Marcha nacional por la salud
7 marzo 2002
La Central de Trabajadores Argentinos (CTA) dopo una riunione a cui
hanno partecipato 500 delegati provenienti da tutto il paese, ha
deciso giorni fa di lanciare un piano di lotta su scala nazionale. Il
Presidente Duhalde, dichiara il segretario della Central, favorisce
uno straordinario processo di trasferimento di guadagni, attraverso le
vie della svalutazione e della pesificazione, dalla società e
dai lavoratori verso una stretta cupola impresariale, agevolata dal
modello economico che l'attuale governo argentino sostiene.
Dunque un piano di lotta nazionale. La prima tappa di questo piano
oggi ha visto la partecipazione alla marcia nazionale per la salute
del popolo, che ha raggruppato una serie di soggetti e singoli in
lotta, della provincia di Buenos Aires e della città stessa.
La CTA ha fatto fronte comune con i lavoratori metallurgici, i
lavoratori della stampa, docenti, personale ospedaliero e medici,
sindacati, commercianti e alcune organización politiche come MST-
Izquierda Unida (che ha offerto un saggio del periodo di crisi che
attraversa, così come tutte le possibili organizzazioni
partitiche della sinistra, racimolando dietro lo striscione una
trantina di manifestanti).
Nella Piazza del Congresso dunque si è raggruppato questo primo
spezzone, che ha atteso a lungo la parte più corposa della
manifestazione che ha raccolto decine di milgiaia di persone: una
carovana di lavoratori delle fabbriche, proveniente da Villa
Costitucion, che ha impiegato tre giorni per arrivare nella Capitale.
I metallurgici lungo il percorso hanno inglobato nel proprio corteo i
piqueteros, i gruppi organizzati di disoccupati, tantissime famiglie
della Matanza (uno dei quartieri di Buenos Aires maggiormente povero e
in lotta), lavoratori e fruitori di mense popolari, la mensa per
bambini della Boca, e la CCC, altro gruppo operaio a cui fanno capo
centinaia di disoccupati.
Per tutti la parola d'ordine di oggi è stata
"Unione! e basta alle stupide divisioni!". Tutti sono
scesi in piazza per chiedere che la salute del popolo argentino sia ai
primi posti dell'azione di governo, che si spenda di più
e contemporaneamente si ponga un freno alle privatizzazioni nel campo
ospedaliero. Le notizie che provengono da diversi istitui di cura sono
drammatiche. Ci sono ospedali con personale che da mesi lavora senza
stipendio, sale operatorie che devono restare chiuse per mancanza
degli strumenti necessari, istituti per la cura di handicappati e
malati di mente che registrano la perdita di peso di tanti pazienti,
ormai da giorni alimentati poco e male.
Il padre del ragazzo che mi ospita qui a Buenos Aires lavora
all'Università privata del Salvador. è titolare di
una cattedra di odontología e guadagna 100 dollari al mese.
Ci sono pediatri che operano bambini con un compenso di cinquantamila
lire.
I prezzi delle medicine più comuni sono lievitati nei primi due
mesi dell'anno, così come gli alimenti.
Questo per dirlo con frasi semplici perchè c'è
poco da girare intorno a milioni di persone che patiscono la fame
giorno dopo giorno in condizioni peggiori.
Questa è l'Argentina di oggi, e questa è l'Argentina che oggi tanti vorrebbero cambiare.
Oggi non c'erano le cacerolas, non c'erano la classe media
e i risparmiatori. Famiglie intere, uomini donne e bambini
poverissimi, sembravavno anni luce lontani dalle alte sfere politiche
che in questi giorni trattano strenuamente con gli yankees del Fundo,
che a loro volta non avrebbero intensione di concedere più un
peso al paese in crisi. E meno male.
Il vostro inviato a Buenos Aires,
garabombo
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