dal quotidiano GARA del 31.12.2003
proposta di accordo per l'autodeterminazione
ELA E LAB ESORTANO AD UNIRE FORZE E SOTTOLINEANO CHE LA NOTA DI ETA FACILITA
QUESTA VIA
·NOTA UNITARIA: I DUE SINDACATI CONCORDANO SUL FATTO CHE "LA
RICERCA DI ACCORDI TRA IL MAGGIOR NUMERO POSSIBILE DI FORZE CHE AFFERMANO
IL DIRITTO DI AUTODETERMINAZIONE È LA VIA SULLA QUALE BISOGNA CONTINUARE
A LAVORARE"
ELA e LAB, in un comunicato unitario, hanno ieri espresso la loro convinzione
che la ricerca di accordi tra le forze favorevoli all'autodeterminazione
"è la via sulla quale bisogna continuare a lavorare",
e hanno insistito sul fatto che "i passi suggeriti da ETA faciliterebbero
lo sviluppo di processi di lavoro in comune". Nella nota precisano
di avere valutazioni distinte sulla proposta di unione di Bergara.
GARA
BILBO
Alcune ore dopo la diffusione della nota stampa nella quale ETA si impegna
a prendere le misure necessarie affinché la proposta di accordo
per l'autodeterminazione di Bergara vada a buon fine, i sindacati ELA
e LAB hanno reso noto un testo unitario nel quale affermano che "i
passi suggeriti da Euskadi Ta Askatasuna faciliterebbero lo sviluppo di
processi di lavoro in comune di forze impegnate per il diritto di autodeterminazione".
La presa di posizione, della quale hanno dato lettura congiuntamente,
a Bilbao, i segretari dei Settori Comunicazione di entrambe le organizzazioni
sindacali (Germán Kortabarria, per ELA, e Txutxi Ariznabarreta,
per LAB), mostra una chiara scommessa su questa linea di azione.
Benché sia stato precisato che ciascuno dei due sindacati "mantiene
valutazioni distinte" sulla proposta concreta di lista unitaria lanciata
dalla sinistra indipendentista basca a Bergara, è stato affermato
che "in qualsiasi caso, la ricerca degli accordi possibili tra il
maggior numero di forze che affermano il diritto di autodeterminazione
è la via sulla quale bisogna continuare a lavorare."
Nonostante abbiano espresso le loro differenze intorno al progetto di
Bergara, ELA e LAB ammettono entrambe che si tratta di un'iniziativa che
si iscrive in quel progetto "di unione di forze in favore dell'autodeterminazione
che reclamano”.
Nell'altro punto dei quattro che compongono questa dichiarazione unita,
le centrali sindacali guidate da José Elorrieta e Rafa Díez
Usabiaga insistono nell’affermare che "l'impulso del processo
di autodeterminazione ha bisogno della massima collaborazione possibile
di forze impegnate per ill principio secondo il quale i cittadini e le
cittadine di Euskal Herria hanno il diritto democratico di decidere il
loro status politico".
Il sindacato ELA è tra le forze interpellate dalla sinistra indipendentista
basca in questo processo di riflessione per la ricerca di una lista unitaria
che configuri, inoltre, l'interlocuzione basca davanti allo Stato spagnolo
per reclamare il dialogo. Ai suoi rappresentanti, la proposta è
stata illustrata in una riunione, lo scorso 24 dicembre.
Da parte sua, LAB è tra i promotori diretti dell'iniziativa. Il
suo segretario generale, Rafa Díez Usabiaga, ha partecipato attivamente
sia alla presentazione del 16 di dicembre, a Bergara, sia alla prima tornata
di contatti con diversi soggetti politici, sindacali e sociali.
IL PNV ARGOMENTA CHE "DA UN PRECIPIZIO NON SI PUÒ USCIRE CON
UN SALTO"
GARA
BILBAO
Anche il portavoce dell'EBB del PNV (Segreteria Nazionale del Partito
Nazionalista Basco, N.d.T.), Joseba Egibar, ha tenuto una conferenza stampa
in seguito alla nota stampa di ETA. Oltre a criticare quello che considera
un "tentativo di tutela" dell'organizzazione armata su questa
proposta, ha ammesso che l'iniziativa di Bergara va nella direzione giusta,
ma la considera "precipitosa".
"È una proposta che non ha la maturità sufficiente,
perché da un precipizio come quello che si è aperto non
si può uscire con un salto. Non si può rimanere con un piede
sospeso nell'aria", ha manifestato il portavoce del PNV.
Di seguito, ha attribuito la responsabilità di adoperarsi affinché
la proposta vada a buon fine alla sinistra indipendentista basca: "Se
la sua scommessa è strategicamente definitiva, se è una
scommessa esclusivamente politica e democratica, che non perda l'opportunità.
Il fatto che in quella lista ci stiano tutti o no, non può essere
ragione per evitare che quella lista possa essere formata", ha indicato
senza fornire ulteriori precisazioni.
A questo punto, si è rivolto specificamente ad Arnaldo Otegi, per
ribadire che la sinistra indipendentista basca non deve perdere questa
opportunità, deve essere seria e rigorosa, e fare tesoro delle
esperienze di processi analoghi, vissute non molto tempo fa nel paese".
A questo proposito, Joseba Egibar è arrivato ad affermare che la
sinistra indipendentista basca "ha forza sufficiente e capacità
sociale e politica" per intraprendere questa strada.
Secondo la sua interpretazione della nota stampa dell'organizzazione armata,
ETA assume "il ruolo di vigilante del processo, dice che affinché
esso possa consolidarsi, bisogna camminare nella direzione corretta ed
alla velocità dovuta, ma qui la direzione e la velocità
le decidono i partiti politici", ha replicato il portavoce del PNV.
"Se ETA favorisce un periodo di distensione, tutto è possibile,
secondo la sua riflessione. E noi diciamo che non possiamo agire in questo
modo per l’esperienza accumulata, perché ci conosciamo reciprocamente
già abbastanza e sappiamo che la scelta di vie pacifiche e democratiche
deve essere definitiva", ha aggiunto.
ARALAR STIMA CHE "RIPRENDERE L'UNIONE È QUESTIONE DI TEMPO"
GARA
BILBO
Mikel Basabe, uno dei portavoce di Aralar, ha considerato la nota stampa
di ETA positiva nella misura in cui si intende che "è un indizio"
del fatto che l'organizzazione "pensa che bisogna passare ad un'altra
fase nel confronto con lo Stato". In dichiarazioni a Radio Euskadi,
Basabe ha salutato la posizione espressa da ETA e considerato che "viene
a dare ragione" a chi sostiene che "la tregua non avrebbe mai
dovuto essere rotta".
Basabe ha anche evidenziato che "Lizarra-Garazi (l’accordo
fra la maggioranza dei soggetti politici, sindacali e sociali del Paese
Basco, che aveva, fra l’atro, portato ETA a dichiarare una tregua
indefinita nel 1998, N.d.T.), nel bene e nel male, c’è stato,
ha comportato una tregua ed un'unità d’azione". A questo
proposito, ha concluso che "sapendo qual’è la strada
giusta, credo che tornare a riprenderla, per tutti, sia questione di tempo
".
In ogni caso, Basabe si è detto piuttosto scettico sul processo
di Bergara. Si parla di gran ricettività da parte di tutti i partiti,
ma quello che abbiamo visto nel Parlamento di Gasteiz non è stato
così. C’è stato un partito, in concreto Eusko Alkartasuna,
che non ha voluto i voti di Batasuna", ha ricordato.
OTEGI RITIENEE CHE SI SIANO APERTE LE PORTE ALLA SOLUZIONE DEL CONFLITTO
Imanol INZIARTE
SAN SEBASTIAN
"Uniamoci intorno all'autodeterminazione, che è ciò
che vuole il Paese Basco". Arnaldo Otegi, portavoce indipendentista,
ha tenuto ieri, a San Sebastian, una conferenza stampa per valutare le
trasformazioni politiche dell'anno 2003. È evidente, tuttavia,
che gli ultimi avvenimenti la proposta politica di Bergara e l'ultimo
comunicato di ETA, sono quelli intorno ai quali si sviluppa il discorso
dei partiti.
Così, Otegi, ha considerato che "ETA ha parlato chiaro"
e che "la palla si trova nel nostro campo, in quello di chi è
a favore dell'autodeterminazione". Il parlamentare di Sozialista
Abertzaleak ha insistito sul "profondo senso politico" della
nota stampa rimessa dall'organizzazione armata e ha sottolineato che essa
ha aperto tutte le porte. Una cosa che avviene di rado e "non può
essere sprecata".
La conferenza stampa della sinistra indipendentista basca ha suscitato
un grande interesse tra i mezzi di comunicazione. Accompagnato da Pernando
Barrena e da Joseba Permach, Otegi non ha voluto dare giudizi sulle prime
reazioni di altre formazioni politiche, ricorrendo "alla prudenza
ed alla responsabilità". In questo senso, ha ricordato che
"da quattro anni stiamo aspettando un'opportunità. C'è
la volontà per approfittare di essa?", si è domandato.
Prudenza è stata, durante tutto il suo intervento, la parola più
ripetuta dal portavoce della sinistra indipendentista basca.
Per contro, la stampa gli ha chiesto delle richieste a Batasuna affinché
condanni l'attività di ETA. "Quale è la cosa importante?
Che Batasuna dica qualcosa su ETA, o che ETA dica che apre tutte le porte?",
ha ribattuto il leader indipendentista.
Davanti alle reazioni di alcuni partiti che rifiutano di accettare "la
tutela" dell'organizzazione armata, Otegi ha affermato che "qui
non si tratta di accettare o non accettare tutele, neanche noi accettiamo
alcuna tutela". A questo proposito, ha proposto di "calmare
un po' la riflessione, sederci attorno ad un tavolo, parlare di tutto
quello che bisogna discutere, chiarire i dubbi e, soprattutto, non inventare
cose".
Nella sua esposizione, ha ricordato che dopo la proposta presentata a
Bergara lo scorso 16 dicembre, "molti hanno detto che non sarebbe
male, ma hanno espresso i loro dubbi circa la risposta di ETA. A noi sembrava
logico. ETA ha parlato chiaro", ha insistito.
A suo giudizio, è evidente che "siamo alla fine di un ciclo
politico, non si può continuare con ciò che il Caudillo
ha lasciato 'legato e ben legato" (riferimento alla celebre frase
con la quale Franco affermava di aver predisposto le garanzie di continuità
sostanziale del suo regime, N.d.T.). Ciò si deve "alla lotta
ed al lavoro di questo popolo, che non ha permesso che la prima transizione
raggiungesse i suoi obiettivi. Abbiamo sconfitto il regime che voleva
riprodurre il progetto di Franco", ha sottolineato.
Di fronte a questo fatto, Otegi ha considerato che "lo Stato spagnolo
ha mostrato il suo vero volto antidemocratico. Il 'broglio elettorale'
è stato l'espressione massima della fascistizzazione dello Stato".
Non ha risparmiato critiche neppure al Governo di Parigi, accusandolo
di "disprezzare ed umiliare" i cittadini di Lapurdi, Bassa Navarra
e Zuberoa.
"Questo è stato l'anno delle proposte per un nuovo ambito
politico", ha ricordato prima di sottolineare l'importanza di "correggere,
da parte di tutti, gli errori commessi nel passato". Arnaldo Otegi
ha auspicato che si realizzi "una seconda transizione basca e democratica,
il cui obiettivo sia superare il conflitto armato e politico. Perciò,
noi baschi dobbiamo esprimerci come popolo, creando un'interlocuzione
nazionale con gli stati".
editoriale del quotidiano GARA del 31.12.2003
NUOVA OPPORTUNITÀ PER EUSKAL HERRIA
Tutte le formazioni politiche, i responsabili istituzionali e la maggioranza
sindacale di Euskal Herria, hanno ieri manifestato la loro opinione sull'annuncio
dell'organizzazione armata ETA nel quale essa si è detta pronta
a "compiere i passi necessari affinché l'iniziativa di Bergara
raggiunga il suo obiettivo finale". Nelle prime reazioni, sfortunatamente,
non ci sono sorprese positive, perché praticamente nessuno ha abbandonato
il suo solito copione ed in molti casi queste reazioni hanno messo in
evidenza un buon numero di rappresentanti politici sempre sorpresi col
passo sbagliato dalle opportunità che si presentano per mettere
fine al conflitto che sconvolge questo paese, mentre appaiono preparati
e con la frase giusta davanti a qualunque fatto che dimostri la persistenza
dell'attuale situazione.
Tuttavia, pochi hanno potuto occultare che la nota trasmessa dall'organizzazione
ETA conteneva molto di nuovo. Nel suo breve ed incisivo comunicato, forse
come mai in precedenza, ETA lascia aperte tutte le possibilità.
Un'opportunità che può essere respinta solo dall'irresponsabilità
politica e dalla comodità nell'attuale stato di cose che traspaiono
da alcune delle reazioni simili a cantilene ormai imparate a memoria.
Intanto, le forze politiche basche si affrettavano a prendere le distanze
dalla sinistra indipendentista basca con alcuni timori che, oltre che
falsi, appaiono superflui in un momento nel quale ciò che si è
messo sul tavolo è una nuova opportunità affinché
Euskal Herria riesca a cambiare le attuali chiavi di scontro e trovi un
ambito di soluzione democratica al problema generato dalla negazione di
diritti.
La presa di posizione di ETA ha dato maggiore consistenza, se possibile,
ad un'iniziativa della sinistra indipendentista basca, accolta con atteggiamento
positivo da una buona parte dei soggetti politici e sindacali ai quali
era stato presentata. ELA e LAB, in una dichiarazione pubblica unitaria,
manifestavano ieri che l'impulso al processo di autodeterminazione "ha
bisogno della massima collaborazione possibile di forze impegnate sul
principio che i cittadini e le cittadine di Euskal Herria hanno il diritto
democratico di decidere il loro status politico". Cosa che, nelle
ultime settimane, sono venuti sottolineando gran parte dei rappresentanti
di partiti politici in Euskal Herria e che sarebbe necessario che ricordassero
anche nel momento di analizzare il loro atteggiamento davanti alle possibilità
aperte dall'iniziativa di Bergara.
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