AuB CHIEDE AI PARTITI DEMOCRATICI DI EUSKAL HERRIA DI «NON RUBARE» I SUOI VOTI
Etxebarria anticipa che oggi ci sarà una riunione con altre formazioni a Iruñea. Arzalluz sottolinea che il PNV «non prende mai in considerazione richieste avanzate pubblicamente»

AuB (Autodeterminaziorako Bilgunea, Assemblea per l’Autodeterminazione, piattaforma elettorale della sinistra indipendentista basca, N.d.T.) ha trasmesso un invito a «tutti i partiti democratici di Euskal Herria (Paese Basco, N.d.T.)» ad analizzare insieme la situazione creatasi dopo la messa fuori legge delle sue 12 liste presentate alle elezioni amministrative e delle 229 liste locali. Joxerra Etxebarria ha anticipato che, inoltre, in questo incontro chiederanno alle altre opzioni politiche di garantire che rispetteranno i voti espressi dai cittadini a favore delle liste messe fuori legge e la rappresentatività che deriverà dai risultati ottenuti. Il leader del Partito Nazionalista Basco (PNV), Xabier Arzalluz, ha fatto capire che il suo partito non parteciperà a questa riunione.

BILBAO, 05.04.2003

Autodeterminaziorako Bilgunea aveva ieri dato appuntamento ai mezzi di comunicazione davanti al Palazzo di Giustizia di Bilbao, un luogo scelto non a caso ma per il suo valore simbolico, dato che lì aveva fornito la sua valutazione sulla sentenza con la quale, il giorno prima, il Tribunale Supremo (TS) spagnolo ha deciso di annullare 241 liste che cittadini baschi hanno formato per concorrere alle elezioni amministrative del 25 maggio in Hego Euskal Herria (Euskal Herria Meridionale, la parte sotto occupazione spagnola, N.d.T.).

Joxerra Etxebarria ha avuto il compito di comunicare la riflessione in merito di AuB, annunciando contemporaneamente che i rappresentanti di questa piattaforma elettorale e delle liste locali messe fuori legge hanno invitato «tutti i partiti democratici di Euskal Herria» -non ha menzionato alcuna sigla- ad una riunione che si terrà nella mattinata di oggi a Iruñea, per analizzare la situazione creatasi dopo la decisione del Tribunale Supremo.

Un incontro al quale, per ora, no parteciperà il PNV, secondo le dichiarazioni rilasciate da Xabier Arzalluz dopo l’iniziativa elettorale della quale è stato protagonista a Dulantzi. Ai giornalisti che gli chiedevano di chiarire se il suo partito avrebbe partecipato alla riunione, Arzalluz ha detto di non sapere se avesse ricevuto l’invito, ma ha sottolineato che AuB «deve sapere che non prendiamo mai in considerazione richieste avanzate pubblicamente».

Joxerra Etxebarria ha spegato che, nell’appuntamento di oggi, AuB e le piattaforme locali chiederanno «ai partiti che vorranno intervenire» di «garantire il rispetto della rappresentatività che ci darà la cittadinanza, che è quella che ha sempre l’ultima parola. La cittadinanza voterà e noi accetteremo i risultati».

Ha precisato che la richiesta sarà molto concreta: «Chiediamo un impegno democratico per rendere possibile che noi possiamo votare normalmente in queste elezioni e che i nostri voti e risultati siano rispettati. Chiediamo a tutti i partiti democratici di appoggiarci e che accettino i nostri risultati e che non rubino o usurpino i posti che ci spetteranno».

Ciò che AuB e le liste che sabato hanno preso parte all’assemblea nazionale di Donostia hanno già deciso è che parteciperanno «con tutte le conseguenze che ciò comporta ed in maniera attiva alle elezioni».

«Il 25 maggio introdurremo le nostre schede nelle urne e contabilizzeremo questi dati», ha ribadito Etxebarria.

Quanto alla decisione assunta sabato dall’Alto Tribunale spagnolo, il portavoce di AuB ha commentato che «si è consumato lo scandalo».

«Il Tribunale Supremo ha rotto tutte le regole riconosciute nei paesi democratici d’Europa in materia di processo giudiziario; lo ha condotto senza alcuna garanzia; ci ha lasciati nell’assoluta impossibilità di difenderci; ha fatto quanto di peggio può fare un giudice, che è agire come un politico, e agli ordini dei politici; ha agito sottomesso agli ordini del Governo spagnolo. Questo è ciò che ha fatto, dopo che il tribunale di prima istanza, la Giunta Elettorale, aveva accettato la totale legalità delle nostre liste». Dopo aver elencato le «infrazioni» ha aggiunto un commento personale: «Come professore, direi che i giudici del Tribunale Supremo meritano una bocciatura clamorosa».

Ha ricordato che, prima di conoscere la sentenza, da AuB era già stato anticipato che «Queste elezioni in Euskal Herria, non sappiamo come saranno in Spagna, sono un broglio». Utilizzando «parole più esplicite, dato che la hanno fatta a Madrid», Etxebarria ha aggiunto che «questa è una zuppa madrilena, che loro hanno cucinato e che adesso si mangeranno».

«Tutti i democratici del mondo ci daranno ragione e anche i tribunali d’Europa», ha assicurato, avvertendo che «questo si ritorcerà contro la Spagna, perché ora è provato che è uno Stato franchista».

GLI AVVOCATI PREPARANO I RICORSI CONTRO «UNA SENTENZA PRESTABILITA»

GARA
IRUÑEA

Iñigo Santxo, uno degli avvocati che rappresentano legalmente le 241 candidature messe fuori legge dal tribunale Supremo spagnolo, si è ieri mostrato convinto che la sentenza era «prestabilita» prima della presentazione degli allegati da parte degli avvocati e che, in questo caso, si è «violato il principio di uguaglianza con un criterio esclusivamente ideologico».

Dopo aver studiato la risoluzione giudiziaria, Santxo ha spiegato che il caso «più flagrante» della sentenza è che, a fronte della richiesta di alcune piattaforme di disporre di un avvocato d’ufficio, l’Alto Tribunale la ha respinta e non ha sospeso i termini utili a presentarsi con una difesa.

Ha anche definito «falsa» un’altra delle argomentazioni del Tribunale Supremo, quella secondo la quale gli interessati conoscevano «le accuse o motivazioni della richiesta di impugnazione» della Procura e dell’Avvocatura dello Stato, quando, come ha ricordato, è stato loro notificato solo che avevano tempo fino alle tre del pomeriggio del 2 maggio per presentare allegati e che, per conoscere i contenuti di dette richieste, dovevano andare a prenderne copia a Madrid.

Santxo ha confermato che gli avvocati delle piattaforme presenteranno oggi i loro ricorsi al Tribunale Costituzionale.

Ha affermato che il Tribunale Costituzionale dovrà valutare ogni ricorso individualmente entro i tre giorni seguenti e non ha escluso che, in alcuni casi, la sua decisione si conoscerà dopo che, venerdì, sarà ufficialmente iniziata la campagna elettorale.

Gli avvocati eccepiranno la mancanza di possibilità di difesa e argomenteranno che sono stati violati diritti fondamentali.