GLI UOMINI NON VIVONO DI SOLA POLITICA.
Per tenere in vita un tale sistema occorrono privilegi, e privilegi rilevanti. Innanzitutto, il cibo. Anche i funzionari di più basso rango godono di vantaggi ufficialmente riconosciuti: i Vorarbeiter hanno diritto a un litro di minestra in più, e così gli infermieri, i Dolmetscher, i LŠufer, gli Stubendienst e tutti coloro che adempiono a minute funzioni all'interno dell'amministrazione. Ricevono qualche supplemento di pane o di margarina, una porzione un po' più abbondante di salame o di marmellata, a seconda delle ripartizioni. E' la sicurezza di farcela, di vivere più a lungo. I Kapos e gli alti funzionari godono in questo senso di privilegi ancora maggiori. A Helmstedt avevano il rancio dei militari. Quanto ai vertici della burocrazia, mangiano come le S.S. Questi vantaggi ufficiali sono generosamente moltiplicati dai traffici illeciti. Tutto il personale che gravita intorno alle cucine e si occupa della distribuzione del cibo preleva per sé e per la propria cricca quantità di viveri non indifferenti. I capicamerata, gli Stubendienst e i Dolmetscher fanno altrettanto. Il Vorarbeiter detiene un certo potere. Sul lavoro può imboscare qualcuno così come può batterlo. Gli uomini, perciò, sono indotti a ingraziarselo. Se ricevono dei pacchi, gliene offrono una parte; altrimenti, gli regalano delle sigarette. Praticamente, infatti, i lavoratori sono pagati in sigarette, e il tabacco è una moneta di valore altissimo. Gli stessi traffici si riproducono su più vasta scala con il Kapo, i cui poteri sono molto più estesi, nonché con il capocamerata o il capo del Block, dai quali dipendono le corvé e le botte. D'altra parte, chi riceve pacchi è costretto a donarne una parte, per timore, se non lo fa, di vederseli rubare per intero. I burocrati, a qualsiasi livello, si distinguono dunque per un vigore fisico e una robustezza di spalle che sono in netto contrasto con la fisiologica, miserrima esilità della plebe.
I burocrati hanno una stanza separata, un letto, un armadio. In certi casi, come a Neuengamme, vi è un Block riservato a loro. Dispongono di una gavetta personale e di un posto a tavola. Bisogna aver vissuto in quegli antri maleodoranti, sovrappopolati, dove gli uomini, tra il sudore e il puzzo dei corpi sudici, si ammassano a due, tre, a volte quattro o cinque per pagliericcio, grappoli abbrutiti sospesi gli uni sugli altri a tre o quattro livelli sovrapposti, su assi che non combaciano, con una polvere che prende alla gola, fra urla e botte - bisogna averci vissuto per capire che cosa potesse rappresentare la stanza più miserabile, con un po' di tranquillità e un pagliericcio tutto per sé. Essere costretti a portarsi addosso tutto, tutte le piccole cose conquistate con mille fatiche e assolutamente indispensabili, perché non si dispone neanche di un ripiano per sistemarle. Temere costantemente il furto del pagliericcio, delle assi, della coperta, delle scarpe, e per evitarlo proibirsi di circolare, rimanere inchiodati al giaciglio comune. Essere costretti ad aspettare per ore una gavetta e battersi per ottenerla e conservarla, un lurido recipiente dove decine di uomini hanno già mangiato, e forse qualcuno ha anche pisciato. Evitare tutte queste sordide preoccupazioni: che conforto, che privilegio ambito, invidiato come una crosta di pane! I burocrati vengono picchiati meno dei comuni. Sono loro a picchiare gli altri. E più è elevato il loro grado, meno ricevono botte e più ne dispensano. E hanno modo di difendere la propria vita. I burocrati sono armati: Gummi, bastone, manganello - e questo dà loro una sicurezza del tutto estranea alla plebe. Sono vestiti meglio, e dunque somigliano un po' di più a degli uomini.
Non lavorano, non devono subire quello straordinario mercato degli schiavi che ogni mattina presiede alla formazione dei Kommandos. E' tanto terrore in meno.
Hanno posti qualificati, lavori d'ufficio che si fanno al caldo, al riparo dal vento e dalla neve, dalla pioggia e soprattutto da quel pulviscolo sottile che cade per giorni interi e gela le ossa. E' la certezza di sopravvivere.
Possono fumare più degli altri e anche bere alcolici, dunque distendere i nervi. Sono più al corrente della situazione e quindi hanno la possibilità, entro certi limiti, di prevedere e predisporre l'avvenire. Hanno due, dieci, mille volte maggiori probabilità, rispetto alla grande massa dei detenuti, di salvare la pelle.
E allora che lotte, che appassionato accanimento per arraffare un posto, per salire di grado nella gerarchia. Come è cinico e vorace l'essere consapevole che la sua esistenza è in gioco attimo per attimo, l'essere che la tortura, la paura, la fame hanno spogliato di ogni pregiudizio, di ogni convenzione, di ogni dignità! Con quale rapacità usa qualsiasi bassezza per trionfare, con quale furore tenace si aggrappa e morde!
Ma anche i membri dell'aristocrazia hanno paura. Sanno che all'S.S. basta alzare un dito, e loro finiranno cacciati, frustati, spediti nel Kommando più atroce o impiccati alla porta del Krematorium. E allora bisogna accettare tutto, fare tutto, fino al lavoro più ignominioso, accorrere, precipitarsi, battere a morte gli altri, diventare delatori per conservare il posto e i suoi privilegi. Hanno paura dei colleghi, di chi gli dorme accanto, di chi gli sorride - proprio a causa di quel sorriso. Conoscono per esperienza tutti gli intrighi che portano al potere e che possono disarcionare gli uomini più saldi. Per sfuggire alle trappole preparano a loro volta delle contromisure, andando ineluttabilmente incontro a pericoli ancora maggiori. Hanno paura della plebe, che massacrano di botte, derubano e insultano. Conoscono gli odi che i detenuti nutrono nei loro confronti. Aspettano la fine dei campi con impazienza e insieme con timore. Ma nonostante le gelosie e i furiosi antagonismi, i membri dell'aristocrazia sono solidali tra loro contro la plebe. Ci fu un giorno il caso di un Vorarbeiter ceco. Un piccolissimo funzionario. Eravamo a Helmstedt. Toni BrŸncken, l'S.S., lo aveva destituito per una quisquilia. Alla sera i russi pensarono che fosse arrivato il momento buono. Polàcek non era più Vorarbeiter. Era come loro, e li aveva trattati crudelmente. Si lanciarono su di lui e lo scaraventarono a terra. Quando i burocrati lo seppero ebbero paura. Polàcek aveva perduto la carica, ma era rimasto dei loro. L'azione dei russi era una minaccia. Franz e tutta la banda dei Kapos si precipitarono nei dormitori sui settecento uomini terrorizzati. Avevano la bava alla bocca dalla collera. I manganelli impazzavano, scavavano solchi rossi sulle nuche e sui dorsi. Gli uomini cadevano, si spingevano, rotolavano sotto i letti, correvano, si calpestavano negli angoli, urlavano in preda al panico. Venne l'ordine di mettersi nudi. I vestiti furono gettati a casaccio, in fretta, in tutta fretta. E la nuda schiera uscì in cortile, rientrò nel Block, uscì ancora e ancora rientrò, ansimante, atterrita dai manganelli. Per due ore. Agli uomini dolevano le costole. I Kapos erano lividi di stanchezza. A sostenerli erano solo la rabbia e la paura. Toni BrŸncken aveva degradato Polàcek, ma condannò gli uomini a passare la notte distesi nudi sul cemento. Bisognava far penetrare nei cervelli, fino in fondo, la paura dei padroni.
*
Le Signore S.S. hanno dei desideri. I detenuti sono escrementi. Ma anche con la merda si può far denaro. Grosse somme. E gli escrementi burocrati possono rivelarsi ottimi per questo tipo di operazione. La burocrazia non serve solo alla gestione dei campi: tutti i suoi vertici sono collegati ai traffici delle S.S. Berlino invia casse di sigarette e di tabacco per pagare gli uomini. Nei campi arrivano interi camion di generi alimentari. I detenuti dovrebbero essere pagati a settimana: lo si farà ogni quindici giorni, o una volta al mese; si diminuirà il numero delle sigarette e si stenderanno liste di lavoratori negligenti che non riceveranno nulla. Senza fumare creperanno. Che importa? Le sigarette passeranno al mercato nero. Carne? Burro? Zucchero? Miele? Scatolame? Una quantità un po' maggiore di cavoli rossi, di barbabietole, di radici mal condite sarà più che sufficiente. Anzi, una bontà. Una scelta discreta s'impone per lo scatolame: barili di pesce, perfetto. E' un po' marcio: pazienza, i Ruski mangiano di tutto e i Polak si arrangeranno. E' tutta gente con uno stomaco speciale. Latte? Acqua imbiancata, funzionerà benissimo. E tutto il resto - carne, burro, zucchero, miele, scatolame, latte, patate - sul mercato, per i civili tedeschi che pagano e sono buoni cittadini. A Berlino saranno contenti di sapere che tutto è felicemente arrivato a destinazione. Basta che i registri siano in ordine e la contabilità ineccepibile. Signore Iddio! Nessuno ci tiene a sapere chi in questo mondo mangi davvero. Farina? Ma come no: diminuiamo le razioni di pane. Senza parere. Le parti saranno un po' meno regolari. I registri non si occupano di queste cose. E i Signori delle S.S. intratterranno rapporti eccellenti con i commercianti dei dintorni. La paga ne uscirà raddoppiata o triplicata: tanto meglio. E' un mestieraccio, ci vogliono muscoli per gestire un campo. Sarebbe una gran bella cosa essere ricevuti dal barone X. Il barone ha delle conoscenze che possono rivelarsi utili a Berlino. Per l'appunto, il suo castello ha bisogno di qualche lavoro di restauro. Gli si potrebbero prestare dei detenuti. Sarebbe un gesto gentile. Non dovrebbe sborsare un soldo. E magari si mostrerebbe riconoscente. Ci si potrebbe ingraziare anche un certo fattore. Ha bisogno di latrine. Ci vuol poco a mettersi d'accordo.
Ma ci sono i registri, e li tiene un detenuto. Dev'essere messo al corrente. Il Kapo dell'Arbeitsstatistik distribuisce il lavoro. Bisognerà avvisarlo che deve prelevare dalla miniera un centinaio di uomini per il barone, per il fattore, e probabilmente anche per il borgomastro. E poi, ci sono tanti affarucci secondari ma non trascurabili. Il farmacista è ben contento di scambiare i medicinali arrivati da Berlino per il Revier con bottiglie di vino del Reno o alcolici. Entreranno nel campo mascherati da pudiche etichette. Ma è il Kapo del Revier o uno dei suoi aiutanti che va a ritirare la merce: dunque, bisogna che sappia. L'Askania impianta uno stabilimento a Bartensleben, la Siemens a Schacht Marie. Arriva legname in quantità, e sarebbe utile prelevarne una parte. Si potrebbe aver bisogno di una calcolatrice elettrica. Basta parlarne al Kapo Georg, o a Hans. Con Hans ci si è mostrati gentili, quando ha ucciso il polacco alla cava di sabbia. Va bene che era solo un Polak, ma poteva comunque scapparci un rapporto. Sono diventati stranamente scrupolosi, a Berlino. Si stanno perdendo le buone abitudini. In effetti, Hans è diventato docilissimo. La settimana scorsa ha scritto, su un Feldwebel e due Posten, un paio di rapporti interessanti, molto interessanti. E' buffo vedere come questi militari non reggano. Siamo solo all'inizio del sesto anno, e sono già stanchi. Il Kapo Hans...
L'ingranaggio. La sorprendente coabitazione tra le S.S. e gli alti funzionari detenuti. Il disprezzo delle S.S. nei loro confronti è senza limiti. Ma per certi affari averne l'appoggio è indispensabile. Di conseguenza, dovranno godere anch'essi di qualche libertà. Gli si concederà un certo margine di furto autorizzato. Non una parola, beninteso: ma è gente che capisce al volo, fin troppo.
Certo, un S.S. non teme un detenuto, sia pure in posizione di forza. Se mai scoppiasse un caso, il tribunale S.S. condannerebbe il detenuto, e duramente. Lo condannerebbe, ma poi... L'S.S. potrebbe finire al fronte, o in un campo di gran lunga peggiore, o essere degradato. Meglio dunque intendersi, entro un limite che ammette gli insulti e le botte. Il detenuto, quale che sia il suo ruolo, non sarà mai altro che feccia.
La libertà d'azione che questi compromessi tra le S.S. e l'alta burocrazia producono consiste nel furto tollerato. Furto di viveri e di tabacco. La cucina diventa così un attivo centro di maneggi e traffici interni. Per salvare almeno in parte le apparenze, però, gli scambi avvengono alla Schreibstube o al Revier. Niente di meglio del furto di pacchi: dolciumi, cioccolato, vitamine, frutta, scatolame, tabacco, biancheria intima, calze, fazzoletti, indumenti di lana, scarpe. Furto di vestiti. All'arrivo dei nuovi internati, mani diligenti li spogliano di tutti i loro beni. Tutto viene riposto e impacchettato in vista della liberazione. Balle. Nessuno degli anziani crede più alla «liberazione». Sì, con la guerra, ma altrimenti... E quanti morti, prima di allora, migliaia! E poi, che cosa succederà, e dove? Dunque, perché aspettare? Forza: gli alti funzionari scelgono le cose più belle, più robuste. Hanno un gusto spiccato per l'eleganza, quasi fosse una necessità per sopravvivere in questo inferno.
Ma le esigenze sono molto più numerose: innanzitutto, l'alcol; e poi tabacco, profumi, buone stoffe da far confezionare all'internato sarto. Tutte cose di cui solo i civili dispongono. E i burocrati trafficano con i civili. I generi più svariati. Caffè (vero) prelevato dai pacchi e del quale i tedeschi sono ghiotti, sardine (all'olio) provenienti dalla stessa fonte, maglioni idem, zucchero inviato da Berlino e destinato al campo, carne per i pasti dei detenuti, scatolame in quantità, barattoli di marmellata, macchinari (proprio così: macchinari perfettamente montati, come fresatrici, magneti, torni) rubati con destrezza alla fabbrica. A Neuengamme l'alcol arrivava su delle chiatte. Era al porto che si svolgevano le transazioni fra i battellieri e i Kapos. A Helmstedt invece passava attraverso il Revier ed era scambiato con medicinali. Inutile precisare che nei campi l'alcol era formalmente vietato.
I Kapos, che in cantiere o alla miniera erano continuamente in contatto con i civili, tentavano a volte, dopo qualche settimana di relazioni regolari, di ottenere abiti normali e documenti falsi. Erano ossessionati dall'idea di evadere. Ma si trattava di un'avventura che quasi sempre finiva malissimo. Ed era ancora per preparare questa evasione perennemente rinviata, che secondo i piani avrebbe dovuto coincidere con la fine della guerra, che i burocrati erano avidi di denaro, e per questo sottraevano ponti e denti d'oro prima che li reclamassero le S.S.
Tale era l'aristocrazia dei campi. Così, le vie maestre della corruzione adesso sono chiare.