Indipendenza e Socialismo PERCHÉ AZNAR HA COLLABORATO CON BUSH La fine di un governo si presta ed obbliga a fare valutazioni. Anche noi daremo oggi una brevissima valutazione degli otto anni di Governo del Partido Popular, ma la centreremo sull’ambito che caratterizza questo Bollettino: la dimensione internazionalista vista dalla prospettiva di Euskal Herria. Il Governo di Aznar, nel suo secondo quadriennio, ha realizzato una svolta spettacolare in politica internazionale: Si è trasformato in alleato/vassallo di Bush, rompendo l’abituale linea di vicinanza ai paesi arabi che aveva mantenuto lo Stato spagnolo. L’espressione più miserabile di questo vassallaggio è stata l’appoggio cieco alla politica interventista nordamericana, che poi gli si è rivolto contro.
Non c’è dubbio che lo scontro dello Stato spagnolo con il mondo arabo sia entrato in una fase nuova e molto pericolosa. Difende gli interessi nordamericani anche su un altro fronte: il Governo spagnolo si è anche scontrato con l’Unione Europea e ha tentato di destabilizzare la sua fragile unità. Aznar ha trascinato verso questa posizione divisionista paesi recentemente entrati nell’Unione e caratterizzati da una forte dipendenza, come la Polonia. Le ragioni di questa politica Abbiamo tentato di decifrare le chiavi di questo cambiamento. Aznar doveva avere ragioni di grande peso per scommettere su una politica tanto dipendente dal Nordamerica, che poteva procurargli gravi problemi. Quali sarebbero gli interessi del Governo spagnolo? Secondo noi, i seguenti: Recuperare, con l’aiuto nordamericano, l’egemonia commerciale
per i capitali spagnoli sui mercati latinoamericani. Collaborazione poliziesca contro l’indipendentismo basco Insisteremo particolarmente su questo punto, poiché è quello che maggiormente riguarda la nostra realtà. Una certa collaborazione dei servizi segreti nordamericani con la polizia spagnola viene da molto tempo fa. Nel 1986, la polizia spagnola compì una delle operazioni più importanti contro ETA: scoprì, nei locali della Cooperativa Sokoa, ubicata a Hendaia, un nascondiglio che conteneva abbondante documentazione ed armi. Fu un duro colpo all’organizzazione armata, che non capiva come la polizia fosse venuta a conoscenza del suo nascondiglio. Secondo la versione ufficiale, l’operazione era iniziata con il collocamento, da parte della CIA, di trasmettitori all’interno di alcuni lanciagranate che erano stati acquistati da ETA. Questi trasmettitori, una volta attivati, permisero di giungere al nascondiglio dov’era immagazzinato l’arsenale. Da allora, non è trapelato alcun altro dato sulla collaborazione. A partire dai primi mesi del 2003, emergono indiscrezioni ed indizi che indicano una collaborazione più stretta dei nordamericani con la polizia spagnola e, su questa analisi, concordano sorprendentemente voci differenti come quella dell’ex ministro degli interni Mayor Oreja e quella della stessa ETA; questa coincidenza conferisce un elevato grado di credibilità all’ipotesi. A quel tempo, la collaborazione fra le polizie spagnola e nordamericana, era già in fase molto avanzata e richiedeva gesti bilaterali: l’organizzazione armata basca uccise un poliziotto basco e, sorprendentemente, il fatto fu condannato direttamente dalla Casa Bianca. Questo tipo di condanne nordamericane non aveva precedenti ed indicava un impegno nuovo degli USA nel conflitto basco, a fianco della parte spagnola. In piena campagna di mobilitazioni contro la partecipazione della Spagna all’invasione dell’Iraq, si è avuta una rivelazione importante. Mayor Oreja, che era stato Ministro degli Interni, il 15 febbraio 2003 ha confessato che c’era una stretta relazione fra l’aiuto al Governo nordamericano nell’invasione dell’Iraq e l’aiuto che quest’ultimo fornirebbe allo Stato spagnolo nella lotta contro Euskal Herria. In un’esibizione di sincerità, Mayor Oreja cercò di spiegare le differenze fra la politica tedesca -contraria a partecipare all’invasione- e quella spagnola -di piena collaborazione-, ponendo al centro, come differenza, la lotta contro ETA: "A maggiore forza esterna, meno ETA, meno terrorismo. La Germania non avrebbe mai accettato mille morti tedeschi assassinati da un’organizzazione la cui direzione e logistica avessero base in Francia. Noi non avremmo mai avuto mille morti per terrorismo se la Spagna avesse avuto maggiore forza in politica estera". Era evidente che la Spagna aspirasse ad ottenere, da parte degli USA, qualcosa di più che dichiarazioni di condanna. Il quotidiano "El Pais", già allora, aveva anticipato ciò che, ei circoli politici, era sulla bocca di tutti: che il Governo statunitense si stava impegnando in pieno nella lotta contro ETA. I risultati di questa maggiore collaborazione non si sono fatti attendere, In poco tempo, l’organizzazione armata subì perdite importanti, di persone molto vicine alla sua direzione, fatto che è tornato a ripetersi in questi giorni. Il 13 gennaio 2003, un responsabile del PP rivolgeva questa domanda ad un giornalista: "Non crederà che sia un caso che i capi militari di ETA siano stati presi due volte in sei mesi?". Secondo informazioni trapelate, i satelliti spia dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza, hanno incluso l’euskera, la lingua basca, fra lae lingue da tradurre per l’intercettazione di comunicazioni in tutto il mondo. I servizi segreti spagnoli hanno tenuto molte conferenze davanti a membri dell’FBI e della CIA su ETA, sul suo modo di funzionare, sulle sue ramificazioni... Hanno anche consegnato loro una lista di termini e nomi di organizzazioni affinché sapessero di cosa si stesse parlando nelle comunicazioni intercettate. ETA, il 13 marzo 2004, diffonde un comunicato nel quale analizza i fatti dell’11 marzo; in esso, riconosce per la prima volta ed in modo esplicito quanto stiamo dicendo: "In cambio della subordinazione e della collaborazione reale con il Governo di Bush, fra gli altri compensi che si aspettava Aznar, c’è il mettere termine definitivamente al conflitto basco, Per ottenere i consigli, i servizi e le risorse degli statunitensi, Aznar è stato un alleato in prima fila nella criminale politica internazionale di Bush. A questo proposito, la politica estera condotta con l’obiettivo di internazionalizzare il problema che considera ‘interno’, rispetto a Euskal Herria, ha avuto un duro effetto boomerang". |