La maggioranza sindacale chiamerà i suoi soci ad appoggiare
i prigionieri
·ELA, LAB, ESK, STEE-EILAS, EHNE, ELB e Hiru si convocheranno
congiuntamente agli atti di Etxerat del venerdì e ricorderanno
che il 98,5 percento dei carcerati non sta in Euskal Herria
La presa di posizione che Etxerat indirizzizzò l'altro ieri
agli agenti di Euskal Herria affinché che si impegnino quotidianamente
nella difesa dei diritti dei prigionieri politici baschi avrà
risposta positiva dall'ambito sindacale. ELA, LAB, ESK, STEE-EILAS,
EHNE, ELB e Hiru hanno deciso di fare loro la richiesta ed aderire così
alle mobilitazioni che il prossimo giorno 30, come ogni venerdì,
si celebreranno in tutte le città del paese. L'immagine non si
vedeva da molto.
BILBO
Il giorno dopo che il collettivo di familiari e di vittime della rappresaglia
politici baschi hanno invitato direttamente gli agenti, partiti ed istituzioni
di Euskal Herria ad assumere impegno quotidiano in difesa dei diritti
dei loro familiari carcerati, la risposta da parte della maggioranza
sindacale è risultata essere positiva.
Così, e malgrado abbiano previsto di realizzare una manifestazione
unitaria la settimana che viene per confermare la loro posizione, GARA
potè sapere nella giornata di ieri che ELA, LAB, ESK, STEE-EILAS,
EHNE, ELB e Hiru hanno concordato un manifesto nel quale mostrano il
loro rifiuto per la politica di dispersione e fanno loro la richiesta
del rimpatrio dei prigionieri politici.
In questo contesto, anche i sindacati annunciano la loro intenzione
di unirsi ai concentramenti silenziosi che il prossimo giorno 30, come
ogni ultimo venerdì del mese, avranno luogo in città,
paesi e quartieri di questo paese dietro la parola d’ordine "Status
politikoa orain, euskal presoak Euskal Herrira"(Status politico
ora, prigionieri baschi tornino in Euskal Herria, NdT), promosse da
Etxerat. E invitano i loro soci ad accorrere a queste mobilitazioni.
Più del 98 percento, fuori
Come ha reiterato Etxerat in diverse occasioni, anche i sindacati sono
coscienti che l'immensa maggioranza dei prigionieri politici basco più
di un 98 percento, secondo le precisazioni- è recluso in centri
penitenziari ubicati fuori di Euskal Herria come conseguenza della dispersione
applicata dagli stati spagnolo e francese. Una politica che, inoltre,
colpisce tutto il loro ambiente familiare, e che "ubbidisce in
ogni momento a decisioni politiche", osserva il testo.
Concretamente, il collettivo Etxerat ricordò il mercoledì
a questo rispetto che sono già 22 gli incidenti prodottisi in
un anno, l'ultimo ebbe luogo il sabato a Clairvauxy 60 le persone colpite
negli stessi. I sinistri che hanno avuto luogo durante gli spostamenti
alle prigioni si sono presi un totale di sedici morti.
D'altra parte, gli agenti sindacali baschi, ad eccezione di UGT e CCOO,
si dispiacciono che l'attuale Governo spagnolo mantenga la direttiva
del suo precessore in materia penale e penitenziaria, criticando così
misure come l'isolamento o l'applicazione in alcuni casi di condanne
che prolungano al massimo il tempo di prigione.
Tutto ciò suppone, a loro opinione, che si induriscano le condizioni
di vita dei prigionieri politici, una questione che allacciano direttamente
col fatto che 19 cittadini baschi abbiano perso la vita nelle prigioni.
È per ciò che questi agenti sono d'accordo nel chiedere
una revisione della politica penitenziaria che gli stati mantengono
in vigore contro i carcerati baschi, considerando che ciò potrebbe
contribuire inoltre ad avanzare verso la risoluzione del conflitto.
Come rimarcò Etxerat, "la dispersione criminale condanna
la società basca a soffrire le conseguenze del conflitto politico",
e "non è una questione che colpisce unicamente i parenti
e amici, ma è necessità di tutto un paese mettere fine
alla stessa." Fu in quel senso che invitò gli agenti ad
acquisire impegni quotidiani in difesa dei diritti dei loro parenti
ed i loro stessi, segnalando che si richiede solo "volontà
reale", non competenze.
Per ciò, offrì loro "un adeguato posto e momento",
invitandoli a partecipare alle mobilitazioni silenziose dell'ultimo
venerdì. I primi a salutare questo invito sono stati i rappresentanti
sindacali citati, annunciando la loro partecipazione alla convocazione
del giorno 30.