Intervista con Galder González portavoce di Ikasle Abertzaleak x JoTaKe - La Haine [24-11-03] JoTaKe - La Haine mette a disposizione dei suoi lettori un'ampia intervista realizzata a Galder González, portavoce di ikasle abertzaleak, organizzazione studentesca che questo anno ha compiuto 15 anni dalla sua nascita. Nelle sue risposte, ci mostra un'analisi dell'attualità oltre ai propositi per il futuro di questa organizzazione.. jotake Ikasle abertzaleak ha compiuto già 15 anni lavorando in difesa degli studenti e per un insegnamento pubblico autogestito per i baschi ed euskaldun (bascoparlanti, NdT). Che bilancio fate di questi 15 anni di lotta e che aspetti positivi e negativi rimarchereste della vostra traiettoria? Galder González Benché sia molto difficile fare un bilancio di 15 anni di lotta, poiché in questi 15 anni sono passate per IA varie generazioni di studenti, ci sono vari fatti importanti da segnalare. Innanzitutto l'importanza del fatto di essere organizzate/i. 15 anni fa quasi sarebbe stato impensabile che esistesse un'organizzazione di studenti collocata nelle due parti dei Pirenei con una capacità di convocazione in Euskal Herria tanto grande. Il secondo fattore è quello che quell'organizzazione studentesca abbia saputo rispondere tanto a fattori esterni (repressione) legislazioni imposte, situazione internazionale, come a fatti interni. Ikasle Abertzaleak ha un progetto di scuola che continua a poco a poco a costruire, tanto coi suoi progetti a lungo termine come coi metodi di lotta, (herri eskolak-scuole popolari, insubordinazione, eskola ibiltari...). Crediamo che il fatto che migliaia di studenti si situino in chiave di costruzione nazionale sia qualcosa di tanto importante come l’essere organizzate/i. Come fatti negativi è importante il vedere che in questi 15 anni non siamo riusciti ad impiantarci in centri nei quali si studia in spagnolo, ed ovviamente francese, in maniera massiccia, poiché siamo presenti in molto pochi di questi come il fatto che non abbiamo risposto al maggiore domanda in centri di Formazione Professionale con una maggiore introduzione. Queste sono senza dubbio sfide per il futuro. jotake Uno dei vostri obiettivi per l'edizione dell'ikasle eguna che coincideva con la celebrazione del 15 anniversario di IA era raggiungere la partecipazione di 10.000 persone. Si è realizzato quell'obiettivo? Ed in generale che valutazione fate di quella giornata? Galder González La cifra di 10000 persone fu una sfida che lanciamo e volemmo rendere pubblica affinché la gente vedesse l'importanza dell'atto. Benché non siamo riusciti a raggiungere quella cifra ci siamo andati molto vicino, superando per molto, praticamente piegando, la partecipazione all'Ikasle Gaua di Usurbil. Inoltre il mezzo migliaio di persone che accorsero agli atti organizzati durante il giorno, come le più di 4000 persone presenti nell'atto politico c'obbligano a fare una valutazione completamente positiva. Crediamo che un gran numera di persone in questo paese credano nel nostro progetto, e così lo dimostrarono presenziando ore prima del concerto ed assistendo agli atti organizzati. jotake In dicembre si portò a termine il IV congresso di IA Quali sono gli obiettivi che vi segnate di fronte al congresso e quali saranno le linee di lavoro più importanti di fronte al futuro? Galder González Ikasle Abertzaleak celebrerà il suo 4 congresso in Dicembre. Innanzitutto è necessario chiarire che questo non è un congresso rupturista, cioè non pensiamo di rompere con la politica anteriore, bensì riaffermarci in ciò ed andare più in là. Ikasle Abertzaelak fece un gran passo in avanti nel suo 3. congresso. In questo si decise di passare da una strategia anti - repressiva, Autoritarismoari kaña, a una di costruzione nazionale (Euskal Eskola Nazionala, ekin euskalduntzeari!...). Si misero i pilastri di quello che dovrebbe essere l'Euskal Eskola Nazionala, il progetto di educazione che difende Ikasle Abertzaleak, e due di quei pilastri furono l'euskara e la cultura, (currículum proprio.). Quando leggiamo i passi che potevano darsi, i progetti e posizioni politiche, la lettura della situazione... vediamo che in questi 4 anni si è avanzato molto... tanto che perfino i progetti politici sono stati superati nella pratica. Quattro anni fa pochi erano quelli che vedevano il currículum come una lotta, o la necessità di una Università per Euskal Herria, ma in questi quattro anni ogni volta si è parlato di più di questi ed altri temi ed Ikasle Abertzaleak ha bisogno di riformulare la sua situazione. Tuttavia anche vedevamo che la lotta per l'euskara e la cultura avevano toccato il culmine con la pubblicazione dell'Ikasle Alternatiba nella IV. Assemblea Nazionale di Studenti Baschi. È per quel motivo che i nostri obiettivi per questo congresso sono tre: ricollocare la lotta per l'euskara e la cultura, rendendoci conto che il ciclo era finito e bisognava rinforzarlo affinché tornasse ad avere il vigore del principio. D'altra parte vedevamo che in questi quattro anni di lotta in chiave di costruzione aveva avuto una chiara regressione in quello che riguarda i diritti della scolaresca, diritto di sciopero, pedagogici - decreto di umanistica, religione obbligatoria, convalida... -, diritti democratici - rappresentazione, legge di FP -) e dovremmo riaprire quei fronti che chiudemmo nel 3. congresso. Da Ikasle Abertzaleak esponiamo la lotta per ottenere tutti i diritti di tutti gli studenti baschi in tutta Euskal Herria. Quelli diritti includono i diritti linguistici e culturali, ed anche i diritti democratici, co-educativi (diritto ad un'educazione no-sessista), diritto ad un posto di studio degno, diritto a studiare in Euskal Herria... Il terzo è come abbiamo segnalato prima, la necessità di unire più gente nella nostra lotta, facendo speciale appoggio sui FPs e modelli linguistici in spagnoli. jotake Da un po’ di tempo a questa parte si è aperto il dibattito politico su una nuova cornice in Euskal Herria Dove ubicate le vostre rivendicazioni in quel dibattito? Galder González Ikasle Abertzaleak situa la costruzione di una Scuola Nazionale Basca come il massimo apporto alla costruzione di Euskal Herria. Il dibattito politico è aperto, quello è certo, ma è aperto, anche nell'ambito educativo, la legge Iztueta e recenti dichiarazioni di Ibarretxe da una parte, e l'ogni volta più asfissiante legalità in Nafarroa sono chiari esempi di questo grazie a che certi settori del paese vengono mettendo sul tavolo il dibattito sulla necessità di una nuova cornice negli ultimi anni. Nell'ambito educativo basco Ikasle Abertzaleak insieme ad altri settori, Sortzen - Ikasbatuaz,sindicatos, raggruppamenti di madri e genitori, ikastolas, hanno collaborato a mettere in rilievo le gravi carenze che la situazione attuale ha, e pertanto crediamo che alla costruzione nazionale dobbiamo contribuire molto, sempre tenendo conto che siamo un'organizzazione studentesca con un progetto di scuola. jotake Nei sistemi educativi della maggioranza delle democrazie capitaliste europee la scolaresca appena conta in tutta la struttura, essendo un ingranaggio in più di un sistema di creazione di manodopera sottomessa e di legittimazione di sistemi ingiusti e valori reazionari. Il nuovo sistema educativo che rivendicate per Euskal Herria che differenze avrebbe con quell'impalcatura classica capitalista? Galder González Benché il dibattito ancora non sia finito, poiché stiamo muovendoci in un ambito teorico di futuro, speriamo non molto lontano, esponiamo che la scolaresca deve smettere di essere il prodotto della fabbrica e passare ad essere il fabbricante del prodotto. Cioè, lo studente non è il risultato finale di un processo, ma il processo in se deve adeguarsi alle necessità della scolaresca. Per questo è capitale, insieme alle rivendicazioni di carattere nazionale, il dare un gran peso alla pedagogia ed i diritti democratici. Benché ancora non sia sul tavolo, si sta incominciando ad esporre la necessità di un'istituzionalizzazione della rappresentanza studentesca a livello nazionale. Questo c'aiuterebbe a darci peso nell'ambito di un possibile e futuro consiglio scolare basco. Ovviamente, il semplice fatto di vivere in una società capitalista, c'obbliga a cambiare molte realtà. Molti progetti fatti in società socialiste, per esempio, Cuba, ci sembrano interessanti, benché altre esperienze vissute nel campo libertario (Paideia), o nell'Europa capitalista (Summerhill, scuole costruttiviste…) meritano anche la nostra attenzione. Crediamo che il fine ultimo dell'educazione debba essere la creazione di persone felici, impegnate nella sua società e necessarie per la sua sopravvivenza. jotake Che pensate tenendo, conto che puntate su un'insegnamento euskaldun delle dichiarazioni effettuate dalla consigliera di Cultura del Governo di Lakua, Miren Azkarate, che sostiene che la colpevole degli attacchi contro il mondo della cultura e l'euskara è ETA e che sarebbe una temerarietà" il dovere di conoscere l'euskara?" Galder González Miren Azkarate la conosciamo da quando era vicerettore nell'UPV. Già in questa epoca i suoi attacchi contro l'euskara erano notori, creando piani di normalizzazione che non si realizzavano mai ed i cui fini erano scarsamente ambiziosi. Se in questo paese l'euskara è studiato oggigiorno dalla grande maggioranza cui è data l'opportunità di studiarlo non è grazie al Governo Basco e la sua politica, bensì all'instancabile lavoro di migliaia di persone nella creazione di ikastolas primo, in quella di euskaltegis poco più tardi, a beneficio di un'università in euskara, frustrata dall'UPV, ripresa per l'UEU, per l'euskara nel settore pubblico... Non è sostenibile pensare che se ETA non esistesse non ci sarebbero attacchi. Non sappiamo, non possiamo sapere, che succederebbe in quella situazione. Ma naturalmente, pensare che, per esempio durante la tregua, non ci fu nessun tipo di attacchi contro Euskal Herria è negare la realtà. Per la stessa ragione potremmo dire che la pubblicazione del Piano Ibarretxe crei una reazione di risposta nei mandatari spagnoli che attaccano al mondo del cultura. O che Iztueta voglia pubblicare una legge con etichetta basca ma come la LOU irrita Pilar del Castillo e fa che chiudano giornali. La relazione è simile. E non credo che nessuno stia esponendo questa seconda possibilità. Se si stanno dando attacchi è perché duole loro che ci sia gente che ha deciso che vuole vivere in euskara, fare completamente la sua vita nella sua propria lingua... considerano che l'unità del suo sacrosanto impero può sgretolarsi se c’è gente che non desidera parlare la lingua ufficiale e vuole realizzare la sua vita in una cultura differente. Il Governo spagnolo, ed in minore misura, il francese, desiderano la supremazia culturale, e è per quel motivo, e non per un'altra cosa, che attaccano mezzi in euskara, organizzazioni euskaldunes.. C'è un altro fatto che è importante far risaltare: in questo paese nessuno ha obbligato nessuno ad imparare euskara... ma spagnolo e francese... migliaia e migliaia di studenti studiano solamente ogni anno in spagnolo e francese, acutizzando il dissanguamento di questo paese. Molti di essi lo fanno volontariamente, altre migliaia in maniera obbligata. Parafrasando Jordi Pujol, mi presentino un basco che non sappia parlare spagnolo ed io presenterò loro 100.000 che non sanno parlare euskara... includendo il personale degli uffici della sra. Miren Azkarate. jotake Per il 2 di dicembre c’è una manifestazione col tema «Euskaraz ikasi, Euskal Herria ikasi" convocata da ikasle abertzaleak, secondo varie inchieste del governo vascongado è cresciutal'analisi negativa sull'impulso dell'euskara in settori della società basca e l’ unesco questo stesso anno è tornata a rimarcare che l'euskara si trova in situazione di pericolo Che analisi fate di questa situazione? Galder González Il giorno 2 di Dicembre Ikasle Abertzaleak ha organizzato un giorno di mobilitazioni in istituti e facoltà, con manifestazioni in molte località di Euskal Herria. La convocazione parte da Ikasle Abertzaleak, poiché crediamo che ci sono vari fatti che c'obbligano a dare una risposta. Tra essi: le leggi contro il basco di Nafarroa Garaia, la continua negazione dei diritti linguistici in Ipar Euskal Herria, l'apparizione in scena di una LOU con label che non garantisce il diritto a studiare in euskara, poiché non garantisce un professorato proprio, quello che l'UPV non realizzi una vera normalizzazione dell'euskara, truccando dati, che in centinaia di centri educativi di FP si seguiti senza potere studiare in euskara a dispetto di essere maggioritaria questa opzione, che migliaia di studenti in modello D, perfino in ikastolas, studino materie come storia o filosofia praticamente in castigliano... crediamo che sia realmente importante tornare ad esporre la necessità di studiare in euskara e di avere un currículum proprio, dare un nuovo impulso a questa lotta. E la migliore maniera per ciò è esporre una giornata di mobilitazioni nella quale ogni centro educativo esponga i suoi propri problemi in quello che riguarda ad euskara e cultura. jotake Ikasle Abertzalek è entrato recentemente nell'Associazione Internazionale di Studenti Quali furono le ragioni per compiere quel passo e che valutazione fate dell'accettazione della vostra organizzazione in quell'associazione? Avete pensato a qualche dinamica di lavoro unita con altre organizzazioni studentesche internazionali? Galder González Credevamo che Ikasle Abertzaleak, ed insieme a lei, Euskal Herria, meritavano una rappresentazione istituzionale a livello internazionale. Il potere di questa maniera conoscere altre realtà, e perfino orientare risoluzioni studentesche a livello internazionale con la tematica delle nazioni senza stato ci sembrava molto importante. Benché siamo da vari anni in contatto con altre organizzazioni credevamo che l'Unione Internazionale di Studenti era quella che ideologicamente meglio ci rappresentava. L'essere un'organizzazione di orientazione politica, e non semplicemente di gestione, come altre organizzazioni europee ed internazionali, con chiara tendenza verso la rivoluzione sociale, ci fece metterci in contatto con lei. Questa organizzazione stava in processo di rinnovazione e ciò ci facilitò il sollecitare l'introduzione di Ikasle Abertzaleak. Tuttavia avevamo chiaro che benché fosse accettata, dovrebbe essere ella come basca, non come Francese né Spagnola. In caso di non fosse così chiederemmo la nostra uscita. Il dibattito si pone in quei termini, nella necessità o no dell'accettazione di Euskal Herria come nazione... e benché quel dibattito si realizzasse nell'anno 2005, nel quadro del congresso, si è dato un primo passo con l'accettazione di IA come rappresentante di Euskal Herria, senza ancora decidere se è una nazione o un'etnia minoritaria, importante, poiché la prima accetterebbe il diritto a voto ed il secondo solo la voce. Benché ancora dovessimo vedere che tipo di lavori si realizza con questa organizzazione, da tempo abbiamo rapporti con altre organizzazioni. È importante il lavoro in comune realizzo con CEPC, Països Catalans, ed Agir (Galiza), coi quali convocammo anno e mezzo fa una giornata di mobilitazione in comune. Inoltre partecipammo al FSE di Firenze nel quale vicino a CEPC e CAEF (Madrid) ottenemmo che il plenario della sezione educazione accettasse che i paesi senza stato hanno diritto all'educazione nella loro propria lingua ed alla creazione di risorse per un sistema educativo proprio. In un futuro abbiamo pensato dell'introdurre questa problematica in altri dibattiti (Bologna) Organizzazione Internazionale di Studenti, Foro Sociale Europeo...) jotake I carcerati politici baschi studenti sono stati vietati dall'UPV, Si va a spingere dalla comunità educativa basca qualche misura concreta per risolvere questa situazione? Galder González Questo è estremamente difficile. Ikasle Abertzaleak va da anni esponendo la necessità che possa studiare senza nessun tipo di impedimento dello scolaresca la vittima della rappresaglia. E non solo perché crediamo che l@s pres@s devono stare nelle aule, bensì perché il semplice fatto di stare imprigionati e studiare dovrebbe essere appoggiato dalle istituzioni educative. Che si sia eliminato questo diritto evidenzia il fatto che disturba che il collettivo di carcerati politici, e non vogliamo con questo mancare di rispetto al resto di carcerati, sia colto, ed attivo nel suo proprio processo di apprendistato. Vogliono soffocare i carcerati, poiché molti carcerati trovavano una finestra, quella del sapere, negli studi. Vogliono soffocarli e questo è un altro passo. Ikasle Abertzaleak farà quello che possa, come fornire appunti, libri... quando gli sia chiesto, e molte persone nelle università, membri di IA o no, hanno realizzato questo lavoro negli ultimi anni. Ma inoltre vogliamo realizzare un altro apporto: mettere sul tavolo la necessità che questa parte di Euskal Herria studi. E lo faremo con la mobilitazione, ma anche, come 3 anni fa, con l'organizzazione di Herri Eskolas nelle quali lavori presentati per pres@s politic@s siano le classi, cioè, utilizzare questo tempio del sapere che è il collettivo di carcerati per, benché nel tempo, si trasformino nel nostro professorato. |