Indipendenza e Socialismo
EUSKAL HERRIA
PASSO DOPO PASSO
Servizio informativo di ASKAPENA N° 84
L’Euskera nel mirino dello Stato
All’alba del 17 ottobre un contingente di 200 Guardia Civil
effettua tredici perquisizioni ed esegue otto arresti su ordine della
Audiencia Nacional (tribunale speciale spagnolo, N.d.T.). Gli otto
arrestati sono posti in isolamento assoluto e trasferiti a Madrid.
Sia gli arrestati, sia le imprese perquisite sono strettamente legati
al mondo dell’euskera (lingua basca, N.d.T.) e della cultura
basca.
Secondo le prime dichiarazioni del Ministro degli Interni "si
indaga su possibili irregolarità contabili e riciclaggio di
denaro". La stampa ufficiale precisa "frode fiscale per
oltre 15 milioni di euro di origine sconosciuta". Il Dipartimento
delle Finanze della Diputación de Gipuzkoa –organismo
responsabile della riscossione delle imposte- assicura che le imprese
indagate non presentano alcuna irregolarità, né ritardi,
nei loro versamenti.
Reazioni all’operazione
• "Una brillante azione di polizia contro il terrorismo"
(José María Aznar, presidente spagnolo)
• "Nessuno potrà dire che si tratta di un’azione
contro l’euskera, ma è contro ETA e le sue attività
finanziarie. Questa operazione ci renderà ogni giorno più
liberi" (PP del Paese Basco)
• "Abbiamo diritto a conoscere tutta la verità.
Quando fu chiuso Egunkaria (quotidiano in lingua basca, N.d.T.) si
dissero cose molto gravi che, poi, non sono state provate" (
Ibarretxe, presidente del Paese Basco)
• "Siamo molto preoccupati, perché si attaccano
di nuovo l’euskera, lo sviluppo della cultura basca, il libero
pensiero e la libertà di espressione" (PNV)
• "Non vogliono altro che politicizzare l’euskera
ed esasperare il clima sociale" (Izquierda Unida di Euskadi)
• "Siamo davanti ad un altro attacco fascista simile a
quello di otto mesi fa. Sappiamo già che ai fascisti non piace
la cultura e, men che meno, quella basca. È arrivato il momento
di mobilitarci e di fare fronte a questi attacchi" (Batasuna)
Mobilitazioni
• In modo spontaneo ed immediato si sono radunate presso l’area
industriale occupata personalità dell’ambito politico,
sociale e culturale di Euskal Herria (Paese Basco, N.d.T.). Differenti
sensibilità ed una preoccupazione comune: "torna a ripetersi
il 20 febbraio, quando vennero per chiudere il quotidiano Egunkaria".
Era molto viva la preoccupazione che gli otto arrestati subissero
torture simili a quelle che avevano dovuto sopportare i dirigenti
del quotidiano chiuso a febbraio.
• Kontseilua - il Consiglio degli organismi sociali per l’euskera
– indice manifestazioni per la sera stessa davanti ai municipi
di tutta Euskal Herria. Si registra un’ampia risposta della
cittadinanza.
• Rispondendo all’appello di Konsteilua il 18 ottobre
si svolge un’impressionante manifestazione a Donostia: 25.000
persone appartenenti ad uno spettro politico e sociale molto ampio.
Reazioni alla manifestazione di Donostia
• "Coloro che hanno partecipato a quella manifestazione
hanno dato copertura ai criminali di ETA ed ai loro collaboratori"
(PP del Paese Basco)
• "Al di là delle mobilitazioni e della solidarietà
abbiamo bisogno di programmi di lavoro in comune, di patti strategici.
Dobbiamo organizzare un’ampia unità d’azione che
faccia fronte all’attacco dello Stato. Dobbiamo portare avanti
la nostra lingua e la nostra identità" (messaggio degli
organizzatori al termine della manifestazione)
Evoluzione degli avvenimenti
Il giorno 21, durante gli interrogatori davanti alla Audiencia Nacional,
il Giudice ordina l’arresto di uno degli avvocati della difesa
che era in attesa di accompagnare il suo assistito. Il giorno seguente
il Giudice decide la messa in libertà dei nove arrestati dopo
il pagamento di cauzioni per complessivi 96.000 euro. L’atto
di scarcerazione riconosce che gli arresti non avevano altra base
se non "una pluralità di indizi... trama presumibilmentee
delittuosa...". Tutti sono liberati, anche se quattro restano
imputati senza sapere esattamente di cosa li si accusa.
Solidarietà internazionale
Dalla Colombia
L’Esercito di Liberazione Nazionale della Colombia trattiene,
dal 12 settembre scorso, otto turisti stranieri, uno dei quali è
un giovane basco, Asier Huegun. L’ELN ha realizzato questa operazione,
denominata "Allende vive", per denunciare le atrocità
che commette lo Stato colombiano contro gli abitanti della Sierra
Santa Marta. Inizialmente, la Chiesa colombiana a agito come mediatrice.
Il 20 ottobre l’ELN emette un comunicato nel quale riconosce
che "il popolo basco, come il nostro, ha subito il sopruso e
l’esclusione da parte dello Stato spagnolo, per questo abbiamo
preso la decisione di liberare Asier come gesto di solidarietà
con il popolo basco, che lotta come noi per la sovranità e
l’indipendenza". Pretende la presenza di una delegazione
di parlamentari e di mezzi di comunicazione baschi.
Sia il Governo colombiano, sia quello spagnolo, respingono l’offerta,
considerandola "uno show internazionale". Tutti coloro ai
quali era stato chiesto accettano di intervenire, ma si rimettono
alle decisioni della famiglia. Questa preferisce che sia la Chiesa
colombiana l’unica intermediaria.
L’organizzazione internazionalista Askapena emette un comunicato
nel quale "saluta il gesto solidale con Euskal Herria dell’ELN",
riafferma i legami che uniscono il popolo basco e quello colombiano
e rivendica "la lotta e la solidarietà fra i popoli come
metodo per rendere reale un altro mondo".
Dalla Germania
Una delegazione di giovani internazionalisti tedeschi ha visitato
Euskal Herria per conoscere il conflitto in prima persona e per esprimere
la sua solidarietà alla sinistra indipendentista: "Ci
sorprende che nel cuore dell’Europa ci sia una sinistra molto
più forte che nel resto del continente, nonostante sopporti
una repressione tanto intensa".
I giovani tedeschi vogliono riportare informazioni nei loro ambienti
sociali, che sono molto poco informati ed organizzare, successivamente,
altri viaggi ai quali prendano parte membri di altre organizzazioni
e giornalisti..