Non so se faccio cosa gradita
dal momento che l’impostazione della lista è tendenzialmente
“politica” e il nome “paesi baschi liberi” ben
rappresenta gli argomenti di discussione.
Oppure, potrebbe esserci la possibilità che ciò che andrò
a scrivere magari è da voi già conosciuto, comunque….
Accennando solamente al quarto
posto raggiunto dall’Athletic Bilbao dopo la prima vittoria esterna
della stagione (0 – 2 sul campo del Celta di Vigo, con reti di
Lacruz e Iraola), vorrei sottoporvi, data la mia professione di bibliotecario,
il seguente scrittore: Joseba Sarrionandia Uribelarrea. Sicuramente
in Italia meno conosciuto di Bernardo Atxaga, di cui continuano a pubblicare
libri di un certo valore, Sarrionandia è stato pubblicato per
la prima volta in Italia dall’editore Tranchida di Milano. Di
seguito vi riporto la scheda sull’autore, ex-militante di ETA
e tutt’ora latitante dopo una rocambolesca evasione, ed inoltre
notizie sul libro “Lo scrittore e la sua ombra” ed altre
informazioni trovate sul sito www.tranchida.it
Nato il 13 aprile del 1958 a
Iurreta, piccolo paese vicino a Durango nella provincia basca di Bizkaia,
Joseba Sarrionandia Uribelarrea, si è laureato in Filologia
basca all'Università Deusto di Bilbao ed è stato
insegnante presso l'Università Nazionale di Educazione (UNED)
e presso L'Università Estiva del Paese Basco.
Nel 1980, con Bernardo Atxaga, ha dato vita all'associazione culturale
Pott e alla rivista omonima. Dal 1975 al 1980 ha collaborato a molte
importanti riviste basche scrivendo di cinema, cultura, lingua e letteratura.
Il suo primo libro, Izuen Gordelekuan Barrena, una raccolta di poesie, è
del 1980. Lo stesso anno viene arrestato con l'accusa, non provata,
di essere "etarra" dell'organizzazione indipendentista ETA
e condannato a 28 anni di carcere. Il 7 luglio 1985, nascosto nelle
casse acustiche di un gruppo musicale che aveva tenuto un concerto nel
carcere di Martutene a San Sebastian/Donostia, riesce a evadere. Da
allora non si hanno sue notizie a eccezione delle opere che pubblica
con una certa regolarità.
Numerose sue poesie sono diventate canzoni famose di musicisti di diverso
genere e stile.
In questi vent'anni di attività letteraria il suo ricco contributo è
stato ed è indiscutibilmente fondamentale nello sviluppo
della letteratura basca. Le sue opere (poesia, racconti, aforismi, riflessioni
e, di recente, un lungo e articolato romanzo) l'hanno portato a essere
uno dei più significativi esponenti della letteratura basca contemporanea
oltre che uno dei suoi indiscussi fondatori. La qualità del suo
lavoro letterario è universalmente riconosciuta dai critici,
ed è sicuramente uno degli autori più letti e più
venduti della letteratura in lingua basca.
Il suo romanzo, Lagun izoztua (L'amico congelato), appena pubblicato
nei Paesi Baschi e di prossima pubblicazione presso Tranchida, ha vinto
il premio letterario come miglior autore in lingua basca dell'anno assegnato
dall'Associazione spagnola dei critici letterari.
Lo scrittore e la sua ombra raccoglie una serie di racconti assonanti
per contenuti narrativi e tensione drammatico-esistenziale. Una squallida
stazione, due sedie. Una donna seduta che attende. O mille altre donne.
O nessuna donna, bensì solo la fantasia di un uomo seduto sull'altra
sedia con indosso la sua solitudine che ha bisogno di riempire con una
persona tanto umana quanto irreale. Forse, ancora, non quell'uomo, ma
mille altri uomini. O nessuno, né uomini né donne; solo
due sedie vuote, l'una di fronte all'altra come due specchi che moltiplicano
all'infinito l'immagine in ciascuno di essi riflessa: nessuna immagine.
Il vuoto. Il nulla. Questo è il tema che scorre sotto la
superficie della scrittura, sotto il fango della mulattiera che Asun
e il fratello Martin attraversano ogni giorno per portare l'acqua da
un villaggio all'altro; un freddo enigma che fluisce, lento e strisciante,
come rivoli carsici che scavano la roccia al di sotto dei nostri piedi
e della nostra consapevolezza. In "Conversazione con l'ombra"
una voce incalza l'autore: è la sua ombra. Più che
una proiezione del proprio corpo, essa sembra provenire dai recessi
oscuri dell'anima, dove si annidano forze sinistre e tiranne che attentano
alla parola, ultimo tentativo di liberazione mediante l'espressione
dei percorsi interni alle cose e all'esistenza. L'ombra, così
come i personaggi anonimi e misteriosi che popolano questi affascinanti
racconti, getta una luce obliqua, trasversale alla narrazione, la luce
dell'interrogativo ultimo, la domanda di senso, l'ipotesi del dubbio.
Sarrionandia coglie sottili sfumature con occhio spietato e lucido a
volte, tenero e malinconico in altri momenti, per restituirci complessivamente
un unico grande afflato, un grande respiro che si fa allo stesso tempo
tensione vibrante e poesia.
Il gioco avvincente dello scrittore evaso
di Giuseppe Piacentino, LETTURE
Accade spesso che il personaggio rubi la scena al suo creatore e lo
releghi in secondo piano. La vita di Madame Bovary, per esempio, è
assai più interessante di quella di Flaubert. Nel caso del poeta
e scrittore basco Joseba Sarrionandia, invece, i libri stanno di primo
acchito alle spalle del loro autore, a causa di una serie di avvenimenti
che lo riguardano. "Sarri" finì in carcere nel 1980
con l'accusa di essere membro dell'ETA e con una pena di 28 anni di
detenzione da scontare. Il 7 luglio 1985 lo scrittore evase dalla prigione
di Martutene e da allora le uniche tracce che lascia di sé sono
i suoi stessi libri.
Di lui si conoscono solamente un paio di fotografie, e la voce si può
ascoltare in un cd nel quale Sarrionandia recita alcune sue poesie.
Tuttavia, andando al di là di una biografia così particolare,
si scopre uno scrittore di alto profilo, non a caso indicato assieme
a Bernardo Axtaga come il più importante autore basco vivente.
Proprio Axtaga, nel curioso epilogo a questo libro di racconti, sottolinea
come l'amico Sarrionandia eviti accuratamente di parlar di sé
in ciò che scrive. Quello che più sembra interessargli
è, piuttosto, il meccanismo delle storie, e quella che apre il
libro si può leggere come una dichiarazione di intenti: in una
stazione deserta l'immaginazione ipotizza, in una vertiginosa successione,
quali personaggi potrebbero sedersi su una sedia. C'è anche una
deliziosa conversazione dello scrittore con la propria ombra che si
conclude con una gesto spassoso. Del resto, che ci racconti della regina
Ginevra o di un naufragio o di un ragazzo ritardato, "Sarri"
riesce sempre a condurre il suo gioco avvincente fino a una conclusione
logica anche se imprevedibile. E in "Una fantasia d'amore"
azzarda perfino una descrizione così come la rifletterebbe uno
specchio rotto
Quando il "terrorista"
è un grande scrittore
Quel Premio letterario dato al terrorista basco
da LA REPUBBLICA-Cultura
(Madrid) Un "terrorista"
dell'ETA, evaso dal carcere diciassette anni fa con l'aiuto del capo
dell'apparato dell'organizzazione, ha vinto il Premio Letterario come
migliore autore in lingua basca dell'anno, assegnato dall'Associazione
spagnola dei critici letterari. Joseba Sarrionandia, attualmente in
clandestinità, è stato premiato per un romanzo intitolato
Lagun Izoztua (L'amico congelato). Naturalmente la scelta ha destato
non poca sorpresa: ci si chiede se il giudizio sull'arte letteraria
di uno scrittore possa essere slegato dalle sue scelte politiche, in
questo caso decisamente sanguinarie.
"Il nostro non è un tributo a un terrorista, ma a uno scrittore",
si è affrettato a precisare il presidente dell'associazione Miguel
Garcia Posada, aggiungendo che la giuria addirittura non era a conoscenza
del passato di Sarrionandia, ma il commento non è stato del tutto
convincente e non è comunque servito a placare le polemiche.
Condannato a ventisette anni di carcere per terrorismo, Joseba Sarrionandia
è evaso nel 1985, vive
in Francia e ha continuato a pubblicare su riviste esclusivamente basche
con l'aiuto di un intermediario. Il ministro della Cultura Pilar de
Castillo si è limitata ad affermare che la decisione della giuria
"è sorprendente e difficile da giudicare". (18 aprile
2001)
IL CASO
L'intellettuale di lingua basca alla macchia
di f.c., MESSAGGERO VENETO
Un cognome quasi impronunciabile, una vita piena di avventure e oltre
una ventina di opere pubblicate, tra raccolte di poesie, racconti, aforismi
e romanzi lunghi. Tutto questo è Joseba Sarrionandia, uno dei
massimi esponenti della cultura iberica, "miglior scrittore in
lingua basca" del 2002 per il suo ultimo romanzo, L'amico congelato
(di prossima pubblicazione per Tranchida). Classe 1958, Joseba Sarrionandia
Uribelarrea si laurea in filosofia basca a Bilbao per intraprendere
una carriera di docente universitario in parallelo con la sua attività
di giornalista, critico letterario e cinematografico. Nel 1980 lo si
accusa di far parte dell'ETA e lo si condanna a 28 anni di carcere,
ma il 7 luglio 1985, nascosto nelle casse acustiche di un gruppo musicale
che ha tenuto un concerto in prigione, riesce a evadere. Da allora non
si hanno più notizie di Sarrionandia, a parte l'edizione delle
sue opere che escono con una certa regolarità.
Di questo eclettico scrittore, Tranchida propone per la prima volta
in Italia Lo scrittore e la sua ombra, una raccolta di racconti brevi,
uscita in Spagna per la prima volta nel 1983. Dieci storie di pura fantasia,
in cui l'autore basco con occhio lucido e un po' fanciullesco coglie
le sottili sfumature che differenziano ogni persona dall'altra, regalando
al lettore descrizioni assolutamente dettagliate. Figure, tuttavia,
non ben caratterizzate: Sarrionandia descrive esseri anonimi e misteriosi
che nascondono grandi interrogativi. Il titolo in italiano fa riferimento
a uno dei racconti in cui appunto uno scrittore dialoga brevemente con
la sua ombra, un fantasma che ricorda quelli inventati da Dickens in
Christmas Carol. Ricchi di suspense narrativa Sguardi alla stazione
e Incontro notturno, ambientati come la maggior parte dei brani in terra
basca, in cui la penna di Sarrionandia da un lato sceglie la desolazione
di una stazione per descrivere sguardi di persone che non ci sono (o
ci sono?), dall'altro narra l'incontro amoroso di due giovani.
Ultimo capitolo, è l'epilogo scritto da Bernardo Atxaga, (l'amico
con cui Sarrionandia ha dato vita nel 1980 all'associazione culturale
Pott), che riporta alla luce una storia cavalleresca di undici secoli
fa, ed è un inno all'amicizia che lo lega a Sarrionandia.