Da Indymedia
PAESE BASCO, SI ARRESTA, SI
PERQUISISCE, SI CHIUDE...
by xxx
Saturday May 03, 2003 at 02:20 PM
anche se non è di moda parlarne, nel Paese Basco succedono
delle cose... In certi casi, evidentemente, a destra come asinistra, il
silenzio è d'oro...
operazione contro Udalbiltza (Assemblea degli Eletti nelle
Istituzioni del Paese Basco, N.d.T.): la retata
ARRESTATI OTTO MEMBRI DELL’ISTITUZIONE NAZIONALE BASCA
Fra gli arrestati si trovano sei consiglieri comunali di
Urnieta, Bilbao, Oiartzun, Bera, Atarrabia e Barakaldo e c’è un ordine di
arresto per Ibon Arbulu, membro della Mesa Nacional della disciolta Batasuna.
Lander Etxeberria, Mirian Campos, Leire Idoiaga, Eider
Casanova, Karmele Urbistondo, Larraitz Sanzberro, Oskar Goñi e Txema Jurado,
sei di loro sono consiglieri comunali, sono stati arrestati ieri mattina in
Bizkaia, Gipuzkoa e Navarra su ordine del giudice Baltasar Garzón, ancora una
volta nell’ambito dell’inchiesta 18/98. inoltre, la Polizia spagnola ha
sigillato le sedi dell’istituzione nazionale basca di Astigarraga, Iruñea,
Gasteiz e Bilbao, come pure il domicilio di Ibon Arbulu, contro il quale è
stato emesso un ordine di arresto.
GARA
IRUÑEA 30.04.2003
Otto cittadini baschi, dei quali sei sono consiglieri
comunali e due impiegate dell’istituzione nazionale, sono stati arrestati ieri
su ordine del giudice della Audiencia Nacional (Tribunale speciale, N.d.T.)
spagnola Baltasar Garzón. Così, Lander Etxeberria, Mirian Campos e Leire
Idoiaga sono stati arrestati a Bilbao; la dirigente Eider Casanova a Zierbena;
Karmele Urbistondo a Urnieta; Larraitz Sanzberro a Oiartzun; Oskar Goñi a Bera;
Txema Jurado a Atarrabia. Tutti sono stati trasferiti in uffici della polizia
di Madrid.
Oltre agli arresti, l’operazione ha comportato la chiusura
delle sedi di Udalbiltza di Iruñea, Gasteiz, Bilbao e Astigarraga.
Questa operazione si verifica tre giorni dopo che
l’istituzione nazionale ha tenuto, a Tolosa, un’assemblea straordinaria nella
quale è stata approvata una dichiarazione in favore del diritto di Euskal
Herria (Paese Basco, N.d.T.) di disporre di una rappresentazione istituzionale
propria.
Praticamente tutti gli eletti che si erano recati
all’assemblea di Tolosa avevano dovuto passare attraverso i posti di blocco che
la Guardia Civil aveva collocato in quasi tutte le vie di accesso a questa
località di Gipuzkoa. L’istituto armato ha perquisito numerosi veicoli e
identificato decine di eletti.
Proprio lo stesso giorno, Batasuna aveva avvertito
dell’imminenza di un’operazione poliziesca di grandi dimensioni contro la
sinistra indipendentista, benché le indiscrezioni indicavano che oggetto
dell’azione di Garzón sarebbero, nell’imminente, state le herriko tabernas
(locali sociali della sinistra indipendentista, simili alle case del popolo in
Italia, N.d.T.).
Tutti gli arresti sono stati eseguiti nelle prime ore del
mattino nelle case dei consiglieri comunali ed impiegate di Udalbiltza. Così,
la Polizia spagnola è entrata in casa di Lander Etxeberria alle 03,00 e vi è
rimasta fino alle 05,00, mentre Mirian Campos è stata arrestata nel domicilio
dei suoi genitori e trasferita alla sede di Udalbiltza, nella Plaza Nueva di
Bilbao per la perquisizione di questo locale.
All’esterno di questa sede si trovavano congiunti di Leire
Idoiaga, che era stata arrestata nell’abitazione dove vive insieme al suo
compagno e a due figli di quattro e due anni, nella Calle General Eguía del
capoluogo di Bizkaia. Il domicilio di Idoiaga è stato perquisito e dallo stesso
è stato portato via un computer. È stata perquisita anche la sua automobile,
dal quale sono stati sottratti alcuni effetti personali della giovane.
La consigliera comunale di Barakaldo Eider Casanova è stata
arrestata nella sua abitazione di Zierbena, mentre Oskar Goñi è stato preso
nella casa di famiglia a Bera. La polizia è arrivata verso le 03,30 ed è
rimasta fino alle 05,30, portandosi via carte e un computer che il portavoce di
Udalbiltza teneva in casa.
Anche al domicilio di Txema Jurado è stata compiuta una
perquisizione, ma senza che fosse mostrato alcun ordine della magistratura e
senza testimoni, secondo quanto ha evidenziato uno dei suoi fratelli, che ha
affermato che gli agenti si sono impossessati di un computer.
La perquisizione del domicilio di Larraitz Sanzberro, a
Oiartzun, è iniziata verso le 03,30, quando vi hanno fatto irruzione dodici
poliziotti che hanno trasferito i suoi genitori e due suoi fratelli in cucina.
Gli agenti hanno portato via il computer del padre ed effetti personali della
consigliera, oltre a perquisire il garage e le automobili della famiglia.
Karmele Urbisondo è stata arrestata nella sua casa di
Urnieta, trasferita poi al municipio di Astigarraga, nei cui locali Udalbiltza
dispone di alcuni uffici. La Polizia, verso le 04,30, si è recata a casa della
sindaca, Miren Elixabete Laburu, affinché permettesse l’accesso al Comune.
Secondo Laburo, è stato portato via molto materiale come documenti, dischetti e
quattro computer, oltre a registri contabili. «Si sono portati via tutto,
tutto, tutto», ha sottolineato in un’intervista radiofonica.
La Polizia, alle 03,15, si è presentata anche
nell’appartamento del consigliere comunale di Gasteiz, José Enrique Bert, con
un ordine di perquisizione della sede di Udalbiltza della calle Moraza. Secondo
la stessa Polizia, si dovevano sequestrare documenti «relativi
all’organizzazione terrorista ETA-Ekin».
reazioni
«LO STATO PROPONE SOLO STRATEGIE DI GUERRA»
Ugarteburu sollecita tutti gli eletti ed ai soggetti che
«lavorano in chiave di Paese» a rispondere congiuntamente
La portavoce di Udalbiltza, Maribi Ugarteburu, ha affermato
ieri ad Astigarraga che «questo non è un attacco isolato, ma è un ulteriore
passo di una lunga sequenza antidemocratica iniziata ormai cinque anni fa dallo
Stato spagnolo contro Euskal Herria». A questo proposito, ha indicato che
«mentre noi abbiamo proposto una strategia di pace per la risoluzione del
conflitto, loro propongono solo strategie di guerra». A fronte di ciò, ha
sollecitato tutti gli eletti di Udalbiltza ed ai soggetti che «lavorano in
chiave di Paese» a tenere una riunione per «articolare una risposta congiunta».
Mikel JAUREGI
ASTIGARRAGA 30.04.2003
«Questo attacco è un tentativo di smantellare Udalbiltza.
Hanno arrestato otto colleghi e amici, ci hanno perquisito e chiuso gli uffici
di Bilbao, Gasteiz, Iruñea e Astigarraga e si può dire che ci hanno lasciato
solo le biro. Ci hanno messi in mezzo alla strada» ha iniziato con l’affermare
la portavoce dell’istituzione nazionale, Maribi Ugarteburu, che ha incontrato i
media nella Piazza del Municipio di Astigarraga, insieme al presidente di
Udalbiltza, Loren Arkotxa, ai sindaci di Tolosa, Oiartzun e Usurbil, Antton
Izagirre, Xabier Iragorri e Joxe Antonio Altuna e a diversi rappresentanti
della Commissione Esecutiva dell’istituzione nazionale, che ha tenuto una
riunione d’urgenza presso il municipio.
Dopo aver espresso la loro preoccupazione per lo stato degli
arrestati, aver chiesto che «si rispettino i loro diritti umani» ed espresso la
loro solidarietà «ai nostri colleghi ed ai loro parenti», Ugarteburu ha
affermato che «questa non è un’aggressione isolata, ma si tratta di un
ulteriore passo in una lunga sequenza antidemocratica, avviata dallo Stato
spagnolo contro Euskal Herria ormai cinque anni fa e che, negli ultimi tempi,
si è inasprita».
Attacchi che, a suo giudizio, sono diretti contro «qualsiasi
tentativo, progetto o iniziativa per articolarsi come Paese» e che «conculcano
diritti elementari. Di fatto, è in gioco lo stesso diritto di essere e sentirsi
baschi».
«Lo Stato spagnolo sa che le proposte realizzate ultimamente
da Udalbiltza, come nel caso della Carta dei Diritti di Euskal Herria, la
proposta – documento intitolata “Vie per la pace e la democrazia” o il forum di
dibattito nazionale, sono elementi importanti per il conseguimento di una
situazione di pace e democrazia in Euskal Herria. Da qui, l’attacco».
A questo proposito, la portavoce dell’istituzione nazionale
ha affermato che «a fronte della nostra strategia di pace e democrazia, essi
propongono solo strategie di guerra. Non vogliono che l’attuale situazione di
conflitto cambi».
A fronte di ciò, ha assicurato che Udalbiltza vuole offrire
«una risposta in chiave positiva: vogliamo dire sì a Udalbiltza e sì a Euskal
Herria». E attorno a questa rivendicazione, Ugarteburu ha invitato a «unire
forze per frenare questo attacco ai diritti fondamentali e democratici. Però,
al di là di una risposta unitaria e puntuale, è giunta l’ora di muovere passi
decisivi ed irreversibili verso una soluzione democratica del conflitto».
La portavoce di Udalbiltza ha parlato delle decisioni
adottate dalla Commissione Esecutiva per rispondere a questa nuova operazione
poliziesca ordinata dal giudice della Audiencia Nacional Baltasar Garzón. Oltre
a ricordare la presentazione di una mozione nei municipi allo scopo di
discuterla in sedute straordinarie, l’assemblea degli eletti ha deciso di
indire per oggi, alle 20,00, davanti ai municipi, concentramenti silenziosi con
la parola d’ordine «Bai Udalbiltzari, bai Euskal Herriari (Sì a Udalbiltza, sì
a Euskal Herria, N.d.T.)».
Inoltre, Ugarteburu, ha fatto un appello «il più sincero ed
ampio possibile a tutti gli eletti nelle istituzioni di Euskal Herria che fanno
parte di Udalbiltza, che appartengano alla sinistra indipendentista, ad
Abertzaleen Batasuna, ad Eusko Alkartasuna, al Partito nazionalista Basco o a
qualsiasi altra formazione», a partecipare ad una riunione aperta che avrà
luogo oggi, alle 16,00, nella sala consiliare del municipio della località di
Gipuzkoa.
L’incontro, al quale sono stati invitati anche tutti i
soggetti politici, sociali, sindacali e culturali che «lavorano in chiave di
Paese», vuole servire a «articolare, per i prossimi giorni, una risposta
unitaria a questo attacco».
«È un appello alla dignità ed a costruire un vero muro di
difesa democratica dei diritti fondamentali di Euskal Herria e di tutti i
cittadini baschi», ha precisato; una risposta di letti in Araba, Lapurdi,
Bizkaia…
Il consigliere comunale della sinistra indipendentista di
Ustaritze, Battitta Ameztoi, rappresentante della lista Herria Bizi Dadin, ha
denunciato che «gli Spagnoli non agiscono contro chi utilizza mezzi violenti,
ma contro gli obiettivi della sinistra indipendentista e la costruzione
nazionale». I consiglieri Arantza Urkaregi, di Bilbao, e Koldo Castaños, di
Barakaldo, hanno tenuto una conferenza stampa per indicare che l’obiettivo «è
criminalizzare la sinistra indipendentista e aggredire chiunque lavori per
Euskal Herria». In termini simili si è espresso il gruppo indipendentista al
comune di Gasteiz che, in un comunicato, ha censurato le parole del candidato
sindaco del PNV , Mikel Martínez «che ha fatto riferimento alla presunta
illegalità del documento di identità nazionale basco (emesso da Udalbiltza e
non riconosciuto dalle autorità spagnole e francesi, N.d.T.) per minimizzare
l’attacco».
CRONOLOGIA
OBIETTIVO: LA COSTRUZIONE DI UN PAESE
Dalla sua costituzione nel settembre 1999, Udalbiltza ha
dovuto affrontare numerosi problemi che hanno messo in scacco la sua
traiettoria. Ma nonostante i venti contrari, l’istituzione nazionale basca ha
sempre mantenuto la prua rivolta verso la costruzione di un paese composto da
sette province e chiamato Euskal Herria.
Sindaci e consiglieri comunali di tutta Euskal Herria si
riunirono il 6 febbraio 1999, ad Iruñea, per porre le basi della prima
istituzione nazionale basca dell’era moderna. 666 eletti risposero all’appello
di una commissione composta da sindaci e dichiararono la loro volontà di
impegnarsi nella costruzione nazionale.
- 18 settembre 1999: 1.789 eletti nei municipi, riuniti nel
Palazzo Euskalduna di Bilbao, partecipano alla costituzione della prima
istituzione nazionale basca: Udalbiltza / Assemblea dei Municipi e degli Eletti
Municipali di Euskal Herria. Nella sua prima dichiarazione politica, Udalbiltza
si è presentata come espressione della territorialità, si è impegnata ad agire
come istituzione nazionale e a rendere visibile nel mondo l’esistenza della
nazione basca. L’Assemblea Generale designa i quindici componenti della
Commissione Permanente ed approva l’avvio di gruppi di lavoro.
- 19 ottobre 1999: la Commissione Permanente decide la
creazione di nuovi gruppi di lavoro per iniziare una diagnosi globale di Euskal
Herria, con particolare attenzione all’analisi degli ambiti dell’euskara
(lingua basca, N.d.T.), dello sport, della comunicazione, dell’ordinamento
territoriale, dell’insegnamento, dell’educazione e dello sviluppo economico e
sociale.
- 25 novembre 1999: il Municipio di Bilbao entra a far parte
di Udalbiltza, decisione duramente criticata da PP e PSE. Nello stesso mese,
nei municipi, inizia la discussione delle mozioni di adesione politica
all’istituzione nazionale, alla quale partecipa, fra gli altri, il municipio di
Abanto, governato dal PSE.
- 28 marzo 2000: PNV e EA rompono il consenso in Udalbiltza
per approvare una dichiarazione politica nella quale si chiede a ETA di tornare
alla situazione di tregua che, l’organizzazione armata, aveva dato per conclusa
il 3 dicembre 1999, quattordici mesi dopo aver dichiarato un cessate il fuoco
unilaterale. PNV e EA fanno valere la loro maggioranza nella Commissione
Permanente per dichiarare che «la violenza e la costruzione nazionale sono
incompatibili». Questa decisione è stata la prima assunta con il gioco delle
maggioranze e delle minoranze, modificando il sistema di funzionamento per
consenso in vigore fino ad allora nell’istituzione. Iniziano a percepirsi i
primi sintomi di rallentamento negli impegni dell’istituzione, legando PNV e EA
il loro sviluppo alla congiuntura politica.
- 23 aprile 2000: Aberri Eguna (Giorno della Patria Basca,
N.d.T.) indetto da Udalbiltza. I municipi si trasformano in punti di
riferimento per migliaia di cittadini che prendono parte alle cerimonie
organizzate dall’istituzione nazionale con la parola d’ordine «Euskal Herria
eraikitzen (Costruendo Euskal Herria, N.d.T.)». La giornata trascorre in un
ambiente festivo e di impegno per la costruzione nazionale e democratica di
Euskal Herria.
- 13 maggio 2000: si conferma che PNV e EA rimandano sine
die l’Assemblea Generale di Udalbiltza, prevista per il giorno 27 al Kursaal di
Donostia. La proposta di sospensione viene avanzata una settimana prima davanti
alla Commissione Permanente dagli eletti del PNV e raccoglie l’immediato
appoggio di EA. Gli argomenti usati dai due partiti sono simili a quelli della
dichiarazione del 28 marzo con la richiesta a ETA.
- 7 giugno 2000: il portavoce di Lakua (sede del Governo
della Comunità Autonoma Basca, guidato dal PNV, N.d.T.), Josu Jon Imaz,
annuncia che viene congelato il finanziamento di 25 milioni di pesetas previsto
per Udalbiltza dopo l’attentato mortale di ETA contro il consigliere comunale
del PP di Durango Jesús María Pedrosa. Un giorno prima, il deputato generale di
Bizkaia, Josu Bergara, aveva congelato i 93 milioni previsti per l’istituzione
nazionale. La Diputacion di Gipuzkoa fa altrettanto con una partita di 63
milioni.
- 9 luglio 2000: la Commissione Permanente decide per
consenso di dare il via libera al piano di gestione di Udalbiltza, con un
bilancio preventivo di 400 milioni di pesetas. Destina 275 milioni
all’esecuzione di piani specifici per l’euskara, la cultura, lo sport, la
comunicazione, l’ordinamento del territorio, l’insegnamento, l’educazione e lo
sviluppo economico e sociale. Con il resto del denaro si finanzieranno
programmi per sviluppare l’identità nazionale di Euskal Herria e la sua
proiezione internazionale. Si consegnano somme per le sedi previste a Iruñea e
Donostia e per il pagamento degli stipendi del personale.
- 31 agosto 2000: EA afferma che continuerà a lavorare in
Udalbiltza nonostante l’uscita dalla Commissione Permanente di Pello González,
sindaco di Urretxu, che ne faceva parte dall’inizio. González si era dimesso
avanzando ragioni «etiche e morali» in relazione agli attentati di ETA. In
coincidenza con queste dimissioni, molte delle riunioni dei gruppi di lavoro
sono sospese o ritardate su iniziativa di EA e del PNV. Nel febbraio di
quest’anno, Jon Jauregui riconosce che i gruppi di lavoro non si riuniscono da
settembre.
- 16 settembre 2000: un gruppo di eletti lancia un appello a
rafforzare Udalbiltza, «dato che la prima istituzione nazionale di Euskal
Herria è totalmente paralizzata». Si rivolgono a tutti gli eletti «preoccupati
per Euskal Herria affinché si assumano impegni seri per tornare a mettere in
moto l’istituzione creata nell’Assemblea dell’Euskalduna». Indicono
un’assemblea in favore di Udalbiltza per il giorno 30, a Iruñea.
- 30 settembre 2000: 550 sindaci e consiglieri comunali -in
maggioranza di Euskal Herritarrok, anche se partecipano rappresentanti di AB,
EA, PNV e di formazioni indipendenti- riuniti a Iruñea, si impegnano ad agire
come motore e stimolo per Udalbiltza e creano undici gruppi di lavoro con
iniziative molto concrete. Nell’assemblea si sottolinea la necessità che i
consiglieri e sindaci non solo rappresentino le loro località, ma che si
trasformino, di fatto, in eletti di Euskal Herria, nella misura in cui ciascun
municipio si faccia partecipe, con Udalbiltza come riferimento, della
costruzione di tutto il paese. I convenuti chiedono una riunione alla
Commissione Permanente. Da questo organo, Jon Jauregi, annuncia che «come PNV e
EA assumeremo in esclusiva la gestione» di Udalbiltza.
- 21 ottobre 2000: circa 400 eletti di tutta Euskal Herria
compongono a Leiza gli undici gruppi di lavoro e adottano l’impegno concreto di
promuovere sette progetti per Ipar Euskal Herria (la parte settentrionale del
paese Basco, sotto occupazione francese, N.d.T.), già approvati da Udalbiltza,
anche se non sviluppati. Alcuni giorni dopo, propongono che i municipi
destinino l’1% dei loro bilanci a Udalbiltza.
- 17 novembre 2000: PNV e EA annunciano un accordo con Lakua
per sbloccare in favore di Udalbiltza la partita di 25 milioni di pesetas che
era stata congelata. Non si riesce a firmare l’accordo e la somma viene persa.
- 22 novembre 2000: PNV e EA costituiscono in Udalbiltza un
Consiglio di Direzione dal quale escludono EH e AB. Giustificano la decisione
facendo riferimento all’atteggiamento della formazione indipendentista rispetto
alla lotta armata e agli eletti che lavorano per attivare Udalbiltza, dei quali
rifiutano il lavoro.
- 25 dicembre 2000: si scopre che solo venti dei 174
municipi che aderiscono a Udalbiltza governati da PNV e EA hanno rispettato gli
impegni economici con l’istituzione nazionale. 52 dei 62 comuni governati da
Euskal Herritarrok hanno già messo a disposizione i loro contributi. La
Commissione Permanente, l’11 luglio, aveva stabilito che le somme dovevano
essere messe a disposizione entro il 31 dello stesso mese.
- 27 dicembre 2000: PNV e EA assumono in esclusiva la
direzione di Udalbide, società strumentale con personalità giuridica,
riproducendo la stessa manovra messa in atto con la creazione del Consiglio di
Direzione. I due partiti portano in Udalbide gli stessi piani che avevano
congelato in Udalbiltza.
- 27 dicembre 2000: eletti di Udalbiltza convocano
l’Assemblea Generale per il 24 febbraio al Kursaal di Donostia. PNV e EA
respingono la convocazione.
- 9 febbraio 2001: il Consiglio di Direzione approva la
destinazione di aiuti a quattro programmi in favore dell’euskara ed il progetto
“Euskal Herria ezagutzen (Conoscere Euskal Herria, N.d.T.)”. uno dei finanziamenti
è per Uda Leku, l’associazione di Lapurdi che a novembre, poco prima di
ricevere quattro milioni di pesetas da eletti di Udalbiltza, aveva lanciato un
SOS urgente per la sua possibile chiusura.
- 10 febbraio 2001: Bai Euskal Herriari chiede a Udalbiltza
di soddisfare la richiesta di oltre 125.000 cittadini e avvii l’emissione di un
documento di identità basco, considerandolo lo strumento più efficace per
garantire il diritto alla nazionalità.
- 24 febbraio 2001: 713 eletti si danno appuntamento al
Kursaal di Donostia. Udalbiltza, unica istituzione nazionale basca, rinnova il
suo impegno per condurre Euskal Herria ad un nuovo ambito nazionale e verso una
nuova struttura istituzionale.
- 15 dicembre 2001: Udalbiltza celebra la sua Terza
Assemblea Generale nel Casinò di Biarritz. Durante i lavori si rende pubblica
una dichiarazione istituzionale nella quale questo organismo annuncia l’avvio
di un’iniziativa in favore di una soluzione politica e dialogata del conflitto
che subisce Euskal Herria. A questo proposito, assicura che manterrà «ogni tipo
di contatti e relazioni con tutti i soggetti che intervengono in ambito basco».
Inoltre, indica che Zuberoa (una delle tre province basche sotto occupazione
francese, economicamente depressa, N.d.T.) sarà la prima priorità del Fondo
Basco per lo Sviluppo, con l’obiettivo di dare risposta alle necessità
economiche, culturali e sociali di questa provincia.
- 22 febbraio 2002: conformemente all’impegno assunto a
Biarritz, Udalbiltza comunica che si è già riunita con diversi soggetti per
raccogliere contributi con l’obiettivo di trovare una soluzione al conflitto.
Si riafferma la posizione per «un dialogo senza condizioni né esclusioni».
- 1 agosto 2002: la campagna in favore di Zuberoa raccoglie
1.600 contributi economici, per una somma complessiva di 400.000 euro che
saranno destinati al finanziamento di progetti di sviluppo della provincia.
Maribi Ugarteburu, portavoce di Udalbiltza, evidenzia che l’iniziativa «è stata
utile per rendere nota nell’insieme di Euskal Herria la grave situazione di
Zuberoa, oltre che per rafforzare i legami e riuscire ad essere più vicini che
mai».
- 12 ottobre 2002: presso la multisala “Golem” di Iruñea è
presentato il documento «Sulla via della pace e della democrazia in Euskal
Herria». È lo specchio dei diversi contatti mantenuti con soggetti politici,
sociali e sindacali. L’istituzione nazionale conferma la sua «scelta ferma in
favore dei diritti di Euskal Herria, sia individuali, sia collettivi». Inoltre,
indica che per avanzare verso una soluzione è necessario «il riconoscimento dei
diritti internazionali per la cittadinanza basca ed il rispetto della
pluralità».
- 23 novembre 2002: quarta Assemblea Generale di Udalbiltza,
celebrata a Tolosa. In questo appuntamento si presenta la Carta dei Diritti di
Euskal Herria, un lavoro sviluppato in undici mesi e nel quale si raccolgono i
diritti che spettano al paese ed ai suoi cittadini in ambiti quali la lingua,
la cultura, l’economia, la politica, i diritti umani e civili e quelli
riguardanti la comunicazione, l’informazione e l’espressione. In questa stessa
riunione si annuncia l’avvio di un forum di dibattito, aperto a tutti i
cittadini, il cui fine sarà «promuovere un processo democratico basato sulla
necessità di garantire tutti i diritti».
- 6, 7 e 8 dicembre 2002: il Kursaal di Donostia accoglie la
Conferenza Internazionale per i Diritti dei Popoli. Vi si incontrano
rappresentanti di stati e popoli dei cinque continenti che si scambiano
esperienze seguendo il filo conduttore del diritto all’autodeterminazione. A
questo proposito, la dichiarazione approvata al termine della conferenza
sostiene «l’utilizzo di processi di autodeterminazione per prevenire conflitti
e costruire un mondo più democratico, più libero e più giusto. Inoltre, si
accoglie l’idea di creare un Parlamento dei Popoli d’Europa».
- 21 aprile 2003: la proposta di un forum di dibattito «a
sostegno di tutti i diritti», lanciata nella Quarta Assemblea Generale, prende
corpo. Udalbiltza comunica di aver svolto un centinaio di riunioni bilaterali
con diverse persone e soggetti, al fine di avviare un processo che offra la
possibilità di «analizzare in un forum di ambito nazionale i problemi di
carattere nazionale».
- 26 aprile 2003: di fronte alla situazione politica che
vive Euskal Herria, Udalbiltza tiene a Tolosa un’Assemblea Straordinaria, nella
quale si approva una dichiarazione nella quale si sostiene il diritto dei
baschi a scegliere liberamente e democraticamente i loro rappresentanti
politici, indipendentemente da «legalità estranee». Inoltre, Udalbiltza si
impegna ad elaborare «una regolamentazione che regoli l’attività politica» ed
annuncia che, d’ora in avanti, la sua composizione continuerà a basarsi sulla
rappresentanza democratica.
COSA È REATO PER LO STATO SPAGNOLO
L’operazione scatenata ieri contro Udalbiltza, firmata dal
giudice Baltasar Garzón e «spiegata» dal Governo dello Stato, che si è conclusa
con la perquisizione e la chiusura degli uffici che l’istituzione nazionale ha
a Bilbao, Gasteiz, Astigarraga e Iruñea e l’arresto di otto cittadini baschi, è
una dimostrazione pratica di ciò che lo Stato spagnolo considera reato in
Euskal Herria. Il semplice fatto di agire per via giudiziaria e poliziesca
contro un’istituzione di eletti, che sviluppa un’attività pubblica ampiamente
riconosciuta in diversi ambiti della società basca, è sufficientemente
significativo: lo è ancora di più se, alla luce delle accuse lanciate dal
Ministro degli Interni, Angel Acebes, si guarda alle azioni e posizioni
dell’assemblea dei municipi e degli eletti baschi di Euskal Herria dalla sua
nascita fino a questa bordata inferta, ancora una volta, col favore delle
tenebre, con spiegamento di polizia e scandalo.
Seguendo la sua stessa linea di ragionamento, nello Stato
spagnolo è reato la Carta dei Diritti di Euskal Herria, nella quale Udalbiltza
manifestava la sua volontà di costruire Euskal Herria «come uno spazio di
convivenza nel quale, dalla loro condizione di baschi, uomini e donne liberi
concorrano alla costruzione di un popolo e di un mondo retti da uguaglianza,
pace e solidarietà»; rivendicava il diritto di Euskal Herria «ad esistere come
popolo, a che si riconosca la sua condizione di soggetto di diritti che, in quanto
tale, le spettano e che si rispetti la sua territorialità»; o che «Euskal
Herria ha diritto di vivere in pace e sicurezza, a decidere il libertà». Nello
Stato spagnolo è reato elaborare un documento che consenta il riconoscimento
della cittadinanza basca a coloro che lo desiderano, in base al diritto
universale di scegliere la propria nazionalità. E per lo Stato spagnolo è reato
appoggiare iniziative in favore dell’euskara, per lo sviluppo economico e
sociale di Zuberoa, in appoggio alla rivendicazione di selezioni sportive
basche o per la promozione di mezzi di comunicazione elaborati in e per Euskal
Herria.
Questi sono i tratti di identità del lavoro reale, pubblico
e, inoltre, riconosciuto da tutti i soggetti sociali che, grazie ad esso, hanno
potuto portare avanti i loro progetti, che Udalbiltza ha sviluppato da quando,
il 18 settembre 1999 era costituita con la partecipazione di 1.778 eletti
baschi. E questi sono i gravissimi reati per i quali Acebes considera che
quella di ieri «è la più importante operazione antiterrorista» eseguita negli
ultimi tempi dai poteri dello Stato spagnolo. In definitiva, questi sono i
gravi limiti che lo Stato spagnolo impone alla democrazia, ai diritti ed alle
libertà di Euskal Herria.