dal quotidiano GARA del 20.02.04

I COMPLESSI E L'ASSUNZIONE DEL SUO DISCORSO È CIÒ CHE RINFORZA IL PP

Da quando è stato diffuso l'annuncio di ETA sulla cessazione delle sue azioni armate in Catalogna, il nazionalismo basco istituzionale ed anche alcuni settori del PSOE tentano di insistere sul fatto che l'organizzazione basca fa il gioco del PP e che il suo comunicato rinforza le prospettive elettorali di Mariano Rajoy. Non ci sono dati obiettivi per sostenere che la dichiarazione di un cessate il fuoco parziale faccia bene al partito governante. Ciò che fa bene al PP, è che il PSOE abbia, negli ultimi anni, appoggiato il discorso contro l’indipendentismo basco di Aznar e della sua macchina mediatica. Ciò che alimenta Mariano Rajoy, è che Rodríguez Zapatero stia facendo il coro al Governo in questa materia e che, come questo, abbia utilizzato anche la cosiddetta politica antiterrorista a fini elettorali contro Partito Nazionalista Basco, Eusko Alkartasuna, Blocco Nazionalista Galiziano e perfino contro i suoi attuali soci di Esquerra Rrepublicana de Catalunya. Basterebbe guardare il processo di elaborazione della legge sui partiti. E ciò che fa bene al PP è anche l'interiorizzazione che PNV, EA ed altre forze hanno fatto della proibizione di giungere ad accordi politici con la sinistra indipendentista basca. In definitiva, ciò che rinforza il Governo spagnolo, è che, in fondo, si finisca per soccombere alla sua influenza e con l’assumere le basi essenziali del suo discorso politico.

Martín Garitano
NAUSEABONDO

Si è detto e scritto tanto sull'ultima iniziativa di ETA che risulta difficile separare il grano dalla paglia ed analizzare in chiave politica quello che vale la pena e rifiutare il resto come lo spam che intasa la cassetta della posta elettronica con spazzatura postale.

E di tutto quanto ascoltato e letto scelgo la stonatura di Ibarretxe. Non solo perché sia fra coloro che più hanno stonato, ma perché, inoltre, dovrebbe essere il più intonato. E la frustrazione, in quello caso, è maggiore.

Non so se l'iniziativa di ETA, che ha una data precedente l'intervista con Carod-Rovira, sia conseguenza diretta del dibattito fra i rappresentanti di questa organizzazione basca ed il leader del partito catalano, ma non ho alcun dubbio sulla sua carica positiva. ETA ha deciso di non agire in Catalogna perché ritiene che anche quella nazione sia sovrana nella definizione dei suoi ritmi nel processo di liberazione che, un giorno o l'altro, la porterà, definitivamente, lontano dagli artigli dello spagnolismo forzoso ed annaspante. Ed a quanti, un giorno sì e l'altro anche, proclamano il loro desiderio che l'organizzazione armata decreti un cessate il fuoco e la violenza sia esercitata solo dalla parte dominante ­in regime di monopolio, per imperativo legale­ l'annuncio avrebbe dovuto essere gradito, almeno parzialmente, almeno in modo insufficiente, almeno un pochino. Ma no. Ibarretxe, l'uomo che dice volere il dialogo ad oltranza o sfinire i suoi interlocutori, ha preferito dire che l'iniziativa di ETA è "nauseabonda" e non è andato oltre una lettura in chiave elettoralista.

Questa è la misera statura che presenta chi si erige a difensore delle libertà dei baschi. Arriva solo ad interpretare gli effetti elettorali di una decisione politica di grande portata e si rivela un personaggio assolutamente non indispensabile in un processo risolutivo serio. Ha cercato di ferire con un termine, "nauseabondo", ma non è andato oltre l'insulto facile, di un mingherlino che si sente impotente di fronte ad un ragazzone.

Risulta, in ogni caso, penoso che chi crede di essersi assunto la responsabilità di normalizzare la vita pubblica in Euskal Herria ­ruolo pretenzioso, d'altronde­ non sappia vedere al di là di un processo elettorale.

Se dobbiamo confidare in chi crede "nauseabonda" un'iniziativa di questa levatura, siamo a posto.




 

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