
Nota 64: Confer. HARDY, 'Mes Loisirs' cit., 30 gennaio 1769, tomo primo, pag. 125; 14 dicembre 1779, tomo quarto, pag. 229; ANCHEL, 'Crimes' cit., pagine 162-63, riporta la vicenda di Antoine Boulleteix che è già ai piedi del patibolo, quando un cavaliere arriva portando la famosa pergamena. Si grida «viva il Re»; si conduce Boulleteix all'osteria, mentre il cancelliere fa la questua per lui nel suo cappello.
Nota 65: BRANTīME, 'Mémoires. La vie des hommes illustres', ed. franc. 1722, tomo secondo, pagine 191-92.
Nota 66: A proposito della pena dei regicidi, confer. F. DE PASTORET, 'Des lois pénales', 1790, secondo, pag. 61.
Nota 67: BRUNEAU, 'Observations et maximes sur les affaires criminelles' cit., prefazione non numerata della prima parte.
Nota 68: HARDY, 'Mes Loisirs' cit., tomo primo, pag. 328.
Nota 69: T. S. Gueulette, citato da ANCHEL, 'Crimes' cit., pagine 70-71.
Nota 70: La prima volta che la ghigliottina fu utilizzata, riporta la «Chronique de Paris», il popolo protestava di non vedere niente e cantava: «Rendeteci le nostre forche» (confer. J. LAURENCE, 'A History of capital Punishment', 1432, pagine 71 sgg.).
Nota 71: [«Prima» delle ore canoniche: le sei di mattina. L'«ora di morte» sono le tre del pomeriggio].
Nota 72: T. S. Gueulette, citato da ANCHEL, 'Crimes' cit., pag. 63. La scena si svolge nel 1737.
Nota 73: MARQUIS D'ARGENSON, 'Journal et Mémoires', sesto, pag. 241. Confer. il 'Journal' di Barbier, tomo quarto, pag. 455. Uno dei primi episodi di questa vicenda è d'altronde emblematico dell'agitazione popolare nei confronti della giustizia penale, nel secolo Diciottesimo. Il luogotenente generale di polizia, Berryer, aveva fatto prelevare i «bambini privi di fede religiosa e confessione»; gli ufficiali di polizia non acconsentono a renderli ai genitori «che a forza di denaro»; si mormora che si tratta di rifornire i piaceri del re. La folla, individuato un informatore, lo massacra «con una ferocia portata all'ultimo eccesso», e lo «trascina dopo la morte, la corda al collo, fino alla porta di M. Berryer». Ora, quest'informatore era un ladro che avrebbe dovuto essere suppliziato sulla ruota col suo complice Raffiat, se non avesse accettato il ruolo d'informatore; la sua conoscenza delle fila di tutto l'intrigo l'aveva fatto apprezzare dalla polizia; egli era «molto stimato» nel suo nuovo mestiere. Abbiamo qui un esempio assai sovraccarico: un movimento di rivolta, scatenato da un mezzo di repressione relativamente nuovo, che non è la giustizia penale, ma la polizia; un caso di quella collaborazione tecnica fra delinquenti e poliziotti, che diviene sistematica a partire dal secolo Diciottesimo; una sommossa in cui il popolo si arroga il supplizio di un condannato indebitamente sfuggito al patibolo.
Nota 74: H. FIELDING, 'An inquiry', in 'The Causes of the late increase of Robbers', 1751, pag. 61.
Nota 75: A. BOUCHER D'ARGIS, 'Observations sur les lois criminelles', 1781, pagine 128-29. Boucher d'Argis era consigliere allo Châtelet [sede di una delle giurisdizioni criminali di Parigi].
Nota 76: FIELDING, 'An inquiry' cit., pag. 41.
Nota 77: C. DUPATY, 'Mémoire justificatif pour trois hommes condamnés à la roue', 1786, pag. 247.
Nota 78: HARDY, 'Mes Loisirs' cit., 14 gennaio 1781, tomo quarto, pag. 394.
Nota 79: Sul malcontento provocato da questi tipi di condanna, confer. HARDY, 'Mes Loisirs' cit., tomo primo, pagine 319, 367; tomo terzo pagine 227-28; tomo quarto, pag. 180.
Nota 80: Riportato da ANCHEL, 'Crimes' cit., 1937, pag. 226.
Nota 81: MARQUIS D'ARGERSON, 'Journal et mémoires' cit., tomo quarto, pag. 241.
Nota 82: Hardy ne riferisce numerosi casi: così quel furto importante commesso nella casa stessa in cui il luogotenente criminale si era installato per assistere ad una esecuzione. 'Mes Loisirs' cit., torno quarto, pag. 56.
Nota 83: [L'autore usa il termine «quadrillage». La traduzione completa sarebbe: unità di polizia ripartite secondo la densità di popolazione].
Nota 84: Confer. D. RICHET, 'La France moderne', 1974, pagine 118-19.
Nota 85: DUHAMEL, 'Les Exécutions capitales à Avignon au Dix-huitième siècle' cit., pagine 5-6. Scene di questo genere sono avvenute ancora nel secolo Diciannovesimo; J. Laurence ne cita in 'A History of capital Punishment', 1932, pagine 195-98 e 56.
Nota 86: HARDY, 'Mes Loisirs' cit., il maggio 1775, tomo terzo, pag. 67.
Nota 87: [Antica moneta di rame, che valeva un quarto di soldo].
Nota 88: A. CORRE, 'Documents de criminologie rétrospective', 1896, pag. 257.
Nota 89: Citato in DUHAMEL, 'Les Exécutions capitales' cit., pag. 32.
Nota 90: [Compagnia per l'esenzione delle imposte].
Nota 91: Archivi di Puy-de-Dme. Citato in M. JUILLARD, 'Brigandage et contrebande en haute Auvergne au Dix-huitième , siècle', 1937, pag. 24.
Nota 92: Compianto di J. D. Langlade, giustiziato ad Avignone il 12 aprile 1768
Nota 93: [Libri di piccolo formato, dalla copertina blu, che contengono racconti di tono cavalleresco, in versione ingenua].
Nota 94: Fu il caso di Tanguy, giustiziato in Bretagna verso il 1740. E' vero che prima di essere condannato egli aveva cominciata una lunga penitenza, ordinata dal suo confessore. Conflitto tra la giustizia civile e la penitenza religiosa? Confer. a questo Proposito CORRE, 'Documents de criminologie rétrospective', 1895, pag. 21. Corre fa riferimento a TREVEDY, 'Une promenade à la montagne de justice et à la tombe Tanguy'.
Nota 95: Quelli che R. Mandrou chiama i due grandi: Cartouche e Mandrin, ai quali bisogna aggiungere Guilleri ('De la culture populaire aux Dix-septième et Dix-huitième siècles', 1964, pag. 112). In Inghilterra, Jonathan Wild, Jack Sheppard, Claude Duval, giocavano un ruolo abbastanza simile.
Nota 96: La stampa e la diffusione di almanacchi, fogli volanti, eccetera, erano, in via di principio, sottoposte ad uno stretto controllo.
Nota 97: Troviamo questo titolo tanto nella 'Bibliothèque bleue', di Normandia quanto in quella di Troyes (confer. R. HELOT, 'La Bibliothèque bleue en Normandie', 1928).
Nota 98: Confer. ad esempio Lacretelle: «Per soddisfare questo bisogno di forti emozioni che ci agita, per rendere più profonda l'impressione di un grande esempio, si lasciano circolare queste spaventevoli storie, i poeti del popolo se ne impadroniscono e ne diffondono ovunque la rinomanza. Questa famiglia sente cantare un giorno alla sua porta il crimine e il supplizio dei suoi figli» ('Discours sur les peines infamantes', 1784, pag. 106).