stavolta facciamoci riconoscere


 

Nel 1907 a Stoccarda si tenne la prima Conferenza internazionale delle donne dove si decise di dare vita ad un Segretariato internazionale alla cui guida fu nominata la tedesca Clara Zetkin, dirigente del movimento operaio tedesco.

La seconda Conferenza, che si tenne a Copenhagen nel 1910, adottò una risoluzione che proponeva l'istituzione della Giornata internazionale delle donne nella quale mobilitarsi per il voto e l'emancipazione politica.

In Italia, nel secondo dopoguerra, la giornata internazionale della donna fu ripresa e rilanciata dall'UDI (Unione Donne Italiane) associando nel contempo alla data dell'8 marzo l'ormai tradizionale fiore della mimosa.

L'interpretazione della festa come omaggio alle lavoratrici morte nel rogo della fabbrica è considerata inattendibile. Ma l'episodio, altamente verosimile seppur non storico, è ormai parte dell'immaginario della storia del movimento operaio americano.

Nel 1908 a New York, le operaie dell'industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse finchè l'8 marzo il proprietario bloccò tutte le porte della fabbrica. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le operaie prigioniere all'interno morirono arse dalle fiamme.

Oggi, in tempi in cui ancora una volta si vogliono sottrarre alle donne le loro scelte, per farne merce di scambio ad uso della politica più becera, c'è da chiedersi se quelle porte, chiuse su altre e diverse prigionie, si siano mai definitivamente aperte.

Non vogliamo più essere oggetto ma soggetto delle decisioni che ci riguardano. Non più blandite mentre ci vengono erosi tutti i margini di scelta. Non più ignorate mentre si prendono decisioni sulle nostre vite. Non più strumenti di contrattazione perché le persone, tutte le persone, sono ben altro che tessere elettorali.

Noi, donne e uomini civili, vogliamo dare un segnale immediato e duraturo: adottare e diffondere il fiocco giallo come simbolo dell'autodeterminazione femminile. Il giallo infatti è da sempre il colore dell'8 marzo. E simboleggia la luce solare e l'energia intellettuale, l'indipendenza e la fiducia in sè stessi che fuga paure, inibizioni e condizionamenti.

In questa occasione vogliamo dedicarlo all'affermazione del diritto di scegliere, perché noi, cittadine e cittadini, a prescindere dal nostro credo religioso e politico, giudichiamo opportunistici e pretestuosi gli attacchi alla legge 194 che trattano le donne da assassine e da reietto chiunque ascolta la loro scelta più difficile.

Vogliamo che la nostra classe governante ne prenda atto così come deve essere in uno stato laico e democratico. Dunque per significare il nostro pensiero abbiamo scelto un nastro come segno di riconoscimento da inserire nei nostri spazi web o da indossare. Un fiocco giallo per dire: io voglio scegliere!

 

fiocco giallo

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LU_CIA - - Liberadonna - - Osservatorio per la Pace - - Testo 194