2006/04/18
Nekane Txakartegi ripete che la Guardia Civil la violentò.
Ex consigliere comunale di Ehi, fu fermata nel 1999 per presunta integrazione
in ETA, accusa che ha negato, come il resto degli accusati.
Le sessioni del giudizio per il maxiprocesso 18/98 sono continuate oggi
con la presa di dichiarazione a vari accusati per presunta relazione
con la rete internazionale di ETA. Uno di essi, l'ex consigliere comunale
per Ehi in Asteasu (Gipuzkoa) Nekane Txapartegi, ha reiterato che fu
violentata dalla Guardia Civil durante i cinque giorni che rimase detenuta
dopo la sua detenzione.
"Fui annullata come persona e vilipesa come donna", ha dichiarato
Txapartegi davanti al giudice. Inoltre, ha negato le imputazioni di
integrazione in ETA, per le quali il pubblico ministero sollecita per
lei un totale di 12 anni di prigione.
Txapartegi entrò in prigione nel marzo del 1999 in novembre di
quell'anno rimase in libertà dietro cauzione di 60.000 euro.
Un altro degli accusati che hanno dichiarato oggi, José Ramón
Antxia, ha negato avere collaborato con ETA e ha spiegato che il suo
lavoro era quello di aiutare qualunque esiliato politico della sinistra
indipendentista basca. Come ha dichiarato, quel compito pretendeva di
dare copertura giuridica ai baschi che risiedevano all'estero per motivi
politici affinché" potessero uscire dal limbo giuridico
nel quale si trovavano."
Il pubblico ministero considera Antxia, avvocato di professione, il
massimo responsabile della denominata Commissione di Deportati (DK)
e sollecita 15 anni di prigione per lui.
Durante la vista di oggi, dichiararono anche Mirian Campos Alonso, accusata
di essere responsabile dell'apparato di relazioni internazionali di
ETA (Xaki), e Mikel Gotzon Korta Carrión che l'accusa considera
il responsabile della struttura esteri di ETA. Il Pubblico Ministero
chiede rispettivamente per essi 15 e 12 anni di prigione per integrazione
a banda armata.
eitb24
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