Questo articolo vi viene proposto per due essenziali ragioni:la prima è che I.T. non perde mai occasione di fornire i dati delle persone e la seconda è sottolineare che la repressione all'interno degli stadi c'è ed è forte.
Il fatto dell'articolo risale al 99,quando non erano in vigore le norme antiviolenza che ci sono adesso.
Non bisogna sottovalutare queste norme restrittive,perchè non vorrei che un giorno non si estendessero a chi scende in piazza e poi piano piano a tutti....
Cmq nonostante tutto VIVA L'ANARCHICO BIANCOROSSO e "viva l'anarchia,merda alla polizia!!"

«Oltraggiò la Polizia»
L’anarchico biancorosso rischia 5 mesi
La difesa: «Offese singoli agenti»

(i. t.) E.R. si definisce un anarchico biancorosso. La sua collocazione ideologica il 19 febbraio ’99, al termine di Vicenza-Piacenza di serie A, gli avrebbe fatto solfeggiare assieme agli amici: «Viva l’anarchia, MERDA alla polizia». Per questa esibizione canora, unita ad altri coretti poco lusinghieri, la procura ha chiesto una condanna a 5 mesi per oltraggio a un corpo amministrativo, in questo caso la polizia, poiché il reato di oltraggio a pubblico ufficiale è stato depenalizzato. Ieri mattina R., xy anni, residente in ... in viale....., è comparso davanti al giudice Giovanni Biondo. Testi dell’accusa, sostenuta dal pm onorario Davide Agnello, sono stati i funzionari della questura Marco Calì e Giuseppe Sinatra. Considerando che sono trascorsi quattro anni da quel pomeriggio di calcio e passione, per i due poliziotti non è stato agevole ricostruire i particolari di quel pomeriggio. Il commissario Calì ha ricordato le fasi in cui i tifosi ospiti erano stati accompagnati all’esterno del Menti, mentre alcuni tifosi biancorossi esprimevano il loro fairplay in maniera tutt’altro che anglosassone. Anche il dott. Sinatra ha ricordato più o meno le stesse circostanze, quando i supporter berici si erano impegnati nei soliti slogan con varianti di stampo politologico per farsi apprezzare agli occhi di chi stava svolgendo il proprio lavoro per evitare incidenti. Tra costoro c’era appunto R., il quale ha ammesso la sua presenza e anche la circostanza che era allegro. «Probabilmente avevo bevuto un po’ - ha spiegato - e non mi ricordo che cosa dissi». Ma se ha detto qualcosa, ha aggiunto, è stato per reagire alle parole di qualche singolo poliziotto. Insomma, le eventuali offese, come ha sottolineato la difesa, sono state rivolte ai singoli agenti (non è più reato l’oltraggio) ma non al Corpo della polizia. Rispetto ad allora, dunque, il reato di oltraggio a pubblico ufficiale è stato depenalizzato e al giovane è stato contestato l’oltraggio al Corpo della polizia. Ma per sostenerlo, ha spiegato l’avvocato De Danieli, il "Corpo amministrativo" dev’essere riunito in forma solenne e in maniera collegiale. Un servizio di ordine pubblico, questo il suo ragionamento, non lo è ed ha chiesto l’assoluzione. Al termine della camera di consiglio, però, il giudice ha ordinato che il 2 ottobre prossimo compaia in aula il dirigente di polizia Marco Odorisio che firmò il rapporto alla magistratura con il quale denunciava R. Sarà la testimonianza chiave.