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Oggetto:
[Paesibaschiliberi] PAESE BASCO: TRE ARRESTI PER MANIFESTAZIONE LEGALE

Data:
Thu, 18 Sep 2003 16:51:07 +0200 (CEST)

Dal quotidiano GARA del 17.09.2003-09-18

GARZON ARRESTA TRE PERSONE PER AVER ORGANIZZATO UNA
MANIFESTAZIONE AUTORIZZATA DALLA MAGISTRATURA
Sostiene che le herriko tabernas (locali sociali della sinistra indipendentista basca, simili alle italiane
case del popolo, N.d.T.) Marruma, Antiguotarrak e Herria sono state utilizzate per organizzare la
mobilitazione. Accusa inizialmente di tre reati Juan Joxe Petrikorena, Iñigo Balda e Ainhoa Iñigo.

Il 10 agosto si è svolta a Donostia una manifestazione permessa dal Tribunale Superiore di Giustizia del Paese Basco (TSJPV). Dopo il rapporto accusatorio della Ertzaintza (Polizia Autonoma Basca, N.d.T.), il giudice Garzón ha arrestato tre indipendentisti e ha messo sotto sequestro altrettante herriko tabernas di Donostia, vincolandole a questa manifestazione che,
secondo quanto dice, “era di Batasuna”.

Ainara LERTXUNDI

DONOSTIA

Juan Joxe Petrikorena, Iñigo Balda e Ainhoa Iñigo sono stati arrestati di notte nelle loro abitazioni su ordine del giudice della Audincia Nacional (Tribunale speciale, N.d.T) spagnola Baltasar Garzón, che li accusa di «collaborazione con organizzazione terrorista», «oltraggi alla Spagna» e «disobbedienza all’autorità giudiziaria». Tutto ciò per una manifestazione, quella svoltasi il 10 agosto a Donostia, con lo slogan «No apartheid. Autodeterminazione».

Il magistrato ha anche disposto la chiusura delle herriko tabernas di Donostia Marruma, situata nel
quartiere di Gros, Antiguotarrak, nell’Antiguo e Herria, nella Parte Vecchia. I tre locali sono stati
sequestrati dopo varie ore di perquisizione da parte di agenti della Polizia spagnola.

Nell’atto giudiziario datato lunedì, Garzón afferma che le tre herriko tabernas sono state utilizzate come sedi per organizzare detta manifestazione che, secondo quanto argomenta, non ha rispettato la risoluzione emessa il 26 agosto 2002 e che ha decretato la «sospensione delle attività» di Batasuna.

A questo proposito, evidenzia che «nonostante questa risoluzione, alcuni responsabili di quella
organizzazione hanno continuato a promuovere, organizzare e diffondere in manifestazioni e atti
politici parole d’ordine a favore dell’organizzazione terrorista». Aggiunge che «sono i responsabili di Batasuna ad organizzarle e gestirle» e a «a farlo utilizzando l’infrastruttura della rete di herriko
tabernas».

A questo punto, bisogna ricordare che la manifestazione del 10 agosto fu autorizzata dal TSJPV
che ha così revocato il divieto inizialmente disposto dal Dipartimento degli Interni di Lakua (sede del Governo Autonomo Basco, N.d.T.), che si basava sul decreto di «sospensione delle attività» di Batasuna. Ciononostante, il TSJPV ha sentenziato in questa occasione, ed in altre successive, che i membri di Batasuna, in base a detta sospensione delle attività, non perdevano i loro diritti civili e fra questi quello di indire manifestazioni .

Garzón precisa che «la preparazione degli atti politici -manifestazione e successivi interventi- si è
sviluppata seguendo le istruzioni organiche di Iñigo Balda, che ha utilizzato Ainhoa Iñigo, persona che pur non avendo avuto responsabilità in Herri Batasuna – Euskal Herritarrok – Batasuna, ha militato in altre organizzazioni legate alla trama di ETA, come Ikasle Abertzaleak (sindacato studentesco basco, N.d.T.)».

Afferma che i promotori della manifestazione hanno utilizzato la herriko taberna Herria «per dare le istruzioni opportune rispetto alla persona che deve apparire pubblicamente nella richiesta di
autorizzazione per una manifestazione in occasione della quale erano già previsti i fatti che sarebbero accaduti».

A questo proposito sottolinea che «il telefono di contatto scelto dai partecipanti ai fatti è quello
della herriko taberna Antiguoarrak», pertanto ordina anche la sua chiusura. Poi, aggiunge che Balda si è messo in contatto con Petrikorena «per definire i dettagli della presentazione della manifestazione in conferenza stampa, valutando l’opportunità che intervenissero membri di Sozialista Abertzaleak (nome del gruppo consiliare della sinistra indipendentista basca, N.d.T.)».

Stabilisce, inoltre, che l’ex consigliere comunale di Donostia si è fatto carico «dell’attivazione dei giovani per l’affissione di manifesti, la cui base centrale è stata la herriko taberna Marruma, di nuovo utilizzata come parte della struttura terrorista ETA-EKIN».

Le perquisizioni delle tre herriko tabernas sono iniziate dopo le 12,00 e sono durate varie ore. Quella di Marruma si è conclusa verso le 15,00 e si sono vissuti alcuni momenti di tensione quando agenti della Polizia spagnola, dotati di fucili per sparare pallottole di gomma, hanno abbassato la saracinesca del locale togliendo l’ikurriña (bandiera nazionale basca, N.d.T.), abbrunata in memoria di Arkaitz Otazua (giovane militante recentemente caduto in uno scontro
a fuoco con la Polizia Autonoma Basca, N.d.T.). Numerose persone che si erano avvicinate al locale hanno lanciato grida come «Che se ne vadano», «Indipendenza» o «Non ci fermerete».

Verso le 12,30, una dozzina di poliziotti è entrata nell’Antiguotarrak. Testimoni oculari hanno riferito che hanno rotto una porta servendosi di una mazza e che «hanno messo tutto sottosopra». La perquisizione è terminata alle 14,15.

«LA ERTZAINTZA HA AGITO COME “SPIA” E DELATRICE»

Mikel JAUREGI

DONOSTIA

«La Ertzaintza (Polizia Autonoma Basca, N.d.T.) ha elaborato un documento nel quale ha inserito una lista di noti militanti della sinistra indipendentista e lo ha inviato alla Audiencia Nacional che, ora, ha ordinato alla Polizia spagnola l’arresto di tre di queste persone. La Ertzainta, ancora una volta, ha agito come quella “spia” e delatore che tutti abbiamo avuto in classe, a scuola», ha ieri denunciato Pernando Barrena in una conferenza stampa, a Donostia, alla quale hanno preso parte anche altri membri della Mesa Nacional (organismo dirigente della sinistra indipendentista basca, N.d.T.) come Antton Morcillo, Xabi Larralde, Anjel Mari Elkano e Jean Claude Agerre.

Così ha valutato l’azione della Ertzaintza che, come ha ricordato, «ha elaborato una lista di compagni che partecipavano ad una manifestazione legale», in riferimento al corteo che ha percorso Donostiail 10 agosto, con lo slogan «No apartheid. Autodeterminazione» e che era stato autorizzato dal TSJPV. Così, ha criticato il fatto che l’esecutivo di Lakua «negli ultimi tempi si rende protagonista di un polpettone fatto di proibizioni e che, per ora, ha portato a tre arresti».

Barrena ha accusato il tripartito (la coalizione fra Partito Nazionalista Basco, Eusko Alkartasuna e
Izquierda Unida che governa la Comunità Autonoma Basca, N.d.T.) di portare avanti «una strategia repressiva che è complementare a quella che si promuove da Madrid e che è basata sulla soppressione di diritti civili e politici. Inoltre, entrambe hanno lo stesso obiettivo: farla finitita con la sinistra indipendentista». Per questo, ha considerato che «ora è più necessario che mai mobilitarsi» e che lo slogan del corteo di Donostia «è più che mai attuale», pertanto ha fatto appello «a tutti gli indipendentisti e democratici di questo paese a partecipare alla manifestazione di sabato prossimo a Bilbao».

ACEBES AVEVA ANTICIPATO AI MEDIA TUTTI I DATI
DELL’OPERAZIONE

Il ministro degli Interni spagnolo, Angel Acebes, ha rivelato in una conferenza stampa tenuta in mattinata nella sede di Madrid della Guardia Civil, che Baltasar Garzón aveva ordinato di perquisire e chiudere tre herriko tarbenas di Donostia. Ha affermato che su istanza del giudice, la Polizia spagnola aveva arrestato tre persone e ha spiegato dettagli degli atti, come l’accusa secondo la quale nei locali «si sono verificati il coordinamento e la preparazione della manifestazione».

Dal quotidiano GARA del 16.09.2003

LA ERTZAINTZA HA INVIATO ALLA AUDIENCIA NACIONAL UN
RAPPORTO NEL QUALE FIGURANO DIRIGENTI ED EX
CONSIGLIERI COMUNALI DI BATASUNA

In seguito alla polemica mediatica e politica scatenatasi in relazione alla manifestazione per
l’autodeterminazione e contro l’ “apartheid” che ha percorso, il 10 agosto, le strade di Donostia, la Procura della Audiencia Nacional ha ricevuto un rapporto della Ertzainza nel quale figurano i nomi di membri della mesa Nacional ed ex consiglieri comunali di Batasuna. Vi compaiono i nomi di Juan Joxe Petrikorena e Iñigo Balda. Quello di Ainhoa Iñigo vi è inserito per essere colei che ha chiesto l’autorizzazione per il corteo. La Polizia spagnola ha ora arrestato queste tre persone.

GARA

DONOSTIA

Come riportato dal quotidiano GARA nella sua edizione dello scorso 14 agosto, la Ertzintza ha trasmesso alla Audiencia Nacional spagnola, tribunale dal quale è partito l’ordine di arresto per Iñigo Balda, Juan Joxe Petrikorena e Ainhoa Iñigo, un rapporto sulla manifestazione svoltasi a Donostia lo scorso 10 agosto, con lo slogan «No apartheid. Autodeterminazione».

In detto rapporto, la Polizia autonoma identificava consiglieri comunali della sinistra indipendentista in carica nella scorsa legislatura -fra essi l’arrestato Iñigo Balda- e sottolineava, inoltre, che nella seconda fila del corteo si trovavano membri della Mesa nacional come Arnaldo Otegi e Joseba Alvarez, entrambi parlamentari, e Juan Joxe Petrikorena, arrestato in nottata dalla Polizia spagnola.

La Polizia Autonoma basca ha inviato, contemporaneamente, una copia del rapporto alla
Procura di Donostia, anche se fonti del Pubblico Ministero hanno anticipato già in quei momenti che «il problema sarà affrontato, principalmente, dalla Audiencia Nacional», per aggiungere che sarebbero stati i giudici del tribunale speciale spagnolo quelli che «dovranno valutare il documento elaborato dalla Ertzaintza».

In questo rapporto di polizia, non si fornivano dati sull’identità degli incappucciati che hanno bruciato una bandiera spagnola sotto il gazebo del Boulevard durante l’intervento finale, dopo la manifestazione, tenuto da Arnaldo Otegi.

Per questi fatti, la Procura della Audiencia Nacional spagnola, ha presentato una denuncia per i reati di «oltraggio alla bandiera e apologia di atti terroristi», il tutto dopo che il ministro spagnolo
della Giustizia, José María Michavila, aveva ordinato al procuratore denerale dello Stato, Jesús Cardenal, di intraprendere azioni penali nei confronti di coloro che avevano bruciato la bandiera spagnola sul Boulevard.

LA PROCURA HA RICHIESTO LA CONVOCAZIONE DI NOVE
PERSONE DAVANTI A DEL OLMO, MA GARZÓN HA ORDINATO GLI
ARRESTI
La Procura aveva chiesto, il 21 agosto, al giudice Juan Del Olmo, titolare della Corte numero 6 della Audiencia Nacional spagnola, di chiamare a deporre Ainhoa Iñigo, la persona che aveva chiesto il permesso per la manifestazione, e otto militanti della sinistra indipendentista che sono stati identificati come coloro che portavano lo striscione in testa al corteo di Donostia del 10 agosto scorso. Ciononostante, il titolare della Corte numero 5, Baltasar Garzón, ha deciso di ordinare l’arresto di queste tre persone: Juan Joxe Petrikorena, Iñigo Balda e la citata Ainhoa
Iñigo che, secondo fonti giudiziarie, potrebbero essere interrogati domani.

GARA

DONOSTIA

Nonostante la Procura avesse chiesto, lo scorso 21 agosto, al titolare della Corte Centrale di istruzione numero 6 della Audiencia Nacional spagnola, Juan del Olmo, di chiamare a deporre come imputate nove persone -oltre ad Ainoha Iñigo, gli “ex dirigenti o alti funzionari delle formazioni, ora fuori legge, Herri Batasuna, Euskal Herritarrok e Batasuna” Josetxo Ibazeta, Iñigo Balda, Tasio Erkizia, Juan Joxe Petrikorena, Anjel Mari Elkano, Miren Elixabete Gaztañaga e Mikel Aznar- ora, è stato il titolare della Corte Centrale numero 5 della Audincia nacional, Baltasar garzón, che ha apposto la sua firma sotto gli ordini di arresto per Juan Joxe Petrikorena, Iñigo Balda e Ainhoa Iñigo.

LE ACCUSE DI GARZÓN AGLI ARRESTATI

Secondo quanto comunicato da fonti della Audiencia Nacional spagnola, i tre arrestati -che il giudice prevede di interrogare domani- sono accusati di “collaborazione con banda arata”, “disobbedienza” per non avere rispettato il decreto di sospensione delle attività di Batasuna e di “oltraggio alla Spagna” per l’incendio della bandiera bruciata da tre incappucciati durante la chiusura della manifestazione del 10 agosto, a Donostia.

Le fonti, hanno spigato che Balda, ex consigliere comunale a Donostia, “si è incaricato di trovare una persona che non fosse pubblicamente in relazione con Batasuna per indire la manifestazione e così si è messo in contatto con Ainhoa Iñigo, coprendo in questo modo il vero organizzatore, Batasuna”.

“Balda ha agito coperto da Petrikorena” che, secondo le stesse fonti, “ha tenuto una conferenza stampa insieme al dirigente di batasuna, Arnaldo Otegi, giustificando la partecipazione alla manifestazione”, che era stata vietata dal Dipartimento degli Interni di Lakua e poi autorizzata dal TSJPV.

RAPPORTO DELLA ERTZAINTZA ED INTERCETTAZIONI TELEFONICHE DELLA POLIZIA SPAGNOLA

Gli arresti sono stati effettuati in seguito ad una denuncia presentata dalla Procura della Audiencia
Nacional spagnola, in base al rapporto presentato dalla Ertzaintza dopo la manifestazione e le accuse contro i tre arrestati si basano sulle indagini condotte dalla Polizia dopo la presentazione di detta denuncia, soprattutto mediante intercettazioni telefoniche.

Dal quotidiano GARA del 18.09.2003

PETRIKORENA, BALDA E IÑIGO IN CARCERE

Garzón li accusa di «collaborazione», «disobbedienza» e «oltraggio alla Spagna» ed ordina di arrestare MikelAznar

Baltasar Garzón ha ieri decretato prigione incondizionata per juan Petrikorena, Iñigo Balda e
Ainhoa Iñigo. Li accusa di «collaborazione con banda terrorista», «oltraggio alla Spagna» e «disobbedienza» per la manifestazione svoltasi il 10 agosto a Donostia. Inoltre, per gli stessi reati, emette un ordine di ricerca e cattura contro Mikel Aznar.GARA

MADRID

Juan Joxe Petrikorena, Iñigo Balda e Ainhoa Iñigo sono ieri entrati in carcere accusati di « collaborazione con organizzazione terrorista», «oltraggio alla Spagna» e «disobbedienza all’autorità» per la manifestazione che ha avuto luogo il 10 agosto, a Donostia, con lo slogan «No apartheid. Autodeterminazione». Alternativamente al reato di «collaborazione», il giudice della Audiencia Nacional spagnola, Baltasar Garzón, li accusa anche di «apologia». Decreta anche l’incarcerazione, per gli stessi reati, di Mikel Aznar e spicca contro di lui un ordine di ricerca e cattura internazionale.

Nel decreto di incarcerazione afferma che l’obiettivo perseguito nell’organizzare la mobilitazione era «conseguire la continuazione delle attività di Batasuna utilizzando la manifestazione non come fine in sé stessa, ma affinché durante la stessa, come già avvenuto in altre precedenti, si appoggiasse l’organizzazione terrorista e si lanciassero grida in suo favore, come “Viva ETA militare”».

Aggiunge che un’altra delle finalità era «rendere possibile bruciare una bandiera al cospetto e con il consenso del massimo responsabile dell’organizzazione, ora fuori legge, Batasuna e di Sozialista Abertzaleak, Arnaldo Otegi che è anche arrivato a dire, mentre la bandiera ardeva “Che cattivo odore ha la bandiera spagnola”, senza fare nulla per evitare il gesto».

«Con ciò si constata l’azione di due dei fronti dell’organizzazione terrorista: quello istituzionale,
rappresentato dagli organizzatori della manifestazione e quello militare, rappresentato dagli incappucciati che hanno bruciato la bandiera», conclude.

Stabilisce, inoltre, che Petrikorena, Balda, Iñigo e Aznar sono state le persone che «in ogni momento hanno promosso e gestito l’iniziativa e lo sviluppo della manifestazione». In concreto, attribuisce a Balda e Aznar «la funzione di elaborare una lista di interposte persone che chiedano permessi e/o siano comunicazione all’autorità delle varie iniziative che Batasuna decide di portare avanti (...) per eludere la sospensione e la illiceità degli atti patrocinati da essa e derivanti dalla sua messa fuori legge».

Garzón aggiunge che l’ex consigliere comunale di Donostia ha potuto contare sulla «collaborazione» di Arnaldo Otegi e di altri dirigenti.

Rispetto a Petricorena, dice che in una confernza stampa ha giustificato la partecipazione alla
mobilitazione. Inoltre, afferma che come risulta dalle intercettazioni telefoniche ordinate dalla Corte di Istruzione numero 3 della Audiencia Nacional, Ainhoa Iñigo ha ricevuto l’incarico di organizzare il corteo e sottolinea, in funzione accusatoria, che la giovane «ha militato in Ikasle Abertzaleak».

In una prima valutazione, la formazione indipendentista esige che siano posti in libertà e
sottolinea che «il delirio schizofrenico di Garzón contro la sinistra indipendentista basca non ha fine»; ha evidenziato che «segue fedelmente gli ordini del PP».

«LE HERRIKO TABERNAS ACCOLGONO LE ATTIVITÀ DI
ETA-EKIN»

GARA

MADRID

Dall’atto di carcerazione risalta, secondo l’agenzia Efe, che le perquisizioni delle tre herriko tabernas di Donostia messe sotto sequestro martedì «evidenziano che i loro locali accolgono le attività illecite di Batasuna, Askatasuna (organismo di solidarietà con i prigionieri politici, messo fuori legge, N.d.T.) ed altre strutture di ETA-EKIN». L’agenzia, afferma che nelle tre hriko tabernas è stato rinvenuto «un numero imprecisato di lettere indirizzato a piccole attività commerciali nelle quali si richiedono contributi economici per il loro sostentamento e per quello dei detenuti di ETA, un meccanismo di estorsione simile alla cosiddetta tassa rivoluzionaria»; aggiunge che sono state trovate fotografie di azioni di «violenza di strada» ottenute dai loro autori, come documentazione interna del sindacato LAB.

Garzón ha messo a disposizione della Corte di Istruzione numero 6, il cui titolare è Juan Del Olmo, il risultato della sua azione, dato che ad esso è stata presentata la denuncia dalla Procura della Audiencia Nacional.

MANIFESTARE LEGALMENTE È COLLABORAZIONE CON BANDA
ARMATA

Non bari, il consigliere agli Interni Jabier Balza. L’arresto e l’incarcerazione di Petrikorena, Balda e Iñigo non è dovuta al fatto che durante la manifestazione si sia bruciata una bandiera o si
lanciassero slogan di appoggio a ETA. Questo è in sovrappiù. La causa è antecedente. Garzón li accusa di avere organizzato la manifestazione. Un corteo che il TSJPV ha dichiarato legale e che il giudice della Audiencia Nacional, ispirato dal Ministero degli Interni, ha considerato collaborazione con banda terrorista. Tre cittadini baschi in più nelle carceri spagnole, non per aver ucciso qualcuno, non per qualche atto di violenza, ma per avere indetto una manifestazione. E questa è la legalità che Lakua fa rispettare, con la forza.

 

Atzera (indietro)