Nelle giornate del 24 e 25 aprile a Milano, si è tenuto il seminario, organizzato dall'Unione Sindacale Italiana, sulle "Pensioni Autogestite".

L'incontro ha visto anche la partecipazione di un esperto del Caes (Consorzio Assicurativo Etico e Solidale). Scopo del seminario era quello di esplorare la possibilità per l'USI di gestire i flussi finanziari che la legge destina ai fondi pensione (Tfr, contributi in esenzione fiscale del datore di lavoro e del lavoratore) per garantire sia un corretto ritorno pensionistico al lavoratore, sia il finanziamento di iniziative imprenditoriali legate a principi ed organizzazioni libertarie.

La discussione ha evidenziato alcuni punti su cui vi è stata una sostanziale convergenza delle opinioni dei partecipanti:

- la situazione dei fondi pensione in Italia è ancora di estrema arretratezza. I fondi pensione sono stati creati e modificati in occasione dei diversi interventi di taglio delle pensioni pubbliche realizzati da vari governi (Amato 1993, Dilli 1995). Non hanno avuto un vero successo tra i lavoratori, al punto da deludere le attese di banche e compagnie di assicurazione: nel 1995, in occasione della riforma Dini, si stimava che nell'arco di 10 anni i fondi pensione avrebbero gestito 100 mila miliardi di lire. Alla fine del 2003 gli asseti dei fondi pensione (sia negoziali, sia aperti) erano di poco superiori ai 12 mila miliardi di Euro!

- Inoltre, le norme attuali determinano la presenza di numerosi intermediari (fondo pensione, gestore finanziario, società di service amministrativo, banca depositaria) che comporta costi aggiuntivi.

Questi ultimi hanno dato il loro contributo ai negativi risultati realizzati dai principali fondi pensione negli ultimi anni.

- In aggiunta, ai fini della valutazione dell'ipotesi di lavoro alla base del seminario, occorre specificare che la normativa che regola gli investimenti realizzabili nell'ambito della gestione di un fondo pensione sono talmente restrittive che rendono praticamente impossibile procedere, per questa via, al finanziamento di iniziative economiche autogestite.

- Una possibile strada potrebbe delinearsi in futuro con la costituzione di un fondo etico gestito da Banca Etica. Per questa via sarebbe, forse, possibile riuscire a creare uno specifico comparto dedicato ai versamenti dei lavoratori dell'USI. L'utilizzo delle risorse afferenti a tale sotto fondo potrebbero poi essere concordati con Banca Etica, sempre però all'interno della normativa di riferimento, per cui si stima che la quota riversabile su iniziative libertarie non supererebbe il 20% del totale delle risorse

- Per quanto riguarda forme di autogestione delle pensioni si sono delineate varie ipotesi (banca del tempo, fornitura di servizi, case di riposo). Tuttavia permane il problema relativo al finanziamento di queste ipotesi, connesso con il fatto che operare su queste tematiche, su un orizzonte temporale lungo, richiede un'estrema attenzione e affidabilità, per non lasciare i futuri pensionati scoperti dai servizi per cui hanno versato contributi.

- Diverso è il quadro che caratterizza il finanziamento di iniziative economiche di natura libertaria (o portate avanti da organizzazioni libertarie). Il suggerimento del rappresentante di Caes è stato quello di costituire una Mag (mutua autogestita) e procedere alla raccolta di fondi da utilizzare per finanziare progetti di piccola imprenditoria. Il capitale necessario alla costituzione di una Mag è di circa un miliardo di vecchie lire. A tale capitale contribuirebbero altre Mag, facilitando così il raggiungimento di tale cifra. Tuttavia si sono manifestate diverse perplessità sull'attuale capacità dell'USI di riuscire a mobilitare tale ammontare di risorse. Vi è poi un'altra questione di fondo: prima di raccogliere risorse, ammesso che si riesca a farlo, è necessario avere chiaro quali progetti si intende finanziare. Sarebbe quindi opportuno che, come passo propedeutico, si riuscisse ad elaborare un certo numero di progetti documentati e credibili, sulla base dei quali attivarsi per il reperimento delle risorse necessarie.

Un'ipotesi alternativa sarebbe quella di identificare una Mag esistente e prenderla come riferimento per il versamento dei risparmi dei singoli aderenti all'USI.

Toni lero