Gara > Idatzia > Euskal Herria
2004-11-03

Subbuglio nei partiti dopo la trapelazione di una presunta lettera di prigionieri ad ETA

Appena sei giorni dopo che la dichiarazione di ETA che parlava di "esplorare nuove vie" suscitasse riflessioni positive nei partiti polítci, ieri molti portavoci mostrarono la loro soddisfazione davanti alla pubblicazione di una presunta lettera inviata da sei carcerati "alla direzione di ETA" nella quale proporrebbero di potenziare "la lotta istituzionale e la lotta di massa." Portavoci di PNV ed EA hanno invitato Batasuna a raccogliere questa proposta.

IRUÑEA

Decine di portavoci di partiti politici ed istituzioni fecero eco ieri ad una lettera che hanno inviato a quanto si dice sei carcerati baschi ad ETA nel passato mese di agosto, e nella quale sosterrebbero che dovrebbe essere la sinistra indipendentista basca nel suo insieme, con gli strumenti utilizzati nella sua organizzazione politica a dover definire la strategia."
La rivelazione si è prodotta nelle pagine di '' Diario de Noticias '' sotto il titolo "Sei storici di ETA apportano al dibattito la loro volontà di finirla con la lotta armata." A partire dal testo, ogni formazione politica vide rafforzate le sue proprie posizioni. Così, PP e PSOE hanno considerato che la supposta missiva evidenza che la strategia del Patto anti-ETA è indovinata.
Il ministro dell’Interno, José Antonio Alonso, spiegò per esempio che il Governo spagnolo vede il documento "interessante nella misura in cui debilita ETA", benché insistesse sul chiedere "molta prudenza e cautela" al riguardo.
Il segretario generale del PSE in Bizkaia, José Antonio Pastor, ha considerato che "è motivo di speranza" ed ha espresso il desiderio che la posizione presumibilmente espressa da questi prigionieri si generalizzi e non rimanga un aneddoto."
Nonostante la presunta lettera sempre in funzione del riassunto del quotidiano navarrese patrocini il potenziare la lotta istituzionale o quella di massa per sfruttare il "capitale politico" della sinistra indipendentista basca, portavoci del PP, come Ramón Rabanera, la salutarono decisamente. Il deputato generale alavese disse che gli sembra "molto buona" e stimò che siamo arrivati a questa situazione grazie al Patto, e dobbiamo riconoscerlo tutti." Dalla Navarra, Miguel Sanz insiste su questa linea. Unicamente Leopoldo Barreda, portavoce del PP nella CAV, ribassò le aspettative: "Quello che fa quella lettera è riconoscere la difficoltà della situazione, ma non c'è una riflessione democratica in termini etici. Si non sta condannando il terrorismo", osservò.
Da IU, il suo coordinatore generale federale, Gaspar Llamazares, situò il testo filtrato come "l'informazione più importante degli ultimi mesi rispetto ad ETA." E invitò di seguito Batasuna a "sganciarsi definitivamente da una ETA agonizzante."

Appelli a Batasuna

PNV, EA, Aralar o Batzarre entrarono anche nel vortice di valutazioni sulla supposta lettera. Persino il Governo di Lakua la apprezzò dopo la sua sessione settimanale. Per la portavoce, Miren Azkarate, "è la dimostrazione, un'altra volta, che la violenza non ha senso né futuro" e "conferma che è l'ora di fare politica." Di seguito, invitò Batasuna a "fare il suo dovere", in riferimento alla proposta che presenterà il giorno 14 a San Sebastian.
Il resto di formazioni utilizzarono pure questa filtrazione per pressare la formazione indipendentista e cercare di condizionare la sua posizione. Il deputato del PNV Emilio Olabarria stimò che "Batasuna deve chiedere ad ETA la sua civilizzazione." Il suo compagno di partito Iñaki Anasagasti aggiunse che "Batasuna è l'elemento chiave."
Da EA, il suo dirigente e consigliere di Giustizia di Lakua, Joseba Azkarraga, disse che la formazione indipendentista basca non può continuare ad ipotecare il suo futuro con ETA quando la stessa organizzazione sta dicendo quello che dice."
Da parte di Aralar, il suo parlamentare Txentxo Jiménez considerò "positivo" il testo. Batzarre fece la stessa cosa, ma lamentò il fatto che "gli argomenti si basino su ragioni di efficacia."

Otegi:«Que vadano alle prigioni e domandino"

Arnaldo Otegi sottolineò due aspetti. Da una parte, ricordò che ETA rese pubblica la passata settimana una dichiarazione "molto importante" nella quale "chiede nuove formule, esprime desideri di pace ed appare disposta ad ascoltare le richieste che le sono fatte", e denunciò la disattenzione di molti partiti. Per un altro, risaltò che la filtrazione di messaggi di prigionieri "è uno scandalo" e si rifiutò pertanto di stimare il suo contenuto. "Quelli che vogliano sapere che cosa pensa il collettivo,' Pako' o' Makario' che vadano alle prigioni e domandino", sfidò il mahaikide. -

Una manovra di origine sconosciuta
GARA

IRUÑEA

Arnaldo Otegi tacciò la filtrazione di "scandalo" e Batzarre diede la sua opinione discutendo la veridicità della "notizia." Il resto di portavoci non mostrarono problemi davanti alla diffusione pubblica di un messaggio attribuito a persone imprigionate. Il testo era attribuito a Karlos Almorza, Francisco Mujika Garmendia, Kepa Solana, Iñaki Arakama, Iñaki Bilbao Beaskoetxea e Koldo Aparicio.
La filtrazione presentava alcune peculiarità rispetto ad altre precedenti. In primo luogo, vedeva la luce in '' Diario de Noticias '' e non, come è abituale, in mezzi di Madrid. Richiama anche l'attenzione sul fatto che la supposta lettera, datata in agosto, esca ora, alla vigilia della presentazione della "proposta rinnovata" di Batasuna.
Un altro dettaglio ad emergere è che la filtrazione è venuta preceduta da determinate speculazioni. Il coordinatore di Aralar, Patxi Zabaleta, disse la domenica, in un'intervista al Gruppo Vocento che "documenti recenti molto significativi ai quali abbiamo avuto accesso" miravano ad una riflessione "maggioritaria" sul fatto che "il tempo delle armi è cosa del passato."

 

 

Atzera (indietro)