dal quotidiano GARA del 15.11.2004
BATASUNA PRESENTA "CON UN RAMO DI OLIVO" LA SUA OFFERTA
PER IL SUPERAMENTO DEL CONFLITTO
·Impegno per "dirimere le differenze durante il processo
in maniera pacifica e democratica"
In un Velodromo affollato, Arnaldo Otegi ha ribadito che la pace è
la priorità di Batasuna e che la stessa deve essere frutto di
un processo di dialogo tra tutti. In questo cammino, Batasuna si impegna
affinché le differenze si dirimano in maniera pacifica e democratica.
Indica due ambiti di accordo: uno tra i soggetti baschi per, partendo
della realtà attuale, arrivare allo scenario deciso dalla cittadinanza
ed un altro tra ETA e gli Stati spagnolo e francese sulla smilitarizzazione
del conflitto, sui prigionieri, deportati e rifugiati e sulle vittime.
SAN SEBASTIAN
Il ricordo di Yasser Arafat è ieri stato presente nel Velodromo
di Anoeta e, con una kefiah posizionata sul leggio, Arnaldo Otegi ha
ricordato le parole pronunciate dal leader dell'OLP davanti all'ONU
trenta anni fa, assicurando che la sinistra indipendentista basca si
presenta ora davanti alla sua militanza, davanti alla cittadinanza basca
e davanti a quella degli stati spagnolo e francese con un ramo di olivo
nella mano. Non ha parlato di un fucile nell'altra. Ha solo chiesto,
come fece Arafat davanti ai rappresentanti di tutto il mondo, che non
si lasciasse cadere a terra questo ramo.
Come si afferma nel documento "Orain herria, orain pakea (“Ora
il popolo, ora la pace”, N.d.T.)", il dirigente di Batasuna
ha detto che questo è il momento nel quale, se esiste una volontà
maggioritaria di cambiare gli attuali status politici, si deve fare
questo cambiamento tra tutti, in maniera concordata, per arrivare ad
un scenario di pace, democrazia e rispetto di tutti i diritti.
Dopo avere fatto il bilancio politico degli ultimi venticinque anni,
Batasuna considera che in questi momenti la priorità politica
è ottenere la pace e che la formula per riuscirci è il
dialogo. La formazione indipendentista esprime la sua totale volontà
di partecipare a questo processo e lo fa, come affermato da Arnaldo
Otegi, "sapendo di non avere ragione al cento per cento e che il
processo richiederà concessioni multilaterali".
Il portavoce indipendentista ha ribadito che tutti i partiti parlano
di dialogo, pertanto Batasuna vuole andare un po’ più là
e, inoltre, assumere una serie di impegni.
Gli impegni contenuti nel documento presentato sono sette. Arnaldo Otegi
li ha sintetizzati in quattro. Il primo, è "il rispetto
della volontà popolare, qualunque sia la decisione".
Il secondo, "l'accettazione della pluralità di Euskal Herria",
non solo la pluralità come paese ma anche fra le sue cittadine
e cittadini. Su questo punto, ha sottolineato che ogni accordo "dovrà
disporre dell'adesione e del rispetto delle distinte sensibilità
esistenti nel paese basco".
Il terzo impegno solennemente assunto da Batasuna è che "durante
il processo le differenze si dirimano in modo pacifico e democratico".
Il quarto impegno evidenziato da Arnaldo Otegi è stato quello
di "andare alle radici del conflitto, superarlo ed includere nell'accordo
tutti i diritti raccolti nella Dichiarazione Universale dei Diritti
Umani e nei Patti per i Diritti Economici, Civili e Politici dell'ONU".
Arnaldo Otegi, sostenuto da persone che in passato hanno fatto parte
della dirigenza della sinistra indipendentista, ha aggiunto che questi
impegni sono assunti pienamente da Batasuna e "dall'insieme della
sinistra indipendentista basca, in questo processo che vuole stabilizzare
uno scenario differente, di pace, democrazia e giustizia".
Due ambiti di accordo
Nell'offerta politica rinnovata resa pubblica ieri, si sostiene inoltre
che “devono esserci due spazi differenziati per il dialogo e l'accordo".
Un primo accordo tra i soggetti politici, sociali e sindacali di Euskal
Herria (Paese Basco, N.d.T.), per concordare "la transizione, la
strada che ci conduca dall'attuale realtà del paese ad un’altra,
nella quale sia possibile che come baschi e basche, in maniera pacifica
e democratica, decidiamo liberamente il nostro futuro". Ha insistito
sul fatto che "parliamo di una transizione graduale, dall'attuale
situazione ad un'altra, nella quale ciascuno dei diritti civili e politici
sia rispettato".
Batasuna propone anche, "in maniera nitida ed inequivocabile",
un secondo spazio per la negoziazione e l'accordo riservato "all'organizzazione
armata ETA ed ai governi dei due stati". Il contenuto dell'accordo,
che si considera necessario per "superare definitivamente il conflitto
politico ed armato, si limiterà secondo quanto affermato
testualmente da Otegi a superare le conseguenze del conflitto armato.
Sarà, dunque, circoscritto esclusivamente a concordare un processo
di smilitarizzazione del conflitto e di superamento delle sue conseguenze
per quanto si riferisce a prigionieri, rifugiati e vittime di entrambe
le parti del conflitto."
Arando Otegi, infine, ha chiesto ai presenti di accogliere con pazienza
le reazioni che seguiranno questa proposta, dato che ci sarà
chi " in pubblico dirà una cosa ed in privato un'altra"
e chi tenterà di "sminuirne l’importanza". Questi
tentativi sono dovuti al fatto che "chiunque che ci abbia ascoltati,
sa che la sinistra indipendentista basca muove i pezzi sulla scacchiera
ma, riconoscerlo, obbligherebbe anche tutti gli altri a muoverli e,
forse, qualcuno ha ancora dei problemi a questo proposito".
A questo ha aggiunto che "chi tentasse di disinnescare questa proposta
sbaglierebbe. So perché lo dico". In conclusione, Arnaldo
Otegi ha fatto un richiamo "a ciascuno dei soggetti citati nella
proposta, affinché ognuno, dalla sua sovranità, sia a
sua volta capace di muovere i pezzi, come deciderà; perché
se tutti muoviamo, il processo di pace è pienamente garantito".
Arnaldo Otegi ha assicurato che la lotta di questi venticinque anni
ha esaurito gli ambiti dell’autonomia, ha sconfitto la strategia
della messa fuori legge, ha imposto che ora si parli di riforme costituzionali,
in definitiva, ha permesso che la sinistra indipendentista basca "abbia
guadagnato l'opportunità di vincere". Ha affermato che non
si è arrivati fino a questo punto "per sprecare questa opportunità
storica, ma per ottenere uno scenario di pace e democrazia."
Editoriale del quotidiano GARA del 15.11.2004
FERMO IMPEGNO PER LA RISOLUZIONE CIVILE DEL CONFLITTO
A dispetto della spettacolarità che ha accompagnato la presentazione
pubblica dell'offerta politica rinnovata di Batasuna, la proposta non
pare essere una mera posa pubblicitaria, né una risposta congiunturale
per ottenere protagonismo sulla scena mediatica. Sia per i contenuti
del documento, sia per il processo di spiegazione degli stessi che si
sta sviluppando nella base della sinistra indipendentista basca, si
osserva che si tratta di una riflessione profonda e condivisa, alla
quale si arriva dalla convinzione che la lotta degli ultimi venticinque
anni ha logorato gli ambiti di autonomia e rende possibile tentare la
ricerca di un processo di pace che, come si segnala nello scritto, "superi
definitivamente lo scenario di scontro politico ed armato nel nostro
paese".
Coloro che ancora vivono afferrandosi ad una strategia repressiva inadeguata
agli attuali tempi o che hanno fatto dell'ossessione per Batasuna il
loro unico discorso, tenteranno di disattivare, attraverso il continuo
avanzamento di richieste impossibili, l'offerta lanciata ieri davanti
ad un affollato Velodromo. Tuttavia e nonostante le cautele con le quali
si deve prendere qualunque dichiarazione di buone intenzioni, l'analisi
obiettiva della proposta evidenzia la combinazione di principi che sono
stati costanti nella traiettoria storica della sinistra indipendentista
basca, con innovazioni che, nel contesto di questo settore politico,
devono essere intese come passi coraggiosi.
Così, si deve considerare innovativo e significativo il fatto
che una proposta di queste caratteristiche, che si pone all'altezza
strategica dell'Alternativa KAS e dell'Alternativa Democratica, sia
elaborata da Batasuna, che assume pieno protagonismo politico. Questo
passo si approfondisce quando, nel processo di risoluzione del conflitto,
si stabiliscono due accordi ed il ruolo che si attribuisce all'accordo
tra ETA e gli stati spagnolo e francese è quello riferito a "smilitarizzazione"
del conflitto, "prigionieri, deportati e rifugiati" e "vittime".
Questa dissezione è di un'importanza politica indiscutibile e
dimostra la portata della scommessa su una via di uscita civile al conflitto.
C’è, inoltre, "l’impegno per dirimere le differenze
durante il processo in maniera pacifica e democratica", nel quadro
dell'esigenza che "l'utilizzo delle vie esclusivamente politiche
e democratiche permetteranno la materializzazione, senza limiti né
restrizioni, di tutti i progetti politici".
Innovativo e significativo è anche che il punto di partenza sia
la "nostra realtà attuale", intesa come riferimento
alla divisione politico-amministrativa di Euskal Herria, poiché
rompe con l'idea che "la sinistra indipendentista basca è
sempre per il tutto o niente", cliché che tante volte si
è utilizzato per squalificare le sue posizioni. Batasuna rende
chiaro che la sua scommessa è su un processo che, partendo dall’esistente,
possa arrivare fino a dove, debitamente consultata, voglia giungere
la cittadinanza basca, disponendo e anche questo è una novità
importante "dell'adesione e del rispetto delle diverse sensibilità
esistenti nel paese basco".
L'offerta politica rinnovata richiede che tutti i soggetti politici
e sociali si impegnino perché tutti sono necessari
per "togliere il conflitto dalle strade e portarlo al tavolo di
negoziazione e dialogo". Una proposta che chiede di contare su
tutti, sulla quale ha insistito anche ETA nella sua ultima comunicazione
pubblica, nei cui nove punti si può riscontrare una linea di
riflessione coincidente con quella espressa da Batasuna.
Euskal Herria si trova davanti ad un'opportunità storica per
incanalare il conflitto con gli stati su vie democratiche; ma sbaglia
chi pensa che questo sia compito esclusivo della sinistra indipendentista
basca. In questi momenti è necessario che tutti assumano assumiamo
rischi ed impegni.
dal quotidiano GARA del 16.11.2004
L'offerta di Batasuna al centro della riflessione dei soggettti politici
Il Comitato Centrale del Partito Nazionalista Basco, il Comitato Esecutivo
del sindacato ELA ed il Consiglio Territoriale del PSOE sono stati alcuni
degli ambiti nei quali si è analizzata la proposta lanciata nella
manifestazione di Anoeta
Appena quattordici ore dopo la presentazione della proposta di Batasuna,
il mahaikide (membro della Mesa Nacional) Arnaldo Otegi, ha ieri approfondito
i suoi argomenti, per ribadire che esistono opzioni reali per risolvere
il conflitto. "Pensiamo a questo, non ad un processo di tregue
e rotture permanenti", ha precisato. Per questo, ha chiesto una
risposta "pubblica o privata" ai diversi soggetti, compresa
ETA. "In questo paese, da 200 anni, stiamo lottando, ammazzando,
morendo, essendo imprigionati e torturati, ed è arrivato il momento
che tutti lascino tutto questo fuori dalla porta e che sistemiamo le
cose intorno ad un tavolo".
SAN SEBASTIAN
Come aveva già fatto il giorno prima nel Velodromo di Anoeta,
Arnaldo Otegi si è ieri detto convinto che la proposta "Orain
herria, orain bakea (Ora il popolo, ora la pace, N.d.T.)" apra
la possibilità reale di risolvere il conflitto al tavolo di negoziazione.
Ai microfoni di Radio Euskadi, ha insistito sul fatto che questa è
già l'ora di farlo: «In questo paese, da 200 anni, ci stiamo
battendo, morendo, ammazzando, essendo imprigionati, essendo torturati,
ed è arrivato il momento che tutti lascino tutto questo fuori
dalla porta, entrino in una stanza con un tavolo, e sistemiamo le cose
a fondo e democraticamente".
A questo proposito, ha ribadito di puntare decisamente ad "uno
scenario dove tutte le armi spariscano dall'equazione politica basca"
per potere "concordare un processo graduale" che dia, come
frutto, un nuovo ambito e risolva il conflitto politico.
"C'è una buona opportunità, ci sono condizioni ottime",
ha detto Otegi, che contemporaneamente ha fatto notare che, quando queste
occasioni si perdono, "tardano molto a tornare a ricrearsi".
Per questo, ha chiesto che si risponda all'offerta "con serenità
e senza fretta", affinché "sia quella definitiva".
Da parte di Batasuna, ha sottolineato che "vogliamo giocare con
correttezza".
Attende risposte
Otegi si è specificamente rivolto a soggetti come i governi di
Madrid e Gasteiz (sede del Governo Autonomo Basco, N.d.T.) e l'organizzazione
ETA, e ha chiesto loro "di analizzare con cura" l'iniziativa
e che diano a Batasuna una risposta "pubblica o privata" sulla
stessa.
Per quanto riguarda ETA, si è detto convinto che questa organizzazione
"cerca uno scenario definitivo di pace e superamento del conflitto
armato". Ed in questo contesto, di fronte alle lamentele di quanti
esigono a Batasuna movimenti di altro tipo, ha precisato che "nel
pensiero della sinistra indipendentista basca non si prende in considerazione
la possibilità di entrare in un possibile processo con tregue
e rotture", in allusione al periodo di Lizarra-Garazi. "Non
parliamo di tregue, parliamo di risolvere il conflitto", ha concluso.
Si è detto fiducioso che "anche ETA saprà valutare"
questa proposta, ma si è mostrato "cauto e prudente"
sulla posizione che l’organizzazione potrà manifestare.
L'iniziativa presentata domenica propone che l'organizzazione armata
negozi esclusivamente con gli stati le questioni riferite alle conseguenze
del conflitto, espressamente indicate come "smilitarizzazione",
"prigionieri, deportati e rifugiati" e "vittime".
Il portavoce della sinistra indipendentista basca, nell'intervista a
Radio Euskadi, ha ricordato che la proposta punta a che ci sia in anticipo
un impegno "di tutte le parti, di ETA e dello Stato” affinché
"tutti manteniamo intatti i nostri diritti" e ha sostenuto
la via del dialogo come chiave del processo, sottolineando che Batasuna
fa questo appello sia all'organizzazione armata, sia ai due stati implicati.
Novità
Il fatto che questa proposta sia stata formulata da Batasuna e non da
ETA, è stato sottolineato, da Otegi, come una delle principali
novità del testo.
Inoltre, ha ricordato la definizione dei due spazi di accordo:uno tra
i soggetti baschi, intorno alla transizione verso un nuovo ambito politico
ed un altro, tra ETA e gli stati, sui contenuti già citati. Ha
evidenziato, pertanto, che il blocco delle "questioni politiche
di ampia portata", rimane circoscritto all'ambito dei partiti,
sindacati ed organizzazioni sociali basche.
Tra le novità dell'iniziativa, Otegi ha specificato anche che
Batasuna assume che il processo di soluzione deve essere concordato
fra indipendentisti e non indipendentisti e sempre tenendo in conto
la storia di Euskal Herria, ma anche la "realtà attuale".
In questo senso, il dirigente ha ammesso la divisione politico-amministrativa
di Euskal Herria e chiarito che il processo deve partire sia da questa
circostanza, sia dal riconoscimento previo che "Euskal Herria è
una nazione di sette territori, ed una nazione che ha diritto a decidere".
Esprime cautela
Batasuna terrà oggi una conferenza stampa per insistere su questa
proposta, ma Otegi ha ieri ribadito che non vuole risposte affrettate,
ma "caute e prudenti".
Arnaldo Otegi ha anche affermato che Batasuna accetta e comprende che
le reazioni non "siano esenti da critiche", e ha aggiunto
che “possiamo capire che in seguito ci si chiederà di più".
In questo senso ha, per esempio, apprezzato la decisione del Governo
di Gasteiz di evitare dichiarazioni affrettate e di valutare il testo
nella sua riunione di oggi. In seguito, renderà pubblica la sua
opinione.
“NON POSSONO NEGARE CHE CI SONO PASSI E COSE CHE CI CHIEDEVANO"
Otegi aveva già avvertito le migliaia di militanti riuniti nel
Velodromo, che la maggior parte delle reazioni avrebbero cercato di
dimostrare che nella proposta non ci sono novità. Per sto, ieri,
non si è sorpreso davanti ad alcune valutazioni. In ogni caso,
ha approfittato per ribadire che “abbiamo mosso i pezzi"
e ha evidenziato che il testo "dice cose che alcuni ci chiedono
di dire da anni". Per il dirigente, "c’è stato
chi ha squalificato la proposta prima di conoscerla e dopo, siccome
non si può negare che ci siano passi in avanti e che alcune cose,
che qualcuno chiedeva, sono state dette, passa alla fase del ‘sì,
ma' e chiede a ETA non si sa cosa".
IL PNV SI MOSTRA DISPOSTO AD UN DIALOGO MULTIPARTITO PER UN ACCORDO
SU TRE BASI
GARA
BILBO
Il Partito Nazionalista Basco non ha tardato nel dare una risposta,
molto misurata sul tenore dei contenuti del testo, all'offerta di Batasuna.
Lo ha fatto a metà pomeriggio di ieri, attraverso il suo presidente,
Josu Jon Imaz, e dopo la riunione settimanale dell'Euzkadi Buru Batzar
(organismo dirigente, N.d.T.).
Nel testo di sette punti del quale ha dato lettura il dirigente nazionalista
a Sabin Etxea (sede nazionale del PNV, N.d.T.) e che è rivolto
"alla società basca” si accetta di partecipare ad
un "dialogo politico multilaterale", sebbene si differenzi
questo dal "dialogo risolutivo multilaterale"; su quest’ultimo,
si precisa che sarebbe possibile solo con "la sparizione definitiva
della violenza di ETA".
Inoltre, nel comunicato si indicano tre pilastri per un accordo di normalizzazione,
tutti assunti da Batasuna nella sua proposta: “Rispetto della
pluralità della società basca, principio di non unilateralità
e rispetto della volontà della cittadinanza basca".
Dato l'interesse ed i particolari di questo comunicato, riportiamo il
contenuto integrale della risposta della direzione del PNV, letta in
euskara e castigliano da Imaz:
"L'Euzkadi Buru Batzar di EAJ-PNV, riunito nel suo abituale incontro
settimanale del 15 novembre 2004, ha analizzato la presa di posizione
annunciata da Batasuna nella manifestazione celebrata ieri a San Sebastian.
Alla luce del testo presentato, EAJ-PNV vuole fare conoscere la seguente
riflessione alla società basca:
Evitiamo, per il momento, altre valutazioni rispetto all'irreale bilancio
presentato ieri relativamente allo sviluppo del nostro popolo ed all'attività
della sedicente "sinistra indipendentista basca" durante gli
ultimi anni.
Valutiamo nei suoi giusti termini la volontà espressa ieri da
Batasuna di condurre la sua azione attraverso vie esclusivamente politiche
e democratiche, nonostante i chiaroscuri manifestati nel testo presentato.
Una scommessa conseguente con le vie esclusivamente politiche e democratiche
esige la contrarietà al ricorso alla forza.
Esprimiamo la nostra disposizione a partecipare ad un dialogo politico
multilaterale, come sempre abbiamo manifestato, con l'insieme delle
forze politiche basche, allo scopo di raggiungere la normalizzazione
politica e la convivenza in Euskadi.
Riteniamo che i tre pilastri sui quali deve reggersi un accordo di normalizzazione
politica in Euskadi debbano essere i seguenti: il rispetto alla pluralità
della società basca, il principio di non unilateralità
ed il rispetto della volontà della cittadinanza basca.
Consideriamo che l'analisi dei meccanismi affinché la società
basca, nei suoi diversi spazi giuridico-politici, sia consultata sul
suo futuro, come le vie affinché quella volontà sia rispettata,
debbano fare parte, tra le altre materie, del dialogo multilaterale
tra l'insieme delle formazioni politiche basche.
Facciamo appello all'insieme delle istituzioni e formazioni politiche
affinché, nella misura delle sue possibilità e nell'esercizio
delle loro responsabilità, compiano passi per approfondire la
normalizzazione politica e la convivenza in Euskadi.
Sottolineiamo che, con la sparizione definitiva della violenza di ETA,
si creeranno le condizioni che rendono possibile questo dialogo risolutivo
multilaterale tra l'insieme delle formazioni politiche basche. In questo
senso, attendiamo una decisione da parte di ETA, nella quale si annunci
la cessazione definitiva della violenza".
Editoriale del quotidiano GARA del 16.11.2004
VERGOGNOSO DIBATTITO SULLA LEGALITÀ DELLA MANIFESTAZIONE
Risulta illustrativo comprovare fino a quale punto determinati settori
della politica, l'amministrazione giudiziaria ed i media spagnoli siano
inadeguati al dibattito razionale su proposte ed idee. Batasuna ha messo
sul tavolo la sua proposta per la risoluzione definitiva del conflitto,
che potrà essere buona o cattiva, utile o inutile, ma che è
il suo contributo per un processo del quale questo popolo ha bisogno
ed alcuni pretendono di trasformare in asse del dibattito la questione
se la manifestazione nel corso della quale la proposta è stata
presentata dovesse essere permesso o no, fino a far volare gli stracci.
Per quanto dispiaccia ai promotori della strategia di segregazione politica,
la sinistra indipendentista basca continua ad essere una realtà,
come dimostrato domenica in un velodromo pieno zeppo, e nei giorni precedenti
e successivi all'attesa destata dall'annuncio della proposta.
La manifestazione era stata indetta con varie settimane di anticipo
e nessuno, fino a giovedì, l’aveva messa in discussione,
forse pensando che sarebbe passata più inosservata. Il primo
a chiederne la proibizione è statorappresentante del Partido
Popular al Parlamento basco; poi gli si è accodato lo stato maggiore
del partito e, dopo essersi reso conto dell’importanza e della
risonanza avute dal messaggio lanciato da Batasuna, persino il presidente
della Corte suprema spagnola si è affrettato a cercare di spargere
una cortina fumogena.
In questo contesto, risulta particolarmente ridicolo il ruolo giocato
dal ministro spagnolo di Giustizia, Juan Fernando López Aguilar,
che ha dato segni di totale disinformazione. Da un lato ha affermato
che l'atto era stato possibile "perché sicuramente il permesso
era stato chiesto da gente che appariva riconducibile a Batasuna":
Il velodromo è stato affittato dal dirigente e parlamentare della
sinistra indipendentista basca Joseba Alvarez; dall’altro, il
ministro ha assicurato che la responsabilità di avere permesso
la manifestazione era "del Governo basco, una decisione per la
quale non posso che esprimere riprovazione". Le manifestazioni
in spazi chiusi, come spiega la stessa Procura, non richiedono alcuna
autorizzazione del Dipartimento degli Interni.
Il penultimo capitolo di questo sproposito, è l'apertura di indagini
giudiziarie per accertare se nella manifestazione di domenica, ad Anoeta,
qualcuno abbia commesso qualche reato.
Smettano di baloccarsi e si impegnino sul nucleo di questo dibattito,
che per la cittadinanza di Euskal Herria e dello Stato spagnolo c’è
molto gioco.