A:: Oggetto: Data: SPARATORIA MORTALE AL PASSO DI HERRERA ARKAITZ OTAZUA È MORTO PER UN COLPO D’ARMA DA FUOCO ALL’INGUINE E LA ERTZAINTZA CERCA UN FUGGITIVO Gli agenti feriti migliorano, anche se uno di essi è stato ferito da tre proiettili al volto Il giovane di Bilbao, Arkaitz Otazua è morto a causa di un solo
colpo d’arma da fuoco all’inguine, secondo il risultato
dell’autopsia eseguita ieri sul suo cadavere. Questo è
stato trovato nelle prime ore del mattino, secondo quanto affermato
dal Dipartimento degli Interni, quasi dieci ore dopo che si era verificato
lo scontro a fuoco con agenti della Ertzaintza (Polizia Autonoma Basca,
N.d.T.) al passo di Herrera, ad un centinaio di metri da quel luogo.
Fino a ieri notte, quando la strada è stata riaperta, nessuno,
salvo gli agenti della Polizia Autonoma, ha avuto accesso alla zona,
dato che la Ertzaintza ha effettuato una vasta operazione nel corso
della quale sono state bloccate tutte le vie d’accesso, con l’intenzione
di cercare di arrestare l’altro partecipante alla sparatoria,
identificato come Asier Mardones. Per quanto riguarda gli ertzainas
(agenti della Polizia Autonoma basca, N.d.T.) feriti, uno di loro ha
tre ferite da proiettile al volto, anche se GARA IL CADAVERE DI ARKAITZ OTAZUA È STATO TROATO ALL’ALBA, NOVE ORE DOPO LA SPARATORIA GASTEIZ Passate le 8,00 di ieri, la Ertzaintza ha comunicato la scoperta del cadavere di uno dei presunti autori della sparatoria che ha avuto luogo al passo di Herrera verso le 22,30 di domenica. Nel corso della mattinata era già filtrata la notizia che uno di loro poteva essere ferito. Il corpo di Arkaitz Otazua è stato rinvenuto nelle immediate
vicinanze del luogo dell’attentato, nel L’operazione poliziesca sviluppatasi ai piedi della sierra di
Toloño per cercare Asier Mardones, I fatti sono iniziati alle 22,15 di domenica, quando secondo il Dipartimento
degli Interni, è stata L’identità di questi due giovani non è stata confermata
ufficialmente dal Dipartimento agli Interni Nei primi momenti dell’operazione, la Ertzaintza ha individuato, a meno di cinquanta metri dal luogo dell’attentato, al «Balcón de la Rioja», due persone legate ad un albero e ammanettate, il cui veicolo era stato rubato. È stato precisato che i proprietari del veicolo sono una coppia domiciliato a Logroño, località nella quale lo stesso è immatricolato. A quanto pare, la coppia ha dichiarato che pochi minuti prima, alcuni incappucciati che parlavano a nome di ETA avevano loro sottratto l’automobile, puntando loro contro una pistola e che li avevano abbandonati nel luogo indicato. Quanto alla situazione clinica dei due ertzainas feriti nella sparatoria,
l’ultimo bollettino medico L’agente identificato come G. E. G. è stato ricoverato all’ospedale di Santiago con tre fori d’ingresso da proiettile sul viso. L’altro, identificato come JJ.L.I. è ricoverato all’ospedale di Txagorritxu e presentava una ferita da arma da fuoco al braccio. L’AUTOPSIA RIFERISCE DI UN SOLO COLPO ALL’INGUINE GARA GASTEIZ Dopo il suo rinvenimento, il corpo senza vita di Arkaitz Otazua è
stato trasferito all’Istituto Hanno specificato che il proiettile è penetrato dalla parte anteriore del corpo e che è uscito da quella posteriore, anche se non è stato chiarito se si trattasse della destra o della sinistra dell’inguine. Non è stato neppure fornito alcun altro dato circa l’autopsia. RICERCA DEL PROIETTILE Le stesse fonti hanno dichiarato che la Ertzaintza continua a cercare
nei dintorni del luogo dove è Hanno aggiunto che fino a quando questo proiettile non sarà ritrovato, non sarà possibile individuare con esattezza con quale arma sia stato esploso lo sparo mortale. SI IPOTIZZA CHE UN’ALTRA PERSONA ABBIA ACCOMPAGNATO GLI ATTENTATORI SUL POSTO Secondo quanto comunicato dal Dipartimento agli Interni tramite il
suo sito internet, la Ertzaintza, OTEGI: «QUALCUNO RUBA A QUESTI GIOVANI LA POSSIBILITÀ DI VIVERE LIBERTÀ E IN PACE» Auspica che si agisca «con responsabilità politica» per evitare il ripetersi dei drammi A fronte di coloro che annunciavano che settembre sarebbe stato «il
mese di dibattiti e delle Imanol INZIARTE DONOSTIA Una persona morta, due ferite e un’altra in fuga. È il bilancio di una situazione che Arnaldo Otegi non ha esitato a definire, in serata, come «triste» e «drammatica». In una conferenza stampa indetta d’urgenza, Otegi si è
presentato, a Donostia, insiemae a Joseba Permach per valutare, con
i dati dei quali disponeva in quel momento, l’accaduto al passo
di Herrera. Il portavoce della Sinistra indipendentista basca ha sottolineato
il fatto che il morto «era una persona molto giovane, di 24 o
25 anni, vale a dire, della generazione dello Statuto». A questo
proposito, ha considerato che «è un dramma che un ragazzo
di 24 anni impugni le armi in «Qualcuno ruba a questi giovani la possibilità di vivere
come baschi, in libertà ed in pace», ha Di fronte alla sparatoria mortale, il rappresentante della Sinistra
indipendentista ha auspicato che si «Qualcuno ha detto che settembre sarebbe stato il mese del dibattito e delle soluzioni -ha aggiunto Otegi-, ma la cruda realtà è tornata ad imporsi». Ripercorrendo gli avvenimenti dell’ultimo mese, ha elencato «gli
arresti, le denunce di tortura, le Arnaldo Otegi ha considerato che «non è un dibattito responsabile»
quello che «prolungherà solo il conflitto» e ha ribadito
l’offerta della Sinistra indipendentista di collaborare con tutti
coloro che LA MANCANZA DI NOTIZIE, «ASSOLUTAMENTE CRUDELE» I.I. DONOSTIA La conferenza stampa dei membri della Mesa Nacional (Organismo dirigente della Sinistra indipendentista basca, N.d.T.) Arnaldo Otegi e Joseba Permach è iniziata alle 16,30. A quell’ora l’identità della persona morta nella sparatoria con agenti della Ertzaintza al passo di Herrera si conosceva solo ufficiosamente. Non era noto neppure il nome del presunto fuggitivo, la cui fotografia è stata successivamente diffusa dal Dipartimento agli Interni. Otegi ha definito «pornografia poliziesca e mediatica» l’assoluta mancanza di informazioni a un giorno di distanza dall’accaduto. «Non sappiamo niente; né chi è morto, né come è morto, né chi lo ha ucciso, né che ferite ha riportato». Ha considerato che il modo di agire del Dipartimento agli Interni del Governo di Lakua in merito è stato «assolutamente crudele». Gli unici dati, provenienti da indiscrezioni poliziesche e senza alcun
tipo di conferma ufficiale, Otegi ha indicato, a questo punto, che «il morto ha una famiglia, come gli ertzainas» e ha sottolineato che «centinaia di famiglie non sanno se è loro figlio quello che è morto su una montagna di Euskal Herria». LA POLIZIA AUTONOMA CERCA UNA TERZA PERSONA DOPO LA SPARATORIA DI HERRERA GARA HERRERA L’operazione della Ertzaintza prosegue nelle vicinanze del passo di Herrera, in cerca di Asier Mardones. In una conferenza stampa tenuta questa mattina, il Dipartimento agli Interni di Lakua, rendeva noto che la Ertzaintza sta cercando anche una terza persona che, a quanto si presume, avrebbe aiutato a fuggire Arkaitza Otazua, il cui corpo senza vita è stato trovato ieri, e Asier Mardones. Fonti della polizia si basano sugli indizi scoperti nel corso di una perquisizione realizzata in una casa dei famigliari di Arkaitz Otazua, situata vicino ai luoghi dove sono avvenuti i fatti, precisamente nella località di Entrena (Rioja). In questo immobile, sempre secondo informazioni fornite dal Dipartimento agli Interni, la Ertzaintza ha ieri localizzato “tre letti disfatti”. Per contro, da ieri sera, sul sito internet della Ertzaintza, compare una fotografia di Asier Mardones, ventitreenne originario di Bilbao, e un nota stampa nella quale si comunica che la Ertzaintza sta tentando di localizzare “un automobile Ford Mondeo, targata BI-9278-BT, di colore grigio metallizzato, per il suo presunto coinvolgimento nei fatti”. Editoriale del quotidiano GARA del 16.09.2003 LA TRAGEDIA DELLA MANCANZA DI NOVITÀ Nulla di quanto accaduto al passo di Herrera, dove è morto il
giovane Arkaitz Otazua e sono rimasti feriti due ertzainas, è
essenzialmente nuovo. Non è nuovo che cittadine e cittadini baschi
optino per la lotta armata come migliore maniera, secondo loro, di contribuire
a fare in modo che si rispettino i diritti di Euskal Herria: diverse
generazioni, da decenni, lo stanno facendo con le più varie formule
di strutturazione interna. Non è nuovo neppure che tutti gli
agenti della Ertzaintza siano nel mirino di ETA: questo è stato
dimostrato dall’attentato con auto-bomba del 9 marzo 2001, a Hernani,
e dall’uccisione a colpi d’arma da fuoco di due ertzainas
che dirigevano il traffico, a Beasain, il 24 novembre dello stesso anno.
Non sono nuove le imboscate a forze di polizia, né lo è
il fatto che in esse muoia qualcuno degli attaccanti. Non è neppure
nuovo che questa morte si avvolta in oscure circostanze che, in alcune
occasioni, non si sono mai chiarite. È anche una pratica comune
del Dipartimento agli Interni del Governo di Lakua occultare l’identità Di fronte ai fatti concreti del passo di Herrera, è urgente che si chiariscano tutti i punti dell’accaduto, il modo nel quale si sono verificati i fatti, e quanto avvenuto dal momento in cui c’è stato lo scambio di colpi fino a quando è stato reso noto il rinvenimento del cadavere di Arkaitz Otazua. Quanto al violento conflitto che persiste in Euskal Herria, è tempo di porre quanto prima le basi che rendano possibile la normalizzazione per vie democratiche e pacifiche. Nell’acordo di Lizarra – Garazi la maggioranza politica e sociale del paese Basco fu capace di fare una diagnosi comune del grave problema che ci riguarda e del modo di trovare vie di risoluzione. Benché la storia non si ripeta, solo con basi simili a quelle si potrà costruire la via d’uscita all’attuale circolo vizioso. |