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Oggetto:
[Paesibaschiliberi] articoli su manifestazione Bilbao

Data:
Sun, 21 Sep 2003 15:09:26 +0200 (CEST)

GLI INDIPENDENTISTI NON PERDONO LA PIAZZA

Nello stesso luogo dove, un anno fa, la Ertzaintza (Polizia Autonoma Basca, N.d.T.) aveva caricato la folla, ieri si è realizzato un sit in ed è stato aperto uno striscione con lo stesso slogan di allora: «Gora Euskal Herria (Viva il paese Basco, N.d.T.)». la paura iniziale è andata svanendo man mano che la manifestazione avanzava senza interferenze.

Era trascorso un anno dalla carica della Ertzaintza contro la folla, nelle vicinanze di Plaza Zabalburu. Accadde il 14 settembre 2002. lungi dal ridursi, la tensione nelle strade di paesi e città di Euskal Herria, da allora, è invece cresciuta. Le ultime decisioni dei tribunali rispetto alle manifestazioni indette da gente della sinistra indipendentista basca, avevano contribuito a creare una certa psicosi prima della manifestazione di ieri, a Bilbao. La si respirava nell’aria.

«Ci sono una dozzina di furgoni della Ertzaintza nella Plaza Elíptica», ha avvertito un fotografo pochi minuti prima che il corteo partisse da Aita Donostia, «ma non c’è motivo perché succeda qualcosa» ha aggiunto, come per cercare di convincere coloro che lo ascoltavano che la manifestazione che stava iniziando non avrebbe subito rappresaglie, almeno ieri.

Un altro dato che poteva contribuire a far pensare ad un eventuale situazione complicata era costituito dalla notevole presenza della stampa. Forse non erano più di quelli inviati, anche dall’estero, ad assistere alle manifestazioni coincidenti con l’inizio del processo di messa fuori legge di Batasuna, ma si è potuta contare una quarantina di lavoratori dei mezzi di comunicazione, fra i quali molti fotografi e mezza dozzina di telecamere il che rende evidente che nessuno voleva perdersi i dettagli di ciò che sarebbe successo ieri, nel capoluogo di Bizkaia.

«Non si vedono molti passeggini e nemmeno sono venuti tanti anziani come al solito». Il commento è di un navarro che portava un’ikurriña (bandiera nazionale basca, N.d.T.) ed attendeva l’arrivo della testa del corteo, cento metri prima della Casilla. In questa parte del percorso, una folla che si prolungava fino all’intersezione con Gordoniz occupava già buona parte
non solo dei marciapiedi, ma anche della carreggiata. «Ma nonostante tutto è una manifestazione molto grande -ha aggiunto- e torniamo ad essere in piazza».

L’elicottero della Ertzaintza continuava a sorvolare Bilbao, osservando da vicino gli avvenimenti.
All’altezza della Casilla, un avvocato che aveva partecipato anche alla manifestazione del 14 settembre 2002, ha ricordato ad alta voce che allora quasi nessuno pensava che un centinaio di metri dopo la Ertzaintza avrebbe caricato, pertanto era dell’idea che «si dovesse proseguire tranquilli, senza fretta e senza pause».

Nello sfilare lungo la parte finale della calle Autonomía, si sono continuamente sentiti gli slogan
lanciati dai megafoni posti sul furgone che precedeva il corteo. Una donna di Getxo si è rivolta,
ironicamente, ad un gruppo di giornalisti che le camminavano davanti, per suggerire loro di contare lei ed il suo compagno come partecipanti, perché si era fatto tardi e dovevano tornare al paese per badare alle loro figlie.

A Plaza Zabalburu, dove si trova un commissariato della Ertzaintza, e nei suoi dintorni, ieri non
c’erano agenti di polizia. Gli organizzatori della manifestazione, in ogni caso, avevano predisposto in questo luogo un cordone di sicurezza. Ieri, i componenti di questo gruppo, non hanno avuto nulla di speciale da fare.

All’improvviso, praticamente tutti i fotografi e giornalisti che abitualmente si concentrano davanti
alla fontana di Zabalburu per ottenere immagini o dichiarazioni di chi sta alla testa delle manifestazioni, hanno cominciato a scendere la via di corsa, verso l’inizio del corteo. Arrivati al punto nel quale un anno fa la Ertzaintza aveva provocato il panico e decine di feriti, il corteo si è fermato e poi, inaspettatamente, i manifestanti si sono seduti sulla carreggiata.

In qualche modo, ieri, si è ripetuta l’immagine che aveva seguito l’azione poliziesca del settembre 2002, quando vi fu la serenità sufficiente ad evitare danni maggiori ed i manifestanti si sedettero sotto le cariche per poi proseguire fino alla fine del corteo.

Nulla è stato dimenticato. Alcuni di coloro che allora erano stati in prima fila ed avevano subito sulla loro pelle la violenza poliziesca, hanno inalberato uno striscione che recava le parole «Gora Euskal Herria», rivolgendolo, perché lo vedessero, verso le migliaia di persone che occupavano, sedute, calle Autonomía.

Attraverso i megafoni, si è ricordato che un anno fa, nello stesso luogo «c’era stata una carica bestiale della polizia politica del PNV (Partito Nazionalista Basco, N.d.T.), sulla base di un mandato della Audiencia Nacional (Tribunale speciale spagnolo, N.d.T.)». subito dopo, sono state rivolte parole di ringraziamento ai presenti «per il coraggio e la dignità politica mantenuti», la stessa dignità «con la quale continueremo a lavorare e a lottare fino ad ottenere l’autodeterminazione e l’indipendenza».

La mobilitazione è terminata nella piazza del Municipio, sempre sotto il ronzio dell’elicottero
della Ertzaintza, ma con la sensazione che gli indipendentisti avevano vinto la psicosi.

GAROFANI ROSSI, PUGNI ALZATI E SALVA DI APPLAUSI DURANTE IL CORTEO, IN MEMORIA DI ARKAITZ OTAZUA
K.P.

BILBAO

Se c’è stata un’immagine che ha definito la manifestazione svoltasi ieri a Bilbao, è stata quella
di Arkaitz Otzua, il giovane ucciso una settimana fa da uno sparo della Ertzaintza. Già all’inizio, un
telone di grandi dimensioni, con la sua fotografia, una stella a cinque punte e la scritta «Agur eta
ohore, gudari gaztea (Addio e onore a te, giovane combattente, N.d.T.)» era stato calato dal ponte dell’autostrada che sovrasta la Plaza Aita Donostia.

Comunque, protagonisti dell’omaggio al giovane originario di Bilbao, sono stati i suoi amici e
concittadini della città vecchia, che hanno atteso il passaggio del corteo alla confluenza fra calle
Autonomía e calle Enrique Eguren. Lì, sul marciapiede, avevano collocato un pannello in memoria di Otazua. Quando la testa del corteo è arrivata alla loro altezza, i concittadini ed amici del giovane della Città Vecchia hanno deposto, a pugno alzato, garofani e mazzi di fiori davanti alla sua immagine.

A quel punto, sono affiorate le allusioni alle circostanze della morte di Arkaitz Otazua e si sono
sentiti slogan come «Arkaitz combattente, ci ricorderemo di te», «Il popolo non perdona» e «PNV assassino». Successivamente, nell’avvallamento che si forma alla stazione di Abando, si sono visti, al passaggio della manifestazione, due striscioni: uno recitava «Arkaitz, hai acceso una nuova stella nel firmamento di Euskal Herria»; un secondo, rivolto al PNV ed alla Ertzaintza «Chi semina vento, raccoglie tempesta».

 

Atzera (indietro)