Che cosa succede alle prigioniere in Langraitz / Nanclares de la Oca?
Inviato da: SalHaketa il 22 Marzo 2005 - 11:53 PM
Una preoccupazione con urgente necessità di risposta.
Sappiamo già che le condizioni di abitabilità della prigione
di Langraitz / Nanclares de la Oca, Araba/Álava, sono deficienti:
topi nelle celle, umidità, freddo, problemi col cibo, occupazione
al di sopra della sua capacità, etc. Questo ci sta preoccupando
da tempo, preoccupazione che è andata crescendo da quando il
passato dicembre ci arrivarono notizie di due carcerati trovati morti
nelle loro celle ed in febbraio un terzo, morti che non sono state sufficientemente
chiarite. Sappiamo cose che succedono in Nanclares, sì, ma quello
che sappiamo meglio è che appena ci arrivano informazioni e quelle
che arrivano sono difficili da confermare.
Ci preoccupa a quanti chiediamo il dovuto rispetto alla dignità
ed i Diritti di prigioniere/i, tanto di Langraitz come di tutte le altre
prigioni, il fatto che sia la stessa Amministrazione penitenziaria la
prima ad ostacolare la conoscenza di questa realtà.
Ora, la nostra maggiore preoccupazione è quella che nasce dai
ripetuti e dettagliati commenti che ci sono arrivati sui moduli di donne
di Nanclares, commenti che parlano di supposte" pressioni"
verso alcune prigioniere, affinché accettassero la prostituzione
a beneficio di un funzionario del centro. Commenti che suggeriscono
l'esistenza di possibili" aggressioni sessuali" verso prigioniere,
delitto previsto nell'art. 178 del C. Penale, da parte dello stesso
funzionario, in abuso della sua carica, cosa che permetterebbe anche
di parlare di tortura, secondo l'art. 174. Commenti sulle possibili
coazioni alle quali si sta sottomettendo queste prigioniere affinché
non denuncino, attraverso le concessioni, o no, di permessi e terzi
gradi.
La gravità di queste accuse rende necessaria l'immediata verifica
delle stesse, compresa l'informazione che parlerebbe dell'esistenza
di almeno una denuncia giudiziaria. Non sappiamo se queste affermazioni
sono certe e per ciò chiediamo il totale chiarimento delle stesse.
Non vogliamo commettere l'errore di trivializzare questo tema, principalmente
perché non vogliamo che nessuna donna che abbia potuto essere
colpita da questa violenza, si veda forzata a fare niente di diverso
da quello che lei stessa desideri, ma per quella stessa ragione, neanche
possiamo arrischiarci a lasciare senza voce nessuna che volesse denunciare
e possa trovarsi sotto pressioni per non farlo. Perché è
la nostra preoccupazione per queste prigioniere quella che ci porta
a chiedere queste spiegazioni.
Basandoci sulla nostra conoscenza della realtà penitenziaria
dello Stato spagnolo, sappiamo che la prigione è uno spazio specialmente
gerarchizzato e maschilista, nel quale la donna soffre una doppia discriminazione:
la stessa di essere prigioniera e l'aggiunta di essere donna. Ed uno
degli effetti evidenti di questa doppia discriminazione è la
speciale dimenticanza e l'assoluto silenzio che circonda le prigioniere
che rende loro ancora più difficile la denuncia degli abusi,
maltrattamenti e torture alle quali possano venir sottoposte.
Inoltre, come sono varie le occasioni nelle quali Amministrazione Penitenziaria
ha negato, o ha tardato a riconoscere, fatti dei quali c'era costanza"
informale" e che alla fine sono risultati essere disgraziatamente
certi, e più in concreto, dopo il recente comportamento della
Direzione del C. P. di Nanclares de la Oca / Langraitz rispetto alle
morti verificatesi negli ultimi mesi, fa aumentare le nostre paure per
quello che possa stare accadendo all'interno di quella prigione che
sta in silenzio. Ci spaventa pensare che le ipotetiche aggressioni sessuali
a prigioniere nel Modulo II della prigione di Nanclares possano finire
confermate come reali, ma ci spaventa di più che, di essere certi,
queste accuse rimangano impunite e le prigioniere colpite restino a
disposizione di chi potrebbe starle aggredendo e costringendo.
È necessario che si investighi su queste ipotesi fatte e che,
se confermate, si identifichino le responsabilità corrispondenti,
con la massima urgenza. È inaccettabile che l'Istituzione che
ostenta la custodia delle persone prigioniere, possa essere inclusa
nell'occultamento e non il chiarimento di fatti di questa portata ed
è per questo che, SalHaketa, sollecita pubblicamente:
Alla Direzione del Centro Penitenziario di Nanclares de la Oca / Langraitz:
Che compaia immediatamente davanti all'opinione pubblica per spiegare
se le consta o no la denuncia di possibili abusi sessuali a prigioniere
del Modulo II della sua Istituzione ed affinché apra un'investigazione
al riguardo, nel caso di non essere la cosa fatta già.
Alle Autorità Giudiziarie interessate:
Che immediatamente possibilmente di ufficio, investighino la possibilità
che nel Modulo II del C.P di Nanclares de la Oca / Langraitz ci siano
funzionari dello Stato implicati nella commissione di delitti contro
la libertà sessuale e la dignità delle prigioniere.
Alle Amministrazioni Pubbliche:
Che si preoccupino effettivamente della salvaguardia dei diritti di
prigioniere/i e che prendano le misure per permettere che le associazioni
e persone preoccupate del rispetto degli stessi, abbiamo accesso a queste
persone con l'intimità e l'immediatezza necessarie per assicurare
l'efficace denuncia di qualunque abuso che potesse commettersi.
Queste garanzie sono in parte contenute nel Protocollo Facoltativo contro
la Tortura ed i Maltrattamenti dell'ONU, per quello che chiediamo anche
che lo Stato spagnolo fortemente, ratifichi ed applichi fino alle sue
ultime conseguenze e più presto possibile detto Protocollo.
Alla società...
Alla società chiediamo che si preoccupi per i rapidi chiarimenti
di queste denunce... E se confermate, chiederemo che ci aiuti a farla
finita con questi abusi.
Capiamo che farla finita definitivamente con le aggressioni sessuali
e la violenza di genere contro le donne, tanto dentro come fuori di
prigione, è obbligo etico di ogni persona ed istituzione. Ma,
inoltre, è imprescindibile esigere soprattutto allo Stato spagnolo
che garantisca l'effettivo sradicamento di queste" possibili aggressioni"
contro quelle donne che stanno sotto la sua tutela e custodia, nelle
prigioni, quando ci sono sospetti che questa violenza possa essere esercitata
da quei funzionari che dovrebbero garantire la loro inesistenza.
A Bilbao, 21 marzo di 2005.
Carlos E. HERNÁNDEZ
, Coord.. SalHaketa Bizkaia,