IL PROBLEMA SESSUALE (4).
- Tema di G. P. - Istituto tecnico.
Alessandria, 17 febbraio 1968.
Una sera viene in cella un mio compagno di scuola a chiedermi qualche giornalino da leggere: io ero seduto sul letto, ed ero in pigiama, perché pronto a coricarmi. Io gli ho detto: guarda là su quel tavolino, e prendi quello che vuoi; lui ne sceglie uno a caso, ho notato che era molto nervoso, gli tremavano le mani e la voce era rauca. Poi anche lui siede sul letto, io mi scosto, lui mi ferma bruscamente, ma contemporaneamente allunga la mano sui miei organi genitali. In un primo momento resto confuso, poi lo respingo ed esco fuori; chiamo la guardia, lui va via ed io mi faccio chiudere il cancello, così sono al sicuro almeno fino al mattino, però passai una notte tormentata, certamente non la dimenticherò mai. La mattina quel tizio mi viene vicino e mi chiede scusa, mi rassicura che un fatto del genere non si ripeterà più, però mi dice chiaramente che anche tra uomini l'amore può esistere, ed io per evitare inconvenienti con quel tizio, non parlo più non perché lo disprezzi, ma perché so di non poter fare niente per lui. Questo è uno dei tanti episodi accadutimi, perché se ne sono verificati diversi, anche all'inverso, e se affermo tutti i giorni, è vero come è vera la morte. Forse a me accadono perché ho la fortuna e sfortuna di avere ventott'anni ed essere piuttosto bello. Ecco a cosa comporta la privazione della donna. Gli uomini si trasformano negli esseri più strani, alcuni attivi altri passivi e altri ancora impotenti. Poi fra le varie categorie si stabilisce una corrispondenza di amorosi piaceri con una gelosia che spesso rasenta l'omicidio. I guai più correnti, quelli che impegnerebbero veramente tutto il personale dirigente, interessano le carceri per i minori, per minore si intende dai quattordici ai diciott'anni, perché appena compiuto il diciottesimo anno di età il minore passa nel carcere comune.
Lei professore se lo immagina un ragazzo di diciott'anni che viene buttato in un carcere dove ci sono delle persone che già hanno scontato vent'anni? Cosa gli succederà? Dunque il suo arrivo è importante, subito viene circuito e contemporaneamente viziato, gli offrono di tutto, sigarette estere, cioccolati, caffè, pranzi prelibati. L'infelice non può accorgersene di quello che gli sta accadendo, per lui tutti gli uomini sono buoni, vede in loro la figura del papà, ma passati un paio di giorni si organizza una festa con un pranzo favoloso (internamente esiste un allevamento di gatti che in casi di estrema urgenza sostituiscono il coniglio). Il pranzo si conclude con una bevuta indimenticabile, con degli alcolici squisiti. Sì, perché internamente la vendita è vietata, ma alla borsa nera si trova tutto, anche la penicillina per curare lo scolo, e lo scolo è il meno grave, esiste anche la sifilide, il 40 per cento di noi ne è affetto, il medico lo sa, perché alla prima visita se ne accorge, ordina la cura, ma è troppo dolorosa e l'interessato la tronca e nessuno lo va a curare. Quindi col tempo succede come a colui che ha preteso di introdurre la mano in un alveare e non essere punto.
Dicevo, si fa bere lo sbarbato e quando è sbronzo completamente se lo fanno, se poi lo sbarbato intuisce il pericolo e non vuole bere o non riesce ad ubriacarsi, si fanno sotto di brutto e cercano di convincerlo un po' con le buone, un po' con le cattive. Se poi è proprio duro e non vuole cedere, non gli rimane altra via che quella del trasferimento urgente ingoiando aghi, chiodi, o lamette foderate di stagnola. Così temporaneamente scongiura il pericolo, però siccome tutto il mondo è paese, il giro si ripete sempre, anche perché se vuole lavorare, in ogni lavorazione c'è un capoccia detenuto e ogni nuovo arrivato è soggetto al suo controllo. Se poi lui pensa che allontanatosi da loro scampa il pericolo, sbaglia, perché entra in gioco il compare, che lo attira nella trappola e se prima i pretendenti erano solo in due, ora sono in tre; quindi al momento buono con una coperta sulla testa lo si imbroglia di prepotenza e via con i turni. Dopo, le reazioni sono numerose, vanno dall'omicidio al suicidio, al consenso, quindi la seconda volta oppone una debole resistenza, la terza per niente, la quarta è l'amante fissa del tizio, che a sua volta questo tizio la può fare prostituire. Oppure il tizio è danaroso e se lo mantiene solo lui. Certo anche in queste cose avrà il suo guadagno, non lavora, il suo uomo gli mantiene tutto quello che desidera dall'anello al reggicalze. Non parliamo di quello che guadagna quando comincia a conoscere le arti femminili e a mettere qualche cornetto al suo uomo; sono cifre favolose, se si pensa che un operaio lavorando tutto il mese guadagna appena 6000 lire.
Tempo fa in questo carcere è stata scoperta una casa squillo. Il tenutario era uno scopino, e come tale aveva diritto ad uno sgabuzzino, indipendente da tutti. Lo aveva abbigliato all'ultimo grido interno, perché doveva far fronte alla concorrenza. Lui trovava il signore, lo presentava alla signora; i due pattuivano il prezzo e il tenutario intascava in anticipo la sua percentuale.
Questo è quanto ho visto attorno a me, nei miei anni di detenzione, il tutto creato dalla mancanza della donna. Tutto questo posso chiamarlo esperienza visiva. Invece quello che comporta a me la mancanza della donna è ben diverso. Per primo non riesco a dimenticarla un solo momento, nella mia mente si accavallano immagini di donne di tutte le razze, così ossessionato, vivo in continua depressione, mi muovo per forza d'inerzia, ma attorno a me non esiste niente, a scuola non rendo per niente perché la mia mente è sempre eccitata, e per stare un po' tranquillo nelle ventiquattr'ore mi masturbo due volte; a volte anche di più, così dopo mi viene il sonno e dormo tranquillo, oppure se non dormo, l'intensità del pensiero diminuisce e così riesco a studiare qualche poco. Ho anche provato a resistere per una settimana, però è stato un disastro, mi è andata via la fame, ero sempre nervoso, pronto a litigare per niente, dormivo poco, non riuscivo a leggere né a pensare, fissavo solo le lampadine per ore e ore. Per me il fattore donna è determinante su tutto...
- Tema di S. G. - Istituto tecnico.
Alessandria.
In carcere si scopre la donna. Si scopre cos'è l'amore e di conseguenza viene capovolta la visuale della vita e la mentalità. Col passare del tempo la privazione causa l'ossessione ed allora incomincia la più grande tragedia che un uomo possa conoscere. Non esagero; magari!... potessi almeno dire quale sofferenza si prova per questa privazione, ma non posso, ormai essa è divenuta una parte di me, ragiona con me, non vuole che sveli la sua tecnica di tortura. La mancanza della donna è qualcosa di così terribile e mostruoso, da far letteralmente impazzire. Guardate un detenuto negli occhi e capirete tutto. Egli parla con voi ma pensa sempre alla donna. Un fiume di energia repressa devia il suo intimo causando degli squilibri notevolissimi, anche se a prima vista inavvertibili. Questa è la fase più determinante e la privazione più spietata.
La società non sa che questa mancanza causa una specie di odio nell'animo dei detenuti che non può andare perduto. La società nutre nel suo seno un groviglio di vipere che inevitabilmente dovranno moltiplicarsi. I benpensanti non sanno, o non vogliono sapere, quale valore un qualunque scritto o fotografia pornografici abbiano in carcere. Non sanno che la masturbazione è uno sfogo necessario per non impazzire, per non suicidarsi. La masturbazione è la conseguenza che deriva da quel cumulo di fantastico erotismo, che fa mordere il cuscino di notte al detenuto, che lo fa rigirare nelle lenzuola in uno spasimo incredibile, per chi non l'ha provato. Ma col passare del tempo il richiamo della donna si fa sempre più prepotente, finché quel gruppo di ardenti giovani che potevamo conoscere, si sono trasformati chi in pederasti o invertiti, oppure in pazzi, paranoici o megalomani, insomma tutti hanno subìto la loro metamorfosi con una costante in comune: sono infidi, falsi, cattivi, disonesti sotto tutti i punti di vista, completamente asociali e irrecuperabili. Quella stupida parola "redenzione" se la scordino. Dopo un simile trattamento nessun detenuto può più tornare indietro. La mancanza della donna priva i carcerati della possibilità di sentirsi e di essere uomini, pertanto nessuno si dovrà meravigliare se essi domani saranno bestie. Questa privazione è soprattutto il motivo dell'individualismo suddetto dei repentini e inspiegabili mutamenti di carattere di cui egli va soggetto. Il detenuto può parlare di qualunque argomento, ma in uno solo sarà sempre dello stesso parere: il sesso. Dove prende il diritto questa società di imprigionare una parte di uomini, facendo mancare loro tutte le cose più necessarie con soprusi e le umiliazioni più impensate? Ma è mai possibile che la maggior parte degli uomini trovino giusto, naturale, ovvio, tutto ciò? Soltanto il giorno in cui bruceremo tutti i codici, le leggi, i regolamenti, i dogmi, ed inceneriremo chiunque si voglia ergere a comandare un altro, avremo raggiunto quella consapevolezza, quella maturità che ci permetterà di vivere liberi senza sorta di inibizioni.