07/10/2004
No alla chiusura di El Naval! Sovranità economica!
Come conseguenza del tramonto in pratica dei piani della SEPI il futuro
di ElNaval e del tessuto industriale della Sponda Sinistra è incerto.
Circa 8.000 posti di lavoro potrebbero sparire, lasciando migliaia di
famiglie e l'insieme della regione in una preoccupante situazione. Per
tutto questo, LAB fa un appello alla cittadinanza a partecipare alla manifestazione
che il prossimo 23 ottobre percorrerà le strade di Bilbao e che
partirà alle 17 del pomeriggio dal Sacro Cuore.
Più di 8.000 posti di lavoro in pericolo
Si è infiammato nuovamente l'animo sociale, non solo in Ezkerraldea,
bensì in tutta Euskal Herria.
Non sono unicamente i 1.200 posti di lavoro di El Naval quelli che si
trovano in pericolo: centinaia di persone dei più di 3.000 che
lavoravano nell’indotto di El Naval, nella maggioranza dei casi
in condizioni lavorative precarie, hanno perso già mesi fa il loro
lavoro. Gli altri sono sul punto di perderlo. E qualcosa di simile si
può dire dei 4.000 posti di lavoro dell'industria ausiliaria diretta.
Alcune imprese ausiliarie hanno chiuso già ed altre si trovano
in una situazione estrema. Migliaia di impieghi distrutti silenziosamente
e persone che rimangono per strada senza prepensionamenti, né reimpieghi,
né abbondanti indennità.
Segregazione / privatizzazione = chiusura
Con la scusa delle irregolarità nel finanziamento del gruppo Issare
e falsi argomenti come la mancanza di carico di lavoro e rendimento dei
cantieri navali civili il governo spagnolo pretende di mettere in moto
la decisione politica che ha presa in anticipo: la chiusura di El Naval.
Parlano di garantire un futuro vitale per il settore
navale mediante la segregazione e la privatizzazione quando sappiamo con
certezza che queste due parole sono sinonimo di chiusura. Gira il fantasma
della deindustrializzazione e lo smantellamento del settore pubblico industriale
i cui effetti sono tanto disastrosi per Ezkerraldea come quelli degli
anni ottanta.
El Naval, Babcock, imprese ausiliarie... NO ALLA
CHIUSURA!
Non possiamo permettere la chiusura di imprese come El Naval o Babcock.
Sono motori economici di un gran numero di industrie che girano intorno
ad esse e di una ripercussione che arriva fino al settore dei servizi.
La chiusura distrugge tessuto economico e distrugge migliaia di posti
di lavoro. È un attacco alla costruzione del nostro futuro.
Settore pubblico industriale basco
Nemmeno possiamo dimenticare la responsabilità delle istituzioni
basche. L'unico modo di difendere il nostro tessuto produttivo e proteggerlo
davanti ad aggressioni tanto gravi contro gli interessi di Euskal Herria
è dare corpo al settore industriale pubblico basco, per cui è
necessaria una politica industriale nostra.
Il governo di Gasteiz non può continuare
a dire che non ha competenze di fronte alla situazione di El Naval. Ha
la responsabilità politica di evitare la chiusura del cantiere
navale. Deve prendere l'iniziativa per ottenere la gestione dell'impresa
pubblica di Sestao, esigere dal governo spagnolo che copra i debiti che
ha contratto e creare una società di promozione industriale che
realizzi un piano di gestione coerente con l'impatto di questo settore
nel tessuto economico e lavorativo basco.
Sovranità economica
Il conflitto di El Naval è un esempio della necessità che
abbiamo di superare l'attuale quadro statutario. Dobbiamo reclamare piena
competenza in materia di politica economica per organizzare e sviluppare
il nostro tessuto produttivo, le infrastrutture necessarie, la politica
industriale, e negoziare direttamente in Europa le politiche settoriali,
le strategie di investimento e l'assegnazione dei fondi pubblici.
Esigere la sovranità è l'unico modo
di poter decidere il nostro sviluppo economico ed il nostro futuro come
popolo.
Facciamo un appello a tutti gli agenti politici
e sociali e tutta la società basca a prendere parte alla manifestazione
che il nostro sindacato ha convocato per il giorno 23 di ottobre a Bilbao
contro le chiusure ed in pretesa di sovranità economica per Euskal
Herria.
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