Comunicato di Euskadi Ta Askatasuna al paese basco con motivo dell'Aberri
Eguna.
Traduzione allo spagnolo di Basque-Red Net dal testo in euskara del comunicato
inviato a Euskadi Irratia.
ETA, organizzazione socialista rivoluzianaria basca per la liberazione
nazionale, vuole fare arrivare il saluto più caldo a tutti i cittadini
che partecipano ad Aberri Eguna 2003 per proclamare il vostro amore e
impegno per Euskal Herria. Noi che, organizzati in ETA, lottiamo giorno
dopo giorno per l'indipendenza ed il socialismo, faremo sentire, vicino
a tutti voi, con orgoglio ed energia, il nostro grido in favore del nostro
paese e dei diritti dei cittadini baschi.
Aberri Eguna normalmente è un momento appropriato per analizzare
le vicissitudini dell'oppressione che sta subendo il nostro paese, per
ricordare i passi dati nella lotta per la liberazione e per precisare
ed appoggiare le sfide che abbiamo davanti.
Siamo arrivati a questo Aberri Eguna in mezzo al mulinello dell'attacco
fascista più duro che abbiamo sofferto in vari decenni.
Dal triste Aberri Eguna dell'anno scorso, quando alcuni riuscirono ad
evidenziare la divisione della sinistra indipendentista basca, vogliamo
sottolineare due avvenimenti principali:
. Quanti formando un fronte contro Batasuna fecero la scommessa per distruggere
i ponti e disperdere le sue forze c'appaiono ora divisi tra sé
e sommersi nell'oscuro tunnel del municipalismo.
. Gli attacchi contro Euskal Herria si sono moltiplicati.
Questi sono gli eventi più sottolineabili dell'attacco contro Euskal
Herria che riflettono l'abituale oppressione culturale, economica, sociale,
politico e militare:
. Spagna, dopo aver illegalizzato l'organizzazione Batasuna, vuole applicare
quella legge in Euskal Herria con la forza delle armi.
. I giudici e forze armate spagnole hanno chiuso" Euskaldunon Egunkaria"
con la forza delle armi.
. Mantengono lontani nelle prigioni, dopo averli sequestrati e torturati,
centinaia di cittadini baschi.
. I compagni di lotta Egoitz, Hodei, Félix ed Anjel hanno dato
la loro vita per Euskal Herria; e come conseguenza della dispersione politica
nelle prigioni, Argi Iturralde ed Iñaki Balerdi, madre e fratello
del compagno Juankar Balerdi, sono morti in incidente di traffico. Molti
altri cittadini sono stati feriti, i loro beni confiscati...
. Gli attacchi contro il basco e la cultura basca sono incessanti.
Da ora in poi, non è un segreto per nessuno, lo stato di eccezione
imposto dalla dittatura spagnola si aggraverà ancora più.
Ci legano con catene brevi e pesanti nelle grandi prigioni che sono Spagna
e Francia per i cittadini baschi.
Gli stati che c'opprimono hanno capito bene che abbiamo raggiunto, mediante
la lotta che abbiamo portato a termine durante gli ultimi anni, un punto
di partenza idoneo per farci padroni del nostro futuro.
Perché l'unica muraglia di fronte all'accecamento terroristico
degli stati oppressori è la capacità per la difesa e costruzione
di Euskal Herria.
Stiamo pagandolo caro, e lo continueremo a pagare caro, ma non sarà
altro che l'ennesimo tentativo repressivo sterile di mantenere sottomesso
un paese che ha mostrato la sua chiara volontà di essere libero.
Nello stesso modo in cui sono falliti i tentativi anteriori, fallirà
anche questo.
Alcuni signorini e politici, indipendentisti baschi basco-spagnoli, di
quelli che una volta all'anno si riuniscono in un picnic campanilistico,
c'offrono una cella di lusso nella gran prigione degli Stati. Hanno pianificato
un nuovo patto con chi ci mantiene prigionieri. Sapendo che di fronte
all'attacco fascista della Spagna le posizioni in favore dell'indipendenza
andavano a rinforzarsi, e col fine di ostacolarle, si ideò il "piano
Ibarretxe." Non lo diciamo noi, bensì lo stesso Ibarretxe.
Parola per parola: "Concepii il mio piano perché temevo che
si rispondesse con una proposta semplice e chiara in favore dell'indipendenza
alle bandiere di 500 metri quadrati ed il patriottismo costituzionale."
Lo sappiamo già. La stessa cosa fecero con lo statuto della Moncloa.
Ma non ha senso cercare di soffocare il desiderio di indipendenza. La
lotta per la libertà di Euskal Herria è inarrestabile. Gli
autonomisti, scommettendo sul mantenere una Euskal Herria divisa, vogliono
ostacolare ai cittadini basci la costruzione di una Euskal Herria basata
sui diritti fondamentali, perché non accettano il nostro paese
come è, con tutte le sue specificità e differenze. Spagna
e Francia non lasciano ai cittadini baschi esprimere ed eseguire liberamente
il nostro desiderio e volontà. Ma quelli che guardano ad Euskal
Herria, necessariamente e per sempre, come un puzzle diviso, per paura
di perdere la gestione dello spazio che è stato concesso loro o
l'opportunità per il suo proprio arricchimento, non vogliono sentire
la voce di tutti i cittadini baschi.
Aberri Eguna dovrebbe servire per mostrare la decisione in favore dell'indipendenza
di Euskal Herria tutti uniti, lasciando da un lato il partitismo, il piacere
delle poltrone ed i freddi calcoli elettorali. Niente patti di dipendenza
coi nemici mortali di Euskal Herria; quello che necessita è rompere
le catene che ci legano a Spagna e Francia ed il coraggio, comportamenti
audaci e impegni duraturi che avvieranno verso la loro materializzazione
i diritti civili e politici dei cittadini baschi.
Il nemico vuole che c'occultiamo nelle trincee che facciamo come lo struzzo.
Ma contemporaneamente che mostriamo al nemico i denti di un paese esasperato,
è momento di difendere e rinforzare gli esempi di dignità
che ha dato il paese ed i pilastri di Euskal Herria costruiti per anni
col sudore e lavoro dei cittadini, approfondendo l’impegno con la
lotta e la costruzione nazionale. Quello c'avvicinerà alla libertà.
Il valore e desiderio di libertà mostrato negli ultimi mesi di
fronte al fascismo da migliaia di cittadini devono servire per superare
i progetti oppressori degli Stati, per accantonare i progetti che non
si basino sull'imprescindibile diritto di autodeterminazione per cedere
passi irreversibili nella costruzione nazionale. Ci riusciremo mediante
lo sforzo, prova, lavoro e lotta quotidiani.
Euskadi Ta Askatasuna rinnova il suo fermo impegno di continuare per la
via complicata, dura, a volte difficile, ma sempre bella, della lotta
con la stessa decisione mostrata fino ad ora. Fino a che non si riconoscano
i diritti di Euskal Herria non ci sarà pace. Rinnoviamo l’impegno
di dare la vita in difesa della nostra madre terra con Euskal Herria nel
pensiero e nel cuore.
In Euskal Herria,
Aberri Eguna di 2003.
Euskadi Ta Askatasuna
ETA
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