Batasuna VALUTAZIONE DEFINITIVA DI BATASUNA RELATIVA ALLE ULTIME ELEZIONI DEL MAGGIO 2003 Dopo le elezioni municipali e regionali nel Paese Basco (Sud) la sinistra indipendentista basca continua ad essere indispensabile
Le elezioni municipali e regionali del 25 maggio che si sono appena svolte nel Paese Basco (Sud – province di Araba, Bizkaia, Gipuzkoa e Navarra in territorio spagnolo), si sono caratterizzate per il loro evidente sviluppo antidemocratico. Il governo del Partido Popular ha cercato con tutti i mezzi di condannare al più duro ostracismo la sinistra indipendentista basca: messa fuori legge di Batasuna, arresto dei membri esecutivi dell’istituzione intercomunale Udalbiltza (Assemblea dei municipi e degli eletti nelle istituzioni del Paese Basco, N.d.T.), sospensione legale delle liste popolari (avallate da più di 88.000 cittadini e cittadine), requisizione delle schede elettorali (nello Stato spagnolo si vota introducendo nell’urna buste contenenti schede prestampate che vengono consegnate dai partiti o che si trovano ai seggi, N.d.T.) da parte della polizia, proibizione di incontri, manifestazioni elettorali e della propaganda politica… Inoltre, per mezzo di questa messa fuori legge, la sinistra indipendentista è stata emarginata da tutti i dibattiti elettorali ufficiali. Però, malgrado ciò, nonostante il boicottaggio mediatico, nonostante la difficoltà di distribuire e reperire le schede elettorali, nonostante la tentazione, alimentata dagli ultranazionalisti spagnoli e dai regionalisti baschi intorno al voto utile, più di 161.000 cittadini e cittadine hanno depositato nelle urne il loro voto in favore delle liste popolari messe fuori legge. Malgrado sapessero che il voto che esprimevano sarebbe stato ufficialmente contabilizzato come nullo, più di 161.000 persone, vale a dire oltre il 10,3% della popolazione, hanno sostenuto l’opzione politica di sinistra e dell’autodeterminazione. È stato un vero atto di disobbedienza civile di massa, con il quale più di 161.000 persone hanno riaffermato la loro determinazione di vivere in una società realmente democratica nella quale tutte le espressioni politiche di tutti i cittadini e tutte le cittadine del Paese Basco come anche la difesa dei loro progetti siano totalmente garantiti.
La messa fuori legge delle liste regionali presentate dalla piattaforma elettorale AuB (Autodeterminaziorako Bilgunea, Assemblea per l’Autodeterminazione, N.d.T.) e di 245 liste locali, presentate da altrettante piattaforme locali, da parte del Tribunale Supremo spagnolo ed il conseguente taglio dei diritti al quale si sono visti sottoposti i quasi 90.000 firmatari che hanno sostenuto queste liste, ha motivato la creazione di una Commissione di Garanzia che vigilasse sul diritto alla partecipazione politica, sulla libertà di espressione e di riunione di dette piattaforme nella campagna elettorale e sullo sviluppo della giornata elettorale del 25 maggio, giorno dello svolgimento delle votazioni municipali, per le Juntas Generales e per il Parlamento Forale di Navarra. Detta Commissione di Garanzia si costituisce dopo l’appello lanciato da AuB a diversi soggetti sociali, politici e culturali (ONG, sindacati, organizzazioni per i diritti umani ed ecclesiastiche) affinché provvedano a vigilare sul diritto alla partecipazione politica del settore sociale rappresentato dalle piattaforme alle quali si vieta la partecipazione a queste elezioni. In seguito a questo appello e dopo diverse riunioni, un gruppo di donne e uomini di Euskal Herria (Paese Basco, N.d.T.), dalle differenti sensibilità politiche ed intellettuali e che lavorano in diversi ambiti della società basca, costituisce questa commissione. Il 15 maggio, la Commissione di Garanzia rende note le ragioni della sua creazione ed il lavoro che intende realizzare: “La messa fuori legge delle liste di AuB e delle oltre 200 (duecento) liste di piattaforme elettorali locali, avallate da più di 80.000 firme raccolte alla presenza di un notaio, comporta la violazione di uno dei diritti civili e politici più elementari di migliaia di cittadini baschi, il diritto alla partecipazione politica. Negato il diritto di ogni persona ad eleggere ed essere eletta in una competizione elettorale, la legittimità di questo processo elettorale è messa in dubbio. Stando così le cose, riteniamo che si debba compiere, e ce ne assumiamo l’impegno, uno sforzo speciale affinché questo diritto civile e politico di tutte le persone sia rispettato. Ritenendo che difendendo i diritti civili di tutti i cittadini provvediamo anche a difendere il diritto individuale di ciascuno di essi, chiediamo che si conceda a tutte le opzioni politiche il diritto di partecipare alla competizione elettorale. Affinché ciò si verifichi, noi oggi riuniti, cittadini di pieno diritto, ci impegniamo a seguire da vicino il processo elettorale aperto. Con questo obiettivo, abbiamo deciso di formalizzare una Commissione di Garanzia. Obiettivo di questa Commissione di Garanzia sarà proclamare dinanzi alla società basca e ai mezzi di comunicazione il diritto di tutti i cittadini baschi a partecipare alla competizione elettorale e proclamare che spetta a tutti i cittadini baschi, senza ingerenze, il diritto ad eleggere ed essere eletti il 25 maggio”. In conformità a quanto manifestato nella dichiarazione, diversi
rappresentanti internazionali sono stati invitati a partecipare all’osservazione
del processo elettorale. Hanno osservato il processo insieme alla Commissione
di Garanzia:
1.- Le elezioni municipali, quelle per le Juntas Generales della Comunità Autonoma del Paese Basco come anche quelle per il Parlamento di Navarra, si sono svolte in una situazione di evidente anormalità democratica, con carenze gravissime e fondamentali, dovute principalmente all’esclusione dalle stesse di un importante settore della cittadinanza basca, di fatto della seconda forza elettorale alle elezioni municipali del 1999. A questo settore della cittadinanza basca è stato vietato di essere eletto e di eleggere la sua opzione politica. Questa situazione ha provocato un evidente taglio delle libertà e diritti che si riflette non solo nella messa fuori legge di liste ma anche nell’insieme di tagli al diritto alla libertà di espressione e riunione verificatisi durante la campagna elettorale. 2.- Le piattaforme elettorali sono state messe fuori legge certamente e principalmente per l’esistenza di candidati, eletti, presidenti di seggio o semplici militanti che in passato sono stati membri o candidati in liste dei partiti messi fuori legge Herri Batasuna o Euskal Herritarrok, partiti allora legali secondo l’ordinamento legale e la Costituzione spagnoli e candidati di pieno diritto secondo quello stesso ordinamento giuridico. 3.- La mera presenza di queste persone pare condannare l’insieme di persone che in modo attivo hanno promosso la creazione di piattaforme locali e regionali, come anche i candidati che si presentano nelle stesse, abbiano o meno avuto relazione con le sopraccitate organizzazioni. 4.- Sono stati conculcati il diritto al suffragio attivo della cittadinanza basca e anche il diritto al suffragio passivo di migliaia di candidati locali e regionali. 5.- Questo fatto provoca una gravissima perdita di rappresentatività e legittimità delle istituzioni locali e regionali che, dunque, non rappresenteranno la volontà legittima di un settore della popolazione. 6.- Questa conculcazione di diritti civili e politici non ha paragoni nell’Europa democratica, mette in evidenza l’atteggiamento antidemocratico del Governo spagnolo ed è un fatto che riguarda anche la credibilità delle istituzioni europee nel caso in cui non agissero di fronte alla gravissima violazione di diritti che si è verificata. 7.- Quanto sopra costituisce una sfida antidemocratica alla quale dobbiamo
fare fronte tutti noi, uomini e donne di Euskal Herria, oltre che attivare
urgentemente la comunità internazionale a favore dei diritti
civili e politici conculcati. È per questo che ci impegniamo
a far giungere il presente rapporto a:
Questi sono i risultati delle elezioni del 25 maggio 2003 in Araba, Bizkaia, Gipuzkoa e Navarra. Nelle elezioni municipali 1596.656 cittadini e cittadine hanno dato il loro voto alle Piattaforme Popolari Locali, il che vuol dire il 10,3% dei voti espressi. Questa cifra è il risultato della somma dei voti delle Piattaforme messe fuori legge (135.097) e di quelle che hanno potuto presentarsi legalmente (24.559). Nelle elezioni per le quattro Camere Provinciali, tutte le liste di AuB messe fuori legge hanno ricevuto 144.547 voti, vale a dire il 9,3% dei voti espressi. La conta dei voti nulli è risultata particolarmente difficile a causa dell’ordine in proposito emanato da Madrid; frutto di questa difficoltà è la leggera differenza fra i dati definitivi rilevati dal gruppo di sociologi e quelli rilevati da Batasuna: 159.656 secondo i primi e 161.593 secondo noi. In ogni caso, la cifra è intorno ai 160.000 voti. L’appoggio ricevuto dalle liste messe fuori legge è superiore a quello che ottiene la maggioranza delle formazioni politiche europee. Nelle ultime elezioni per il Parlamento Europeo svoltesi in quindici Stati, di 110 partiti che, dopo aver superato il 5% si sono spartiti i seggi dei rispettivi ambiti elettorali, 66 non hanno superato il 10,3%. Ciò significa che il consenso popolare delle Piattaforme Popolari messe fuori legge è maggiore di quello di tutte queste forze politiche; questo ci dà un’idea di ciò che, realmente, è stato messo fuori legge in Euskal Herria. Bisogna anche aggiungere che sono centinaia i partiti politici che si sono presentati a quelle elezioni europee e che non dispongono di seggi perché non hanno neppure raggiunto il 5% e questi non sono nemmeno contabilizzati fra i 110 di cui sopra… In altre parole e per portare alcuni esempi significativi, , possiamo segnalare che l’appoggio ricevuto dalle liste messe fuori legge in Euskal Herria è superiore all’appoggio sociale che ricevono i Verdi in Germani, il Partito Comunista in Francia o Izquierda Unida in Spagna. Cosa si direbbe in questi Paesi se queste forze politiche, che godono di un appoggio popolare inferiore a quello delle Piattaforme Popolari fossero messe fuori legge? Le elezioni sarebbero democratiche? Tutto ciò non fa che rimarcare l’importanza del settore sociale al quale sono stati negati i diritti fondamentali in queste elezioni.
Non possiamo sapere quale sarebbe stata la ripartizione dei seggi se si fosse resa possibile la partecipazione di tutte le forze politiche alle ultime elezioni, ma possiamo conoscere la ripartizione di questi seggi secondo i risultati ottenuti da tutti, contando anche quelli delle Piattaforme Popolari messe fuori legge. Per quanto riguarda le elezioni regionali e secondo i risultati ottenuti da AuB, in condizioni di illegalità, queste piattaforme regionali avrebbero ottenuto 3 seggi regionali in Navarra, 1 in Araba, 4 in Bizkaia e 7 in Gipuzkoa, secondo i sociologi della Commissione Nazionale di Garanzia. Oggi, tutti questi seggi regionali sono stati rubati attraverso la loro ripartizione fra le formazioni politiche legali che non rispettano la volontà popolare. Quanto ai seggi municipali, le Piattaforme Popolari messe fuori legge conseguono il secondo miglior risultato, dietro al PNV/EA (Partito nazionalista Basco/Eusko Alkartasuna, N.d.T.). in totale, hanno ottenuto 312 consiglieri, dei quali 36 in Araba, 170 in Bizkaia, 278 in Gipuzkoa e 228 in Navarra. Di questi 712, 472 seggi spettanti a liste messe fuori legge sono stati rubati dalle altre forze politiche legali. I 240 seggi restanti appartengono alle liste popolari lasciate in condizione di legalità. IN POCHE PAROLE, 472 CONSIGLIERI COMUNALI E 15 CONSIGLIERI REGIONALI ELETTI DAL POPOLO NON SARANNO NELLE ISTITUZIONI E TUTTI I LORO SEGGI, 487 IN TUTTO, SARANNO OCCUPATI DA ALTRI ELETTI NON SCELTI DAL POPOLO. QUESTO, NOI LO CHIAMIAMO FURTO O COLPO DI STATO ELETTORALE.
Un altro aspetto importante da analizzare è quello relativo a chi è maggiormente favorito dalla messa fuori legge delle Piattaforme Popolari , cosa che può spiegare il comportamento delle piattaforme politiche legali di fronte a questo sopruso antidemocratico. Per quanto riguarda la spartizione dei 15 seggi alle Camere Regionali, dobbiamo segnalare che il PNV/EA (componente di centrodestra del Governo della Comunità Autonoma) risulta il più favorito nel furto di seggi, dato che ne occupa 6 dei 15 spettanti a AuB, seguito dal PP-UPN (Partido Popular-Unión del Pueblo Navarro, N.d.T.) che ne ruba 5, dal PSOE (Partido Socialista Obrero Español, N.d.T.) che ne ruba 2 e da IU (Izquierda Unida, N.d.T.) che ne ruba 2 a sua volta. Questo dato è ancora più eloquente per quanto riguarda il furto di seggi municipali. Dei 472 seggi spettanti alle Piattaforme Popolari Locali messe fuori legge (altri 240 appartengono a quelle legali), il PNV ruba nientemeno che 277 seggi, seguito dal PSOE che ne ruba 41, dal PP-UPN che ne ruba 30, da IU che ne ruba 14, da Aralar che ne ruba 10, dal CDN che ne ruba 2 e da Batzarre che ne ruba 1. Oltre a questi, 42 andrebbero ad altre liste e 55 non sarebbero assegnati a nessuno, dato che erano appannaggio di liste uniche presentate alle elezioni municipali e che sono state messe fuori legge. In questi municipi le elezioni non si sono neppure svolte. Tutto questo spiega il comportamento di forze politiche come il PNV, EA o IU che, nonostante si siano opposte alla messa fuori legge di Batasuna e delle Piattaforme Popolari, non fanno nulla per rispettare nella pratica i risultati elettorali risultato della volontà del popolo e commettono una vera e propria rapina, con un grosso bottino elettorale.
Giugno 2003 |