Independentzia eta Sozialismorantz
EUSKAL HERRIA
PASO A PASO
Servicio informativo de ASKAPENA
Nº 163
LA "NUOVA" STRATEGIA DEI PARTITI SOCIALISTA.
Sono passate già tre settimane dall'attentato di Barajas. Il polverone
si va dissipando, il tempo dà una certa prospettiva agli avvenimenti
e cominciamo a scorgere quello che c’era nascosto: la strategia che mantenne
il PSOE prima del 30 - D e quella che tenta di implementare dopo.
La disinformazione come metodo
Un processo di conversazioni che tenta di risolvere un conflitto infiammato e complesso ha bisogno di contare sull’appoggio di altre forze politiche e, soprattutto, sull'adesione dell'opinione pubblica. Questo secondo elemento era difficile da ottenere se si prende in considerazione l'alto livello di intossicazione mediatica che si era sviluppato per delegittimare il movimento nazionale basco. Il processo richiedeva un grande sforzo di pedagogia politica affinché la società conoscesse la realtà di quello che stava succedendo ed assumesse nuove chiavi di interpretazione. Non si fece.
In ogni momento si negò l'esistenza di contatti tra il Governo e l'organizzazione
armata. Oggi si sa che esisterono questi contatti prima e durante il periodo
di cessate il fuoco.
Si presentò il cessate il fuoco come un'espressione della debolezza e
stanchezza di ETA. Nessuno che conosca la forma di funzionare di questa organizzazione
poteva prendere sul serio quella menzogna. Oggi sappiamo che il cessate il fuoco,
come non poteva essere in un'altra forma, fu il risultato di conversazioni e
di accordi previ tra le parti.
Si negò che ci fossero impegni da parte dello Stato. Oggi si sa che ci
furono impegni reciproci e che lo Stato non li rispettò. Nell'ultima
riunione celebrata in dicembre, ETA pretese dal Governo che rispettasse tutte
le garanzie stabilite negli accordi che diedero luogo al cessate il fuoco Il
sacerdote Alec Reid, redentorista irlandese che intervenne come intermediario
nel processo dell'Irlanda, commentò dopo l'esplosione di Barajas: "Con
organizzazioni Ira o ETA non si possono evadere gli accordi."
Quanti seguivamo gli avvenimenti da vicino constatammo, per una serie di indizi,
che era successo qualcosa di grave nella prima quindicina di dicembre. Il giorno
29 di Dicembre annunciò Zapatero che tutto andava bene. I fatti smentirono
questa affermazione. Oggi si sa che si celebrò un incontro in dicembre
nel quale entrambe le parti constatarono la situazione di blocco. Entrambe le
parti concordarono che, "benché il processo conti su due corsie
differenziate, i due tavoli di negoziato devono completarsi e svilupparsi affinché
il processo avanzi." Da parte sua ETA, chiese che si rispettassero i diritti
del collettivo di prigionieri e che il Governo disattivasse le misure di eccezione;
nuovi attacchi giudiziari e polizieschi potrebbero fare scoppiare il processo;
notò anche delle conseguenze che potrebbero derivare da quello che succederà
ad Iñaki de Juana.
La repressione ed il tentativo di isolamento, come novità
Alla fine degli anni 80, il PSOE, anche allora al Governo, promosse il Tavolo di Conversazioni con ETA ad Algeri. Non ottenne l'accordo che pretendeva e la sua reazione fu virulenta: incremento della repressione e stabilimento di Patti "antiterroristi." Si stabilirono tre patti: a Madrid, in Iruñea, e - il più emblematico - nella Comunità Autonoma Basca.
Dopo dodici anni prolungando la sofferenza ed il conflitto, i tre patti fallirono. Pretendevano di spazzare dalla scena politica la sinistra basca e non l'ottennero. Il PSOE sta dimostrando poca originalità. Dopo l'attentato di Barajas si stanno ascoltando molte voci che reclamano la riapertura del dialogo. Il partito socialista, ossessionato da quanto successo, respinge tutte queste raccomandazioni ed avanza nell'introduzione di una strategia di patti che si è dimostrata vecchia e, quello che è peggiore, inutile. Questi sono i suoi movimenti:
Stabilire un'assurda linea divisoria tra "violenti", la sinistra
basca, e "democratici", tutti gli altri.
Socializzare questa idea affinché passi nella società e questa
respinga i "violenti." Questa è una delle finalità delle
mobilitazioni che il PSOE ha guidato e che tenta di continuare a ripetere per
tutto lo Stato.
Implicazione di tutte le forze politiche nella crociata di isolamento. Quello
spiega che stiano invitando in forma massacrante il PP affinché aderisca.
Affinché la crociata risulti bene devono stare tutti contro alcuni. IU
è entrato di pieno nella campagna per delegittimare la sinistra: hanno
mirato col dito al Partito Comunista delle Terre Basche come forza vincolata
ad ETA per facilitare la sua messa fuorilegge; e hanno vietato nel Foro di Sao
Paulo un documento che volevano sottoscrivere altri partiti reclamando la necessità
del dialogo, e che fu presentato da una forza politica amica: "Sinistra
Castigliana"…
Rottura di tutti i ponti con chi non condanni esplicitamente la violenza di
ETA, sembra che le altre non importino: il partito socialista, il PNV ed IU
stanno pressando il movimento di donne Ahotsak affinché non lavorino
insieme con la sinistra basca finché questo non faccia condanna esplicita
della violenza di ETA.
Benché la strategia sia progettata a Madrid, richiede di delegare il
suo protagonismo ad alcune forze locali che siano disposte ad eseguirla. Prima
ed ora, è il PNV il partito che accetta gustoso quella commenda prendendola
come un privilegio. Quella è la ragione per cui Zapatero, durante il
suo intervento nel Congresso, elogiò esplicitamente il Presidente del
PNV poiché questo si è impegnato a guidare la crociata di isolamento.
Con quel criterio hanno rotto un accordo elettorale che avevano raggiunto i
settori baschi di Ipar Euskal Herria, Nord del paese sotto dominio francese.
Intensificazione della persecuzione giudiziaria e poliziesca contro l'indipendentismo.
La Corte suprema ha emendato al rialzo una sentenza dell'Udienza Nazionale ed
impone una pena di 6 anni di prigione a 23 giovani il cui delitto è essere
membri di un'organizzazione giovanile che lo Stato ha deciso includere nella
lista di "terroristi"
La strategia del Governo spagnolo è chiara, la sua volontà di applicarla, forte. Ma non gli mancano difficoltà al momento di eseguirla. Parleremo di esse nel seguente Bollettino.
Euskal Herria, di 2007.