05/04/2004
2004ko Aberri Eguna, Manifesto del sindacato LAB
Le lavoratrici e lavoratori baschi motore del processo soberanista,
su un modello sociale alternativo
Ogni anno il giorno dell'Aberri
Eguna riaffermiamo e celebriamo la nostra identità come nazione
e la volontà di configurare il nostro futuro come comunità
nazionale compiuta. Oggi, ancora, l'Aberri Eguna deve continuare a rivestire
un carattere eminentemente rivendicativo di fronte ad un quadro politico
imposto dagli Stati spagnolo e francese che si scontra coi principi
democratici più elementari e nega a questo paese la condizione
di identità politica con diritto a decidere il suo futuro.
Da questa premessa, ci troviamo davanti ad un contesto segnato dai risultati
delle elezioni generali statali in Hego Euskal Herria e le cantonali
e regionali celebrate in Ipar Euskal Herria. Un contesto che, egualmente,
si è visto scosso dai tragici fatti del 11-m e le morti di Angel
Berrueta e Kontxi Sanchiz, vittime della politica di criminalizzazione
sviluppato dal Governo spagnolo contro la sinistra indipendentista basca.
Benché sia palpabile l'allegria che ha causato nella maggioranza
della società basca la sconfitta del PP e si estende una certa
sensazione che possiamo trovarci davanti ad alcune nuove aspettative,
la cosa reale ed oggettiva è che il PSOE, salvo un certo aspetto
dialogante ed alcune dichiarazioni contraddittorie, non ha mostrato
nessuna indicazione politica solida che permetta di scorgere un cambiamento
rispetto al modello di stato o una volontà di affrontare le radici
del conflitto politico tra Euskal Herria e lo Stato spagnolo. La sua
offerta di riforma statutaria è, un'altra volta, una forma per
ignorare le radici del conflitto e cercare di condizionare il processo
politico aperto in questo paese con l'accordo di Lizarra-Garazi che
segnò con chiarezza le basi per un'autentica transizione democratica
in Euskal Herria: Euskal Herria deve avere la parola e la decisione.
Ugualmente, nello Stato francese il danno della destra francese ed il
flusso elettorale del PSF non è sostentato in un cambiamento
politico reale che possa aprire un nuovo orizzonte alle rivendicazioni
delle cittadine e cittadini baschi.
Per quel motivo, davanti alle intenzioni che si percepiscono nel piano
Ibarretxe o davanti alle allusioni di dirigenti del PSOE ad una supposta
riforma dello statuto, LAB vuole rimarcare che il dibattito non sta
intorno alla riforma statutaria o la quantità di potere amministrativo,
bensì sulle regole di gioco democratico. Pretendere di dare ossigeno
ad un modello statutario dalle stesse basi politico-costituzionali che
ci negano il nostro diritto di essere e decidere è continuare
a mantenerci col fardello del confronto e della negazione di diritti.
Perciò, è ora di chiudere definitivamente una fase ed
aprirne un’altra qualitativamente distinta, basata sul riconoscimento
della nazione basca ed il suo diritto a decidere liberamente il suo
futuro politico, economico e sociale.
In un contesto di sofferenze e di grande sensibilità intorno
alla realtà di violenza che scuote la nostra società,
consideriamo che la priorità politica è risolvere il conflitto
e stabilire un contesto di confronto democratico di idee e progetti
politici che, senza ingerenze ed ipoteche, permetta alla società
basca di determinare il modello di relazioni tantointerne quanto con
entrambi gli Stati e la comunità internazionale. Al momento di
configurare uno scenario di pace e normalità democratica non
ci sono scorciatoie e l'unica via è il rispetto permanente della
volontà degli uomini e donne di Euskal Herria espressa liberamente
e democraticamente.
Per camminare verso questo obiettivo prioritario tutte e tutti dobbiamo
essere partecipi e dobbiamo compiere passi all'unisono. Il tavolo per
la risoluzione del conflitto proposto da Nazio Eztabaida Gunea è
per LAB un buono apporto come strumento risolutivo che faccia del dialogo
l'anticamera della negoziazione e questa sia l'alveo per l'accordo.
Una situazione di dialogo risolutivo che deve essere spinta con gesti
di tutte le parti del conflitto.
Quello sì, noi di LAB consideriamo che la chiave per l'impulso
di un processo di dialogo e negoziazione che faciliti la soluzione al
conflitto e determini i contenuti e ritmi di un nuovo quadro giuridico-politico
non sta nella buona volontà dei governanti di Madrid o Parigi,
bensì nel livello di accumulazione ed attivazione di forze intorno
al legittimo diritto delle basche ed i baschi a decidere il loro status
politico. La chiave sta nel protagonismo diretto della società
basca e non in un gioco di prestigio negoziatore o volontarismi sterili.
A partire da questo parametro centrale di riflessione, in questo Aberri
Eguna di 2004 LAB vuole riaffermarsi nell’impegno per articolare
una strategia soberanista verso l'indipendenza ed il socialismo. Una
strategia di carattere nazionale che consideri le realtà sociopolitiche
e culturali dei territori di Euskal Herria e, in conseguenza, la necessità
di stimare inevitabilmente ritmi e modelli di transizione.Una strategia
legata al cambiamento sociale come elemento determinante per sollecitare
l'appoggio della maggioranza sociale lavoratrice, perché, a nostro
intendere, non c'è processo soberanista su posizioni economiche
e sociali neoliberiste. Pretendere di armonizzare un supposto populismo
soberanista con una gestione politico - economica neoliberista è,
in sé stessa, l'antitesi dell’avanzare in un processo di
sovranità verso l'indipendenza.
In quel senso, pensiamo che il PNV dietro un discorso calcolatamente
ambiguo intorno alla sovranità nasconda i suoi interessi di classe
ed una prassi politico economica che fa bene ai poteri economici ed
alla Confindustria ed alimenta gli interessi specifici del partito attraverso
quello che si è venuto a chiamare idraulica imprenditoriale.
Quella pratica politica, caratteristica del PNV dal 79, non potrà
mai sollecitare maggioranze sociali di cambiamento politico e cerca
di perpetuare sé stesso nel potere con chi sia e come sia. Questa
è, a nostro intendere, una strategia obiettivamente antisoberanista
e, in conseguenza, una gran zavorra per l'estensione di appoggi e complicità
intorno alla costruzione istituzionale, economica, sociale e culturale
della nazione basca.
In Nafarroa, UPN dagli stessi interessi economici persegue obiettivi
simili di carattere regionalistico, benché con un progetto ideologico
distinto, un ispanismo puro e duro ed una strategia liquidazionista
contro l'euskara e la cultura basca. In Ipar Euskal Herria i jauntxos
della sinistra e la destra francese non riconoscono nemmeno Euskal Herria
come nazione e le negano i suoi diritti democratici.
Dinanzi a tutto questo, LAB considera urgente andare articolando uno
spazio soberanista con capacità di generare speranze e fiducia
nella maggioranza sociale lavoratrice e garantire un autentico processo
di cambiamento politico e sociale. Per ciò la maggioranza sociale
lavoratrice come soggetto di un processo di trasformazione politica
e sociale deve percepire e stimare la dimensione socioeconomica della
sovranità e deve essere un agente attivo fondamentale nel processo
soberanista. Un compito nel quale il sindacalismo indipendentista basco
deve assumere il suo proprio impegno, perché il sindacalismo
come spazio organizzativo della classe lavoratrice che lotta quotidianamente
in difesa dei diritti e rivendicazioni delle lavoratrici ed i lavoratori
deve delinearsi, da una posizione di classe, in motore determinante
di una strategia nazionale, soberanista e democratica.
LAB vuole in questo Aberri Eguna fare un appello all'apertura di un
doppio ciclo politico. Da una parte, un ciclo di dialogo e negoziazione
per la risoluzione del conflitto politico basato sul riconoscimento
del Diritto di Autodeterminazione. Dall’altra, un ciclo di sviluppo
istituzionale, economico, sociale e culturale della nazione basca dal
protagonismo di un spazio soberanista e di classe.
GORA EUSKAL HERRIA ASKATUTA GORA
EUSKAL HERRIA INDEPDENDIENTEA GORA EUSKAL HERRIA SOZIALISTA
VIVA EUSKAL HERRIA LIBERA VIVA
EUSKAL HERRIA SOCIALISTA