A scuola di crisi
8 marzo 2002
Lunedi scorso è cominciato il nuovo anno scolastico per bambini
e ragazzi argentini di ritorno dalle vacanze estive.
Il 59% dei ragazzi in età da frequentanti un istituto
scolastico vive al di sotto della soglia della povertà. Il
primo giorno di scuola c'è stato uno sciopero degli
insegnanti che hanno protestato per le condizioni proibitive in cui
dovranno fare lezione in 7 delle 14 provincie dell'Argentina.
Il problema fondamentale risulta l'impoverimento degli alunni e
il susseguente tasso elevato di abbandono della scuola soprattutto
per il ciclo secundario (il nostro liceo più o meno).
L' obbiettivo degli insegnanti nella loro giornata di sciopero
è stato quello di cercare di far fronte comune con i genitori
degli alunni in modo da raggiungere una maggiore forza nelle
rivendicazioni da sostenere presso il governo. E' una presa di
coscienza generale che in questa situazione di crisi se si lascia
andare a rotoli anche quel che rimane della scuola pubblica
l'Argentina vedrà soffrire ancora più bambini per
le strade, ma si troverà anche con delle classi in cui gli
alunni sono quotidianamente alle prese con la fame, la povertà,
la disperazione della propria famiglia, insomma un clima per cui lo
stesso andare a scuola potrebbe risultare praticamnete inutile.
Gli insegnanti hanno reclamato che si inserisca nel piano di spesa
sociale dell'anno 2002 anche il pagamento degli stipendi
arretrati e si sono ancora una volta opposti al fatto che i loro
stipendi vengano pagati in buoni (è incredibile ma qui
c'è gente che lavora da mesi senza ricevere un peso e il
governo gli ha proposto di accettare, con una dilazione di un paio di
anni, dei buoni alimentari, da spendere al supermercato, ristoranti,
etc.).
Altro reclamo importante riguarda le borse di studio, che già
l'anno passato erano state sospese in parte, per mancanza di
fondi. La soppressione definitiva di gran parte delle borse di studio
eleverebbe di molto il numero di studenti che impossibilitati a
seguire i corsi rinuncerebbero all'iscrizione alla scuola.
Fin qui parliamo di soldi, ma non c'è solo questo da
tenere in considerazione: la vera tragedia è che molti bambini,
soprattutto i più piccoli arrivano a scuola mal nutriti,
nettamente sotto peso rispetto ad una condizione di salute
accettabile. Come potrebbero spendere i soldi per dei libri quando
neanche mangiano? E soprattutto come è possibile che in una
situazione del genere il prezzo dei libri scolastici sia lievitato? I
funzionari dello stato hanno trovato una soluzione: hanno chiesto ai
docenti di sospendere il lavoro sui libri, in modo da alleviare il
peso economico della scuola per le famiglie più povere!
Veramente geniale.
In molti edifici il numero di studenti è sensibilmente
diminuito, alcuni hanno dovuto perfino chiudere. Anche le scuole
private, colpite alla stessa maniera dalla crisi del paese hanno visto
ridurre il numero di iscritti sensibilmente, tantopiù che per
accedere ai corsi di una scuola privata bisogna pagare una retta
annuale che oggi tante famiglie non possono permettersi più.
Paradossalmente grazie alla crisi avverrà un fluido
rimescolamento delle fascie sociali che frequentano le scuole
pubbliche; ovvero nella stessa scuola andranno bambini la cui famiglia
vive ben al di sotto della soglia di povertà e bambini della
medio alta borghesia di una volta, che oggi suo malgrado è
costretta a mandare i figli ad una scuola dove non si paga nemmeno un
peso per accedervi.
L'abbisso culturale che divide le varie fascie sociali certo non
può essere ridotto grazie alla crisi economica.
Cosa avverrà?
Il vostro inviato a Buenos Aires,
garabombo
torna all'indice
|