Indipendenza e Socialismo
LA DIFFICILE UNITÀ DEI PARTITI POLITICI BASCHI La società di Euskal Herria chiede, con insistenza sempre maggiore, che i partiti di ambito basco avvicinino le rispettive posizioni e si muovano in direzione di una maggiore unità (la vecchia aspirazione di formare un Fronte Nazionale). Diverse sono le ragioni che spingono questa domanda: Da un lato, la coscienza favorevole alla sovranità, sempre
più diffusa. Un’alta percentuale della popolazione basca
reclama che si cambi l’attuale ambito politico. (Secondo un’inchiesta
del Governo Basco presentata il 19 dicembre 2003, i favorevoli all’indipendenza
superano i costituzionalisti e raggiungono una consistenza numerica
superiore a quella del 1988). E un’operazione di cambiamento
dell’ambito sarà possibile solo mediante l’accumulazione
di forze. Le elezioni che si avvicinano, cantonali nello Stato francese e generali nello Stato spagnolo, hanno messo tutti i partiti di fronte ad un dilemma: partecipare alle elezioni per ottenere una maggiore presenza nel tessuto politico dei rispettivi Stati e rafforzarlo, o fare di queste elezioni un referendum basco in favore dell’autodeterminazione. Avendo questo dilemma sullo sfondo, si sono verificati molti movimenti nei diversi territori di Euskal Herria. Questi sono alcuni: Iparralde, rottura dell’ultima ora 2 Novembre 2003. Batasuna da una conferenza stampa in Iparralde (Paese
Basco settentrionale, sotto amministrazione francese) e lancia un
appello affinché le formazioni politiche basche partecipino
alle elezioni cantonali francesi con liste unitarie. Il momento politico
che si sta vivendo richiede uno sforzo di unità superpartes. Navarra, lista unitaria senza permettere che Batasuna partecipi alla sua configurazione 23 dicembre. Aralar, EA e PNV, formazioni nazionaliste contrarie a ETA, presentano a Iruñea la coalizione elettorale Nafarroa Bai (Sì a Navarra). Questi sono i suoi obiettivi: rappresentare al Congresso ed al Senato spagnoli i navarri, senza voce negli ultimi anni; promuovere la pace; rivedere lo stato attuale di Navarra e garantire il diritto a decidere le sue relazioni, in definitiva, il diritto di autodeterminazione.
Una volta costituita la coalizione, si lascia aperta la possibilità che altre forze vi aderiscano (questa misura è poco rispettosa verso Batasuna, che rimane esclusa dalla discussione preliminare e, dopo, invitata ad aderire ad una coalizione già configurata). 10 gennaio. Batzarre si unisce alla coalizione, dopo aver consultato
i suoi militanti. Fino al momento di stendere queste righe, Nafarroa Bai non ha dato alcuna risposta né alla proposta della sinistra indipendentista, né a quella delle personalità, pur avendo già anticipato che chi volesse aderire, non ha altra opzione se non accettare le condizioni dettate. Se non si adotterà un atteggiamento più incline al negoziato, la confluenza sarà impossibile. La proposta di Bergara La Sinistra Indipendentista è protagonista di un’importante iniziativa che avrebbe potuto avere una grande rilevanza: 20 novembre. La Sinistra Indipendentista tiene una conferenza stampa,
a Bilbao, ed espone la sua posizione sulle elezioni generali spagnole:
offrono l’opportunità di dire "sì" al
diritto di autodeterminazione e "no" alla Spagna. Questo
Stato "conculca quotidianamente i diritti civili e politici di
tutta la cittadinanza basca. Dobbiamo dare una risposta politica proporzionale
all’aggressione che stiamo subendo". 6 dicembre. La Sinistra Indipendentista segnala le sue ragioni per dire "no" alla Spagna: la Costituzione spagnola è stata imposta; nega l’esistenza di Euskal Herria; viola i nostri diritti civili e politici; ci impone un apartheid politico senza paragoni in Europa; conculca la libertà di espressione; proibisce l’ikurriña (bandiera basca) nelle istituzioni navarre; controlla le nostre risorse naturali senza tenere conto dei nostri interessi; ci nega la partecipazione alla costruzione europea; ci offre solo il prolungamento de conflitto e della sofferenza. 16 dicembre. La Sinistra Indipendentista tiene una conferenza stampa
a Bergara ed avanza una proposta storica "a tutti i soggetti
politici, sociali e sindacali": formare una lista unitaria per
costituire l’interlocuzione basca davanti allo Stato spagnolo.
L’obiettivo di questa iniziativa, sarebbe aprire un processo
negoziale affinché si rispetti il diritto di autodeterminazione.
"Non si tratta di un gioco politicista. Qui c’è
un’opportunità concreta di cambiare lo scenario. È
il momento di sommare forze ed affrontare un processo che garantisca
una pace stabile e duratura fondata sul diritto all’autodeterminazione". Iniziativa civica Il 15 gennaio si rende pubblico il "Manifesto", firmato da personalità di diverse tendenze politiche, con il quale si chiede di approfittare dell’opportunità e di concordare una lista per l’autodeterminazione. La richiesta non ha avuto risposta. |