Tratto da PaesiBaschiLiberi

www.gara.net

Dal quotidiano GARA del 12.10.2003

GARZÓN SOSTIENE CHE CORRISPONDERE CON PRIGIONIERI POLITICI

È INDIZIO DI APPARTENENZA A ETA

Diversi fra gli arrestati hanno denunciato maltrattamenti e l’applicazione della “borsa” (tortura che consiste nel mettere un sacchetto di plastica sulla testa del prigioniero per portarlo ripetutamente al limite del soffocamento, N.d.T.).

Intrattenere corrispondenza con i prigionieri politici baschi è un indizio di “integrazione in organizzazione terrorista”, secondo quanto sostiene il giudice Baltasar Garzón. Dopo aver ascoltato, alla Audiencia Nacional (tribunale speciale, N.d.T.) 29 dei 34 cittadini baschi arrestati nell’operazione franco-spagnola, il magistrato a mandato nelle prigioni di Soto del Real e Alcalá 20 persone. Più di una decina di esse ha denunciato di aver subito “la borsa” e maltrattamenti durante tutto il periodo di isolamento assoluto.

GARA

BILBAO

Il giudice della Audiencia Nacional spagnola Baltasar Garzón considera che le lettere dei prigionieri politici rinvenute nel corso delle perquisizioni delle case degli arrestati durante l’operazione poliziesca dello scorso mercoledì, siano “indizio” di “integrazione in organizzazione terrorista”.

Al termine delle audizioni -alcuni degli arrestati sono stati assistiti da avvocati d’ufficio-, Garzón ha inviato in prigione 20 delle 29 persone delle quali lui stesso aveva ordinato l’arresto. Gli uomini sono stati incarcerati a Soto del Real e le donne a Alcalá. Inoltre, altre cinque persone sono state messe in libertà su cauzione ed altre quattro rilasciate senza alcuna misura cautelare. Cosicché, dei 34 arrestati dalle polizie spagnola e francese, solo Eneko Gorri, Ihintza Otxandarabantz e Emilie Martin devono ancora passare dal giudice a Parigi, e lo faranno oggi.

Nell’ordine di incarcerazione, Garzón ha anche decretato l’ordine di ricerca e cattura per Alain Berategui Mariñelarena.

Molti degli arrestati hanno denunciato di aver subito “la borsa” e maltrattamenti. Hanno raccontato che in questi due giorni, nel periodo di isolamento assoluto nei locali della Polizia, non hanno quasi mai potuto dormire e hanno dovuto rimanere in posizioni forzate, oltre a dover eseguire flessioni. Contemporaneamente, hanno sottolineato le costanti “minacce ed aggressioni psicologiche”, durante le quali venica loro detto che anche i loro famigliari erano stati arrestati.

Diversi arrestati hanno raccontato ai loro avvocati che durante l’interrogatorio, il giudice ha chiesto loro se avessero “relazioni con ETA”, cosa che hanno negato. A fronte della loro risposta negativa, ha chiesto loro cosa fossero le lettere rinvenute nel corso delle perquisizioni. Hanno risposto che si trattava di missive di prigionieri politici con i quali corrispondevano. Garzón ha ribattuto che “non sono prigionieri politici, sono militanti di ETA”.

La risoluzione del giudice prevede misure differenti per persone accusate degli stessi fatti. Così, Baltasar Garzón lascia liberi alcuni ed incarcera altri con le stesse accuse. La differenza è che accusa alcuni di essere incaricati di conferire “100 euro” per i prigionieri politici.

NUMEROSE MOBILITAZIONI DI PROTESTA CONTRO L’OPERAZIONE POLIZIESCA

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BILBAO

Le mobilitazioni per denunciare l’operazione poliziesca di mercoledì scorso e reclamare la libertà degli arrestati sono proseguite nella giornata di ieri. Centinaia di persone hanno partecipato alla manifestazione di Bilbao, che è partita alle 18,00 dal Sagrado Corazón. Uno striscione sul quale si leggeva “No alle montature poliziesche. Arrestati liberi” apriva la manifestazione, durante la quale sono stati lanciati slogan come “il popolo non perdona”, “Andatevene! (rivolto alle forze di occupazione spagnole, N.d.T.)”, “PNV spagnolo” e “Prigionieri baschi liberi”.

A Iruñea 45 persone si sono concentrate nel quartiere di Arrosadia e 80 nella Città Vecchi. 300 abitanti di Durango hanno relamato la liberazione della loro concittadina Iugatz Duñabeitia e nella calle Magdalena del quartiere Txantra è stato realizzato un blocco stradale a mezzogiorno. A Barañain si sono mobilitati 250 abitanti, a Gros 60, a Igorre 50, a Zumaia 40 e a Algorta 120.

 

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