Platone ragionava dellamore avendo una concezione dellessere che non corrisponde veramente allesperienza di chi ama. Chi ama sa che cè altro, perché ne dipende e ne dipende la sua felicità; Platone pensa allessere come uno, immutabile e beato, autosufficiente, e pensa allamore come a un mezzo per elevarsi a un essere così inteso. Tra questa concezione e quella esperienza, il tramite è costituito dalla nozione di possesso. Il filosofo inaugura così la metafisica patriarcale che concepisce la relazione non nei termini di uno scambio ma nei termini di una appropriazione di una proprietà, tra un soggetto e un oggetto (di desiderio, conoscenza, azione). così si spenge la creatività dellessere. Il possesso dellaltro fissa il desiderio e fissa il senso dellessere, mettendo fine allo scambio aperto dal senso di mancanza.
Diotima, la maestra di Socrate, insegnava tuttaltra cosa, e cioè che lamore, per chi ama, non è un mezzo per arrivare alla scienza del bene, del bello e del vero, perché lamore, vagabondo, mediatore e mendicante, è esso stesso quella scienza; e che lessere non è né uno né due, ma passaggio. Amore per lei era passaggio ad altro, riconoscimento dellaltro, relazione, era mancanza accettata, era apertura, andirivieni, accadimento, precarietà, contingenza, era attesa ed irruzione daltro. Questo è lessere, secondo lintelligenza damore dei testi della mitologia mistica femminile, la capacità di agire efficacemente facendo riposare la volontà, la nostra povera, buona volontà che lavora da più di duemila anni ed è esausta, e facendo lavorare al suo posto il desiderio, per il quale lavorare non è più faticoso che giocare per le creature bambine.
Le condizioni perché il desiderio possa così lavorare sono quelle di una pratica politica ben trovata. La storia del movimento delle donne è la storia delle sue pratiche, che hanno tutte in comune due tratti: il partire da sé e il primato della relazione, che fa dellaltro non un opposto a sé, non un oggetto di conoscenza e volontà, ma il termine di una relazione di scambio in cui il sapere nasce e la volontà va in vacanza uscendo da sé per far posto allaltro, come accade nella relazione che dà vita a una nuova vita. Lesporsi agli incontri e ai rapporti diventa così fonte di esistenza libera. Per quello che di sé cambia in quella esposizione. Perché non cè altro modo di cambiare le cose che essere disposti al cambiamento di sé, e il paradigma perenne di questa disponibilità è linnamoramento. Lamore che vuole essere allaltezza ma non teme di essere trovato mancante, e converte il piombo di una insopportabile dipendenza nelloro di una mancanza accettata che apre la porta allaltro.