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Herria 2007-01-20
Sentenza del TS sul "caso Jarrai-Haika-Segi"
Il TS spagnolo dichiara "terrorista" l'organizzazione indipendentista
basca Segi
•Da per buona per la prima volta in sentenza netta la tesi per cui
"tutto è ETA"
La tesi di "tutto è ETA" brevettata
dal il giudice Garzón nell'era del PP è stata accettata
in sentenza netta per la prima volta. Tre giudici della Corte suprema
spagnola (altri due si dissociano dalla sentenza), hanno decretato che
le organizzazioni giovanili basche Jarrai, Haika e Segi sono "terroristiche"
ed impongono condanne di sei anni a 23 giovani. Tre di essi stanno già
in prigione. Il Governo spagnolo considerò "interessante"
la sentenza, ricevuta con giubilo dal PP.
IRUÑEA
Le istanze giudiziarie dello Stato spagnolo hanno
stabilito per la prima volta che organizzazioni della sinistra indipendentista
basca sono "associazioni illecite costitutive di banda, organizzazione
o gruppo terroristico." La sentenza del "caso Jarrai-Haika-Segi"
anticipato ieri suppone la prima sentenza giudiziaria ferma che avalla
la dottrina guidata dal giudice Baltasar Garzón e messa in atto
nell'epoca del Governo del PP.
Il Supremo corregge così il giudizio emesso dall'Udienza Nazionale
il passato anno, poiché tipificò queste organizzazioni
giovanili indipendentiste basche come "illecite" ma non come
"terroristiche." E, di conseguenza, eleva le pene di prigione
imposte. A 23 dei giudicati è imposta ora una stessa condanna:
sei anni di prigione per "integrazione in associazione illecita
costitutiva di banda, organizzazione o gruppo terroristico." L'altro
condannato dal tribunale speciale, Egoitz López di Lacalle, è
l'unico assolto.
L'Udienza Nazionale, nella sua sentenza, si era adattata fino ad ora
al criterio legale esistente nello Stato spagnolo, secondo la quale
è necessario l'uso di armi o esplosivi affinché un'associazione
possa essere definita come "terrorista." Nel caso di Jarrai,
Haika e Segi non concorre questa situazione, ma si ammette l'interpretazione
"estensiva" iniziata da Garzón ed assunta dalla Procura
in questo ed altri processi, secondo la quale la coincidenza negli obiettivi
basta affinché queste organizzazioni siano considerate come “agli
ordini di ETA."
La Procura, in concreto, difese nella seduta del ricorso celebrata in
novembre passato che la sua finalità era ottenere una nuova giurisprudenza
che possa applicarsi anche contro altre organizzazioni indipendentiste
basche. E così è stato.
Il contenuto esatto della sentenza non si è fatto conoscere.
Si sa solo che la risoluzione fu presa senza consenso, per tre voti
a favore e due contro, e dopo due proroghe temporanee giustificate in
base a "la complessità del caso."
Il senso della sentenza si fece conoscere intorno alle 12.30 di mezzogiorno,
ed appena cinque minuti più tardi l'Udienza Nazionale aveva emesso
già ordini di arresto contro questi 23 giovani che furono trasferite
alla Polizia spagnola, la Guardia Civil e l'Ertzaintza.
Il Governo spagnolo considera la sentenza "interessante"
MADRID
Il PP si mostrò esultante per la decisione
della Corte suprema spagnola, ma specialmente indicative fu le parole
del Governo spagnolo. Rompendo il tono abituale di evitare qualunque
tipo di qualificativo in riferimento a sentenze giudiziarie, la portavoce
e vicepresidente dell’Esecutivo del PSOE, María Teresa
Fernández de la Vega, considerò questa volta che la sentenza
deve essere presa come "interessante."
Nell'abituale conferenza stampa dopo il Consiglio dei Ministri, De la
Vega indicò prima che "come ogni risoluzione giudiziaria,
la posizione del Governo è di massimo e totale rispetto alla
stessa", ma di seguito aggiunse che "naturalmente, è
una sentenza importante. Studieremo il suo contenuto per, naturalmente,
conoscerlo, perché sicuro che ci apporterà cose importanti",
aggiunse.
PP: "Tutti" col TS
Il PP espresse la sua soddisfazione in modo più
che pieno per bocca di chi fu ministro dell’Interno del Governo
di Aznar che mise in moto i denominati maxiprocessi 18/98+. Angelo Acebes
affermò che "così è come la si fa finita con
ETA e con tutta la sua struttura."
L'attuale segretario generale del PP affermò che in questo momento
"tutti noi spagnoli dobbiamo stare al fianco della Corte suprema,
perché così è come la si fa finita con la banda
terroristica ETA e con tutta la sua struttura." Acebes approfittò
per esporre che "l'unica via" valida è "la sconfitta
poliziesca e giudiziaria della banda dentro lo Stato di Diritto."
Salutò inoltre il fatto che ieri la sentenza conosciuta "è
il frutto di molti anni di lavoro di giudici e procuratori. Giudici
e procuratori che hanno capito che per finirla con ETA è necessario
disattivare tutta l'impalcatura che configurano le sue ramificazioni
giovanili, propagandistiche e politiche", aggiunse l'ex ministro
dell’Interno di Aznar.
Contro EHAK
Acebes mira ora contro il resto di organizzazioni
della sinistra indipendentista basca, includendo il partito Euskal Herrialdeetako
Alderdi Komunista (EHAK), nonostante fosse lo stesso Ministero di Interno
di Acebes quello che accettò la sua iscrizione legale. Il leader
del PP assicurò che deve ora venir messo fuorilegge per "non
permettere che Batasuna si mostri davanti alla società come partito."
L'AVT fece la stessa cosa. Citò direttamente il giudice Garzón
affinchè "non allunghi nel tempo" il segreto del sommario
sulla polemica che presentò contro il citato partito. "Per
le vittime, la sentenza contro Jarrai, Haika e Segi è un gran
sollievo", aggiunse.