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Data:Mon, 5 May 2003 16:08:40 +0200 (CEST)
Oggetto:
[paesibaschiliberi] un punto di vista legale sulle operazioni contro la
sx indip. basca
traduzione da GARA 02.05.2003
Iñaki Lasagabaster, José Manuel Castells, Demetrio Loperena
(cattedratici di Diritto Amministrativo) e Ignacio Muñagorri (professore
titolare di Diritto Penale)
IL PARLAMENTO BASCO E IL TRIBUNALE SUPREMO
La sentenza del Tribunale Supremo che mette fuori legge Batasuna-Herri
Batasuna-Euskal Herritarrok ha dato luogo ad una nuova risoluzione di
questo tribunale che abbiamo conosciuto attraverso la stampa la settimana
scorsa. Il suo contenuto principale, stando a quanto raccolto dai media,
è la dichiarazione di scioglimento del gruppo parlamentare di Batasuna-HB-EH.
Non esistendo questo gruppo parlamentare, il Tribunale Supremo (TS) vuole
indagare per vedere se fra i gruppi parlamentari ve ne sia qualcuno i
cui membri siano stati eletti nelle liste del partito messo fuori legge.
Se così fosse, si ordinerà di procedere al loro scioglimento.
Se la decisione giudiziaria va in questo senso, il TS avrebbe emesso una
risoluzione che non trova sostegno in nessun tipo di norma. Di più,
è chiaramente contraria ai principi più fondamentali che
regolano la rappresentanza politica, al diritto dei parlamentari eletti
ed al principio di inviolabilità del Parlamento Basco come istituzione
rappresentativa. Il TS avrà conculcato, con questa risoluzione,
i principi più ondamentali che caratterizzano qualsiasi sistema
democratico e lo fa, inoltre, senza fondamento espresso in alcuna norma
legale.
Per spiegare nel modo più comprensibile possibile una questione
di tale rilevanza, faremo riferimento ad alcune idee preliminari che sono
condivise dalla dottrina giuridica e dalla giurisprudenza, in quest’ultimo
caso bisognerà dire che lo sono state finora.
La prima idea è che i partiti politici e le persone che risultano
elette nelle loro liste non sono
vincolati da alcuna relazione giuridica. Lo scioglimento volontario di
un partito politico non
coinvolge i suoi eletti, che continueranno ad essere tali fino al termine
del loro mandato. La perdita
della condizione di membro del partito politico non ha, come conseguenza,
la perdita della condizione di eletto. Si ricordi qui il dibattuto tema
del transfughismo politico. Allo stesso modo, la messa fuori legge di
un partito politico non ha alcuna conseguenza sui suoi eletti. Questi
sono
rappresentanza del corpo elettorale e non del partito al quale appartengono
o al quale sono appartenuti. Al contrario, non c’è alcuna
norma che permetta ai tribunali di dichiarare la perdita della condizione
di eletto come conseguenza della messa fuori legge del partito per il
quale si è stati eletti.
La seconda idea ha a che vedere con i gruppi parlamentari. I gruppi parlamentari
sono creazione
degli eletti che, d’accordo con quanto affermano i corrispondenti
regolamenti parlamentari, decidono liberamente di formare i gruppi parlamentari
che ritengono opportuni. I gruppi parlamentari hanno una personalità
giuridica differente rispetto ai partiti. Giuridicamente, i partiti politici
ed i gruppi parlamentari sono soggetti diversi. Il divenire del partito
politico non coinvolge assolutamente, dal punto di vista giuridico, quello
del gruppo parlamentare, né avviene il contrario. Il gruppo parlamentare
si forma come conseguenza della volontà dei parlamentari. È
un diritto che hanno i parlamentari, salvo casi eccezionali nei quali
è prevista l’esistenza di parlamentari non iscritti ad alcun
gruppo. Se i regolamenti delle camere, come nel caso del Parlamento Basco,
prevedono la creazione di gruppi parlamentari, la creazione e la permanenza
del gruppo si trasformano in diritti del parlamentare, che vengono a far
parte del suo “ius in officium”, del suo
diritto in quanto eletto.
Se sono corrette le considerazioni sopra esposte, se i gruppi parlamentari
sono creazione degli eletti, se il gruppo parlamentare e gli eletti sono
giuridicamente indipendenti dai partiti, come spiegare giuridicamente
che la messa fuori legge di un partito politico può significare
lo scioglimento del gruppo parlamentare? In nessun modo, secondo la legalità
vigente.
Un’altra prospettiva di analisi di non minore importanza, è
legata al carattere di inviolabilità del
Parlamento Basco (art. 25.2 dello Statuto di Autonomia del Paese Basco).
Una delle espressioni di questa inviolabilità è la sua libera
ed incontestata competenza in tema di approvazione del Regolamento della
Camera. Questo Regolamento regola la forma e i casi di creazione e scioglimento
dei gruppi parlamentari, essendo questa una delle sue competenze più
caratteristiche. L’inviolabilità del Parlamento, accettata
come tale in tutti gli stati democratici, è espressione della sua
legittimità democratica, della sua prevalenza sugli altri poteri
in quanto rappresentante del popolo. Se il Parlamento Basco è l’unico
che può regolare le forme di creazione e scioglimento dei gruppi
parlamentari, su quale norma legale si è basato il TS per dichiarare
lo scioglimento del gruppo parlamentare di Batasuna-HB-EH, scavalcando
il Parlamento Basco?
L’inviolabilità del Parlamento Basco è un mandato
giuridico, ma racchiude anche un importantissimo contenuto politico. Il
Parlamento Basco, come espressione del corpo elettorale di Araba, Bizkaia
e Gipuzkoa e anche come massima espressione democratica della Comunità
Autonoma del Paese Basco, non può essere obbligato da una risoluzione
del TS che attenta
direttamente contro questa inviolabilità; di più, può
e deve opporsi a questo intervento del TS, deciso senza base giuridica
e di una tale rilevanza politica. È una questione di dignità
democratica. È una questione di dignità e di sopravvivenza
dell’istituzione parlamentare. È un’esigenza del
Parlamento verso sé stesso e verso il popolo che lo ha eletto.
Il Parlamento Basco non è obbligato ad obbedire alla risoluzione
giudiziaria. Se non obbedisse, toccherebbe al TS cercare i mezzi giuridici
per imporre l’esercizio dei suoi arbitrii giurisdizionali.
L’ordinamento giuridico non prevede meccanismi legali per questa
ipotesi. Il percorso giuridicamente più adeguato per proporre una
via d’uscita in questa chiave, per risolvere il grave problema,
potrebbe essere individuato solo nell’intervento del Tribunale Costituzionale,
attraverso il corrispondente conflitto costituzionale, anche se esisterebbe
il problema di chi sarebbe legittimato a proporre detto conflitto.
Ciò che è più preoccupante, nonostante tutto, non
è la legalità della risoluzione del TS, non è nella
ricerca della via che l’ordinamento giuridico prevede per trovare
una via d’uscita giuridica alla sciagurata decisione del TS. Il
problema più grave è di legittimità delle istituzioni
e, specialmente, per quanto concerne il potere giudiziario, la presunta
perdita della sua indipendenza e l’utilizzazione
esacerbata dei suoi poteri. In questo momento, risulta difficile capire
i motivi che hanno portato il TS ad assumere una decisione di questo tipo
(non si dimentichi che il Procuratore Generale dello Stato aveva già
frenato il tentativo del giudice Garzón di procedere contro il
Parlamento Basco per non aver sciolto il gruppo parlamentare di Batasuna-HB-EH)
o, forse, sono motivi talmente ovvi che ci paiono incredibili. Crediamo
che il TS stia agendo senza rispettare principi e diritti che le democrazie
occidentali interpretano unanimemente nella direzione del rispetto istituzionale
e, soprattutto, di chi è espressione della volontà generale.
In questo caso concreto, questi principi non rispettati dal Tribunale
Supremo sono l’inviolabilità dei parlamenti ed il rapporto
vincolante dei giudici con la legge.
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