Il plenipotenziario del nuovo circuito carcerario che diventa operativo (vedi art. 90)
Nato a Saluzzo il 27 settembre 1920, Carlo Alberto Dalla Chiesa è un figlio d’arte: il papà Romano è ufficiale dei Carabinieri, il fratello Romolo pure.
Dal 1966 al 1973, come colonnello, ha il Comando della Legione di Palermo.
Dall’ottobre 1973, ormai promosso generale, comanda la Brigata di Torino, e nel 1974 diviene Comandante della Regione Militare di Nord-Ovest, con giurisdizione su Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria.
Nel maggio 1974, una rivolta dei detenuti del carcere di Alessandria, che hanno preso alcuni ostaggi e vogliono trattare con l’amministrazione carceraria il miglioramento delle condizioni di vita carcerarie, viene stroncata dallo stesso Dalla Chiesa e dal procuratore generale di Torino, Carlo Reviglio Della Veneria (poi insignito, il 1º luglio 1976, del titolo di Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana). I due ordinano un intervento armato che si conclude con sette morti (due detenuti, due agenti di custodia, il medico del carcere, un insegnante e una assistente sociale) e quattordici feriti.
Ancora nel maggio di quell’anno, Dalla Chiesa crea una nuova struttura antiterrorismo, denominata Nucleo Speciale Antiterrorismo, con base a Torino. Nel settembre 1974, a Pinerolo, il Nucleo riesce a catturare i brigatisti Renato Curcio e Alberto Franceschini, grazie anche alla determinante collaborazione di Silvano Girotto, detto “frate mitra”. Nel 1976 il Nucleo Antiterrorismo viene sciolto, a seguito di una serie di critiche ricevute per i metodi impiegati. Da lì in poi, Dalla Chiesa presterà sempre molta attenzione a garantirsi le coperture politiche necessarie.
Nel 1977 è nominato Coordinatore del Servizio di Sicurezza degli Istituti di Prevenzione e Pena e, passato al grado di Generale di Divisione, il 9 agosto 1978 ottiene poteri speciali per diretta determinazione governativa e viene nominato Coordinatore delle Forze di Polizia e degli Agenti Informativi per la lotta contro il terrorismo, sorta di reparto operativo speciale alle dirette dipendenze del Ministro dell’Interno Virginio Rognoni.
In questa veste organizza una vera e propria controguerriglia urbana, basata su princìpi ch’egli stesso avrebbe successivamente esplicitato: “I nostri reparti dovevano vivere la stessa vita clandestina delle Brigate Rosse. Nessun uomo fece mai capo alle caserme: vennero affittati in modo poco ortodosso gli appartamenti di cui avevamo bisogno, usammo auto con targhe false, telefoni intestati a utenti fantasma, settori logistici ed operativi distanti tra loro” (http://www.carabinieri.it/arma/curiosita/non-tutti-sanno-che/d/dalla-chiesa-carlo-alberto).
Tra la fine del 1979 e l’inizio del 1980 organizza l’arresto e il “pentimento” di Patrizio Peci ed è il principale responsabile della strage di via Fracchia (28 marzo 1980).
Dopo avere tenuto a Milano, dal dicembre 1979 al dicembre 1981, il comando della Divisione Pastrengo, struttura chiave del controllo militare sul Nord Italia e crocevia di innumerevoli trame legate alla Strage di Stato e alla P2, nel 1982 giunge alla (allora) massima carica per un carabiniere: vice Comandante Generale dell’Arma.
Irruzione al carcere di Alessandria: Corriere della sera 10 Maggio 1974