Chissà se Attila sarebbe stato pacifista? Le guerre finora son sempre esistite e per come la vedo io continueranno ad esistere sino a quando luomo prolifererà sulla terra. Partendo sin dagli albori di quella che è la civiltà, ogni cosa, evento, decisione che ha influito su quello che era lequilibrio mondiale è sempre stata causata od è sempre stata la causa di un conflitto tra assertori e dissidenti. Ogni guerra ha avuto i propri vincitori ed i propri sconfitti, si è portata dietro la distruzione e la rovina del luogo in cui è stata combattuta e le lacrime di coloro che lhanno vissuta e fino a qui niente di strano. Lautodistruzione(intesa come lannientamento di altri della propria specie) è uno degli aspetti più marcati nellanimo umano quindi perché stupirsi se nel corso della storia, per un motivo o per un altro, ogni tot anni saltava fuori una nuova guerra che ne scatenava altre dieci e così via. Fino ad oggi, o perlomeno fino alletà moderna. Letà della democrazia della libertà, dei diritti riconosciuti e concessi a chiunque, matura degli insegnamenti di Gandhi, Mandela, Luther King ed altri promotori della pace e delluguaglianza trai popoli, fiera di aver dato occasione di combattere e di cadere per la libertà di ognuno eroi come il Che ed altri miti generazionali che in qualche modo dovrebbero aiutare lumanità a non incappare negli errori del passato... Tutte stronzate da Gandhi al Che fino a chi se li incula ancora. La storia per quanto vergognosa ed esecrabile sia stata non ci ha insegnato assolutamente niente, se non a rafforzare le difese del proprio sciovinistico paradiso privato ed alimentare la nostra smania di distruggere il prossimo per avere anche il suo. Ogni volta che qualcuno vede una possibile fonte di guadagno o di arricchimento prende e fa di tutto pur di assicurarsene il dominio così è e così sempre sarà. Una guerra è in assoluto uno dei più grandi e lucrosi investimenti economici che esistono. A partire dallaumento della fabbricazione di armamenti e mezzi, sia autorizzati che no, passando per la ricerca dei fondi spesso e volentieri garantiti dal commercio di droga o donati da stati che sfruttano il conflitto per motivi relativi alla propria economia arrivando sino al ramo forse più proficuo per il mondo occidentale: ogni conflitto, guerra, rivolta, mattanza, elezione, distonia ecc che avviene in un qualsivoglia paese esportatore di qualsiasi materia che non si trovi in occidente ma indispensabile per assicurarne il benessere, viene proposto, riproposto, discusso, trattato, pubblicizzato ed analizzato sino alla nausea da parte dei media. Prendete per esempio gli eventi degli ultimi anni. In Afghanistan le donne portano il burka e gli uomini tagliano le mani a chi ruba sin da quando i cristiani se andavano a spasso per le catacombe eppure salvo in rarissimi casi nessuno ne ha mai parlato, poi da quando due aerei han fatto boom sulle torri gemelle tutti ne hanno parlato per mesi e mesi, disgustati dallidea che in un modo moderno e libertario come il nostro le donne in certi posti non potessero andar in giro a mostrar culi e tette. In Cecenia si combatte ormai da quasi 10 anni e nessuno o quasi sapeva cosa vi stesse succedendo (alcuni miei coetanei addirittura ne ignoravano perfino lesistenza...) ma dopo la folgorante strage di mosca tutti ne parlano. E se la cosa si limitasse a questo il tutto non sarebbe affatto grave, o perlomeno lo sarebbe in minor modo. Infatti se vi sono guerre spalleggiate ed illuminate dai riflettori dellinformazione ve ne sono moltissime che vanno avanti nel silenzio più totale. Nessuno ne sa niente, nessuno se ne cura minimamente e così restano nellombra, avvolti in quellalone di indifferenza tipico delle cose che a detta di molti hanno unimportanza relativa, che potrebbero stancare lascoltatore o che potrebbero indignarlo mostrando gli oscuri meccanismi che vi si muovono attorno. Meccanismi che nel il più delle volte vedono implicate potenze economiche occidentali (ma guarda un po). Secondo i dati del Sipri di Stoccolma attualmente sarebbero in corso 24 diversi conflitti in 22 stati. Il calcolo di tali guerre segue una logica abbastanza triste e funerea. Si intende infatti per "conflitto" quella guerra o disputa che abbia realizzato c omplessivamente un minimo di millecento morti nellanno in esame (in questo caso loramai prossimo trapassato 2002). Scavalcando questa definizione e scendendo sotto il numero mortuario minimo proposto dal precedente sondaggio si consta che di conflitti ve ne sono più di 40, spesso interni ad uno stesso paese. Eppure se lo vai a chiedere all80% degli italiani ti rispondono che di guerre e stragi non ne sanno un cazzo .Il motivo? Semplicissimo, linformazione, generalmente in tutto il mondo ma da buon nazionalista prendo per esempio lItalia, attua delle selezioni preventive nel lancio delle notizie, motivo di queste compiacere lascoltatore e coloro che tengono le redini delle varie lobby economiche e non disperse per la penisola ed in generale in tutto loccidente. Limitandosi quindi allItalia, la notizia di una guerra o di un conflitto qualsiasi questo sia diventa tale solo se qualche buon patriota nostrano vi partecipa o, meglio ancora se vi muore. Linteresse di conseguenza è sempre maggiore per gli scontri nei quali lItalia è coinvolta, sempre minore per quelli in cui lItalia insieme ad altre nazioni innesta i propri interessi economici mantenendone le truppe ed intascandone i proventi, minimo per quelli in cui lItalia e loccidente in generale non è coinvolto per vari criteri come: nessun tipo di guadagno economico o politico, motivi interni allo stato (un po come dire chi se ne frega se la gente muore se tanto a noi non ne viene niente), la presenza o no di personaggi peone che si mostrano alla stampa inneggiando pace e solidarietà, spesso messi appositamente da altri stati in modo da averne ulteriori forme di guadagno o appoggio nei vari traffici parastatali(come droga, armi, petrolio ecc...) che in un modo o nellaltro vanno a gonfiare le tasche dello stato. Le guerre civili quindi passano in secondo piano davanti a quelli che sono i grandi scontri tra uno stato e laltro e lONU se ne sbatte altamente, anche se molte volte queste guerre causano un numero di morti orrendamente alto come per esempio in Congo(circa 3 milioni di morti dal 1997). Altro vergognoso caso di omertà nei confronti delle stragi garantite dal mondo occidentale lo si trova in Angola dove le varie fazioni in lotta sono direttamente mantenute ed aiutate dalle multinazionali straniere a causa del loro interesse per le varie miniere di diamanti ed i giacimenti di petrolio sottomarino. Stesso discorso per la Liberia la cui maggiore fonte di guadagno è il commercio di legname di cui l86% è in mano ai trafficanti di armi che vendendo d irettamente alle multinazionali del legname, fanno in modo di aver sempre i soldi necessari al mantenimento della guerra. Inoltre tale commercio essendo attuato senza alcun tipo di riguardo per lambiente danneggia in modo irreparabile la natura e lecosistema liberiano, considerato da molti uno dei tesori naturali più importanti della flora terrestre. Le guerre in questione quindi si basano su un circolo proprio che dona ricchezza a molti, noi compresi, ma proprio a causa di tale ricchezza, che in modo o nellaltro va mantenuta, scatena nuovi scontri. Sul versante parastatale invece gli esempi migliori ci vengono dallAfghanistan e dalla Colombia. Questultima per esempio è in assoluto la più grande esportatrice di cocaina al mondo. Cessato infatti il commercio di questa, terminerebbe di conseguenza anche il conflitto. Causa scatenate della quasi totalità dei conflitti è proprio il nuovo modo di gestire leconomia e le risorse della terra, ovvero lo sfrenato sfruttamento che viene attuato su qualsiasi tipo di materia considerata redditizia. Da tale situazione emerge di conseguenza una statica a dir poco ammutolente: il 90% delle risorse terrestri va a coprire i consumi del solo occidente, ovvero il 20% della popolazione mondiale. Il restante 80% va avanti consumando 1/9 di ciò che consuma luomo medio del primo mondo. Questa condizione che va sempre più aggravandosi porterà irrimediabilmente allesaurimento di quelle che sono gli utili terrestri in un tempo relativamente breve e calcolato leffetto imbuto di cui sopra accennavo si ha un quadro piuttosto indegno e turbato riguardo allinformazione odierna. Uninformazione soggetta come non mai ai bisogni ed al disinteresse delle istituzioni socio/politico locali. La soglia media dellattenzione per quelle che sono le problematiche mondiali è sempre più esigua, merito di questo una massa di trogloditi ritardati che si accontenta di apprendere le notizie dai titoli dapertura del TG4. Insomma negli ultimi dieci anni sono morti in guerra circa due milioni di bambini, sei milioni sono stati resi invalidi, mentre dal dopoguerra ad oggi sono morte circa 27 milioni di persone e 35 milioni sono i rifugiati. Il tutto naturalmente nel silenzio più assoluto. La mancanza di un informazione fondata ed indipendente aumenta lig noranza e la paura verso lesterno, fomentando le isterie nazionaliste ed il terrore di una guerra che ormai è gia scoppiata. Lapatia regna sovrana tra coloro che come se niente fosse continuano felici a starsene seduti, imboccati cucchiaiata dopo cucchiaiata dai druidi dellinformazione. Ma visto che tanto qui non vi sono pericoli di chiusura e lunico culo che ho da leccare è il mio ecco a voi una bella carrellata di alcune (e solo alcune) guerre attualmente combattute, alcune celebri ed altre sconosciute : ACEH: regione situata nel nord di Sumatra. Combatte per lindipendenza dallIndonesia dal 1976. La guerra nasce da motivi economici inerenti ai giacimenti di gas della regione. Lesercito governativo è incentivato ed appoggiato dalla Mobil, interessata alle risorse della regione. Si contano circa 50 mila morti. ALGERIA: dopo la vittoria del partito islamico alle elezione del 1992 lo stato è vittima di un golpe militare che ha piantato i semi per lattuale guerra civile. Morti 100 mila ANGOLA: guerra civile dal 1975. Alla base di questa il controllo delle miniere di diamanti e dei giacimenti marini di petrolio che fanno tanto gola alloccidente, garante indiretto del conflitto. Morti 1 milione BURUNDI: guerra civile dal 1962 tra le tribù Hutu e Tutsi. Morti 800 mila CECENIA: indipendente dalla Russia nel 1991, rioccupata da questultima nel 1994. Cause: il petrolio ed il gas di cui la Russia vuol diventare esportatrice. Morti 100 mila COLOMBIA: da 38 anni vi sta consumando la guerra civile tra governo, organizzazioni paramilitari e FARC(il fronte rivoluzionario locale). La guerra è causata soprattutto dal traffico di cocaina e dai proventi di questo. Attualmente non si hanno informazioni precise sul conto dei morti tuttavia si sa con sicurezza che sia le truppe paramilitari che il FARC utilizzano bambini per la propria guerriglia e che le forze ribelli tengono in ostaggio circa 800 persone. CONGO: guerra civile che i protrae dal 1997. In lotta per il petrolio cinque stati: Ruanda, Uganda, Angola, Namibia, Zimbabwe. Morti 3 milioni. Anche in questo caso la guerra è garantita e stipendiata dalle potenze occidentali. COSTA DAVORIO: dal 19 settembre 2002 il paese è vittima di violenti combattimenti, soprattutto nella capitale infestata dagli attentati. Molti politici sono stati uccisi ed altrettanti sono stati rapiti. Metà della popolazione è tuttora in mano alle forze militari. Non ci sono notizie adatte sul bilancio effettivo delle vittime, ma tanto chi se ne frega no? Al tempo eravamo tutti troppo impegnati a piangere per lanniversario del crollo delle torri gemelle. FILIPPINE: dal 1971 il sud del paese, ovvero la zona mussulmana, è in guerra con il governo di Manila. Morti 150 mila GEORGIA: dopo lindipendenza dallURSS ottenuta nel 1991, la regione dellAbkhazia tenta di ottenere lindipendenza. Si contano varie centinaia di morti. GUINEA BISSAU: in lotta contro il Senegal per lindipendenza. Dal 2001 i confini trai due stati sono stai militarizzati a causa delle continue incursioni da parte del gruppo indipendentista "Mouvement des Forces Democratiques de Casamance". I morti sarebbero centinaia. INDIA: implicata in più scontri, maggiore dei quali quello contro il Pakistan per il controllo del Kashmir. Il conflitto dura ormai dal 1948 causando la morte di cicca 70 mila persone. Entrambi gli schieramenti posseggono armamenti nucleari. Oltre a questa, lIndia si trova a dover combattere nelle proprie regioni settentrionali, di religione prevalentemente mussulmana, che chiedono lindipendenza INGUSCEZIA: indipendente dal 1991 dalla Russia ma ancora in lotta con questa e la Cecenia per via dei ricchi giacimenti di petrolio che vi si trovano. La Russia giustifica i propri attacchi riportandone le cause al mancato firmamento de nuovo piano federale russo del 1992. Non ci sono dati precisi sul bilancio delle vittime KURDISTAN: considerato da molti come una delle più grandi vergogne degli ultimi tempi. I curdi costituiscono un popolo senza patria, 30 milioni di persone divise tra Iraq, Iran, Turchia. La repressione verso costoro da parte dei vari stati è assoluta e la guerra ha causato finora 150 mila morti. LIBERIA: la guerra di liberazione contro il regime militare di Charles Taylor, regime garantito e assicurato dalle potenze del legname e dei diamanti occidentali, dura dal Luglio del 2000. Morti circa 250 mila (contando anche gli scontri precedenti iniziati nel 1989). MACEDONIA: dal 2001 è in corso una guerra tra il governo e lUck filo albanese che vuole lannessione di alcune zone del Kosovo allo stato. Non si hanno dati certi sul conto dei morti. NEPAL: Dal 1996 è in corso la guerra civile tra il partito maoista e la monarchia regnante. Circa 200 mila morti. NIGERIA: dal febbraio 2000 gli scontri tra mussulmani e cristiani sono ripresi. Alla base di questi lopinione generale tende a mettere lodio etnico e religioso trai due schieramenti. Le vere ragioni sono invece gli interessi delle varie multinazionali dei combustibili che appoggiano i vari schieramenti al fine di avere legemonia su quelle che sono le risorse e la manodopera della regione. BASCHI: conflitto ormai centenario esploso sotto il regime franchista. In lotta la Spagna ed il movimento autonomo dellETA. SENEGAL: conflitto nato dal precario equilibrio politico dello stato ed acuito dai vari moti indipendentisti delle proprie regioni periferiche, non si hanno dati certi sul conto delle vittime. SIERRA LEONE: dal 1991 la regione è divorata da unincessante guerra promossa dalle multinazionali occidentali del diamante a causa delle ricchissime miniere che vi si trovano. Dallinizio del conflitto un minimo di 30 mila persone sono state mutilate ed a ltre 100 mila sono morte. SRI LANKA: dal 1983 è in corso una guerra tra i ribelli Tamil stanziati a nord e di religione induista ed il governo di Colombo, buddista. I Tamil sono soprannominati "tigri" e svolgono azioni di guerriglia e terrorismo, attuato spesso con militanti suicidi tra cui anche bambini. Morti 70 mila e quasi un milione di profughi, quasi tutti Tamil. SUDAN: guerra civile tra i mussulmani ed i cristiani. Anche in questo caso la religione non è altro che una maschera per coprire i veri motivi del conflitto costituiti dal petrolio che si trova nella regione in questione. La guerra è appoggiata anche qui da multinazionali occidentali. Morte 1 millione e mezzo di persone. UGANDA: conflitto nato negli anni ottanta e non ancora terminato tra il governo ed i vari gruppi ribelli appoggiati dal Sudan. Pure in questo caso i motivi scatenanti il conflitto sono legati alle risorse del paese. Proprio un bel quadro di quella che è la situazione politica mondiale no? Ma scriverlo e basta non serve a niente, certo può far riflettere od aiutare a non dimenticare ma la cosa qui inizia e qui finisce. La colpa del silenzio in cui queste guerre si consumano è solamente nostra e non dico noi come occidente o primo mondo, ma noi come individui. Nessuno di noi pensa che indirettamente è lartefice ed il garante di tutto ciò. I prodotti e le comodità del nostro idillio sono dovute alla morte ed alla sofferenza di milioni di persone che vengono falciate dalla roncola del benessere occidentale. Ogni guerra odiernamente combattuta poggia i propri fondamenti sullapporto economico delle multinazionali interessate ad attingere alle risorse di una determinata regione per poi importarle in altri stati tenuti al giogo del proprio potere dove queste vengono lavorate, raffinate e confezionate. Infine il prodotto arriva a casa nostra e noi, spesso ignari della sua provenienza od indifferenti a questa, lo acquistiamo senza batter occhio. Ed il silenzio continua e come unombra copre tutto ciò che il pubblico non deve sapere, tutto quello che si pensa sia dannoso allimmagine di uno stato modello che divide i nostri occhi dalla verità con enormi muri di cemento fatti di menzogne. Si fanno trattati sui nuovi armamenti e si pone il divieto di utilizzarli solo per infrangerli nel più totale disprezzo. Esempio lampante di tutto questo lo si trova nella strage del teatro di Mosca occupato dai terroristi ceceni. Il gas venefico con cui i russi hanno ucciso buona parte dei terroristi (e centinaia di ostaggi civili) probabilmente è uno dei tanti che verranno ritrovati nei magazzini di armi batteriologice del dittatore di Bagdad Saddam Hussein quando gli USA (che per giunta ne hanno incoraggiato luso contro lIran) e lONU inizieranno la loro ispezione. Ispezione giustificata dal fatto che le armi venefiche in possesso di Saddam non rispettano i trattati delle convenzioni internazionali. Ma quando ad usarle è stata la Russia nessuno ha detto nulla, quindi calcolando che armi analoghe sono in possesso di molti altri stati come gli USA(che come del resto la Russia medesima è una delle massime promotrice della messa al bando delle armi batteriologice), il controllo e la distruzione che ne seguirà non ha alcun senso se fatta sotto il drappo della salvaguardia del mondo. In parole povere ciò che è vietato a tanti è invece concesso a pochi. Gas Nervini, antrace, botulino, vaiolo, peste ecc...il nuovo volto della guerre. Un volto che ha abbandonato le appariscenti esplosioni che tingevano i cieli di rosso e si è mostrato come un sibilo quasi impercettibile, che uccide dallinterno filtrando attraverso non più tute mimetiche o giubbotti antiproiettile, ma dentro il nostro organismo, intaccandolo e corrodendolo. Ecco le nuove armi di distruzione di massa: le bombe chimiche e biologiche di cui tutti parlano ma nessuno sa veramente niente. Innanzi tutto partiamo col dire che tali armi sono molto più semplici da fabbricare e molto più economiche di qualsiasi atomica esistente. Ecco perché molti stati, anche non particolarmente ricchi o in via di sviluppo possono benissimo permettersele. Le bombe chimiche contengono sostanze in grado di ferire, uccidere o paralizzare chi ne entra in contatto. Tali sostanze vanno dai gas nervini sino a quelli vescicanti in grado di ustionare le pareti della vescica e dei polmoni. Vi sono anche agenti chimici asfissianti, accecanti, altri che bloccano lafflusso di sangue al cervello ed altri ancora che provano deliri, allucinazioni, svenimenti, convulsioni, interruzioni o mutamenti di tutti i sistemi sensitivi e così via. Le bombe biologiche invece sono costituite da microrganismi che causano varie malattie infettive che possano continuare la propria azione di contagio anche molto tempo dopo il lancio della bomba. Alcuni di questi batteri sono ad esempio lantrace, la peste, il vaiolo e via discorrendo visto che volendo qualsiasi tipo di malattia infettiva potrebbe assurgere al ruolo di bomba biologica. I motivi dellattuale interesse per tali ordigni va ricercato negli avvenimenti dellanno scorso. Prima dellattentato alle Torri Gemelle se andavi da uno a chiedergli cosera lantrace quello se ne stava zitto od al massimo, se era mezzo metallaro ti diceva che era il nome degli ANTRHAX(yeah) tradotto. Ora invece ne parlano tutti, ma sfortunatamente tali armi sono sempre esistite e nessun vertice incluso quello di Ginevra ne terminerà la vita. Nel 1993 è stato per lappunto stillato un trattato che impone la distruzione di tutti gli arsenali non convenzionali presenti nei vari stati, gli USA han fatto finta di disfarsene, la Russia ha chiesto la proroga al 2012 per eliminare le sue 50 mila tonnellate di armi batteriologice e molti altri stati non hanno nemmeno firmato. Parla re di sicurezza in campo militare quindi mi sembra abbastanza aberrante ed è inutile che la TV ci rimpinzi la testa con atti eroici e tentativi di far rispettare quel barlume di giustizia di cui loccidente si fa portavoce. LONU aiuta chi gli pare, la NATO dice voi fate questo, ci date questo, noi stanziamo delle truppe per controllare che voi lo facciate ed in caso che non rispettiate le nostre richieste vi attacchiamo perché costituite una minaccia. Intanto i politici se ne stanno belli comodi sulle loro poltrone ad assistere allevoluzione dei mercati di morte ed a contare i soldi che ingrossano le loro tasche. Frattanto le bombe, virtualmente inesistenti, riposano nella polvere degli arsenali, sino a quando qualcuno, magari frustrato a causa dellinsoddisfazione sessuale della propria vita ed inaccazzato per via dei baffi troppo folti o per i salatini troppo saporiti, dopo aver pisciato in bocca allennesima troia che terrà in caldo con la fica in mostra sino a quando non succederà qualche casino che minerà limmagine dello stato che rappresenta, si alzerà dal letto, si sparerà un bel pippone, berrà la bottiglia di Gin della vecchia e premerà quel pulsante che ci assicurerà unagiata vita con la testa chiusa in una maschera antigas ed i muri spessi 4 metri per non far filtrare alcun virus. GIULIO |