[1973] La rivolta nel carcere di Pescara e il processo che ne seguì

Imputati del processo di PescaraIl processo di Pescara, celebrato dal 18 settembre al 31 ottobre 1973 contro 50 detenuti colpevoli, secondo l’accusa, di aver dato luogo a una violenta protesta contro lo stato dell’attuale sistema penitenziario, si è trasformato ben presto in una denuncia delle responsabilità avute dalle autorità governative per il mancato accoglimento delle richieste dei detenuti. L’avvocato difensore discute la linea politica adottata dalla difesa, la quale è riuscita a far ridurre i 110 anni complessivi richiesti dal pubblico ministero a 9 anni per il solo reato di danneggiamento e a conseguire l’assoluzione per il reato di resistenza aggravata.

MATERIALI:

Dichiarazione degli imputati al processo di Pescara

da “Ci siamo presi la libertà di lottare. Il movimento di massa dei detenuti da gennaio a settembre ’73”, Edizioni Lotta Continua

G. Spazzali Il processo di Pescara

da “La zecca e il garbuglio. Dal processo allo Stato allo Stato dei processi“, Machina libri, Milano, 1981

Lotta Continua 7/8/1973

l’Unità 19/9/1973

[1976] Processone di Torino 1 – Il processo guerriglia

101_DiariodiUnProcessoGuerriglia Il processo guerriglia: gli imputati non si difendono ma attaccano.

Il processo che si apre alla Corte d’Assise di Torino il 17 maggio 1976 vede 46 persone accusate principalmente del seguente capo d’imputazione:

«Per aver organizzato una banda armata denominata Brigate Rosse avente per fine la soppressione violenta degli ordinamenti politici, economici e sociali dello Stato italiano, elaborando un programma generale politico di attacco al cuore dello stato»

In apertura di processo, però, avviene un fatto imprevisto: uno degli imputati, Maurizio Ferrari, legge a nome di tutti gli imputati un comunicato scritto:
«Ci proclamiamo pubblicamente militanti dell’organizzazione comunista Brigate Rosse, e come combattenti comunisti ci assumiamo collettivamente e per intero la responsabilità politica di ogni sua iniziativa passata, presente e futura. Affermando questo viene meno qualunque presupposto legale per questo processo, gli imputati non hanno niente da cui difendersi. Mentre al contrario gli accusatori, hanno da difendere la pratica criminale, antiproletaria dell’infame regime che essi rappresentano. Se difensori dunque devono esservi, questi servono a voi egregie eccellenze. Per togliere ogni equivoco revochiamo perciò ai nostri avvocati il mandato per la difesa, e li invitiamo nel caso fossero nominati di ufficio, a rifiutare ogni collaborazione con il potere. Con questo atto intendiamo riportare lo scontro sul terreno reale, e per questo lanciamo alle avanguardie rivoluzionarie la parola d’ordine: portare l’attacco al cuore dello stato.»

 

B.R. Diario di un Processo Guerriglia

[Il processo alle Brigate Rosse: Brigate Rosse e difesa d’ufficio: documenti (Torino, 17 maggio 1976 – 23 giugno 1978) / Emilio R. Papa

Avvocato! (film)

La rivolta narrativa]

[2005] Avvocato!

Film promosso dall’Ordine degli Avvocati di Torino

RaiTrade, 2007, regia di Marco Bronzino

Sinossi:

Nel 1976, l’avvocato Fulvio Croce, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Torino, assunse, contro il loro volere, la difesa d’ufficio di alcuni membri delle Brigate Rosse che stavano conducendo un “processo di rottura” delle forme giuridiche e avevano quindi ricusato il collegio di difesa. Il 28 aprile 1977, cinque giorni prima della data fissata per l’udienza del processo, le Brigate Rosse uccisero l’avvocato. A 35 anni di distanza, il video riflette sul ruolo dell’avvocato, sia nel processo penale, sia nel processo civile con una documentata ricostruzione di quegli eventi.

Avvocato (presentazione del film)

Il processo guerriglia ]