Editoriale
Crescita Economica, Picco di Produzione e Prezzo del Petrolio
15 gennaio 2006
A che punto siamo? Dove siamo arrivati in quel processo dinamico lungamente annunciato che
dovrebbe vedere un Picco di produzione degli idrocarburi e parallelamente l'inizio di una
recessione globale?
Il Picco è già passato? Cosa succederà ora? La benzina costerà 2 euro al litro? O 3? O 4?
Le domande che mi sento rivolgere testimoniano la sempre maggiore attenzione sul tema
dell'esaurimento delle risorse energetiche. La coscienza del Picco diventa sempre più
diffusa, ma insieme ad essa c'è una scarsa comprensione del fenomeno sottostante: un
fenomeno dinamico, in cui la struttura dell'interazione tra le variabili che osserviamo
è più importante dei valori che assumono di volta in volta le variabili stesse.
Sembra un'affermazione esoterica, eppure il maggiore contenuto informativo del processo,
rispetto allo stato, è una verità consolidata nei processi ecologici, e proprio un processo
ecologico è il sistema Umanità - Gaia - produzione di beni - consumo di energia.
Proviamo a fare un esempio. Una coppia di erbivori, poniamo due caprioli, arrivano per caso
su un'isola boscosa, disabitata, un paradiso per caprioli. I due mangiano in abbondanza e
si riproducono, e così i loro figli, e poi i nipoti, e presto l'isola pullula di caprioli felici.
In questo ecosistema ci sono almeno due processi distinti: più caprioli ci sono, più caprioli
possono nascere; ma più caprioli ci sono, meno ogni capriola ha da mangiare, e quindi fa meno
figli. Se l'ecosistema avesse solo questi due processi, raggiunto un certo numero di caprioli questi processi si
equilibrerebbero, nascerebbero tanti caprioli quanti ne muoiono, e avremmo raggiunto un
equilibrio, o stato stazionario.
Se un osservatore all'inizio del processo fosse stato in grado di comprenderne la struttura,
avrebbe potuto prevederne l'esito: la popolazione si stabilizzerà. Ma non avrebbe potuto dire
quale numero di caprioli ci sarebbe stato alla fine sull'isola. Sapere il numero di caprioli in
un dato momento non avrebbe dato informazioni su quanto tempo mancava alla stabilizzazione finale.
Proviamo ora a vedere quanti processi sono coinvolti nella dinamica del sistema estrazione di
petrolio-produzione di beni:
1 - la domanda di petrolio cresce con il crescere della produzione di beni e decresce con
l'aumento del prezzo del petrolio;
2 - il prezzo del petrolio cresce con il crescere della domanda e decresce con il crescere
dell'estrazione;
3 - l'estrazione di petrolio cresce al crescere del prezzo e decresce al decrescere dei giacimenti;
Se non ci fosse l'ultimo processo, cioè che l'estrazione di petrolio dipende dalla quantità
presente nei giacimenti, sarebbe possibile avere uno stato 'stazionario', con un prezzo fisso
a un valore tale da garantire un aumento costante sia dell'estrazione che della domanda
dipendente da un'aumentata produzione di beni. Ma purtroppo i giacimenti sono limitati.
Cosa succede dunque quando i giacimenti non riescono più a supportare l'aumentata domanda?
Si crea uno squilibrio tra domanda e offerta che fa salire i prezzi. L'aumento dei prezzi
rallenta la produzione di beni, quindi la domanda di petrolio, e aumenta l'estrazione,
che però accelera l'esaurimento dei giacimenti.
Alla fine si crea un nuovo stato stazionario, in cui un nuovo prezzo fisso, molto più alto
del precedente, riduce costantemente sia la domanda che l'offerta: meno petrolio, più caro,
e riduzione progressiva della produzione di beni.
E questo sta già succedendo? No! Infatti l'estrazione sta ancora aumentando, e il prezzo sta
ancora salendo. Come nel caso dei caprioli sull'isola, non è facile sapere in quale punto il
processo si stabilizzerà, cioè nel nostro caso a quale prezzo l'estrazione mondiale di petrolio
comincerà a declinare. In queste pagine, in un editoriale del giugno 2004,
stimammo a 60$ al barile la soglia di recessione. Eravamo in errore! La domanda di petrolio sta
continuando a crescere anche con prezzi superiori. Stimammo una riduzione della domanda mondiale
e una conseguente recessione già per il 2005. In realtà, la crescita economica sta rallentando,
ma non abbastanza da ridurre la domanda di petrolio globale, né conseguentemente il prezzo.
L'osservatorio economico Goldman-Sachs ha stimato in 105$/barile la soglia di recessione, cioè
il prezzo tale da far diminuire la domanda globale. E' una stima autorevole, ma pur sempre una
stima. Per una identificazione più certa del Picco, conviene osservare i processi, non le cifre.
Se osserviamo i processi, anche tenendo conto delle lezioni del passato, possiamo ricavare le
seguenti 'regole' per identificare l'avvenuto Picco di produzione:
1 - l'estrazione dev'essere in declino;
2 - il prezzo dev'essere più alto di analoghe fasi di declino precedenti, o più alto a parità
di livello di estrazione globale con epoche precedenti;
La prima regola è ovvia, ma la seconda è necessaria per evitare di classificare come Picco
qualsiasi riduzione momentanea della produzione. Ad esempio, a fine anni '90 una crisi economica
di natura finanziaria nelle 'tigri asiatiche' causò una riduzione della domanda di petrolio a
livello globale, di tale entità da causare una diminuzione dell'estrazione. Ma anche il prezzo
crollò, perché la diminuita estrazione era causata da variabili economiche, e non da sovrasfruttamento
dei giacimenti. Ancora, a fine anni '70 la rivoluzione in Iran e la conseguente guerra con l'Iraq
causarono un crollo dell'estrazione, quindi dell'offerta di petrolio, che determinò un'esplosione
dei prezzi, che causò a sua volta una diminuzione della produzione globale di beni, una recessione.
Ma anche in questo caso, finita la guerra e cominciata l'estrazione nel mare del Nord, i prezzi e
l'estrazione tornarono al livello precedente. Erano stati fenomeni politici, non geologici,
a determinare il crollo dell'estrazione globale di petrolio.
Cosa impariamo da queste considerazioni? Che fino a diversi anni dopo che sia cominciata una
riduzione dell'estrazione globale di petrolio, accompagnata da prezzi relativamente alti, non
si può essere certi di trovarsi di fronte a un Picco genuino, cioè irreversibile.
Ma sappiamo anche che non conta tanto se il Picco porterà con se prezzi di 80 o 150$/barile,
se alla fine l'estrazione globale di Picco sarà 88 o 120 milioni di barili al giorno. Quello che
conta è che presto dovremo imparare a fare con meno petrolio, che nessun sistema orientato a una
crescita durevole può basarsi su risorse non rinnovabili, e che di conseguenza presto entreremo
in una fase di recessione o decrescita.
L'attuale crisi di aumento dei prezzi potrebbe non essere l'ultima prima del Picco. Forse è la
penultima, o, se siamo molto fortunati, la terzultima. Ma in ogni caso il tempo stringe. E' il
processo sottostante, non il fatto che si scopra un nuovo giacimento o che si riduca l'Iraq
all'obbedienza, a determinare l'ineluttabilità del Picco e le sue conseguenze.
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