Traduzione al castigliano del comunicato integrale di Euskadi Ta Askatasuna
2005-01-17 18:38
Documento: Testo integrale del comunicato di ETA - 16/01/2005 - (traduzione
al castigliano)
Fallimento del Quadro Autonomistico
La situazione politica attuale non è altro che il fedele riflesso
della cornice creata 25 anni fa dalla Spagna con l'obiettivo di mantenere
Euskal Herria segregata e sotto il suo dominio. La strategia dello Statuto
basata sulla frattura si trova esaurita. La configurazione che pretende
di essere una prigione per tutto un paese piccolo e minoritario si trova
attualmente in crisi, e con ciò, la Costituzione spagnola che
la sostiene. Benché non lo riconosceranno, sanno che lo strumento
destinato a garantire l'unità della Spagna e la divisione di
Euskal Herria è rotto e non ha rimedio alcuno.
Allo stesso modo, la lotta promossa dalla sinistra indipendentista basca
per anni sta cominciando a dare i suoi frutti. In questi ultimi 25 anni,
ha pagato caro il suo tentativo di mantenere aperta la porta della libertà.
È per ciò che la debilitazione politica della strategia
che punta sulla divisione e frattura di Euskal Herria deve considerarsi
come una vittoria politica della sinistra indipendentista basca, avendo
abbattuto con ciò un gran muro, un ostacolo durante il tragitto
del paese verso la libertà.
Le posizioni politiche si stanno rivedendo, apparendo con ciò
nuove proposte politiche. perfino la più immobilista delle posizioni
ha cominciato a camminare, tentando, in quel modo, di essere credibile
ad occhi della cittadinanza. Negli ultimi due decenni precedenti non
era stata mai tanto chiara ed urgente la necessità di un cambiamento
di rotta nell'ambito politico attuale.
Una volta sepolto lo Statuto de La Moncloa s'è aperta una nuova
opportunità. La base di questa, oggi come ieri, viene dal riconoscimento
del diritto di autodeterminazione, da un piano che tenga in conto Euskal
Herria nella sua totalità. Della consultazione sul loro futuro
di tutti i cittadini di Euskal Herria verrà la soluzione. Lì
sta la strada che, in consenso, tutti dobbiamo incoraggiare; quella
è la strada proposta dalla sinistra indipendentista basca e per
la quale sta lavorando.
Cammino angusto fra rovi, ma l'unico che ritiene che il nostro paese
possa avere futuro, l'unico che implica con sé la speranza per
il nostro paese.
L'oppressione e gli attacchi non hanno fine.
In questo crocevia, chi fa che cosa?
Gli Stati continuano ad attaccare il nostro paese, come unica risposta
contro un paese che desidera prendere la parola. Con l'asfissiante presenza
delle forze armate, o espandendo il terrore nelle caserme della Guardia
Civil, utilizzando le più selvagge delle torture, arrivando perfino
a violentare i suoi cittadini. E tutto ciò col silenzio complice
di chi ha la vergognosa protezione dei politici che non fanno altro
che guardare da un’altra parte. In quello stato di oppressione,
raccoglie maggiore gravità la politica di dispersione che condanna
a morte i carcerati baschi ed i loro parenti, una politica che giorno
per giorno continua a causare il dolore di chi la subisce, come è
rimasto dimostrato dagli ultimi incidenti, soprattutto dopo la morte
di Karmele Solaguren. Malgrado i concittadini baschi abbiano alzato
la voce in un migliaio di occasioni - come il recente esempio per le
strade di Bilbao - la politica vendicativa che trascina verso la disperazione
i combattenti baschi rapiti segue il suo corso. Dietro quella politica
di repressione si trova la volontà di ricattare ed attaccare
Euskal Herria. Noi baschi dobbiamo mostrarci fermi davanti a questa
situazione; bisogna procedere alla pressione sociale, affinché
i diritti dei carcerati siano rispettati. Spagna e Francia stanno progettando
una strategia unita contro Euskal Herria, come ci dimostrano le riunioni
che entrambi gli Stati stanno portando a termine. Due Stati contro un
paese. Un paese che lotta per il suo attaccamento alla vita. Euskal
Herria deve rispondere come popolo, dobbiamo avanzare unendo le nostre
forze come un unico paese. Quella è la strada che ci fortificherà
nel futuro. Nell’ottobre del 2004, gli Stati oppressori si affrettarono
ad annunciare la loro vittoria dopo anni di operazioni poliziesche.
Si sono dimenticati di Amaiur e Bergara, si sono dimenticati di Santoña.
Si dimenticano che questo paese imparò a camminare tempo addietro,
e benché ETA non rappresenta il popolo, è il popolo quello
che crede ad ETA. Sembra che non abbiano imparato niente del passato
e si impegnano a portare a termine sterili strategie repressive. Che
non si sbaglino, il conflitto non avrà fine fintanto che i diritti
del nostro paese non siano riconosciuti e garantiti. L'unico modo per
cui i nemici di Euskal Herria non firmino più Domuit Vascones
ingannevoli è ottenere la libertà della stessa Euskal
Herria. A conti fatti, continuano senza dare risposta alle basi del
conflitto. Tuttavia, il dibattito politico aperto in relazione al futuro
del nostro paese è significativo e di gran profondità,
poiché albergano in esso i diritti spettanti al nostro paese,
come il diritto di autodeterminazione e la nostra capacità di
decisione.
Nuovo quadro politico: non più inganni!
Nel frattempo, la sinistra indipendentista basca ha lanciato una proposta
per aiutare ad ottenere una soluzione del conflitto. Allo stesso modo
in cui il Parlamento della Comunità Autonoma Basca si è
mostrato disposto a cominciare un processo che ha come obiettivo consegnare
al paese la parola. I passi compiuti dalla sinistra indipendentista
basca hanno dato i loro frutti, hanno aperto un nuovo quadro politico
insegnando una posizione di gran maturità e responsabilità
politica. Hanno cercato di entrare nei dettagli, sono stati messi fuorilegge,
ma hanno risposto con il grande valore richiesto dal momento, di fronte
ai politici professionali le cui bocche si riempiono della parola democrazia.
La risposta ricevuta, il tradimento in chiave parziale e di insulto.
Insulto, perché hanno cercato di deformare e seppellire la proposta
dalla sua nascita. In questo momento chiave del quale Euskal Herria
è protagonista, Che interessi hanno promosso il disprezzo recentemente
mostrato? A beneficio di chi? Quelli che presentano ETA come un ostacolo
al dare la parola al paese sono istigatori di un doppio inganno: inganno
perché mentono al paese; ed inganno perché con quell'affermazione
pretendono di occultare la loro nulla volontà e capacità
di risolvere il conflitto. Che rimanga ben chiara la grave responsabilità
nella quale incorreranno coloro che pretendano di rispondere con una
nuova frode alla situazione che ora si presenta. Allo stesso modo non
ci sorprendono le affermazioni dei mandatari spagnoli e dei partiti
succursalisti, ci sembrano scarse ed irresponsabili le dichiarazioni
manifestate da alcune istituzioni politiche di Euskal Herria, poiché
tutte si incentrano sullo sminuzzare gli obiettivi indipendentisti baschi,
applaudendo dette attuazioni. Nella prima pagina di quella posizione
si trova il PNV. Col suo atteggiamento non fa altro che stringere il
vincolo che lega Euskal Herria con la Spagna, guidati da un ignorante
interesse economico e politico: da poco abbiamo visto Ibarretxe e Catania
di MCC mano nella mano col re della Spagna, per la vergogna di tutti
gli indipendentisti baschi. O Imaz ed Ariztondo, in piena posizione
provocatoria ed arrogante verso la sinistra indipendentista basca. L'altro
viso della loro relazione con la Spagna è l'esclusione e la politica
di isolamento contro la sinistra indipendentista basca. Le due facce
della stessa moneta. Senza rendersi conto che con quella posizione retrograda
tutti risultiamo perdenti.
Chi fa che cosa? Chi apre la porta della speranza e chi cade nella rete
di malvagie congetture politiche. Chi per mezzo del consenso e chi per
mezzo della pugnalata nella schiena. Chi con l'onesta intenzione di
superare il conflitto politico e chi cercando la mera benedizione di
Parigi e Madrid. Chi costruisce e chi esige la redenzione.
Nel frattempo che il fumo non accechi in buona fede gli occhi degli
indipendentisti baschi e progressisti. Che i poteri esecutivi presenti
nei partiti politici, che i perversi interessi parziali, che le bugie
e le offese e che niente né nessuno facciano tacere la voce del
paese. Sta lì la questione. La strada verso la pace non potrà
essere deviata dalle chimere poliziesche e da altre invenzioni simili.
Presto o tardi, la saggezza del popolo finisce per giudicare sempre
il bugiardo.
Euskadi Ta Askatasuna, in relazione alla nuova cornice politica e la
Dichiarazione firmata in ottobre, apportando il suo punto di vista col
fine di superare il conflitto che affronta Euskal Herria con Spagna
e Francia, vuole comunicare quanto segue:
- Che vede con buon occhio la Proposta Alternativa per una Risoluzione
Democratica presentata nel Velodromo di Donostia-San Sebastián.
ETA pensa che, dopo l'Alternativa KAS e l'Alternativa Democratica, questo
è l'apporto più solido che si è presentato per
superare il confronto tra Euskal Herria e gli Stati.
ETA, da parte sua, mostra la sua totale disposizione ad intraprendere
un processo che porti alla soluzione del conflitto. ETA crede che queste
sono le chiavi che dovrebbero tenersi in conto in un processo che implicasse
la risoluzione di ciò:
- La risoluzione del conflitto arriverà solo come risultato di
accordi, negoziazioni e dialoghi.
- L'unico modo di superare il conflitto è il principio di un
ampio processo di dialogo che abbia come oggetto la firma di un accordo
principale.
- I due principi basilari della proposta dovrebbero essere i seguenti:
le soluzioni del presente (garantire il rispetto di tutti i diritti
basilari di Euskal Herria) e le opportunità del futuro (garantire
una situazione nella quale siano possibili tutte le opzioni per Euskal
Herria).
- È indispensabile rispettare la decisione che prenderà
Euskal Herria.
- Affinché la parola e la decisione di Euskal Herria siano rispettate,
è imprescindibile che l'insieme della cittadinanza abbia l'opportunità
di partecipare ad un processo come quello indicato.
Corrono tempi nei quali la parola deve essere presa. Questo è
l'invito che con totale onestà e rispetto offre Euskadi Ta Askatasuna
a tutta la cittadinanza basca. La decisione sul futuro spetta ad ogni
cittadino, senza nessuna pressione né limite. Allo stesso modo,
ETA invita tutta la sinistra indipendentista basca e tutta Euskal Herria
in generale a continuare lavorando e lottando per raggiungere una situazione
autenticamente democratica, basata sul rispetto dei diritti che spettano
come popolo ad Euskal Herria. Infine, Euskadi Ta Askatasuna desidera
inviare il più affettuoso dei suoi saluti a tutti i carcerati
politici baschi rapiti nelle prigioni della Spagna e Francia, soprattutto
in questi momenti nei quali lottano per i diritti che appartengono loro.
La dignità e l’impegno che giorno per giorno dimostrano
è esempio per tutti noi.
Euskal Herria, gennaio di 2005