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Data:
Wed, 7 May 2003 18:49:25 +0200 (CEST)
Oggetto:
[paesibaschiliberi] AuB chiede di non "rubare" i suoi voti -
traduzione da GARA 05.04.2003
AuB CHIEDE AI PARTITI DEMOCRATICI DI EUSKAL HERRIA DI «NON RUBARE»
I SUOI VOTI
Etxebarria anticipa che oggi ci sarà una riunione con altre formazioni
a Iruñea. Arzalluz sottolinea che il PNV «non prende mai
in considerazione richieste avanzate pubblicamente»
AuB (Autodeterminaziorako Bilgunea, Assemblea per l’Autodeterminazione,
piattaforma elettorale della sinistra indipendentista basca, N.d.T.)
ha trasmesso un invito a «tutti i partiti democratici di Euskal
Herria (Paese Basco, N.d.T.)» ad analizzare insieme la situazione
creatasi dopo la messa fuori legge delle sue 12 liste presentate alle
elezioni amministrative e delle 229 liste locali. Joxerra Etxebarria
ha anticipato che, inoltre, in questo incontro chiederanno alle altre
opzioni politiche di garantire che rispetteranno i voti espressi dai
cittadini a favore delle liste messe fuori legge e la
rappresentatività che deriverà dai risultati ottenuti.
Il leader del Partito Nazionalista Basco (PNV), Xabier Arzalluz, ha
fatto capire che il suo partito non parteciperà a questa riunione.
BILBAO, 05.04.2003
Autodeterminaziorako Bilgunea aveva ieri dato appuntamento ai mezzi
di comunicazione davanti al
Palazzo di Giustizia di Bilbao, un luogo scelto non a caso ma per il
suo valore simbolico, dato che lì aveva fornito la sua valutazione
sulla sentenza con la quale, il giorno prima, il Tribunale Supremo (TS)
spagnolo ha deciso di annullare 241 liste che cittadini baschi hanno
formato per concorrere alle elezioni amministrative del 25 maggio in
Hego Euskal Herria (Euskal Herria Meridionale, la parte sotto occupazione
spagnola, N.d.T.).
Joxerra Etxebarria ha avuto il compito di comunicare la riflessione
in merito di AuB, annunciando
contemporaneamente che i rappresentanti di questa piattaforma elettorale
e delle liste locali messe
fuori legge hanno invitato «tutti i partiti democratici di Euskal
Herria» -non ha menzionato
alcuna sigla- ad una riunione che si terrà nella mattinata di
oggi a Iruñea, per analizzare la
situazione creatasi dopo la decisione del Tribunale Supremo.
Un incontro al quale, per ora, no parteciperà il PNV, secondo
le dichiarazioni rilasciate da Xabier Arzalluz dopo l’iniziativa
elettorale della quale è stato protagonista a Dulantzi. Ai giornalisti
che gli
chiedevano di chiarire se il suo partito avrebbe partecipato alla riunione,
Arzalluz ha detto di non
sapere se avesse ricevuto l’invito, ma ha sottolineato che AuB
«deve sapere che non prendiamo mai in considerazione richieste
avanzate pubblicamente».
Joxerra Etxebarria ha spegato che, nell’appuntamento di oggi,
AuB e le piattaforme locali chiederanno «ai partiti che vorranno
intervenire» di «garantire il rispetto della rappresentatività
che ci darà la cittadinanza, che è quella che ha sempre
l’ultima parola. La cittadinanza voterà e noi accetteremo
i risultati».
Ha precisato che la richiesta sarà molto concreta: «Chiediamo
un impegno democratico per rendere
possibile che noi possiamo votare normalmente in queste elezioni e che
i nostri voti e risultati siano
rispettati. Chiediamo a tutti i partiti democratici di appoggiarci e
che accettino i nostri risultati e che
non rubino o usurpino i posti che ci spetteranno».
Ciò che AuB e le liste che sabato hanno preso parte all’assemblea
nazionale di Donostia hanno già deciso è che parteciperanno
«con tutte le conseguenze che ciò comporta ed in maniera
attiva alle elezioni».
«Il 25 maggio introdurremo le nostre schede nelle urne e contabilizzeremo
questi dati», ha ribadito
Etxebarria.
Quanto alla decisione assunta sabato dall’Alto Tribunale spagnolo,
il portavoce di AuB ha commentato che «si è consumato lo
scandalo».
«Il Tribunale Supremo ha rotto tutte le regole riconosciute nei
paesi democratici d’Europa in materia di processo giudiziario;
lo ha condotto senza alcuna garanzia; ci ha lasciati nell’assoluta
impossibilità di difenderci; ha fatto quanto di peggio può
fare un giudice, che è agire come un politico, e agli ordini
dei politici; ha agito sottomesso agli ordini del Governo spagnolo.
Questo è ciò che ha fatto, dopo che il tribunale di prima
istanza, la Giunta Elettorale, aveva accettato la totale legalità
delle nostre liste». Dopo aver elencato le «infrazioni»
ha aggiunto un commento personale: «Come professore, direi che
i giudici del Tribunale Supremo meritano una bocciatura
clamorosa».
Ha ricordato che, prima di conoscere la sentenza, da AuB era già
stato anticipato che «Queste elezioni in Euskal Herria, non sappiamo
come saranno in Spagna, sono un broglio». Utilizzando «parole
più esplicite, dato che la hanno fatta a Madrid», Etxebarria
ha aggiunto che «questa è una zuppa madrilena, che loro
hanno cucinato e che adesso si mangeranno».
«Tutti i democratici del mondo ci daranno ragione e anche i tribunali
d’Europa», ha assicurato, avvertendo che «questo si
ritorcerà contro la Spagna, perché ora è provato
che è uno Stato franchista».
GLI AVVOCATI PREPARANO I RICORSI CONTRO «UNA SENTENZA
PRESTABILITA»
GARA
IRUÑEA
Iñigo Santxo, uno degli avvocati che rappresentano legalmente
le 241 candidature messe fuori legge dal tribunale Supremo spagnolo,
si è ieri mostrato convinto che la sentenza era «prestabilita»
prima
della presentazione degli allegati da parte degli avvocati e che, in
questo caso, si è «violato il
principio di uguaglianza con un criterio esclusivamente ideologico».
Dopo aver studiato la risoluzione giudiziaria, Santxo ha spiegato che
il caso «più flagrante» della sentenza è che,
a fronte della richiesta di alcune piattaforme di disporre di un avvocato
d’ufficio, l’Alto Tribunale la ha respinta e non ha sospeso
i termini utili a presentarsi con una difesa.
Ha anche definito «falsa» un’altra delle argomentazioni
del Tribunale Supremo, quella secondo
la quale gli interessati conoscevano «le accuse o motivazioni
della richiesta di impugnazione» della
Procura e dell’Avvocatura dello Stato, quando, come ha ricordato,
è stato loro notificato solo che avevano tempo fino alle tre
del pomeriggio del 2 maggio per presentare allegati e che, per conoscere
i contenuti di dette richieste, dovevano andare a prenderne copia a
Madrid.
Santxo ha confermato che gli avvocati delle piattaforme presenteranno
oggi i loro ricorsi al
Tribunale Costituzionale.
Ha affermato che il Tribunale Costituzionale dovrà valutare ogni
ricorso individualmente entro i tre
giorni seguenti e non ha escluso che, in alcuni casi, la sua decisione
si conoscerà dopo che, venerdì, sarà ufficialmente
iniziata la campagna elettorale.
Gli avvocati eccepiranno la mancanza di possibilità di difesa
e argomenteranno che sono stati violati diritti fondamentali.
ELA PUNTA A DARE «UNA RISPOSTA COSTRUTTIVA»
GARA
BILBAO
ELA (uno dei maggiori sindacati baschi, N.d.T.) ha ieri sottolineato
che la sentenza del Tribunale
Supremo spagnolo «attacca direttamente le basi del sistema rappresentativo,
derogando dal diritto di
partecipazione alle elezioni di migliaia di cittadini, che sono, teoricamente,
nel pieno esercizio dei loro diritti civili e politici». Secondo
il comunicato diffuso dal sindacato indipendentista, il fatto che
«si tratti di una decisione prevista e abbondantemente annunciata,
non fa che aggiungervi gravità, dato che conferma la docilità
di alcuni tribunali che, a ranghi serrati, hanno fatto propri acriticamente
le prevenzioni, gli slogan ed i luoghi comuni che, sulla questione basca,
ha imposto il governo del PP con la copertura del “patto antiterrorista”».
A questo proposito, ha avvertito che «le elezioni saranno una
nuova dimostrazione dell’accelerato
deterioramento della qualità democratica del regime spagnolo»,
il che richiede «una risposta costruttiva che ci permetta di prendere
l’iniziativa e porci in uno scenario diverso, con la partecipazione
dello spazio politico e sociale proscritto da queste decisioni politico-giudiziarie».
ARZALLUZ: «CON ARROGANZA HANNO LIQUIDATO IL LORO DIRITTO AL VOTO»
GARA 05.05.2003
DULANTZI-BERMEO
I presidenti del Partito Nazionalista Basco (PNV), Xabier Arzalluz
e di Eusko Alkartasuna (EA), Begoña Errazti hanno criticato la
messa fuori legge delle liste da parte del Tribunale Supremo spagnolo
durante le iniziative di precampagna elettorale che, separatamente,
avevano organizzato per ieri i loro rispettivi partiti.
Dopo aver inaugurato il batzoki (locale sociale, N.d.T.) di Dulantzi,
Arzalluz ha detto che la sentenza è «molto grave e uno
sproposito», dato che significa «la sottomissione dell’alto
Potere Giudiziario alle direttive e desideri del Governo», e ha
quindi segnalato che «la pagheranno» e ha avvertito che
«stanno separando sempre di più i baschi dalla Spagna».
«Si stanno comportando molto male e daranno al problema basco
un’altra dimensione, molto più forte», ha aggiunto.
Dopo aver affermato che «la maggioranza di Batasuna non è
ETA e nemmeno vuole ETA», ha denunciato che «con arroganza
hanno liquidato il loro diritto al voto», il che significa «un
arretramento nelle libertà».
Rispetto alla richiesta di Arnaldo Otegi alle formazioni politiche affinché
rispettino le liste più
votate, Arzalluz ha replicato «se crede che possiamo andare contro
una decisione giudiziaria, se lui stesso non può» e gli
ha detto «che faccia ciò che crede opportuno».
Inoltre, riferendosi alla riforma della Legge Penitenziaria che impedisce
ai prigionieri politici di
studiare presso l’Università del Popolo Basco (UPV), ha
commentato che «o monta una grossa opposizione nell’Università
basca» o, secondo lui, il rettore Manu Montero ed il corpo docente
avranno perso «tutta la loro dignità».
Anche EA ha ieri inaugurato una nuova sede sociale, in questo caso nel
comene di Bermeo, in Bizkaia, iniziativa nella quale Begoña Errazti
era accompagnata, fra gli altri, dal candidato alla
rielezione a sindaco, Juan Carlos Goienetxea e dal segretario generale
del suo partito, Gorka Knörr.
Errazti ha considerato che l’annullamento delle liste della sinistra
indipendentista risponde ad una
strategia «ben congegnata» del PP, che ha inquadrato in
una «involuzione democratica, verso uno Stato molto più
conservatore».
«Si vuole che le cose, in questo paese, non si risolvano»,
ha affermato, per aggiungere che «è una
decisione legata agli interessi partitici del PP e del PSOE, che stanno
pensando in chiave di Spagna e per la Spagna, trascurando che anche
parte di essi sono cittadini baschi che dovrebbero essere preoccupati
per la soluzione del conflitto che ci tormenta».
La presidente di EA ha espresso la sua preoccupazione per la situazione
della società basca perché, come ha avvertito, «quanto
più è destabilizzata, tanto più difficile è
giungere a quello che, per EA, è
l’obiettivo prioritario a breve termine, cioè cercare la
normalizzazione politica e la pacificazione».
Con un tono più elettoralistico, ha manifestato che desidera
che «il 26 maggio», dopo le elezioni
amministrative, «vi sia il massimo numero di persone possibile
che difendano gli interessi di questo
popolo, che passano dalla ricerca della sovranità e dal raggiungimento
della pace e della normalizzazione politica». In questo conteso,
ha ricordato l’appoggio elettorale che la coalizione PNV-EA ottenne
nelle ultime elezioni autonomiche in Araba, Bizkaia e Gipuzkoa.