Indipendenza e Socialismo
EUSKAL HERRIA
PASSO DOPO PASSO
Servizio informativo di ASKAPENA
Nº 96


LA TREGUA DI ETA IN CATALOGNA (II)

In seguito alla tregua dichiarata da ETA il 18 febbraio, torna a prodursi una sequenza simile a quella vista quando i servizi segreti spagnoli fecero trapelare la notizia della riunione fra l’organizzazione ETA e Carod:

Attacco furibondo del PP che tenta di mettere alle strette i suoi nemici politici e, se possibile, liquidarli.
Prime reazioni condizionate dalla pressione esercitata dal PP.
Reazioni successive più sfumate nel Tripartito catalano (il Tripartito basco resta sulla sua linea: centrare tutta la sua aggressività esclusivamente contro ETA): si smarca dal solco aperto dal PP. Utilizza anche il rifiuto verso ETA per eludere qualsiasi responsabilità e coagulare le differenti sensibilità del Tripartito.

In ambito statale

Partido Popular

Arrogante per le reazioni difensive che ha provocato in un primo momento, intensifica la sua pressione contro il PSOE. Tenta di colpirlo di fronte all’elettorato spagnolo, accusandolo di slealtà e di avere rotto il patto anti ETA. Basa la sua azione sul fatto che il Presidente Maragall (del Partito Socialista di Catalogna) non ha ancora espulso dal Tripartito catalano Esquerra Republicana.

Partido Socialista Obrero Español

Modera le sue pressioni su Maragall e le orienta alla neutralizzazione degli attacchi che sta subendo dal PP. Anche il PSOE accusa il PP di slealtà e di non avere rispettato i contenuti del patto anti ETA. Basa le sue accuse sul fatto che il PP utilizza la lotta contro ETA con fini elettorali. Chiede una riunione della commissione di controllo di detto patto, che il PP rifiuta.

In Catalogna

PP de Catalunya: Reclama elezioni anticipate di fronte allo spettacolo delle crisi settimanali.

Convergencia i Unió: Reclama la riunione di tutti i partiti che hanno sottoscritto il patto contro il terrorismo affinché si tenga una riunione aperta ad altre formazioni. Il PP rifiuta.

Esquerra Republicana. Il partito al quale sono rivolti gli sguardi decide:

Che Carod Rovira abbandoni il Governo della Generalitat con il proposito di non tornarvi dopo le elezioni del 14 marzo.
Nominare un sostituto dello stesso partito che manterrà la carica di Conseiller en cap.
Promuovere una riunione di partiti catalani allo scopo di trovare una via catalana per la risoluzione dei conflitti. Ribadisce il consolidamento di un Governo catalanista.
Sottoscrivere un accordo per la pacificazione che includa l’esercizio del dialogo fra tutti i partiti.

Il Presidetet della Generalitat

Accetta l’uscita di Carod Rovira.
Accetta in carica il sostituto proposto da ERC
Considera risolta la crisi senza piegarsi alle pressioni del PP (A quel punto le pressioni del PSOE si sono orientate contro il PP)

Il Tripartito catalano promuove una mobilitazione civica contro la tregua parziale di ETA e che reclami l’Autogoverno per la Catalogna. El Tripartito catalán promueve una movilización ciudadana contra la tregua parcial de ETA y reclamando el Autogobierno para Catalunya. In questo modo assume l’iniziativa da posizioni centriste. Si libera da qualsiasi accusa di connivenza con ETA. Riafferma il discorso antiterrorista che cerca di trasformare ETA nel nemico comune intorno al quale si radunano le differenti sensibilità. Lascia allo scoperto il PP che accetterebbe il rifiuto verso ETA ma non la richiesta di maggiore autogoverno. Il PP non artecipa all’iniziativa.

In Euskal Herria

Il nazionalismo statutista. Muove tutte le sue leve per screditare la tregua "la società catalana è stata oggetto di un’aggressione intollerabile da parte di ETA" (PNV) o "ETA non avrebbe potuto dare una maggiore stoccata all’indipendentismo catalano ed alla sinistra spagnola" (EA).

In linea con queste dichiarazioni, il PNV riunisce i membri dell’Accordo di Barcellona: CiU e Bloque Nacionalista Gallego ai quali propone di firmare una Dichiarazione congiunta contro ETA.

Izquierda Unida- Ezker Batua. Distribuisce le sue critiche: contro lo Stato "ETA paga il PP per aver lasciato fuggire la sua cupola in Francia" e, naturalmente, contro ETA "Tutti i movimenti di ETA aiutano elettoralmente il PP e Madrid".

Abertzale Batasuna. Ha valutato molto positivamente la notizia e si è detta preoccupata per le dichiarazioni sentite "Tutti chiedono a ETA una tregua e, quando questa arriva, tutti la criticano".

Il Sindacato LAB: Esprime il suo stupore per le reazioni politiche "Ci troviamo di fronte a livelli di ipocrisia politica enormi".

Sinistra Indipendentista Chiama PNV, EA e Aralar a trovare una tregua "Quando ci chiedono perché sia stata possibile una tregua in Catalogna e non in Euskal Herria, li rimandiamo all’indirizzo di questi tre partiti…. Chiediamo loro un minimo di responsabilità, al di là dei discorsetti sui diritti umani, sembra che a preoccupare veramente qualcuno sia l’alterazione della sua campagna elettorale".

Valutazioni da Askapena

Consideriamo di particolare importanza che alla base della tregua annunciata vi sia una riflessione sull’internazionalismo e sulla sua pratica. I criteri che propone ETA: solidarietà fra i popoli, rispetto mutuo e non ingerenza sono le basi della nostra stessa esistenza come organismo internazionalista ed i principi ai quali cerchiamo di tenere ancorata la nostra azione.

Precisazioni

Rispetto ai due militanti citati nel comunicato di ETA che annuncia la tregua (N° 95) desideriamo fare le seguenti precisazioni biografiche:

Jon Felix Erezuma Uriarte. Figlio di Floren Erezuma e di Kontxi Uriarte. Nacque a Gernika il 23 maggio 1963. Nel marzo 1988 passa alla clandestinità.
Joan Carles Monteagut Povo. Nacque a Valencia il 15 ottobre 1960. Quando aveva due anni la sua famiglia emigrò a Poble Sec. Nel 1981 partecipa alla formazione di un nucleo armato di resistenza in Catalogna. Nel 1983 entra nell’organizzazione armata indipendentista catalana Terra Lliure. Cessata l’attività di questa organizzazione, collaborò con ETA nel lavoro di mugalari (incaricato di trasportare materiali o accompagnare clandestinamente persone oltre confine, N.d.T.) e, successivamente, entra nell’organizzazione.