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Sorvegliare e punire NOTE ALLA PARTE TERZA.

Nota 1: L. DE MONTGOMMERY, "La Milice franaise", ed. 1636, pagine 6 e 7.
Nota 2: Ordinanza del 20 marzo 1764.
Nota 3: Ordinanza del 20 marzo 1764.
Nota 4: MARCHAL DE SAXE, "Mes rveries", tomo primo, "avant-propos", pag. 5.
Nota 5: J.-B. DE LA SALLE, "Traité sur les obligations des frères des Ecoles chrétiennes", ed. 1783, pagine 238-39.
Nota 6: E Geoffroy Saint-Hilaire attribuisce questa dichiarazione a Bonaparte, nell'Introduzione alle "Notions synthétiques et historiques de philosophie naturelle.
Nota 7: B. TREILHARD, "Motif du code d'instruction criminelle", 1808, pag. 14.
Nota 8: Sceglierò gli esempi nelle istituzioni militari mediche, scolastiche e industriali, Altri esempi avrebbero potuto essere scelti nella colonizzazione, la schiavitù, le cure da dare alla prima infanzia.
Nota 9: confer. P. ARIS, "L'Enfant et la famille", 1960, pagine 308-13, e G. SNYDERS, "La Pédagogie en France aux Dix-septième et Dixhiutième siècles", 1965, pagine 35-41.
Nota 10: «L'ordonnance militaire», tomo 41, 25 settembre 1719. confer. tav. 5.
Nota 11: DAISY, "Le Royaume de France", 1745, pagine 201-9; Memoria anonima del 1775 ("Dépt de la guerre", 3689, f. 156). A. NAVEREAU, "Le Logement et les ustensiles des gens de guerre de 1439 à 1789", 1924, pagine 132-35. confer. tavole 5 e 6.
Nota 12: "Projet de règlement pour l'aciérie d'Amboise", in «Archives nationales», f. 12 1301.
Nota 13: Memoria al re, a proposito della fabbrica di tela da vele a Angers, in V. DAUPHIN, "Recherches sur l'industrie textile en Anjou", 1913, pag. 199
Nota 14: "Règlement pour la communauté des filles du Bon Pasteur", in DELAMARE, "Traité de Police", libro terzo, titolo quinto, pag. 507. confer. anche tav. 9.
Nota 15: [Operai che stendono le tinte servendosi di tavole con intagli corrispondenti ai diversi colori da applicare].
Nota 16: [Incaricato inoltre di stendere il «mordente», sostanza atta a fissare le tinte].
Nota 17: Regolamento della fabbrica di Saint-Maur. Biblothèque Nationale, coll. Delamare, "Manufactures" terzo.
Nota 18: confer. quanto diceva La Métherie, visitando Le Creusot: «Gli edifici per uno stabilimento così bello ed una così grande quantità di opere diverse, dovevano avere un'estensione sufficiente affinché non ci fosse alcuna confusione tra gli operai durante il tempo del lavoro» («Journal de physique», tomo 30, 1787, pag. 66).
Nota 19: confer. C. DE ROCHEMONTEIX, "Un collège au Dix-septième siècle", 1889, tomo terzo, pagine 51 sg.
Nota 20: [Rango deve essere qui inteso nel suo significato primario di fila, riga].
Nota 21: LA SALLE, "Conduite des écoles chrétiennes", Bibliothéque Nationale, ms II 759, pagine 248-49. Poco più tardi Batencour proponeva che le aule fossero divise in tre parti: «La più onorevole per quelli che imparano il latino... C'è da augurarsi che si trovino altrettanti posti alle tavole quanti saranno gli allievi, per evitare le confusioni che d'abitudine i pigri fanno». In un'altra quelli che imparano a leggere: un banco per i ricchi, un banco per i poveri «affinché i parassiti non si comunichino». Terza sistemazione, per i nuovi venuti: «Quando si sarà conosciuta la loro capacità, si attribuirà loro un posto» (M.I.D.B., "Instruction métodique pour l'école paroissiale", 1669, pagine 56-57). confer. tavv. 10-11.
Nota 22: J. A. DE GUIBERT, "Essai général de tactique", 1772, Discorso preliminare, pag. 36.
Nota 23: Art. 1 del regolamento della fabbrica di Saint-Maur.
Nota 24: L. DE BOUSSANELLE, "Le Bon Militaire", 1770, pag. 2. Sul carattere religioso della disciplina nell'esercito svedese, confer. "The Swedish Discipline", London 1632.
Nota 25: LA SALLE, "Conduite des écoles chrétiennes" cit., pagine 27-28.
Nota 26: Bally, citato da R. R. TRONCHOT, "L'Enseignement Mutuel en France" (tesi dattilografata), I, pag. 221.
Nota 27: "Projet de règlement pour la fabrique d'Amboise", art. 2, in «Archives nationales», f. 12 1301.
Nota 28: Regolamento provvisorio per la fabbrica di M. S. Oppenheim, 18o9, articoli 7-8, in HAYEM, "Mémoires et documents pour revenir à l'histoire du commerce".
Nota 29: Regolamento per la fabbrica di M. S. Oppenheim, art. 16.
Nota 30: "Projet de réglement pour la fabrique d'Amboise", art. 4.
Nota 31: MONTGOMMERY, "La Milice franaise" cit., pag. 86.
Nota 32: "Ordonnance du 1 janvier 1766, pour régler l'exercice de l'infanterie" .
Nota 33: LA SALLE, "Conduite des écoles chrétiennes", ed. 1828, pagine 63-64, tav. 8.
Nota 34: "Ordonnance du 1 janvier 1766", titolo XI, art. 2.
Nota 35: Non si può attribuire il successo delle truppe prussiane «che all'eccellenza della loro disciplina e delle loro esercitazioni - non è dunque cosa indifferente questa scelta dell'esercitazioni; vi si lavorò in Prussia durante quarant'anni, con un'applicazione senza soste» (MARCHAL DE SAXE, Lettera al conte di Angerson, 25 febbraio 1750. "Arsenal", ms 2701, e "Mes réveries", tomo secondo, pag. 249). confer. tavole 3 e 4.
Nota 36: Esercizio di scrittura: «... 9: mani sulle ginocchia. Questo comando è dato con un colpo di campanello; 10: mani sulla tavola, testa alta; 11: pulite le lavagne: tutti puliscono le lavagne con un po' di saliva o meglio con un tampone di vivagno; 12: mostrate le lavagne; 13: istruttori, ispezionate. Essi esaminano le lavagne dei loro aggregati e poi quelle del loro banco. Gli aggregati esaminano quelle del loro banco, e tutti restano al loro posto».
Nota 37: Samuel Bernard, Rapporto del 30 ottobre alla società dell'insegnamento mutuale.
Nota 38: GUIBERT, "Essai général de tactique" cit., primo, pagine 21-22.
Nota 39: Questa commistione appare chiaramente in alcune clausole del contratto di apprendistato: il maestro è obbligato a dare all'allievo - in cambio del denaro e del lavoro di questo - tutto il suo sapere, senza tenere per sé alcun segreto; in caso contrario è passibile di ammenda. confer. ad esempio, F. GROSRENAUD, "La Corporation ouvrière à Besanon", 1907, pag. 62.
Nota 40: confer. E. GERSPACH, "La Manufacture des Gobelins", 1892.
Nota 41: Era il progetto di SERVAN, "Le Soldat citoyen", 1780, pag. 456.
Nota 42: Regolamento del 1743 della fanteria prussiana, "Arsenal", ms 4076.
Nota 43: F. de la Noue, alla fine del secolo Sedicesimo, raccomandava la creazione di accademie militari, voleva che vi si apprendesse «a maneggiare i cavalli, inseguire il cinghiale, in farsetto e talvolta armati, tirare di scherma, volteggiare, saltare; se si aggiungessero il nuoto e la lotta non sarebbe che meglio, poiché tutto ciò rende la persona più robusta e più destra» ("Discours politiques et militaires", ed. 1614, pagine 181-82).
Nota 44: "Instruction par l'exercice de 1'infanterie", 14 maggio 1754.
Nota 45: [Dall'italiano «lancia spezzata». Nell'antico ordinamento militare, la «lancia spezzata» era un guerriero che combatteva a piedi alle dipendenze dell'uomo d'arme. Nell'esercito francese, ufficiale di basso rango, subordinato al caporale].
Nota 46: Instruction par l'exercice de l'infanterie cit., 14 maggio 1754.
Nota 47: DEMIA, "Règlement pour les écoles de la ville de Lyon", 1716, pagine 19-20.
Nota 48: confer. G. CODINA MEIR, "Aux sources de la pédagogie des Jésuites", 1968, pagine 160 sg.
Nota 49: Con l'apporto delle scuole di Liegi Devenport, Zwolle, Wesel, e grazie anche a Jean Sturm e al suo memoriale per l'organizzazione di un ginnasio a Strasburgo. confer. «Bulletin de la société d'histoire du protestantisme», tomo 25, pagine 499-505.
Da notare che i rapporti tra esercito, organizzazione religiosa e pedagogia sono molto complessi. La «decuria», unità delle armate romane, si ritrova nei conventi benedettini, come unità di lavoro e senza dubbio di sorveglianza. I Fratelli della Vita comune l'hanno presa dai benedettini e trasportata nella loro organizzazione pedagogica: gli allievi erano raggruppati per dieci. E' questa l'unità che i gesuiti hanno ripreso nella scenografia dei loro collegi, reintroducendovi un modello militare. Ma la decuria viene a sua volta dissolta a profitto di uno schema ancora più militare con ranghi, colonne, linee.
Nota 50: GUIBERT, "Essai général de tactique" cit., primo, pag. 18. A dire il vero, questo problema molto vecchio era tornato di attualità nel secolo Diciottesimo, per le ragioni economiche e tecniche che vedremo; ed il «pregiudizio» in questione era stato discusso molto spesso al di fuori di Guibert (da Folard, Pireh, Mesnil-Durand).
Nota 51: Nel senso in cui questo termine venne usato dopo il 1759.
Nota 52: Si può datare pressappoco alla battaglia di Steinkerque (1699) il movimento che generalizzò il fucile.
Nota 53: Circa questa importanza della geometria, vedere J. di Beausobre: «La scienza della guerra è essenzialmente geometrica... La disposizione di un battaglione e di uno squadrone su tutto un fronte, con tanto di profondità, è solo l'effetto di una geometria profonda ancora ignorata» ("Commentaires sur les défenses des places", 1757, tomo secondo, pag. 307).
Nota 54: K. MARX, Il capitale libro primo, sezione 4, cap. 13. Marx insiste a più riprese sull'analogia tra i problemi della divisione del lavoro e quelli della tattica militare. Ad esempio: «Come la forza di attacco di uno squadrone di cavalleria o la forza di resistenza di un reggimento di cavalleria differiscono essenzialmente dalla forza delle somme individuali..., come la somma delle forze meccaniche di operai isolati differisce dalla forza meccanica che si sviluppa quando essi funzionano congiuntamente e simultaneamente in una sola operazione indivisa» (ibid.).
Nota 55: GUIBERT, "Essai général de tactique" cit., tomo primo, pag. 27.
Nota 56: Ordinanza sulle esercitazioni della fanteria, 6 maggio 1755.
Nota 57: HARVOUIN, "Rapport sur la généralité de Tours", in P. MARCHEGAY, "Archives d'Anjou", tomo secondo, 1850, pag. 360.
Nota 58: Samuel Bernard, Rapporto del 30 ottobre 1816 alla Société de l'Enseignement mutuel.
Nota 59: BOUSSANELLE, "Le Bon Militaire" cit., pag. 2.

Nota 60: LA SALLE, "Conduite des écoles chrétiennes", ed. 1828 cit., pagine 137-38. confer. anche DEMIA, "Règlements pour les écoles de la ville de Lyon" cit., pag. 21.
Nota 61: «Journal pour l'instruction élémentaire», aprile 1816. confer. TRONCHOT "L'enseignement mutuel en France" cit., primo, che ha calcolato che gli allievi dovevano ricevere più di 200 comandi al giorno (senza contare gli ordini eccezionali) per la sola mattina, 26 comandi a voce, 23 con segni, 37 colpi di campanello e 24 con colpi di fischietto, il che fa un colpo di fischietto o di campanello ogni 3 minuti.
Nota 62: GUIBERT, "Essai général de tactique" cit., pag. 4.
Nota 63: P. JOLY DE MAIZEROY, "Théorie de la guerre", 1777, pag. 2.
Nota 64: GUIBERT, "Essai général de tactique" cit., Discorso preliminare, pagine 23-24. Confer. quanto diceva Marx a proposito dell'esercito e delle forme della società borghese (lettera a Engels, 25 settembre 1857).
Nota 65: J. J. WALHAUSEN, "L'Art militaire pour l'infanterie", 1615, pag. 23.
Nota 66: "Règlement pour l'infanterie prussienne", trad. franc. "Arsenal", ms 4067, f. 144. Per gli schemi antichi, vedere PRAISSAC, "Les Discours militaires", 1623, pagine 27-28. MONTGOMMERY, "La Milice franaise", ed. 1636, pag. 77. Per i nuovi schemi, confer. BENETON DE MORANGE, "Histoire de la guerre", 1741, pagine 6164, e "Dissertation sur les Tentes"; confer. anche numerosi regolamenti, come la "Instruction sur le service des réglements de Cavalerie dans les camps", 29 giugno 1753. confer. tav. 7.
Nota 67: Citato in R. LAULAN, "L'Ecole militaire de Paris", 1950, pagine 117-18.
Nota 68: «Archives nationales», MM 666-69- J. Bentham racconta come fu visitando la scuola militare, che suo fratello ebbe la prima idea del ""Panopticon"".
Nota 69: confer. tavole 12, 13, 16.
Nota 70: "Encyclopédie" voce "Manufacture".
Nota 71: COURNOL, "Considerations d'intérét public sur le droit d'exploiter les mines", 1790, in «Archives nationales», A XIII(14).
Nota 72: confer. K. Marx: «Questa funzione di sorveglianza, di direzione, e di mediazione diviene la funzione del capitale da quando il lavoro che gli è subordinato diviene cooperativo, e come funzione capitalista essa assume caratteri speciali» ("Il Capitale", libro primo, sezione quarta, cap. 13).
Nota 73: M.I.D.B., "Instruction méthodique pour l'école paroissiale", 1669, pagine 68-83.
Nota 74: DEMIA, "Règlement" cit., pagine 27-29. Si potrebbe notare un fenomeno dello stesso genere nell'organizzazione dei collegi: per un lungo tempo, «prefetti» erano, indipendentemente dai professori, incaricati delle responsabilità morali di piccoli gruppi di allievi. Soprattutto dopo il 1762, vediamo apparire un tipo di controllo nello stesso tempo più amministrativo e più integrato nella gerarchia: sorveglianti, istitutori di quartiere, istitutori subalterni. confer. DUPONT-FFRRIER, "Du collège de Clermont au lycée Louis-le-Grand", primo, pagine 254 e 476.
Nota 75: PICTET DE ROCHEMONT in «Journal de Genève», 5 gennaio 1788.
Nota 76: Regolamento provvisorio per la fabbrica di M. Oppenheim, 29 settembre 1809.
Nota 77: LA SALLE, "Conduite des écoles Chrétiennes" cit., pagine 204-5.
Nota 78: LA SALLE, "Conduite des écoles chrétiennes" cit, pagine 204-52.
Nota 79: DEMIA, "Règlement" cit., pag. 17.
Nota 80: LA SALLE, "Conduite des écoles chrétiennes", Bibliothèque Nationale, ms 759, pagine 156 sg.- Troviamo qui la trasposizione del sistema delle indulgenze.
Nota 81: «Archives nationales», MM 658, 30 marzo 1758, e MM 666, 15 settembre 1763.
Nota 82: Su questo punto, è necessario riportarsi alle pagine essenziali di G. CANGHILHEM, "Le Normal et le Pathologique", ed. 1966, pagine 171-91.
Nota 83: Registre des délibérations du bureau de l'Htel-Dieu.
Nota 84: LA SALLE, "Conduite des écoles chrétiennes" cit., pag. 160.
Nota 85: confer. L'Enseignement et la diffusion des sciences au Dix-huitième ", 1964, pag. 360.
Nota 86: [Opera con cui ogni allievo di una scuola artigiana doveva sottoporsi ad una giuria di esperti, per poter essere dichiarato maestro].
Nota 87: Su questa medaglia, confer. l'articolo di J. JACQUIOT in «Le Club franais de la médaile», quarto trimestre 1970, pagine 50-54. Tav. 2.
Nota 88: KROPOTKIN, "Autour d'une vie", 1902, pag. 9. Devo questo riferimento a M. G. Canghilhem.
Nota 89: M.I.D.B., "Instruction méthodique pou l'école paroissiale" cit., pag. 64.
Nota 90: "Archives militaires de Vincennes", A I 516 9I sc. Pièce. Questo regolamento è conforme, nell'essenziale, a tutta una serie di altri che datano della stessa epoca o di un periodo anteriore.
Nota 91: J. BENTHAM, ""Panopticon"", in "Works", ed. Bowring, tomo quarto, pagine 6o-64. confer. tav. 17.
Nota 92: Nel "Postscript to the "Panopticon"", 1791, Bentham aggiunge gallerie scure, dipinte in nero, che fanno il giro dell'edificio di sorveglianza, permettendo ciascuna di osservare due piani di celle.
Nota 93: confer. tav. 17. Benthani nella sua prima versione del ""Panopticon"" aveva immaginato anche una sorveglianza acustica, per mezzo di tubi conducenti dalle celle alla torre centrale. Egli la abbandonò nei "Postscript", forse perché non poteva introdurre una dissimmetria ed impedire ai prigionieri di sentire il sorvegliante, come il sorvegliante sentiva loro. Julius tentò di mettere a punto un sistema d'ascolto dissimmetrico ("Leon sur les prisons", trad. franc. 1831, pag. 18).
Nota 94: BENTHAM, ""Panopticon"" cit., tomo quarto, pag. 45.
Nota 95: G. LOISEL, "Histoire des ménagéries", 1912, secondo, pagine 104-7. confer. tav. 14.
Nota 96: LOISEL, "Histoire des ménagéries" cit., secondo, pagine 60-64.
Nota 97: BENTHAM, "Panopticon" Cit., tomo quarto, pag. 177.
Nota 98: BENTHAM, "Panopticon" cit., tomo quarto, pag. 40. Se Bentham ha prospettato l'esempio del penitenziario, è che questo ha funzioni multiple da esercitare (sorveglianza, controllo automatico, confinamento, solitudine, lavoro forzato, istruzione).
Nota 99: BENTHAM, "Panopticon" Cit., tomo quarto, pag. 65.
Nota 100: Ibid., pag. 39.
Nota 101: Immaginando questo flusso continuo di visitatori che penetra attraverso un sotterraneo fino alla torre centrale e che di là osserva il paesaggio circolare del "Panopticon", Bentham forse aveva presenti i "Panoramas" che Barker costruiva esattamente alla stessa epoca (il primo sembra datare dal 1787) e nel quale i visitatori, occupando il posto centrale, vedevano tutto attorno svolgersi un paesaggio, una città, una battaglia. I visitatori occupavano esattamente il posto dello sguardo del sovrano.
Nota 102: "Règlement" cit., pagine 60-61.
Nota 103: Rapporto di Talleyrand alla Costituente, 10 settembre 1791. Citato da A. LON, "La Révolution franaise et l'éducation technique", 1969, pag. 106.
Nota 104: DEMIA, "Règlement" cit., pagine 39-40.
Nota 105: Nella seconda metà del secolo Diciottesimo, si pensò molto alla possibilità di utilizzare l'esercito come istanza di sorveglianza secondo una divisione generale in settori che permettesse di sorvegliare la popolazione. L'esercito, ancora da disciplinare nel secolo Diciassettesimo, viene concepito come «disciplinante». Confer. ad esempio, SERVAN, "Le Soldat citoyen" cit.
Nota 106: "Arsenal", ms 2565. Sotto questa costura, si trovano numerosi regolamenti per le compagnie di carità dei secoli Diciassettesimo e Diciottesimo.
Nota 107: confer. L. RADZINOVITZ, "The English Criminal Law", 1956, tomo secondo, pagine 203-14.
Nota 108: Nota di Duval, primo segretario della luogotenenza di polizia, citata da FUNCK-BRENTANO, "Catalogue des manuscrits de la bibliothéque de l'Arsenal", tomo nono, p. I.
Nota 109: N. T. DES ESSARTS, "Dictionnaire universel de police", 1787, pagine 344, 528.
Nota 110: Le Maire in una memoria redatta su richiesta di Sartine, per rispondere a sedici domande di Giuseppe Secondo sulla polizia parigina. Questa memoria è stata pubblicata da Gazier nel 1879.
Nota 111: Supplemento alla "Instruction pour la rédaction d'un nouveau code", 1769, par. 535.
Nota 112: DELAMARE, "Traité de la police", 1705, Prefazione non numerata.
Nota 113: Circa i registri di polizia nel secolo Diciottesimo, si può consultare M. CHASSAIGNE, "La Lieutenance générale de police", 1906.
Nota 114: E. DE VATTEL, "Le Droit des gens", 1768, pag. 162.
Nota 115: N. H. JULIUS, "Leons sur les prisons", ed. franc. 1831, primo, pagine 384-86.
Nota 116: J. B. TREILHARD, "Motifs du code d'instruction criminelle", 1808, pag. 14.
Nota 117: confer. K. MARX, "Il Capitale", libro primo, sezione quarta, cap. tredicesimo. E l'interessantissima analisi di F. GUERRY e D. DELEULE, "Le Corps productif", 1973.
Nota 118: confer. su questo argomento, MICHEL TORT, Q. I., 1974.

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