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IL GOVERNO SPAGNOLO HA GIOCATO LE SUE CARTE Quando le giunte elettorali, che sono i tribunali ordinari competenti in materia elettorale, hanno proclamato tutte le candidature presentate per le elezioni amministrative in Euskal Herria (Paese Basco, N.d.T.), hanno lasciato al Governo spagnolo il compito di mettere fuori dal gioco elettorale l’opzione politica di sinistra e indipendentista. Dichiarata l’assoluta liceità delle piattaforme locali e territoriali presentate, ormai solo l’azione del Governo poteva impedire il pluralismo nelle urne il prossimo 25 maggio. E il Governo ha giocato le sue carte, quelle delle quali si era dotato con la riforma della Legge sui Partiti. Il Tribunale Supremo ha ieri respinto 241 delle liste presentate che, se il Tribunale Costituzionale ratificherà questa decisione, non potranno partecipare alle elezioni.
Questo procedimento sta diventando il compendio delle
illegalità e frodi subite nel lungo elenco di processi
politici ai quali sono state sottoposte persone ed
organizzazioni dell’indipendentismo basco nello Stato
spagnolo. Tanto che il difficile è trovare riferimenti
legali che avallino almeno uno dei passi compiuti
dalle diverse istanze che hanno agito sotto la spinta
governativa. Si vede che il Governo del PP non vuole
rischiare che niente e nessuno, né giudici, né leggi,
né principi democratici si mettano di traverso
rispetto al suo obiettivo di sradicare il pluralismo
politico, in Euskal Herria, nelle prossime elezioni. AuB (Autodeterminaziorako Bilgunea, Assemblea per l’Autodeterminazione, la piattaforma elettorale della sinistra indipendentista basca, N.d.T.) si è impegnata a garantire la sua presenza alle elezioni, rispondendo così alla difesa del diritto alla partecipazione politica avallata da oltre ottantamila cittadini baschi con le loro firme. E la risposta a questo impegno costituirà un vero test democratico, per tutti.
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